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Autore: Usagi Kou    22/12/2008    5 recensioni
Il volto perfetto della mia piccola, dolce Renesmee mi scaldò il cuore alla prima occhiata. Gli occhi color cioccolato che tanto amavo mi restituirono per un istante uno sguardo carico di felicità e amore, lo stesso che sapevo avere io ogni volta che i miei occhi ne sfioravano la delicata figura, e la bocca si aprì in un dolce sorriso finché…
… non si tramutarono in quella occhiata di sadico divertimento e in quel ghigno perfidamente maligno che la resero la perfetta copia di quel manipolatore figlio del demonio che era suo padre.
Gesù, Giuseppe, Maria e tutti gli angeli, che avevo fatto di così brutto, terribile e cattivo nella mia breve vita?
E soprattutto perché, e dico perché, quando a tutti gli altri era andata benissimo, solo a me doveva capitare l’unica anima gemella che non mi spalleggiava mai ma che, anzi, mi costringeva a fare tutto quello che le passava per l’anticamera del cervello? Non ero già stato punito a sufficienza?
“Questa è una cosa di cui sono fiero, Jacob” sogghignò il sadico… ehm, Edward “Cosa credi che mi abbia indotto a cedere così facilmente, se non sapevo che non l’avresti passata così liscia come speravi?”
Che cosa succede a casa Cullen/Swan? Con l'arrivo di Elizabeth Cullen, la piccola trovatella, molte sono le sorprese che hanno scovolto in due giorni la vita dei nostri vampiri. E se, per una serie di coincidenze, Jacob si ritrovasse a doverle fare da babysitter? E se gli unici che potessero - o fossero costretti - ad aiutarlo sono Seth, Quil ed Embry? Quanti se e quanti come... Riuscirà la piccola Lizzie a resistere a un pomeriggio a La Push? Dopo molto ritardo, eccomi con il mio post BD, con il apitolo più demeziale della ff, narrato da Jacob, l'impavido lupo: Lupus in fabula: Operation Babysitter - When the stupid wolf don't understand that should say NO!!
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nessie's sister

Ehilà! Buona serata a tutti! 
La vostra piccola Usagi, per farsi perdonare dei megasuper ritardi con cui aggiorna, cosa per cui - tra l'altro - si sta fustigando -  ritorna con una nuova storia. Senza abbandonare - non lo farei mai, quella storia è la mia vita - l'altra mia storiella, "Solo Grazie a Te", che a quanto pare sta andando benissimo (GRAZIE A TUTTI!!!!!!!!!!) vi propongo, come regalo di Natale, una storia un po' diversa, sognata appunto questa notte.
La storia sarà narrata da vari punti di vista, Nessie, Bella, Edward, i Cullen e, sorpresa sorpresa, da un nuovo personaggio che sarà il vero protagiosnita della storia.

Buona lettura, e tanti cari auguri di Buon Natale!

 

Nessie’s pov
Correvo veloce, assaporando la sensazione di libertà che mi infondeva la corsa.
Ridevo, felice, guardandomi intorno sicura che all’improvviso lo avrei visto spuntare al mio fianco; sentivo il suo cuore pompare velocemente il sangue nel su organismo, sebbene quella corsa non costasse fatica a nessuno dei due.
“Non mi superi, cucciolo! Rassegnati!” gridai a gran voce con una risata, voltando il capo verso sinistra.
Un grugnito fiero mi giunse in risposta, e io accelerai, allegra, spostando di nuovo lo sguardo di fronte a me; i miei riccioli ramati erano scompigliati al vento, e svolazzavano dietro di me come una scia di fuoco.
Il bosco sotto di me scorreva veloce.
Ero raggiante. In quei giorni andava tutto alla meraviglia.
La mia vita scolastica, contro le mie funeste previsioni, stava andando alla grande; la mia famiglia mi dimostrava sempre di più il suo affetto, cosa che ritenevo impossibile; e finalmente, dopo anni di attesa, avevo iniziato a amare senza barrire, ostacoli e divieti colui che mi aveva sempre amato.
Un enorme lupo rossiccio spuntò alle mie spalle con un ringhio giocoso, fissandomi con i suoi scuri occhi neri, profondi e luminosi.
Mi finsi spaventata e accelerai ancora con una risata.
“Oddio, si salvi chi può! È arrivato il lupo cattivo!” urlai
Un ringhio di avvertimento si levò dal lupo, e prima che potessi rendermene conto capii che avevo osato troppo. Non avevo bisogno dei poteri di mio padre per capire cosa aveva intenzione di fare.
