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Autore: ChrisAndreini    05/04/2015    2 recensioni
Uno speciale di pasqua modern AU con coppie Jackunzel e Mericcup.
Rapunzel vuole organizzare una caccia alle uova per Jack, ma ci saranno conseguenze e problemi grandi all'orizzonte
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Speciali! '
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Uova dipinte 

(Speciale di Pasqua)

 

Pasqua era da anni la festa che Jack trovava più noiosa.

Da piccoli era divertente festeggiarla, perché si andava a caccia di uova dipinte nel giardino di Rapunzel, ed era uno spasso cercare in ogni singolo anfratto dell’enorme proprietà, che probabilmente era la più grande dell’intera città, se non dello stato.

Ma forse questa ultima affermazione era un po’ esagerata.

Comunque era fantastico quando avevano l’età per alzarsi dal tavolo del pranzo e girovagare senza rendere conto a nessuno.

Ma ora che era più grande, Jack era costretto a restare seduto a tavola per tutto il tempo, e non ce la faceva proprio, visto che era sempre stato un ragazzo pieno di energie, che non voleva sprecare a passare il burro alla mamma di Rapunzel o la bottiglia d’acqua al padre di Hiccup.

Ma quell’anno le cosa non sarebbero andate come al solito.

-Ragazzi, mi è venuta un’idea- disse infatti Rapunzel a Hiccup e Merida, due giorni prima del fatidico giorno.

Erano tutti riuniti nel salotto della bionda, ma Jack non era potuto venire perché era andato ad accompagnare la sorellina agli allenamenti di pattinaggio sul ghiaccio, che amava stare a seguire per farle il tifo e, spesso a dirla tutta, intrufolarsi di nascosto in campo e causare un bel po’ di caos.

Rapunzel trovava il suo impegno come fratellone qualcosa di davvero dolce, e non lo diceva solo perché era la sua ragazza.

-Nasconderci dentro il tuo armadio finché non finisce il pranzo?- chiese Merida, sbuffando. Anche lei non sopportava stare seduta.

-No, e poi non credo che ci entreremmo- rispose la ragazza, gli amici la guardarono eloquenti.

-Beh, si, ci entreremmo…- si corresse lei.

-Noi e altre dieci persone- aggiunse Merida, soffiando contro un ciuffo di capelli che le era sceso sugli occhi.

-…MA non è quella la mia idea. Pensavo di riorganizzare la caccia alle uova, come ai vecchi tempi- propose, con un sorrisone e la sua faccia speranzosa che di solito veniva accolta da sguardi dubbiosi tra Merida e Hiccup, un sospiro all’unisono e la stessa risposta ad occhi bassi...

-Allora, come facciamo?- che dava sempre Hiccup.

Il sorriso della bionda si ingrandì.

-Ho già preso delle uova che possiamo svuotare e riempire, mamma mi ha dato l’ok. I colori sono sul tavolo dello studio ed è tutto pronto. Allora, andiamo?- e detto questo la ragazza si alzò trionfante e si avviò saltellando nello studio, lasciando i due ragazzi seduti uno sul divano con il gatto Sdentato sulle ginocchia, l’altra sul tappeto e con il cellulare il mano con sguardo rassegnato.

-Dovremmo lasciarla un po’ sulle spine ogni tanto, credo che ne gioverebbe- commentò Merida, alzandosi e intascando il cellulare.

-Prova tu a dirle di no, e comunque è una bella idea. Jack adorava la cacca alle uova quando eravamo piccoli, e gli ci vuole un po’ di relax, dopo tutto quello che ha patito per recuperare i debiti scolastici- alzandosi a sua volta e prendendo in braccio Sdentato, Hiccup si avviò in direzione dello studio, seguito da una poco convinta Merida.

-Vabbè, anche io però ci ho messo un po’ a recuperare- borbottò tra se, guadagnandosi un’occhiata divertita di Hiccup, che l’aveva aiutata a studiare e praticamente ha fatto metà del lavoro che avrebbe dovuto fare lei.

-Va bene, va bene, ho capito, aiuterò, ma non credo che riusciremo a fare un bel lavoro. Io non sono molto brava a dipingere uova- alzando le mani in segno di resa, Merida illustrò realista le loro possibilità.

Hiccup alzò le spalle.

-Beh, dopotutto è il pensiero che conta, e Rapunzel…- ma venne interrotto dalla citata, che facendo spuntare la testa fuori dalla porta, li chiamò impazientemente eccitata.

-Su, volete venire o no! Abbiamo tanto lavoro da fare- e sospirando i due amici entrarono nella stanza.

-Sei sicura che sia..- provò ad obiettare Merida, ma l’occhiataccia di Rapunzel e di Hiccup la fermarono.

-Allora, innanzi tutto dobbiamo svuotare le uova, poi dipingerle ed infine nasconderle in giardino dopo che si sono asciugate. Direi di dividerci i compiti tra tutti e tre. Io dipingo, senza offesa ma credo di essere la più portata. Hiccup magari svuota le uova e Merida le nasconde- propose, come se Merida non avesse obiettato niente, e guardando i ragazzi con lo stesso sguardo di prima.

