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Autore: Irian    08/04/2015    1 recensioni
Non c’è crudeltà peggiore che togliere la vita a chi ha chiesto solo questo, a chi ti ha solo pregato, e in lacrime ti ha detto “non voglio morire”, e tu invece cosa hai fatto? Hai preso l’arma, l’acido, la pistola, il coltello, gli hai tolto la speranza e gli hai regalato il vuoto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Ci sono persone a questo mondo, che godono nell’uccidere innocenti o anche persone che irritanti, snervanti, pedanti fanno quel piccolo gesto che non fa che fargli salire l’istinto omicida.
Sembra strano detto così, ma pensate davvero che tutti i killer uccidano per l’eredità smarrita della prozia Ermentrude? Alcuni, certo, ovviamente.
Ma non sono loro gli assassini peggiori, ci sono quelli che uccidono per puro e semplice divertimento.
E ammettiamolo, quelli li vorremmo prendere per i capelli e buttarli giù da una scala (o anche peggio).
Poi c’è anche ci scherza, ma queste persone, gli aspiranti serial killer, non pensano mai alle persone che trafiggono con il pugnale, o a quelle a cui ficcano una pallottola in testa?
Io sognato di morire.
Di dover andare in un posto sapendo che sarei morta.
Questo è ciò che ho provato, e adesso più che mai, mi sono resa conto di quanto ho paura della morte.
 
 
C’è questo programma, ogni mercoledì, non è un sogno, l’ho già visto due settimane fa.
Non mi preoccupava perché il contenuto era appena accennato.
Un gruppetto di uomini vestiti di nero, con un sorriso marcato, sempre lì a farsi vedere sorridenti mentre godono della loro pazzia.
Questi individui, sono lì, a sorteggiare in modo del tutto casuale quelle povere vittime, in tutto il paese.
Le undici sfortunate saranno “scortate” verso lo studio, e di lì a poco, uccise.
Sì, uccise, avete capito bene.
Neanche a me pare tanto chiaro come il sindaco permetta che le persone muoiano così, ma ci saranno 33 puntate, ed in ognuna 11 morti.
363 morti.
Ed è ovvio, lampante, che io abbia paura.
Ho paura di rimanere sola in un involucro buio, senza nemmeno sapere di essere sola, senza sentire, senza vedere, senza sognare.
Senza la coscienza di esistere, solo sapere intorno a me che il mondo è finito, ma cosa dico, no, io non saprò nemmeno che il mondo non esiste, perché sarà così buio e freddo, che cesserò di essere me, di esistere da qualche parte, sarò sola, senza avere la coscienza di esserlo.
Più che per me, ho paura che venga sorteggiata mia madre.
Non la voglio perdere per nulla al mondo, lei mi è sempre stata vicina, e io le voglio bene.
Ha sempre fatto di tutto per me, e i nostri genitori, si toglierebbero il cibo dalla bocca pur di darlo a noi.
Io le voglio troppo bene, non posso lasciare che se ne vada.
Ma torniamo a noi…
Nel buio della notte, queste creature sorridenti, vagano per la città e contribuiscono alle uccisioni.
Buttando acido da buchi, o iniettando dei chip, così possono farti entrare in circolo del veleno nel sangue.
Ma io mi dico…
Perché?
Cosa ci provi tanto nel togliermi la vita?
Io cosa ho se non la mia vita?
Sei meschino, sei crudele.
Non c’è crudeltà peggiore che togliere la vita a chi ha chiesto solo questo, a chi ti ha solo pregato, e in lacrime ti ha detto “non voglio morire”, e tu invece cosa hai fatto? Hai preso l’arma, l’acido, la pistola, il coltello, gli hai tolto la speranza e gli hai regalato il vuoto, non hai saputo disprezzarlo in modo peggiore.
Solo perché tu hai un problema, un istinto, e certe paure che fanno stare male, non vuol dire che tu debba sfogare il tuo vero essere su di me, che nulla ti ho fatto se non pregarti di lasciarmi rimanere qui, perché un piccolo fiore in un mondo di girasoli è molto meglio che un mondo senza quel piccolo, minuscolo e fragile fiore.
“Io voglio solo vivere e rimanere con la mamma, non farlo ti prego, non farlo”
Dico tra i denti quando chiamano l’ultimo nome della giornata.
 Non sono io, per fortuna non sono io.
Non sono nemmeno quella della successiva puntata, e di quella ancora dopo.
Piango, tremo e digrigno i denti, quando alla puntata finale, il nome di quella povera anima non è quello di mio padre, di mia cugina, di mia madre, è il mio.
 
 
Angolo dell’autrice
Ciao, stavolta sono senza parole.
Fammi sapere che ne pensi, lascia una recensione.
Irian

 
  
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