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Autore: Hiryuran    06/04/2015    1 recensioni
Premetto: ho scritto questo storia durante il giorno di Pasqua, alquanto malaticcio, perciò spero vi piaccia! (Spero di aver scelto bene il genere)
Parla l'ultimo di un'antica stirpe di angeli, i primi a essere creati. Con uno sguardo al passato e uno al futuro, manda queste ultime memorie come avvertimento per le generazioni che avverranno.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In principio era il Verbo. Il Tutto si originò dal Niente. Dal buio nacque il firmamento, che per mezzo del suo divino splendore donò la luce alle tenebre; da questa luce fummo plasmati noi, guardiani, con il compito di vegliare su ciò che Lui avrebbe creato in seguito. Fui uno dei primi ad assistere all’opera del Sommo e a ciò che  nacque dalla Sua infinita bontà e dalla sua intangibile mente. Ero uno di coloro che venivano designati con il termine “Avanguardie”, precursori, i primi ad essere creati letteralmente a Sua immagine e somiglianza, insigniti di tutte le virtù che scaturirono dalla sua essenza: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia, carità, fede e speranza. Queste ultime due si sarebbero rilevate i fari del nostro tenebroso cammino per gli eventi che accaddero in seguito, quando Egli decise di proseguire la Sua opera, infondendo nelle vite successive il timore nei riguardi del Suo essere. Mentre i ricordi prendono forma, alzo gli occhi: da qua su non vedo altro che desolazione, distruzione, disperazione. Corpi lasciati a sé stessi, con spade e dardi ancora conficcati nei loro involucri ormai privi di vitalità. Quelli che furono i ruscelli paradisiaci e i ricchi verdi del principio sono stati corrotti dal sangue, un sangue di purezza fuso al peccato. Perché individui senza cuore hanno devastato i nostri campi? Il timore generò la paura di essere inferiori; da questa paura nacque la superbia, vana gloria per noi saggi. La superbia seminò ribellione e raccolse guerra, guerra contro l’Assoluto. Guerra effimera, il cui esito era già stato scritto nella Sua logica e lungimiranza. Io guidai gli altri al contrattacco seguendo l’insegna del Suo disegno, scaraventando i disertori e il loro condottiero negli abissi del Tartaro. Cosa mi resta di tutto questo? Ho visto i miei fratelli morire: somme Avanguardie o uccise o schierate dalla parte della perversione. Su questo scenario, Egli, oramai afflitto, non si mostra più. A volte Lo sento cercarmi, sento che vuole parlarmi, ma nonostante io sia uno dei primi non riesco a discernere la sua enigmatica volontà. Io sono l’ultima Avanguardia, sono il mediatore tra i Suoi occhi e gli altri angeli, sempre fedele al mio incarico di osservare l’esistenza e le sue azioni. Confesso che quest’oscurità sulla quale ho camminato e cammino tutt’ora ha fatto vacillare la mia luce nel buio della fine delle speranze: speranze per me, per noi, per tutto ciò che Egli aveva più a cuore, ciò che era nato dal Suo intelletto. Ma la notte più buia è quella subito prima dell’alba. Ho visto angeli e creature celesti cadere e cedere al male, ma io...io sono ancora qui. E’ ora di essere come me. Forse non è la fine, forse le speranze non finiscono qui: qui iniziano. Altri enti stanno nascendo dalle rovine di questo Paradiso ormai decaduto. Il Male che si nasconde dietro lusinghevoli vesti viaggia come il vento sulla superficie dell’acqua: silenzioso, ma inarrestabile. Mi auguro, posteri, che abbiate la creanza di comprendere la vostra  finitezza e condizione: mi piange il cuore quando penso che Egli possa servirsi del terrore per far comprendere a voi creature che, benchè fatti a Sua immagine, non siete altro che esseri fisici. Sta a voi scoprire la vostra spritualità. Egli ha scritto indissolubili sulla pietra le Sue volontà, la Sua legge, le virtù da seguire e i cruenti peccati da allontanare. Questa è la realtà: Egli vi ha lasciati liberi di seguire ciò che ritenete più opportuno e da parte di un padre non vi è dono più grande del permettere ai figli di sbagliare e di ritornare sui propri passi, coscienti dell’errore, ricercanti il perdono del padre. Se vi trovate nelle tenebre, non esitate a chiedere la luce, non diventate succubi del buio. Se le forze dell’abisso vi sedurranno, abbiate l’umiltà di ammettere il vostro delitto e di riabbracciare la beata via: non vi verrà afflitto un castigo per questo. Fate in  modo che Egli possa nutrire sempre la speranza che io nutro tutt’ora  nei vostri riguardi nonostante ciò che ho visto.  Che non possiate mai perdere la dritta via. In principio era il Verbo…alla fine sarà Giudizio.
   
 
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