“Non ti azzardare!” lo minacciai “Giuro che ti scateno contro zia Rose! E lo faccio!”
Il lupo ridacchio e, con una spinta delle zampe possenti, mi raggiunse; mi afferrò per la camicetta con i denti aguzzi, attento a non farmi male, e mi tirò su, il tutto senza interrompere la corsa. Mi issò sulla sua groppa e iniziò a correre più veloce, mentre io mi aggrappavo con una risata alla sua pelliccia ispida ma soffice.
Il lupo latrò entusiasta e saltò giù dal dirupo che si trovava davanti, atterrando con una grazia insospettabile per un essere delle sue dimensioni.
Lanciai un grido eccitato mentre saltava nel vuoto.
Rallentò, limitandosi a un trotto leggere, per poi fermarsi e girare l’enorme testone per guardarmi di profilo.
“Uf... Jake, sei un esibizionista!” lo rimproverai, dandogli una pacca giocosa sul collo “Sei uno stupido!”
Il lupo rise con il suo verso gutturale, felice.
“Si, ridi, ridi, che appena zia Alice e zia Rose vedranno che cosa mi hai fatto alla camicetta credo che ne dovrai fare a meno per un bel po’”
Mi lanciò uno sguardo falsamente preoccupato, e poi fece un piccolo balzo, riuscendo quasi a disarcionarmi.
“Sei un idiota!” ripetei, scendendo dalla sua groppa per colpirlo sul muso “E stavolta darò man forte alle mie zie, oh si, non dubitarne”
Chinò il testone verso di me e mi sfiorò la fronte con il naso umido, lanciandomi poi uno sguardo talmente dolce e intenso che mi sciolsi.
Presi tra le mie mano il suo enorme capoccione e vi posai la fronte contro la mia.
“Non è valido” sussurrai “Se mi ipnotizzi così sai che non posso resisterti”
Ridacchiò divertito, poi mi lanciò uno sguardo d’intesa e si eclissò dietro gli alberi. Neanche tre secondi dopo dall’esatto punto in cui era scomparso il lupo ne uscì, con indosso solo un paio di jeans corti, un ragazzo molto alto, dalla pelle scura come l’ebano e una muscolatura degna di un culturista, con l’unica differenza che la sua era naturale; i capelli neri, lunghi fino alle spalle, erano legati in uno stretto codino.
Gli occhi mi fissavano raggianti, come a volersi colmare della mia vista. Il suo sorriso era talmente bello e contagioso che mi appariva come un raggio di sole posto sul suo viso scuro.
Era bellissimo, il mio Jacob.
Mi venne incontro a braccia aperte, e mi ci lanciai senza esitazione. Era bollente – il suo vanto era la sua temperatura di 42 caldissimi gradi – ma a me non importava. Anzi, mi piaceva che fosse l’unico a scaldarmi in quel modo. Era stupendo.
“Allora... credo che questo sia un modo carino di dirmi che mi difenderai dalla nanetta e dalla psicopatica” ridacchiò lui cullandomi
Mi separai e gli lanciai un’occhiataccia. “Non le chiamare così!” le difesi “E poi, pensavo che zia Alice ti stesse simpatica”
“Lo era fino a due giorni fa, quando mi ha portato a fare shopping” replicò lui con un brivido “Brr, agghiacciante! Non ho mai avuto tanta paura in vita mia”
“Come ti ha convinto?” ridacchiai
“Quell’imbroglione di tuo padre. Mi ha detto che o andavo, o non ti vedevo più” sbuffò con un sorriso.
Mio padre e Jacob, che all’inizio a malapena tolleravano l’esistenza l’uno dell’altro, ora si comportavano proprio come due fratelli. Sembrava che per papà non i fosse più differenza tra il mio Jake e lo zio Emmett. Scherzavano, parlavano, e sì, si menavano anche.
La mamma diceva che era tutto merito mio. Mi aveva raccontano che, quando lei era umana, loro due si odiavano a morte, e utilizzavano ogni pretesto per uno scontro, possibilmente mortale. Causa scatenante? Lei.
Erano vittima di un triangolo amoroso: i due uomini più importanti della mia vita che si contendevano la donna più importante per me, più semplicemente noti come mio padre, mia madre e il mio ragazzo.
Ridacchiai. “Adoro mio padre”
“Io no. L’unica cosa giusta che ha fatto sei stata tu”
“Non so se prenderla come un’offesa a mio padre o un complimento a me”
“Scegli quello che mi farà meritare un bacio”
“Allora è meglio che ti rimangi tutto, bello mio”
Lo colpii sul petto e lui finse dolore, iniziando poi a rincorrermi in mezzo agli alberi.
