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Autore: MistressHell    03/04/2015    9 recensioni
Il suo sguardo, lo sguardo di Regina, l’aveva uccisa.
In quello sguardo aveva visto il dolore, la rabbia, la delusione, il tradimento.
Perché Emma aveva tradito Regina, aveva tradito la fiducia che la donna riponeva in Lei.
La fiducia nel fatto che lei non l’avrebbe più ferita.
Quando la mora era uscita dal locale, Emma aveva sentito il cuore stringersi. Riusciva a vedere i tentativi della donna di non piangere -dal vetro del locale- era riuscita dove molti avevano fallito
Aveva reso Regina debole
I primi episodi della 4a in chiave SwanQueen
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non mi pentirò mai

 

 

 

Emma si teneva strette le tempie, queste pulsavano con dolorosa precisione ad ogni flash che invadeva la sua mente.

 

Il suo sguardo, lo sguardo di Regina, l’aveva uccisa.

In quello sguardo aveva visto il dolore, la rabbia, la delusione, il tradimento.

Perché Emma aveva tradito Regina, aveva tradito la fiducia che la donna riponeva in Lei.

La fiducia nel fatto che lei non l’avrebbe più ferita.

Quando la mora era uscita dal locale, Emma aveva sentito il cuore stringersi. Riusciva a vedere i tentativi della donna di non piangere -dal vetro del locale- era riuscita dove molti avevano fallito

Aveva reso Regina debole

 

Emma si alzò dalla sedia su cui sostava, non riusciva a sopportare quella situazione, lei non sopportava la pressione e tutti sembravano cosi favorevoli ad applicarne sempre di più sulle sue spalle, fino a quando si sarebbe ritrovata a sorreggere il mondo.

Il cellulare vibrò nella sua tasca ed Emma sbiancò, era Hook.

Hook che l’ aveva fermata da inseguire Regina, lo stesso Hook che le aveva chiesto se c’entrasse Regina nel suo allontanarlo.

Hook che aveva capito.

Cazzo!

 

Non si era aspettata tutto ciò, aveva semplicemente riportato a casa Henry e poi era corsa da Regina.

All’inizio si era detta per senso di colpa, poi per la richiesta implicita negli occhi di Henry ed infine – quando aveva visto gli occhi rossi e gonfi di Regina- si era dimenticata semplicemente il perché.

Non aveva pensato. Era entrata in casa sua incurante e malgrado i tentativi del sindaco di ricacciarla, l’aveva abbracciata così stretta che i singulti della donna erano stati strozzati sul nascere, insieme alle sue proteste.

Emma si disse che, in fondo, se Regina non avesse voluto l’avrebbe ricacciata con la magia.

Ma la mora si aggrappò a lei, premendo le sue mani sulle scapole della bionda, tirando il tessuto in pelle della giacca.

<< Perché? Perché hai dovuto farlo? Ero felice, ero finalmente felice! Perché hai dovuto ferirmi cosi? >> le parole della donna fecero scattare qualcosa in Emma che si chinò, rapendo le labbra salate della donna, in un furioso bacio.

 

 

<< Pronto >> si arrese infine Emma << Perché ci stai facendo questo ? >> la voce di Hook era cupa e tesa << perché non mi permetti di avvicinarmi? Regina ha dei problemi col suo bello e tu allontani me? Per te valgo così poco, Swan? >> la bionda chiuse gli occhi, le immagini vivide della pelle di Regina, il suo corpo sinuoso che s’ inarcava e la sua voce

 Cosa stai facendo, Miss Swan?

Emma aveva tentato di parlare con Regina in ogni modo quel giorno, persino davanti a Robin e Marian. Le era andata incontro, si era quasi tradita << Regina…dobbiamo parlar… >> non aveva mai finito la frase, Regina si era smaterializzata. La magia che non aveva usato per allontanarla quella notte, la stava usando adesso, per evitarla. E lei lo odiava.

<< Hook – sospirò – è solo…complicato. Ti prego, non farmi pressioni >> l ‘uomo dall’ altro capo stette in un religioso silenzio per un tempo così lungo che Emma poté contare i suoi respiri.

<< Va bene, Swan. Allora aspetterò che tutto ciò sia meno… complicato >> dopodiché attaccò il telefono.

Emma strinse la mascella con forza, nel vano tentativo di non urlare, la rabbia negli occhi. Prese la sua giacca e corse verso una sola meta: l ufficio del Sindaco.

 

La strada fino a lei fu tortuosa, nella sua mente le parole si accavallavano

<< Voglio solo aiutarti! >> << Non voglio il tuo aiuto, tutto ciò che fai, finisce per ferirmi >>

<< Lasciati andare, Regina >> << Non voglio, perché tutto questo mi ferirà ancora >>

<< Forse non sono il mostro che pensate >>  << non dovresti fidarti di me, sono solo un mostro >>

<< Sei proprio come tua madre, non pensi mai alle conseguenze! >> << uh! Ti prego… non smettere.. >>

 

<< Regina >> bussò con insistenza << aprimi, so che sei li dentro. Ci sono le luci accese >>.

La donna dall’altro lato della porta sedeva per terra, abbracciandosi le ginocchia in una posa cosi vulnerabile e infantile che sorprese anche se stessa.

<< Regina! >> altri pugni alla porta, poi un sospiro << Ascoltami, so di averti ferita e … mi dispiace. Ma non puoi evitarmi così! Io… sono qui per riportare il lieto fine a tutti quanti, giusto? Henry mi ha portato qui per questo, perciò io non mi darò pace finché anche tu non avrai il tuo! Ti darò il tuo lieto fine >>.

Il capo della mora si alzò di scatto e la porta si aprì poco dopo, gli occhi di Regina erano carichi di un sentimento che Emma faticava a interpretare << Tutto qui? Bussi alla mia porta, mi dici che farai il tuo compito da bravo personaggio delle favole e scompari? >> Emma quasi mostrò i denti << Ti ho inseguita tutto il giorno! Credi di essere l’ unica sconvolta? Non so nemmeno come classificare ciò che è accaduto >>.

<< Smettila >> sibilò Regina, non volendo pensare a quel momento di vulnerabilità che aveva avuto << Lo vedi? Non puoi fare finta che non sia esistito! Abbiamo fatto sesso Regina! E non so nemmeno come sia potuto accadere >> le parole di Emma rimbombarono per l ufficio.

Il sindaco sembrò preparato a quella frase e rese la sua espressione imperscrutabile << E ora non chiuderti, cazzo! Sai cosa? Non so come sia potuto accadere ma non mi pentirò mai di averlo fatto >> .

Regina sbarrò gli occhi ma prima che potesse anche solo dire un'altra parola Emma scomparve, letteralmente, non prima di aver depositato un bacio sulle sue labbra.

Così la donna rimase li, inerme e con il sapore di magia sulle sue labbra.

Non mi pentirò mai di averlo fatto.

Una lacrima solcò la guancia del Sindaco, non l’ avrebbe fatto. Il suo lieto fine non sarebbe stata lei, non l’avrebbe permesso.

 

<< Non lascerò che questa notte cambi qualcosa fra noi >> disse la donna, ingoiando un gemito. Emma – che la sovrastava – si mosse piano << Non potrai farci nulla >>.

 

  
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