-Si, perché no. Dimmi solo come svuotare le uova e mi metto subito al lavoro- Hiccup posò Sdentato e si tirò su le maniche, pronto ad aiutare l’amica.

Pure Merida sembrava stranamente contenta del compito assegnato.

-A me pure va bene. Torno tra tre ore e nascondo le uova- 

-In che senso, scusa?- chiede Rapunzel, guardandola accigliata.

-Nel senso che sicuramente  ci metterete molto a preparare le prime uova e ad asciugarle, quindi io intanto faccio qualcosa di utile- insistette Merida, ma prima che Rapunzel potesse obiettare Hiccup si precipitò ad aiutare la riccia.

-Ha ragione, potrebbe andare a vedere cosa fa Jack, così se cerca di venire qui lo può fermare ed avvertirci. Ci tornerebbe molto utile, vero Rapunzel?- la bionda ci pensò un po’ su, poi annuì.

-Si, potrebbe andare, è vero- 

Prima che Merida potesse ribattere, Hiccup la prese per un braccio, e uscì dalla stanza.

-Ti accompagno alla porta. Torno subito, Punzie- 

-Si può sapere che ti è saltato in mente? Non mi va di pedinare Jack, volevo andare a casa a fare qualcosa di divertente. Uffa, siamo in vacanza e non abbiamo neanche il tempo per…- iniziò a lamentarsi seccata, ma Hiccup le mise un dito davanti alla bocca, guardandola grave e lanciando un’occhiata alla porta dello studio.

-E’ successo qualcosa tra Jack e Rapunzel- disse preoccupato, a bassa voce.

Merida sgranò gli occhi.

-Che? E’ impossibile. Sono la coppia più affiatata della scuola- la rossa cambiò improvvisamente tono e atteggiamento.

-Forse mi sbaglio, ma secondo me hanno avuto un momento di crisi e Rapunzel sta cercando di rimediare a qualcosa. Il minimo che possiamo fare è aiutarla in tutti i modi. Non vorrei che fosse vero, ma…- 

-…tu non sbagli mai- concluse per lui Merida, con sguardo basso e pensieroso.

-Stavo per dire “meglio non cogliere rischi”- la corresse Hiccup.

-Lo so, ma tu non sbagli mai, quindi sarà sicuramente così. Vado immediatamente da Jack e magari vedo di capire il motivo del litigio- si sfregò le mani Merida, pronta all’azione.

-Se c’è stato un litigio- aggiunse Hiccup, come a fare una muta richiesta di non stare addosso all’albino.

-Si, si, ho capito. Ma tu non sbagli mai, quindi…- Hiccup la guardò supplicante.

-…ci andrò piano, ci andrò piano.- continuò, agitando la mano davanti al viso con fare rassicurante, che però non rassicurava affatto il ragazzo, che decise comunque di fidarsi.

-Va bene, io starò qui ad aiutare Rapunzel e vedrò di scoprirne di più su questa storia- lanciò un’occhiata verso la porta dell’ufficio, dalla quale spuntò la testa di Rapunzel, che urlò

-Allora, Hic! Muoviti, dobbiamo fare il fretta- per poi ritirare la testa in un centesimo di secondo.

Hiccup si girò a guardare Merida, le diede un rapido bacio sulle labbra e poi l congedò con un teso -Buona fortuna- prima di correre nello studio ad aiutare l’amica.

Merida così uscì, senza sapere a cosa stesse andando incontro, e inconsapevole, come del resto i suoi amici, che un’ombra nascosta tra i cespugli li stava osservando dall’inizio, e in particolare osservava la finestra dello studio, spiando il lavoro che Hiccup e Rapunzel stavano iniziando.

 

Nel frattempo Jack usciva ridendo dal centro di pattinaggio dove aveva accompagnato la sorella, seguito da lei, che a braccia incrociate cercava di tenergli il muso, senza riuscirci.

-Non dovevi farlo, hai rallentato gli allenamenti, e sono gli ultimi giorni prima del torneo. Se perdiamo sarà solo colpa tua- lo spinse, mordendosi il labbro per non ridere, lui la guardò con un sopracciglio inarcato e un sorriso divertito.

-Lo sai che sarebbe una noia se non ci fossi io a ravvivare gli allenamenti- si diede delle arie lui, scompigliandosi i capelli con fare figo.

La sorellina alzò gli occhi al cielo.

-Dovrei andare con l’autobus, o chiedere alla mamma- lo minacciò.

-Minacci a vuoto, lo sai che non ti lascerò mai andare con qualche altro mezzo- 

La sorellina sbuffò, ma poi non riuscì a non sorridere.

-Allora, ora ce sei ufficialmente in vacanza, cosa vorresti fare per il resto del pomeriggio?- chiese poi il fratello, lasciando cadere l’argomento ora che aveva ottenuto il sorriso di Emma.

-Non saprei… Sai che è uscito il nuovo film della Dreamworks?- propose con occhioni da cucciolo.