Lo adoravo. Lo adoravo a prescindere che fosse stato destinato a me per mezzo dell’impritting.
Io lo amavo da morire, e lui c’era sempre stato per me.
Prima come fratello maggiore, poi come mio migliore amico e finalmente come mio compagno.
“Torna qui, mostriciattolo!” mi gridò contro inseguendomi
“Prova a prendermi, cagnetto!” gli gridai
“Ehi! Non provare a parlarmi come tuo padre!”
“Ah si? E chi me lo impedisce?”
“Adesso le buschi, Nessie!”
Risi schivando le sue mani.
Corremmo ancora per un po’, fino a quando un rumore insolito catturò la mia attenzione.
Mi fermai di colpo, drizzando le orecchie, e Jacob ne approfittò per chiudere le sue enormi braccia attorno a me, stringendomi in una morsa d’acciaio.
“Ti ho preso, rospetto!” ghignò “Adesso me la paghi!”
“Aspetta, Jake!” lo interruppi “Non lo senti anche tu questo suono?”
Alzò il capo e si mise in ascolto anche lui, all’erta. Girò la testa prima verso destra, poi verso sinistra, e infine si immobilizzò; l’aveva sentito.
“Da dove viene?” gli chiesi
“Da nord... nella zona più fitta della foresta” mi disse “Però...”
“Lo so. Non ha senso” concordai “Sembra un pianto di un bambino”
Lo guardai un secondo e lui capì. Mi lasciò, scomparve dietro gli alberi e un secondo dopo ne uscì con un balzo, nuovamente trasformato in un lupo. Appena le sue zampe toccarono terra gli circondai il collo con un braccio e mi issai sulla sua groppa, e Jacob si lanciò tra gli alberi a velocità supersonica.
Era impressionante la velocità con cui correva, ma non me ne curai, troppo intenta nel capire chi o cosa potesse provocare un rumore così insolito.
Perché non poteva essere realmente un pianto di un bambino.
Quale essere umano avrebbe abbandonato in un bosco del genere un bimbo? Era disumano!
“Ecco! È più forte!” esclamai, mentre Jacob rallentava.
Scesi dal suo dorso e mi inoltrai da sola nel bosco, curiosa di vedere di cosa si trattasse.
Mi fermai trattenendo il respiro.
Lì, di fronte ai miei occhi, ai piedi di una quercia, c’era una cesta di vimini lavorata a mano.
Da lì dentro proveniva il pianto.
Mi strofinai un paio di volte gli occhi, incredula. Nella mia esistenza ne avevo viste di cose strane, e parecchie (essendo io stessa una mezza vampiro, avendo genitori e parenti vampiri, frequentando un ragazzo licantropo, anzi, Mutaforma, e, a soli pochi mesi di vita, avendo assistito a una battaglia vinta per un pelo per la mia sopravvivenza non mi si poteva proprio definire una “tipica diciottenne assolutamente normale”) ma questa le superava tutte.
Qualcuno aveva veramente avuto i coraggio di abbandonare un bambino, anzi, un neonato nella foresta.
Mi sentivo oltraggiata.
Chi poteva avere un pensiero tanto orribile?
Il pianto del bambino continuava a squarciare l’aria, pulsante di vita.
Impietosita, mi avvicinai di qualche passo alla cesta. Jacob mi affiancò con il suo passo felpato.
“Cazzo” commentò stupito “Chi ha potuto fare una cosa simile? È solo un bambino!”
“Non lo so” mormorai, arrivata in prossimità dell’albero.
Mi inginocchiai sulla cesta, mentre Jacob rimase a fissarla in piedi.
Dentro c’era un bambino, anzi, una bambina.
Aveva il viso rosso per lo sforzo di quelle urla, i pugnetti che si aprivano e si chiudevano, le lacrime che gli uscivano a fiotti dagli occhi chiusi. Era coperta da morbide copertine di stoffa pregiata.
Il suo pianto mi aveva colpito. Come si poteva fare una cosa del genere a una creatura simile?
“Accidenti, che polmoni!” commentò Jacob senza poter trattenere un sorriso. La piccola l’aveva colpito, positivamente sembrava.
“Ma che pretendi, stupido, è sola e probabilmente avrà fame!” lo sgridai continuando a osservarla incuriosita.
Al suono della mia voce, la bambina attenuò il suo pianto fino a smettere del tutto di urlare. Smise di agitarsi, e il suo viso si distese. Aveva capito che c’era qualcuno arrivato ad aiutarla.
La studiai per un attimo, sempre più incuriosita.
