C'era una volta, forse, o forse no, una fanciulla dai capelli lunghi e turchini, sicuramente una tinta scadente oppure una parrucca, di cui, però, alcun libro riporta il nome.
Non parlava molto, a dire il vero, le uniche voci da lei giunte a noi sono le sue urla, una frase, non sua, ma di un altro essere blu.
"Nessuna legge sul copyright può fermarmi."
Infatti sappiamo che questa si presentava e si atteggiava come una ragazza di una famosa favola: la misteriosa Cappuccetto Rosso.
Un bel giorno, che, a dirla tutta, era sfumato con una pesante nebbia milanese; la bizzarra cosplayer si trovava in piazza Duomo, vestita con una mantellina rossa e al braccio un paniere, e, accucciandosi rivolta ai piccioni, chiacchierava allegramente con loro; dei turisti, molto probabilmente Giappo-Coreo-Cinesi, incominciarono a fotografarla.
Perché? Ma che razza di domande vi fate? La risposta è ovvia, andiamo, perché sì.
L'associazione WWF, preoccupata per la sicurezza dei poveri volatili, inclini a probabili azioni violente a causa della fanciulla che non dava loro le focacce nel paniere, neutralizzarono con dei sedativi la psico-pazza-fuori di testa.
La sua fine? In Francia, in un ospedale psichiatrico; da cui scappò, dirigendosi verso l'agognata Svizzera e lì si mise in proprio per fare il caffè della Peppina.
Fine.