-Mmmmm, fammici pensare, non è Disney, ci sono gli alieni e non è molto per la mia età… che stiamo aspettando?! Chiamo Rapunzel e andiamo- prese il cellulare e iniziò a digitare il numero.

-Evvai!- Emma batté le mani contenta, poi sentendo il nome della bionda si accigliò leggermente.

-Rapunzel? Non farete cosa sdolcinate tutto il tempo, vero?- chiese, indagatrice.

-No, ma figurati, ti do la mia parola d’onore. Anzi, se vuoi ti metterai tu tra noi così non potremmo proprio farle, che ne dici?- chiese, porgendole la mano per dare il cinque.

La sorellina ci pensò un po’, poi sorrise e rispose al gesto.

-Va bene. Mi piace tanto Rapunzel. Tra le tue ragazze è finora la migliore- acconsentì.

-Eh, si, è speciale- Jack sorrise tra se pensando alla ragazza, poi sembrò capire appieno ciò che la sorella aveva detto -Cosa avevano le altre che non andava?- chiese, incrociando le braccia.

-Niente, solo che Dentolina era troppo fissata con i denti, Elsa mi sembrava un po’ grande e Mavis, mah, era un po’ troppo dark. Rapunzel invece è perfetta- 

-Innanzi tutto chiariamo una cosa: Io ed Elsa non siamo mai stati insieme- la corresse Jack, arrossendo leggermente.

-Ti sarebbe piaciuto- Emma lo guardò maliziosa.

-Ah, ma che parlo a fare con te. Ora chiamo sua cugina, la mia vera ragazza, che amo un sacco e con cui andremo al cinema tra poco- e fece per premere sul tasto di chiamata, ma venne fermato da una voce conosciuta.

-JACK!!- Merida infatti lo aveva raggiunto, e lo guardava con il panico negli occhi.

-Ciao, Merida, come va?- chiese, agitando la mano e senza dare segni di accorgersi della stranezza del suo comportamento.

-Chi stai chiamando?- chiese lei, squadrandolo sospettosa.

-Rapunzel, voglio invitarla al cinema con me ed Emma. Vuoi unirti a noi?- propose, Merida gli prese con irruenza il cellulare dalla sua mano, per controllare che stesse davvero chiamando Rapunzel.

Jack ed Emma si scambiarono un’occhiata.

-Mmmm, non credo che Rapunzel possa venire al cinema, oggi- gli disse mentre continuava ad osservare attenta il cellulare.

-Perché?- chiese Jack, iniziando ad accigliarsi, e riappropriandosi dell’apparecchio.

-Ha degli impegni pasquali- rispose vaga Merida. -Però a me va bene vedere un film con voi- giocando con un ciuffo di capelli, cercò di rimediare al momento imbarazzante di prima.

-Che genere di impegni, possiamo aiutarla?- chiese Jack, guadagnandosi un’occhiata complice della sorella.

-No, cosa di famiglia, mi hanno cacciata da casa sua perché devono lavorare da soli. Sai come sono fatti i Corona- Merida alzò le spalle, Jack sembrava dubbioso, ma decise di credere all’amica.

-Va bene, allora potremmo andare noi tre e… perché non inviti anche Hiccup?- chiese Jack, recuperando il sorriso incoraggiante.

Merida sbiancò.

-Hiccup? No, cioè, sarebbe una bella idea, ma lui… deve studiare- si diede mentalmente della stupida per una scusa così idiota.

-Studiare? Siamo in vacanza- obiettò Jack, iniziando davvero ad insospettirsi.

-Lo so, ma Hiccup è fatto così, lo conosci anche tu il tuo migliore amico, sempre perennemente impegnato- Merida agitò la mano davanti a se come a far cadere l’argomento.

-Avete litigato, per caso?- chiese l’albino, Merida per poco non scoppiò a ridere vista l’assurdità della situazione.

Era lei che avrebbe dovuto fare quella domanda.

-Perché mai avremmo dovuto litigare?- chiese, quasi indignata.

-Non lo so, dimmelo tu. Ti comporti in modo strano. Che mi stai nascondendo?- Jack incrociò le braccia.

Emma voleva avere dei pop-corn per godersi la scena, e non era la sola, dato che l’ombra che aveva spiato i ragazzi nel giardino di Rapunzel aveva seguito Merida, e ora si accingeva a tornare dalla ragazza, per osservare i suoi progressi con le uova.

 

-BASTA!!! Lascia fare a me, tu non sei in grado!!!- era il quinto uovo che per sbaglio Hiccup rompeva, e Rapunzel stava iniziando ad irritarsi.

-Scusa, Rapunzel, non succederà più, promesso. Ne abbiamo già svuotate dieci, non serve che ne siano centomila, e se avessi più tempo potrei farlo con più cura- provò ad obiettare il ragazzo, cercando di calmare l’amica. Sdentato osservava la scena dalla sommità di uno scaffale, molto preoccupato nel vedere la bionda in questo stato di irritazione e agitazione.

Certo, sapevano tutti che era un po’ schizofrenica alle volte, ma non in situazioni che avrebbero dovuto essere tranquille.

