NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Il titolo di questa fic fa riferimento al Requiem composto da Mozart, una composizione entrata nella storia non solo a causa della propria bellezza ma anche per le leggende che vi ruotano attorno: si narra, di fatti, che un giorno Mozart ricevette la visita di un uomo vestito di nero e dal volto coperto, il quale commissionò lui un Requiem senza specificare alcun emissario. I tempi erano duri per Mozart, il suo talento artistico non dava più alcun frutto ed egli sprofondava sempre più nella miseria, e mentre nessuna delle opere cui stava lavorando sembrava entusiasmarlo, il musicista si gettò a capofitto nella composizione di questo misterioso Requiem, come se dovesse trattarsi dell'ultima composizione della sua vita; la sua ossessione divenne tale da preoccupare chiunque gli fosse intorno e di fronte alla costernazione della moglie, così intimorita da tanto duro lavoro, egli semplicemente le rispose così: “Lavoro duramente su quest'opera, perché so che potrebbe essere l'ultima: Ho come la sensazione che mi sia stato richiesto di comporre questo Requiem per me stesso”.

Era l'estate del 1791 e Mozart si spense il 5 dicembre di quello stesso anno.

Oltre ad essere il mio compositore preferito, mi sembrava azzeccato il paragone con Mime: due musicisti inquieti, dall'animo nobile, la cui composizione ultima diviene, inevitabilmente, la melodia del loro eterno riposo.

 

Addio, Mime di Asgard, Cavaliere dal cuore nobile e puro come le note che, per tutta la vita, hanno accompagnato il tuo triste cammino.

Addio poeta cupo e maledetto, combattente fortuito, animo di vero splendore che la guerra, il dolore e la paura hanno macchiato di un colore acceso, rosso e pulsante, come il sangue da te troppe volte versato, contro la volontà stessa di un cuore che da sempre ti ha voluto suo alleato, buono e gentile, perdutamente innamorato di quella musica che, sin dal mio primo ascolto, ha saputo tradire la tua vera identità di fronte all'arguzia della mia catena.

Addio, Cavaliere, e perdono per averti condotto ad un destino tanto amaro e crudele.

Il fato, beffardo, ha scelto di essere ingiusto con te, sin dalla più tenera infanzia: noncurante del dolore, ti strappò via alla tua famiglia e ti gettò fra le braccia di un uomo che per troppi anni i tuoi occhi videro come crudele e spietato, sprezzante ed egoista, ignorando ciecamente quel nobile sentimento che lo legò a te come ad un figlio, crescendoti e allevandoti giustamente, nel bene e nel male; lasciasti che quel dolore ti consumasse interamente e persino la tua musica, unica fonte di diletto e consolazione, s' impregnò di quel veleno, le corde della tua lira assorbirono tutta la fiele e le note da essa prodotte si trasformarono in armi, pericolose e letali munizioni da usare contro chi, erroneamente, imparasti a percepire come tuo nemico.

Un destino malevolo il tuo, oh dolce Mime; tu, che per tanti anni hai soffocato la purezza del tuo cuore e hai nascosto il tuo dolore dietro ad una malvagità che non ti apparteneva, adesso più non vivi e io mi dolgo al pensiero di essere, in parte, responsabile della tua dipartita. Io, così simile a te per tanti aspetti e desideroso di salvarti da un destino tanto indegno, ho fallito nel mio intento e per sempre porterò con me il rimpianto di una vita andata perduta, il mio cuore sarà avvolto dalle tenebre fintanto che sarà lui concesso di battere.

Non è semplice, per animi gentili e sensibili come il nostro, affrontare la crudeltà delle battaglie, le guerre senza fine, il sangue versato e la costante paura della morte, non è facile per chi ha nel cuore infine melodie da cantare asservire le proprie emozioni ad una forza così oscura, capace di spegnere la luce persino negli occhi più limpidi e brillanti di speranza; spesso, per sopravvivere, bisogna essere più forti e crudeli di quanto riusciremmo mai ad immaginare.

E tu, Mime, forse non lo eri abbastanza.

Forse i tuoi occhi hanno inorridito di fronte alla morte, il tuo cuore ha avvertito troppe volte le atroci morse del dolore, ma il tuo animo, quel nobile animo guidato dalla musica che scorreva forte dentro le tue vene, non ha mai cessato di credere e di sperare, non si è mai arreso di fronte alla tua assidua, tormentata ricerca dell'amore. E per questo, io so che verrà ricompensato, persino adesso che si ritrova a vagare nell'aldilà, in quel paradiso nel quale ogni Cavaliere dal cuore puro merita un posto d'onore.

Addio Cavaliere, musico dal cuore troppo grande per divenire schiavo del male e della disperazione.

Il tuo cuore smetterà di battere ma la tua musica, quella tenue e dolce melodia di vita, continuerà a risuonare nei cieli di Asgard per l'eternità:

Non più Requiem di morte, ma Sinfonia d' amore.