La pelle era diafana, liscia e morbida, senza imperfezioni, nemmeno per un occhio sviluppato come il mio. Le guanciotte erano ancora arrossate, ma stavano cangiando in un rosa più chiaro; aveva i capelli neri, scuri quanto le piume di un corvo. Nel complesso, era stupenda. Magnifica.
“Accidenti, Ness, questa bambina forse ti batte in bellezza!” ridacchiò Jacob “Forse neanche tu da piccola eri così bella, sai?”
“Che c’è, Jake, sei il primo licantropo della storia ad avere due impritting con due neonate diverse?” lo presi in giro “Ti dobbiamo denunciare alla polizia per molestie su minori?”
“Ah-ah, divertente mocciosa!”
Ridacchiai tornando a fissare la bambina.
Rimasi di sasso.
Mi stava rivolgendo un sorriso dolcissimo, stupendo.
Ma non era solo questo a incantarmi. Erano i suoi occhi.
Due splendidi, incantevoli e profondi occhi di un viola intenso.
Erano meravigliosi.
Mi studiava con curiosità, tentando di capire chi fossi, se già mi conoscesse; mi studiava in modo intelligente, incantata quanto me da ciò che si trovava davanti.
“Jacob... guarda” sussurrai, stupita.
Lui si voltò a fissarmi preoccupato: io non mi sorprendevo facilmente, erano davvero pochi gli eventi che mi colpivano veramente.
Si chinò sulla piccola e fece un balzò indietro.
“Cazzo! E io che pensavo di averle viste tutte!” esclamò scioccato “Ma possibile che capitano tutte a me?”
“Potresti smetterla di dire parolacce in sua presenza, Jake? È una neonata, sai com’è....” gli dissi acida, prendendo in braccio la bambina
La piccola emise dei versetti allegri, contenta di essere finalmente al centro dell’attenzione. Mi posò una manina calda sulla guancia, sfoderando di nuovo quel meraviglioso sorriso, e io di rimando feci lo stesso.
“Ciao” le dissi “Io sono Nessie”
In risposta mi tirò delicatamente una ciocca di capelli.
“Oddio, quant’è carina!”esclamai, senza potermi trattenere. Mi aveva stregato
“Wo, wo, Nessie che intenzioni hai?” mi chiese allarmato Jacob
“Come sarebbe a dire? La porto a casa!”
“Ma sei diventata matta? Non è un cane, è una bambina! Dobbiamo dirlo alla polizia!”
“Che? Ma non ci penso neanche!” dissi, stringendo a me quel corpo caldo “Che cosa vuoi che gli diciamo, Jake? Che mentre correvamo nel folto più fitto della foresta abbiamo sentito un pianto e l’abbiamo trovata sotto un albero?”
“Nessie, lo so che suona strano, ma non puoi tenerla” tentò di farmi ragionare Jacob
“Jacob, ascoltami, ti prego” dissi, tentando di persuaderlo. Sfoderai il mio tono da cucciolo corredato da un’occhiata dolce e impotente, armi imparate dal Manipolatore per Eccellenza, ergo mio padre, e arricchite dallo sguardo da Bambi di mia madre, a cui nessuno sapeva resistere.
“Io voglio portarla a casa” dissi “Guardala. È piccola, sola e al freddo, e avrà fame. Non me la sento di lasciarla al commissariato. Prima voglio farla mangiare, cambiarla e si, credo che sarebbe il caso che nonno la visitasse. Chissà da quanto tempo sa qui! Di sicuro non le avrà fatto bene la permanenza nel bosco. La mia famiglia sarebbe d’accordo con me. E poi, scusami, ma credi davvero che tra gli umani una bambina abbandonata dagli insoliti occhi viola e da una bellezza strana possa trovare facilmente una famiglia?”
Chinai lo sguardo sulla bambina, i cui occhi vagavano da me a lui. “Non posso abbandonarla, Jake. Io non ci riesco”
Jacob sospirò pesantemente. “Di la verità, ti rivedi in lei, eh?” disse sconsolato “Povera creatura mistica senza tetto...”
Mi stava prendendo in giro... L’AVEVO CONVINTO!!!!!!!!!!!!!
“Oh, Jake, grazie!” urlai, correndo a stampagli un bacio sulla guancia.
“Va bene, d’accordo, va bene! Lo so che sono un santo!” rise lui
“Sentito piccola! Hai conquistato anche lo zio Jake!” dissi sollevano in alto la bambina, che ridacchiò felice
“Posso presentarmi a lei, Nessie?” chiese Jacob curioso “O è di tua esclusiva proprietà?”
Scossi il capo e glie la porsi con un sorriso.