-No, non abbiamo tempo. Devono essere pronte a pasqua, e devono essere tantissime. Tantissime perché Jack adorava tanto le uova dipinte e deve essere tutto perfetto- sembrava fuori di testa mentre faceva i buchi agli estremi dell’uovo, e aveva la mano così tremante e iperattiva che questo si spaccò, e la ragazza lanciò dall’altra parte della stanza lo spillo per la rabbia.

-Oh, accidenti!!!- 

-Rapunzel, calmati. Perché tutta questa agitazione? cosa è successo tra te e Jack?- Hiccup le mise le mani sulle spalle per calmarla, e lei sobbalzò a sentire quella domanda.

-Cosa?! Niente, niente, figurati!!- rispose lei in fretta, con voce più acuta del solito.

Hiccup la guardò preoccupato, pregandola con gli occhi di dirgli tutto.

-Abbiamo avuto una leggera discussione qualche giorno fa, a proposito di Flynn- ammise lei, arrossendo, e sedendosi sconsolata.

-Quello lì ci ha provato ancora con te?- chiese Hiccup sospirando seccato.

Erano anni che Eugene Fitzherbert, chiamato da tutti Flynn Rider, ci provava insistentemente con Rapunzel, con flirt velati che la ragazza quasi non riconosceva come tali.

-In un certo qual modo- rispose Rapunzel a mezza voce.

Hiccup sospirò, rassegnato.

-E quindi avete discusso? Quando è successo?- chiese Hiccup, sedendosi accanto a lei.

-Una settimana fa. Lui era stressato per via della scuola, io ero stressata perché lui era stressato, abbiamo litigato, lui se n’è andato e il giorno dopo ha fatto come se non fosse successo niente- mentre rispondeva si rigirava a disagio una ciocca di capelli lungo il dito, con sguardo basso.

-E tu credi che non ti abbia ancora perdonata e vuoi fare qualcosa per rimediare perché ti senti in colpa- questa volta non era una domanda, ma Rapunzel ci tenne a rispondere lo stesso.

-Sento come se dovessi fare qualcosa, perché ho paura che potremmo portarci appresso questa lite per sempre- confermò, sospirando affranta.

-Beh, allora che stiamo aspettando, le uova dipinte ci attendono- Hiccup si alzò di scatto con un sorriso incoraggiante, e porse la mano all’amica per invitarla a fare altrettanto.

Lei sorrise timidamente, e accettò il gesto, alzandosi a sua volta.

-Comunque, giusto per concludere, credo che dovresti parlargli di questo- aggiunse cautamente Hiccup prima di rimettersi a bucare uova.

Rapunzel si diresse silenziosamente verso la sua postazione.

-Forse hai ragione- sussurrò poi, più tra se che rivolta a Hiccup.

Lui sorrise, poi prese il cellulare, per inviare un messaggio a Merida e accertarsi delle sue condizioni.

 

Quando la ragazza ricevette il messaggio era in biglietteria, dato che avevano deciso di andare a vedere il fantomatico film solo loro tre.

-E’ Hiccup?- chiese Emma, osservando l’espressione della rossa alla vista del messaggio.

-Oh, si, è lui. Mi chiede cosa sto facendo- Merida si riscosse e sorrise alla bimba, che la guardava serena.

-Sicura che tu non possa invitarlo? Siamo ancora in tempo per prendere un biglietto anche per lui- propose Emma con un gran sorriso.

-Sarebbe splendido, anche perché a lui la Dreamworks piace molto più che a me, ma è purtroppo molto impegnato- declinò l’offerta.

-Ok, tu che gli hai risposto?- chiese curiosa Emma.

-Che sono al cinema con te e Jack. Chissà, magari lo invoglierà a venire- rispose Merida, alzando le spalle.

Però mentiva, in realtà non aveva scritto solo questo, e sapeva che Hiccup non sarebbe comunque venuto.

 

“Jack non sembra serbare rancore a Rapunzel per qualcosa. Sono al cinema con lui ed Emma, spengo il cellulare”

Questo fu infatti quello che lesse Hiccup in risposta, e lo distrasse talmente tanto che l’ennesimo uovo si ruppe.

-Per Odino!- imprecò, irritato, e decise di spegnere a sua volta il cellulare, per evitare ulteriori distrazioni.

-Che è successo?- chiese Rapunzel, intenta a dipingere una delle poche uova sopravvissute allo svuotamento.

-Niente, niente- rispose imbarazzato Hiccup, buttando i resti dell’uovo in mezzo a tutte le altre distrutte.

-Ne hai preparate altre? Io ho quasi finito le 11 che mi hai dato- 

-Ci sto provando- Hiccup prese in fretta un altro uovo, ma prima ancora di riuscire a infilare lo spillo per bucarlo questo si frantumò tra le sue mani.

-Ma dove le hai comprate queste uova? Sono fragili come… come…- non riusciva a trovare una similitudine appropriata.

-…uova?- provò a suggerire Rapunzel, in tono ovvio.

-Più fragili delle uova normali!- obiettò Hiccup, prendendone un altro con la massima delicatezza possibile ma spaccandolo comunque per il nervoso.

