Non fu difficile forzare la finestra ed entrare: era chiusa da una semplice mandata, e dalla sua cornice di vetro immancabilmente pulita , era possibile scorgere la piccola figura che riposava beata nel suo caldo lettuccio.
Una
simile
ingenuità a lui non sarebbe mai stata perdonata: dove viveva
lui, porte e
finestre venivano sprangate da pesanti catenacci, e la gente dentro
passava
notti insonni a pregare che restassero tali: chiuse e inviolate.
Scossa la testa, facendo ondeggiare i capelli corti.
Non
doveva pensare
a cose tristi. Non in quella serata magica.
Si avvicinò in punta di piedi, badando di non fare il minimo rumore. Il bambino non si agitò neppure, immerso nel suo sonno sereno.
Se
l’avesse saputo
suo padre, sarebbe stato sicuramente rimproverato per aver tenuto una
guardia
così bassa.
Il ragazzo si avvicinò a quel giaciglio, osservando il piccolo Trunks addormentato.
Con
quell’espressione serafica, sembrava proprio un angioletto, e
il suo letto un
angolo di Paradiso.
Lui aveva mai avuto un’espressione così serena?
No.
Lui era stato bambino, ma non aveva avuto una vera infanzia.
Perché
nelle sue
favole non esisteva il lieto fine. Era sempre l’orco cattivo
a vincere.
Non sarebbe stato così per il bimbo di fronte a lui.
Si
sarebbe cullato
nelle dolci illusioni dell’infanzia, e, quando queste
avessero cominciato a
cadere, avrebbe avuto un amico cui sorreggersi.
Non come lui, strappato dal mondo dei sogni infantili e sbattuto in una realtà dove tutte le figure amiche venivano falciate come grano.
E
adesso eccoli lì:
due mondi opposti, racchiusi nel piccolo universo di una stanza, due
personalità agli antipodi, eppure irreversibilmente legate.
Perché quel piccolo era lui.
O meglio, sarebbe stato lui se gli fosse stata concessa la possibilità di vivere in un mondo non devastato dai cyborg.
Eppure, erano due facce della stessa medaglia.
Trunks
rappresentava la pace, Mirai no Trunks la guerra.
E dire che il piccolo Trunks non sapeva neppure che lui esistesse.
Eppure,
quando era
stato un neonato, si era divertito a tirargli i capelli.
Non voleva che lui vivesse senza aver neppure un vago ricordo del suo alter ego del futuro.
Era
giusto che
sapesse quanto disperate potessero diventare le cose, se non si fosse
impegnato
a fondo negli allenamenti per essere in grado, un giorno, di preservare
la
pace.
Mirai no Trunks sorrise.
Certo
che lui era
un Babbo Natale fuori dagli schemi.
Non possedeva
un'allegra corporatura grassoccia, non era vestito di
rosso, il suo mento non vantava la vaporosa barba tradizionale
e i suoi
cappelli per fortuna non avevano deciso di degenerare dal lilla al
bianco.
Il piccolo si sarebbe dovuto
accontentare di un Babbo Natale muscoloso, con il marchio della Capsule
Corporation ricamato sulla giacca, i capelli lavanda e i profondi occhi
azzurri che non chiedevano altro che sostituire tutte le
brutalità che erano avvezzi a vedere con quadri di
serenità come quello che ammiravano in quel momento nel
riposo del bambino.
Fece scivolare il pacchetto rettangolare da sotto il giubbotto e lo poggiò sul cuscino del piccolo.
Chissà
qual era la
cosa giusta da dire in quei casi.
Non che avesse molta importanza.
Il
piccolo non
l’avrebbe comunque sentito.
Mirai no Trunks sorrise di nuovo, avvicinandosi al bambino e mormorando:
-Buon Natale, passato felice-
***
-Ma di chi è questo regalo?-
Trunks era perplesso: nel pacchetto rettangolare che aveva trovato sul cuscino era custodito un regalo che non sembrava opera di sua madre, tantomeno di suo padre.
Era un ciondolo semplice, di argento scintillante, con una piccola fessura su un lato.
Trunks vi insinuò un’unghia e l’aprì.
Dentro, ben protetto da un sottile vetro, c’era un bigliettino su cui una grafia priva di fronzoli e merletti aveva vergato una semplice frase:
Proteggi
sempre le
persone che ami.
Il ragazzo proveniente dall’incubo aveva voluto regalare una consapevolezza inestimabile al bimbo dei sogni.
Quella
di avere
ancora delle persone care in vita.
Cosa che il bambino aveva sempre dato per scontata.
Senza
soffermarsi a
pensare quanto fosse fortunato a poter ancora vedere un sorriso limpido
sul
volto della madre, o la finta espressione glaciale del padre.
E aveva il potere di proteggerle.
Cosa
di cui non
tutti potevano vantarsi.
Il regalo del futuro era stato quello di evidenziare i doni che la vita aveva già elargito al passato.
Il
regalo del
passato, era stato quello di aver donato al futuro la visione di un
nucleo
familiare unito e felice.
Due doni invisibili.
Ma
inestimabili.
Buon Natale, passato felice.
Buon Natale, futuro altruista.
Fiction nata in un momento di
follia (o di ispirazione, scegliete la versione che preferite XD)
E' il mio modo per augurarvi un buon Natale! Auguri a tutti! (avete
appena visto: Red Diablo in versione natalizia XD)
Fatemi sapere che ne pensate di questa one-shot ^^
Un bacione!
Red Diablo