Jacob, impacciato, la prese tra le grosse mani e la guardò incantato. Anche su di lui la bambina aveva avuto un effetto ipnotico.
“’Sera, piccina. Benvenuta nel mondo delle favole!” disse con un enorme sorriso “Io sono Jacob, il simpatico licantropo. Mentre la marmocchia di prima era Nessie, autoproclamatasi tua indiscussa protettrice. Stacci attenta, è una psicopatica. Ha preso dalla zia...”
“Piantala, stupido!” esclamai, riprendendo quel frugoletto tra le braccia
“Ah, Nessie, non dovresti dire le parolacce davanti a lei! È maleducazione...” mi fece il verso
“La portiamo a casa?” chiesi
“Dobbiamo tornare alla macchina, però” sospirò Jacob “Come la portiamo? Se corro potrebbe prendere freddo, e ammalarsi...”
“Portami in spalla” suggerii “E tieni la cesta tra le braccia, ok? E non fare lo stupido come tuo solito!”
“Non è per questo che mi ami?” chiese lui “Ok, ok, promesso!” si affrettò ad aggiungere a una mia occhiataccia
Feci dietrofront e poggiai la piccola tra le coperte, ricoprendola con esse. Mi lanciò uno sguardo impaurito, mentre i suoi occhi si facevano lucidi. Si ricordava di quello che le era successo.
“Ssh, sta tranquilla, piccola, va tutto bene” la rassicurai spostandole un ciuffo di capelli neri dalla fronte “Non ti lascio sola. Ti porto al sicuro”
Presi la cesta e mi incamminai verso Jacob. Lui stese le mani avanti e afferrò la cesta delicatamente, stringendosela al petto.
“Non ti preoccupare, scricciolo, ti portiamo in bel posto!” disse “Ti piacciono le case degli orrori?”
“Jake!” dissi, salendogli in spalla
“Che c’è? I vampiri li dipingono così, no?”
“Ma non lo sono, quindi, a cuccia!”
“Wof!”
Ridendo, iniziò a correre velocemente, e in poco tempo raggiungemmo la Volvo di mio padre – me la prestava perché non voleva che fosse sempre Jacob a scarrozzarmi da parte a parte con la sua moto, paranoie da padri.
“Guidi tu, per favore?” gli chiesi scendendo. Altra piccola regola, Jacob non doveva stare mai al volante
“Perché mi vuoi morto?” si lamentò lui “Sai che Edward mi trancerà mani e gambe”
“E dai, grande e grosso hai paura di un diciassettenne?” lo presi in giro salendo dietro con la bambina
“Si, se il diciassettenne in questione è un vampiro capace di staccarmi la testa con un gesto, oltretutto padre della mia ragazza”
“Dai, fifone hai il mio permesso”
Con un grugnito salì sul sedile anteriore e mise in moto.
Io presi in braccio la bambina, che non aveva aperto più bocca. Le sue palpebre si facevano man mano sempre più pesanti, finché non si addormentò, stremata da tutto quel pianto.
Quant’era bella.
“Ehi, Ness, sei in contemplazione?” mi domandò Jacob dallo specchietto retrovisore
“È... la bambina più bella che io abbi mai visto” sussurrai
“Dopo di te” disse lui
“Jacob?”
“Si?”
“Questa sua bellezza... non è umana”
Lo sapevo, ne ero certa. Lei non poteva essere umana, era troppo perfetta.
Jacob s’irrigidì. “Pensi che sia come te?” chiese prudente
“No” risposi “Non mi sembra un mezzo vampiro, è troppo calda. Non so cosa sia”
“Tuo nonno lo saprà di certo”
“Si, ma... io sento che non possiamo abbandonarla. Lei è... della famiglia”
Jacob sospirò, poi sorrise. “Che c’è, vuoi fare la mamma?”
Scoppiai a ridere. “Ma per favore! Non ci penso nemmeno, ora è troppo presto!” risi “Però...”
“Però?”
Fissai la piccola con amore, sfiorandole delicatamente una mano. Di riflesso, lei chiuse il suo pugnetto attorno al mio dito, strappandomi un sorriso.
“Però ho sempre desiderato avere... una sorellina”



Angolino- ino-ino:
Piaciuto?
Se si la continuo, altrimenti potrebbe essere una one-shot, non sarebbe male. Ma no, dai, la continuo!
Nel prossimo capitolo la piccola trovatella verrà uffucialmente presentata ai Cullen!
Contenti, eh?
Quindi mi aspetto molte visite e molti commenti in...
Is She a Cullen?
Baci dalla piccola Usagi
  
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