-Argh! Figlio di un mezzo troll!- gettò i resti nel cestino che stava diventando più pieno della scatola con le uova rimanenti, e cercò di respirare profondamente per calmarsi.

Rapunzel voleva arrabbiarsi, ma decise di ridacchiare tra se e basta.

-Ok, ok, devo stare calmo, e avere le mani ferme- si disse Hiccup, chiudendo gli occhi per concentrarsi.

Dopotutto lui era molto attento, era un abile costruttore, nel corso di falegnameria aveva il massimo dei voti ed era famoso a scuola per la cura dei particolari e per le mani ferme, quindi non doveva essere così difficile bucare un po’ di uova, no?

Eppure era davvero un’impresa, per Thor l’onnipotente! 

Quando aprì gli occhi, era più concentrato che mai. 

Prese le uova con calma e precisione, e con grande rapidità le bucò su entrambi i lati.

Poi soffiò attraverso uno dei buchi per eliminare tutto l’interno, e alla fine, con grandissima soddisfazione, lo passò a Rapunzel, che gli sorrise incoraggiante.

-Visto che non è così difficile- 

Hiccup alzò gli occhi al cielo, e velocemente si sbrigò a farne delle altre, che Rapunzel dipinse con grande maestria.

Alla fine della giornata ne avevano realizzate più di sessanta, e Rapunzel era più che soddisfatta.

-Batti il cinque, Hic!- esclamò alla fine, e il ragazzo ricambiò felice come una pasqua, il che era più che lecito, visto il periodo.

-Ora chiama Merida, così le sistemiamo in giardino- a sentire quel nome, Hiccup sbarrò gli occhi.

Era stato così preso dalle uova che aveva totalmente dimenticato la missione di Merida, e il cellulare era ancora spento. 

-Sdentato!- chiamò il gatto, che arrivò pochi secondi dopo con il cellulare, che era persino riuscito ad accendere.

-Hiccup, tutto bene?- chiese Rapunzel, confusa dal suo panico.

-Merida pedina Jack da cinque ore, chissà quante volte ha chiamato senza ricevere risposta- spiegò il moro, mentre digitava il PIN e aspettava che il cellulare si accendesse del tutto.

Rapunzel impallidì, e si affrettò ad affiancare l’amico per vedere in diretta gli sviluppi.

Pochi secondi dopo il cellulare diede il suo responso.

“27 chiamate senza risposta, 487 messaggi su WhatsApp e 54 messaggi”

-Ta ta ta, sono morto!- commentò Hiccup, con autocommiserazione, Rapunzel annuì.

-Molto morto- confermò, Hiccup la guardò storto, ma lei continuò.

-Sei più morto di una persona morta, tornata in vita, e uccisa di nuovo- 

-Si, ehm, non serve che tu…- provò ad interromperla Hiccup.

-Più morto di uno zombie che è stato polverizzato e mangiato da un drago- continuò infervorata Rapunzel

-Ma che razza di…!- esclamò Hiccup schifato.

-Più morto di…- continuava Rapunzel, ma Hiccup le chiuse la bocca.

-Grazie di questa sintesi illuminante, ora però è il caso che la richiami. Tu intanto inizia a nascondere qualche uovo- incoraggiò la ragazza, che annuì, prese uno dei sei cestini con le uova da nascondere e uscì per metterle in giardino.

Hiccup diede per prima cosa un’occhiata ai messaggi di WhatsApp, ma con grande sollievo non erano tutti di Merida, in effetti 7 erano da Astrid, che gli chiedeva se facesse qualcosa a Pasquetta.

Erano stati insieme per qualche mese, ma non era stata proprio una bella relazione, e da quando Hiccup stava con Merida Astrid non faceva che provarci con lui, e Hiccup sospettava che fosse per vendetta, più che altro.

Ignorò i messaggi, avrebbe risposto in seguito, e vide i 480 lasciati da Merida.

“Sono uscita dal cinema, dobbiamo tornare a vederlo insieme, è forte Home per essere un Dreamworks”

“Io e Jack abbiamo preso un gelato”

“Attendo istruzioni, Hiccup, non so che fare” 

“HICCUP!! Mi rispondi per favore?!” questi erano almeno 100

“ACCENDI QUEL DANNATISSIMO CELLULARE!!! NON SO PIU’ CHE FARE!!!!!” questi erano ancora di più.

Dopo averli letti tutti velocemente, decise di vedere i messaggi.

Dei 54 ricevuti, solo 48 erano di Merida, mentre 3 erano di sua madre, 2 di su padre e uno di Astrid, che Hiccup cancellò e basta.

Le chiamate invece erano tutte di Merida, e lui spinse tremando il tasto richiama.

Dopo neanche uno squillo Merida gli rispose.

-IO VI AMMAZZO DI BOTTE!!!- il ragazzo non si assordò, dato che conosceva abbastanza Merida da aver avuto l’accortezza di allontanare il telefono da un punto delicato come l’orecchio

-Scusa Merida, ho spento il cellulare per tutta la durata del…- provò a scusarsi, tenendo il cellulare solo davanti alla bocca, senza chiedersi il perché del plurale.

