In compagnia della solitudine.
Quando dico ‘Voglio stare solo’ e poi davvero me ne vado,
vorrei una persona affianco, per sentirmi meno vago.
Perché se voglio stare solo, lo voglio stare con qualcun altro,
qualche persona a me cara, qualche sconosciuto appena conosciuto.
Ogni parola detta da me è un sputo con un senso,
se non lo capisci è male, se lo capisci sei speciale.
Ed è ogni sorta di idea senza consenso,
che mi invade e fa male, ma tu sei sempre più speciale.
Voglio stare da solo con altri, in compagnia ma da solo.
Voglio stare in disparte a contare le stelle su un piccolo molo.
E se sarò in compagnia, ben venga, basta sia una persona.
E se sarò da solo, ben venga, basta che lo sia in una determinata zona.
Sento vibrare, è il mio cuore che pulsa e non esce mai.
Rimbomba in testa la sua voce dolce e perfetta.
Scorre nelle vene come tutti sanno e come ben saprai,
respira e scivola ancora sulla mia pelle come una lametta.
Mentre parlo e scrivo nel contempo è sera ed è maltempo,
mentre vivo e muoio nel frattempo è una notte senza senso,
mentre piango e ridacchio nell’intertempo è un’alba in mutamento,
mentre mi chiudo ed apro in questo momento è mattina ed io sto dormento.