-NON ME NE FREGA UN FUOCO FATUO!!! ERO PREOCCUPATISSIMA!!- urlò lei.

-Preoccupatissima? Lo sapevi dov’ero- Hiccup era leggermente confuso.

-DOVEVATE AVVERTIRE ALMENO MAMMA, SIETE SCOMPARSI PER QUALCHE ORA E NON SAPETE QUANTO ANCHE LEI SI E’ PREOCCUPATA!!! - Hiccup era sempre più confuso.

-Mamma?- sussurrò tra se.

Ma no, Merida non era impazzita, era solo ancora in compagnia di Jack, e aveva dovuto fare i salti mortali per non rivelargli la sorpresa di Rapunzel.

 

Quando erano usciti dal cinema, infatti, Jack voleva chiamare Rapunzel per vedere se avevano finito e magari invitarla a prendere un gelato con loro.

Merida aveva inventato che avrebbero organizzato in famiglia il pranzo di Pasqua per tutto il giorno, e Jack aveva finto di crederle.

Così avevano preso un gelato in tre, passeggiando un po’ per il parco.

Poi Jack aveva proposto di andare a trovare Hiccup per tendergli un’imboscata in mezzo ai compiti.

Merida aveva obiettato che Hiccup si sarebbe imbestialito, e non le andava di sentirlo lamentarsi.

Ragione più che valida, ma Jack aveva iniziato ad irritarsi.

Merida non rifiutava mai l’occasione di fare uno scherzo stupido al suo ragazzo.

In quel momento Merida aveva dovuto improvvisare, dato che non riusciva a connettersi con Hiccup.

Così aveva proposto la missione più suicida del mondo dopo badare ai tre gemelli: portare il suo cane iperattivo Angus a fare una passeggiata.

Emma si era divertita come una matta, e così avrebbe fatto anche Jack se non sentisse quanto questa situazione fosse strana e sospetta.

Aveva sempre lasciato i misteri a Hiccup e a Rapunzel, ma ora gli era venuta voglia di investigare.

-Merida, cosa sta succedendo?- chiese Jack a un certo punto, vedendola accigliata a inviare messaggi su messaggi.

-Niente- rispose lei, stringendo il cellulare al petto con fare protettivo.

-O me lo dici tu, o lo scopro da solo- la minacciò lui, richiamando il cane che fece cadere la padrona e volare il cellulare in aria, poi preso velocemente da Jack.

-NO!- esclamò Merida, alzandosi in piedi e precipitandosi verso il ragazzo per riappropiarsi del telefono.

-Dimmelo!- le ordinò lui.

-Ok, ok, te lo dirò- Merida abbassò lo sguardo, e si preparò a inventare la più grossa bugia mai detta nella sua vita.

-I gemellini- disse, stupendosi della propria incapacità nel trovare bugie decenti.

-I gemellini?- chiese Jack, confuso.

-Sono scappati. Mamma non li trova e probabilmente non è niente, ma sono preoccupata, perché stamattina hanno combinato una cosa grossa e mamma si è proprio arrabbiata, quindi potrebbero decidere di scappare per tanto tempo e non mi va che siano fuori casa a Pasqua- era piuttosto convinta che Jack sarebbe scoppiato a ridere e avrebbe letto i messaggi scoprendo tutto, ma stranamente, forse perché sua sorella era proprio lì con loro o forse perché conosceva abbastanza bene di gemelli da poter credere a questa loro follia, si intristì, e porse il cellulare alla rossa.

-Mi dispiace, Merida, ma perché non me lo hai detto subito, posso aiutarti- prima che Merida potesse rispondere accorata, il cellulare squillò, e Merida rispose prima ancora che il nome comparisse sul display.

-IO VI AMMAZZO DI BOTTE!!!- ora che aveva finto che fossero i gemelli in pericolo, doveva assolutamente fingere che fossero loro.

-Scusa Merida, ho spento il cellulare per tutta la durata del…- le rispose una voce dispiaciuta dall’altro lato della cornetta.

Merida avrebbe voluto tirargli uno schiaffone e poi baciarlo, ma si impose di fingere che fossero i gemelli.

-NON ME NE FREGA UN FUOCO FATUO!!! ERO PREOCCUPATISSIMA!!- urlò in risposta, senza neanche farlo finire.

-Preoccupatissima? Lo sapevi dov’ero- Hiccup era molto confuso, e Merida per poco non scoppiò a ridere a sentirlo così perso.

-DOVEVATE AVVERTIRE ALMENO MAMMA, SIETE SCOMPARSI PER QUALCHE ORA E NON SAPETE QUANTO ANCHE LEI SI E’ PREOCCUPATA!!! - urlò per fargli più o meno capire che stava tenendo una finta conversazione.

-Mamma?- sussurrò tra se Hiccup.

-ORA TORNATE IMMEDIATAMENTE A CASA!! VI ASPETTO LI’!!! E NON OSATE NON VENIRE, O CHIAMO LA SIGNORA FISHER E VI FACCIO TROVARE DA LEI!!!- detto questo chiuse la chiamata prima che Hiccup potesse nuovamente obiettare, prese Angus al guinzaglio e salutò Jack ed Emma.

-Io devo proprio andare, finalmente quei tre sono tornati- 

-Beh, tutto bene quel che finisce bene, per te almeno, non per loro visto come li hai aggrediti- Jack ridacchiava, ora totalmente convinto della bugia dell’amica.

-Ci conosci- Merida alzò le spalle, poi si rivolse ad Emma.

-Si grata ogni giorno per avere un fratello come Jack e non come me- e la ragazzina ridacchiò, abbracciando il fratellone.

-Ci vediamo a pasqua!- li salutò per l’ultima volta, e si avviò in fretta in direzione di casa propria, per poi deviare e raggiungere la mega villa di Rapunzel, con ancora Angus al guinzaglio, che sembrò fiutare qualcosa, e iniziò a tirare forte Merida, che si vide costretta a legarlo fuori.

-Sta fermo e calmo, almeno per qualche minuto, ok? Poi potrai sbranare Hiccup per non avermi mai risposto- gli assicurò, poi, senza neanche suonare, entrò in casa della bionda, annunciando la sua presenza con un dolcissimo:

-HICCUP!!- urlato come una minaccia di morte imminente.

Il ragazzo uscì dallo studio, pallido, e con un cesto di dieci uova tremanti in mano.

-Merida, fidati, posso spiegarti. Abbiamo lavorato molto e ho spento il cellulare perché ero nervoso. Poi mi sono dimenticato di…- iniziò a tergiversare lui, in preda al panico e tenendo d’occhio le uscite dei sicurezza.

Lei fece esattamente come aveva pensato al telefono: gli tirò prima un bello schiaffone, che il ragazzo si aspettava, e poi gli diede un bacio inaspettato, che però non fu affatto sgradito, e venne ricambiato con molta partecipazione.

-MERIDA!- esclamò una voce alla porta dello studio ancora più inaspettata.

Così inaspettata che si staccarono di scatto, e Hiccup per sbaglio fece cadere il cestino, e sette uova si ruppero.

-HICCUP!- Rapunzel si precipitò dal ragazzo, con tono di rimprovero.

-Scusa, scusa, mi dispiace tanto, mi hai colto di sorpresa- cercò di scusarsi lui, raccogliendo le tre uova rimanenti e togliendo i resti di quelle ormai rotte.

Rapunzel sbuffò, poi si rivolse a Merida.

-E tu perché sei arrivata così tardi, ormai abbiamo finito di sistemare tutte le uova, quello era l’ultimo cesto- la rimproverò, con le mani sui fianchi.

Merida cercò di assumere un’espressione mortificata, impresa un po’ difficile dato che la bionda era tutta sporca di pittura che la rendevano tutt’altro che minacciosa.

-Senti, sono stata con Jack, e non sospetta di nulla, siamo andati al cinema con Emma, poi abbiamo preso un gelato e io gli ho detto che…- raccontò tutta la storia, e alla fine Rapunzel sembrava più rilassata, e la perdonò senza parecchie difficoltà.

-Oh, capisco, vabbè, allora credo che potremmo andare a cenare con una pizza o qualcosa del genere ora che abbiamo finito…- ma un abbaiare fortissimo la bloccò, e il suo cuore fece un balzo nel petto.

-Quindi hai portato qui Angus?- chiese, pure se sapeva già la risposta.

-Si, ma l’ho legato…- Merida guardò fuori dalla finestra, e vide che il cane aveva mangiato il guinzaglio, e che ora correva per tutto il giardino, inseguendo quello che sembrava un coniglio bianco e grigio chiaro che correva terrorizzato per tutta la proprietà.

-Per tutti gli orsi!- esclamò, ad occhi spalancati.

Rapunzel la raggiunse, e la spinse per vedere meglio.

-NO!- urlò, uscendo in tutta fretta per fermare il cane prima che distruggesse tutte le uova sparse per il giardino.

Troppo tardi.

Una sessantina di uova erano tutte ammucchiate e spaccate in una montagnetta al centro del giardino, dove il coniglio stava cercando di nascondersi.

Rapunzel si portò le mani alla bocca con le lacrime agli occhi, poi cercò di fermare il cane dal mangiare il povero coniglio spaventato, ma senza molto successo.

Hiccup e Merida la raggiunsero, e subito la padrona lo fermò con l’aiuto di Hiccup e Sdentato che era sempre stato spaventoso per il cane, vallo un po’ a capire.

Rapunzel, invece, prese il coniglio, e lo accarezzò per tranquillizzarlo, anche se era incavolata con lui e con il cane.

Guardò Merida, con l’odio negli occhi.

-Rapunzel mi dispiace tanto, io…- provò a scusarsi la rossa, prendendo il guinzaglio di scorta e attaccandolo al collare.

-Vattene- le disse in un sussurro carico di rabbia l’amica, accarezzando il coniglio.

Sarebbe stato meglio se avesse urlato, perché Merida sarebbe scattata istintivamente sulla difensiva, ma ora non aveva parole.

-Rapunzel- provò a farla ragionare Hiccup, ma lei si voltò ed entrò in casa, facendo intendere che nessuno dei due era il benvenuto.

Hiccup e Merida si scambiarono un’occhiata, poi tutti e due decisero di lasciarla sola, e si avviarono a casa, con i rispettivi animali domestici.

-L’hai fatta grossa, Angus- Merida rimproverò il cane, che sembrava davvero dispiaciuto.

 

Rapunzel non ebbe il tempo di rifare le uova, e non ebbe la voglia di tornare a parlare con i suoi amici.

Liberò il coniglio in giardino dopo avergli dato da mangiare ed egli la guardò finché non scomparve nuovamente in casa.

Rapunzel rimase chiusa in casa fino al giorno di pasqua, senza usare il cellulare, che ricevette più messaggi e chiamate di quello di Hiccup il giorno delle uova.

Quando finalmente Jack ebbe il diritto e la possibilità di entrare in casa Corona, si precipitò immediatamente in camera di Rapunzel, senza badare alla possibilità che si stesse vestendo, che non fosse presentabile o che fosse ancora addormentata.

Per fortuna la ragazza era seduta sul letto, a testa bassa e vestita di tutto punto, bella come sempre.

-Rapunzel!- la chiamò lui, entrando in camera sua e chiudendosi la porta alle sua spalle.

Era arrabbiato, e la ragazza non poteva biasimarlo.

-Ora dimmi, che ti ho fatto?- chiese lui, incrociando le braccia e mettendosi proprio davanti alla ragazza, che tenne lo sguardo basso.

-No, perché io ti ho chiamata tutti i giorni, ti ho inviato centinaia di messaggi e non riesco a capire perché tu non mi abbia risposto. Se solo mi dicessi il motivo, almeno potrei fare qualcosa- insistette il ragazzo, esasperato e confuso.

-Perché te ne sei fregato della questione Flynn?- chiese in un sussurro, senza alzare la testa.

-Cosa? Ti riferisci a una settimana fa e mezzo fa?- chiese Jack, incredulo.

Rapunzel annuì.

Lui sgranò gli occhi e si sedette al suo fianco.

Rapunzel, ero stressato, tu eri stressata, ci siamo lasciati prendere da tutto lo stress ed è naturale che abbiamo discusso- provò a spiegare, prendendo il volto della ragazza e alzandolo, per vederla negli occhi.

-Si, ma poi tu hai fatto come se non fosse successo niente, te ne sei fregato della discussione- insistette Rapunzel guardandolo con le lacrime agli occhi.

-Perché ho sbagliato ad arrabbiarmi. Rapunzel, io mi fido di te, e ti amo- spiegò, accarezzandole la guancia, e asciugando una lacrima appena scesa su di esse.

-Jack, io… io volevo farmi perdonare, ma non ci sono riuscita- ammise poi, abbracciandolo di scatto e scoppiando a piangere.

Lui si fece ancora più confuso.

-Che intendi dire?- chiese, ma prima che la ragazza potesse rispondere, la porta si aprì ed Emma entrò con due uova dipinte in mano.

-Jack! Jack! Guarda che ho trovato!- i due ragazzi si separarono, e Jack si alzò per studiare le uova, affascinato.

Rapunzel le guardò ad occhi sbarrati.

-La caccia alle uova si riapre?- chiese Jack alla ragazza, entusiasta.

Lei annuì lentamente, poi, asciugandosi le lacrime, scese in fretta le scale e uscì in giardino, seguita da Jack ed Emma.

Vide che il giardino era pieno zeppo di uova colorate, che spuntavano da ogni dove.

Erano ben più di una sessantina, saranno state alcune centinaia.

Rimase a bocca aperta.

Venne subito affiancata anche da Hiccup e Merida.

-Bel lavoro, Rapunzel- si complimentò Hiccup.

-Sei proprio riuscita a recuperare alla grande, amica- aggiunse Merida -Mi dispiace tantissimo per Angus-

Rapunzel rimase immobile, a bocca aperta.

-Era questa la sorpresa?- chiese Jack, mettendole una mano sulla spalla.

Rapunzel annuì, lo guardò e gli sorrise, quasi commossa.

-Dovremmo discutere più spesso, allora- commentò il ragazzo, stampandole un bacio sulle labbra.

Lei sorrise divertita, tutto il malumore sembrò evanescere.

-Ragazzi, venite, è ora di pranzo!- li chiamò Elsa, e rientrarono a malavoglia tutti.

Rapunzel fu l’ultima, ma prima di entrare diede un’ultima occhiata al giardino, e le parve di vedere il coniglio che aveva salvato dalle grinfie di Angus sbucare da un cespuglio, e farle l’occhiolino.

-Rapunzel, vieni?- chiese Jack, facendole cenno di unirsi a lui.

-Si, io…- la ragazza si voltò per rivedere il coniglio, ma esso era sparito -…Arrivo subito- sorrise, e rientrò.

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Un nuovo speciale, spero vi piaccia, vi voglio bene, recensite numerosi e devo scappare a pranzare.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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