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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    09/04/2015    4 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Okay. E adesso che siamo qui, il piano qual è?"
"Evitare di parlare a voce alta, tanto per cominciare."
In effetti, pensò Naruto, la strada in cui lui e Sasuke si erano fermati era alquanto deserta, con solo qualche lampione acceso a quell’ora di sera, ed era così silenziosa, senza nessuno in giro, che le loro voci dovevano essere molto facilmente udibili fino a una certa distanza. Allo stesso tempo, si chiese perché mai fosse necessaria così tanta prudenza nel parlare: non c'era appunto nessuno in giro che li stesse ascoltando.
"Va bene, d'accordo" acconsentì comunque. Si mise a sedere sul cofano della Toyota "Allora, mi dici che facciamo adesso?"
Per risposta, l'Uchiha gli indicò qualcosa situato a lato della strada che intersecava quella in cui si erano appostati: un autosalone distante una cinquantina di metri dall'incrocio, con un’ampia vetrina per l’esposizione che costituiva quasi tutto il muro su tutta la lunghezza della facciata, le luci all'interno spente che lasciavano intendere la chiusura dell'orario lavorativo.
"C'è qualcosa di strano lì?"
"Quella è una concessionaria che gestiscono gli Alba. È una proprietà di Obito."
Dunque erano davanti alla tana dei leoni. Naruto non aveva idea di dove Sasuke lo volesse portare per iniziare la sua rappresaglia, ma ora che l'aveva scoperto e ci si trovavano davanti, aveva di che essere nervoso.
"A quello non bastavano i soldi delle corse su strada, ha pure un autosalone pieno di macchine da capogiro" le vedeva ben esposte com'erano all'interno della parete vetrata, superbamente allineate una accanto all'altra. Non c’era da stupirsi che tutti quelli di Alba possedessero roba di prim’ordine di questo genere.
"Quella è solo una copertura." spiegò l'Uchiha "Gli serve per giustificare gli introiti del suo racket."
"Perché ci siamo venuti? Mi pare che dentro non ci sia nessuno."
"Vedrai che verranno."
"E tu lo sai perché...?"
"Lo so e basta. Mentre li aspettiamo, ti spiego come li attireremo fuori. Non voglio ripetermi una seconda volta, quindi ascoltami bene."
Naruto diede la massima attenzione.
"Io andrò lì dentro e cercherò di causare tanto di quel casino che li faremo accorgere di noi e li indurremo a inseguirci per strada. Prima, però, dovrò avvicinarmi alle loro auto personali e infilarci dentro questi."
Fece vedere a Naruto un piccolo aggeggio elettronico con un piccolo pulsante di accensione, una luce rossa e una piccola antenna.
"Questa che roba sarebbe?"
A quella domanda, Sasuke lo guardò come se avesse davanti lo scemo del villaggio "Vuoi farmi credere che non lo sai? L'hai usato chissà quante volte anche tu all'Underground."
"Guarda che non ho idea di cosa tu stia parlando."
Pur incredulo, sospirò profondamente, seccato dal dover dare spiegazioni superflue "Sono i localizzatori che si mettono sulle auto da corsa prima di ogni gara. Esiste un'applicazione fatta apposta che riceve i segnali trasmessi dagli apparecchi e fanno conoscere la posizione dei corridori in tempo reale. Come credevi che gli spettatori potessero vedere l’andamento della gara sui tablet, altrimenti?"
Nella testa di Naruto si accese una lampadina: ecco perché ogni volta, prima di iniziare a gareggiare, il tizio che in genere dava il via si chinava accanto alle ruote di ogni auto! Doveva essere in quelle occasioni che venivano attaccati quegli affarini sotto i parafanghi. Non ci aveva mai fatto molto caso.
"Comunque" riprese Sasuke "applicherò questi localizzatori sulle auto di ognuno di loro, così potremo conoscere costantemente le loro posizioni su questi due tablet che terremo in macchina."
"Immagino che io, invece, dovrò restare qui fuori a tenere d'occhio la strada e avvisarti se dovessi vederli arrivare mentre tu sei lì dentro, giusto?"
"Sbagliato." lo contraddisse, sorprendendolo "Non avrò mica il tempo di attaccargli questi cosi dopo che lì dentro avrò fatto scoppiare un putiferio, ti pare? Prima di muoverci, dobbiamo aspettare che tornino. Non appena saranno arrivati, tu dovrai andare lì per primo e tenerli occupati il più possibile mentre io farò la mia parte."
Questa parte del piano non piacque particolarmente all’Uzumaki "Che? Frena, aspetta un attimo! Che significa che devo andare lì e tenerli occupati? Che dovrei fare, esattamente? E perché diavolo devo farlo io?"
"Perché hai la bocca larga quanto serve e parli decisamente tanto. Tira fuori qualcosa di convincente che attiri la loro attenzione. Che so, lamentati per quello che hanno fatto a tua madre."
"Io avrei un'idea migliore: visto che si tratta di tuo cugino e lo conosci da più tempo, vai dentro e gestiscilo tu mentre metto io i localizzatori."
"Ah sì? E dopo, di grazia, in che modo pensi di attirarli fuori?"
A questo, Naruto non ebbe subito di che rispondere. E anche quando poi l'ebbe, mostrò chiara insicurezza al riguardo.
"Non lo so... mi inventerò qualcosa."
"Allora la tua idea è bocciata." decise l'Uchiha "Al contrario di te, io ho già bene in mente qualcosa da fare. Perciò tu entri e li tieni impegnati, mentre io prima attacco i localizzatori e poi preparo il via alle danze, ci siamo capiti?"
"E di grazia, in cosa consiste questo tuo via alle danze, posso saperlo?"
"Lo vedrai da te. E non preoccuparti troppo, vedrai che al momento giusto avrai anche l'occasione di uscire da lì."
"Questo dovrebbe tranquillizzarmi?"
"Sarà meglio di sì, se non vuoi farti vedere troppo nervoso e dargli qualche sospetto. Ed evita assolutamente di guardare dove sono io, mentre sei con loro, chiaro?"
Certo che ne aveva avuto di tempo per organizzare la cosa, pensò Naruto.
"Spiegami una cosa." chiese "Perché mettersi a programmare tutto questo solo per farli uscire allo scoperto, mentre per affrontarli sull'asfalto non abbiamo uno straccio di piano? Non è forse la parte fondamentale di tutta la serata? Stiamo per correre per la vita o la morte e ci buttiamo a testa bassa così?"
"La sai già, la risposta. Sei anche tu uno Street Racer, no?"
Naruto la sapeva, infatti. Ed era proprio quella che aveva immaginato.
Le corse su strada non si pianificavano, si improvvisavano. Ogni gara si svolgeva senza mai sapere cosa ci sarebbe stato nel prossimo minuto, dopo la svolta successiva, dall'inizio alla fine di un rettilineo, cosa avrebbe comportato ogni manovra e ogni sorpasso. Si viveva nella totale inconsapevolezza del dopo. L'ansia, l'ignoto, l'adrenalina, la foga della competizione... erano tutti questi elementi a spingere il pilota a pretendere e tirare fuori il meglio da se stesso e dalla propria vettura, a spingerlo a fare quello che bisognava fare in ogni momento breve e decisivo. I veri Street Racers erano questo.
"Va bene." decise infine "Facciamolo."
"Perfetto, allora è meglio che ci mettiamo al riparo. Arrivano."
Sasuke si spostò da dove si trovava e si rifugiò dietro il muro del vicolo lì accanto, subito imitato da Naruto. Come aveva fatto notare, la quiete di quella via era interrotta dal rumore di auto in rapido avvicinamento, veicoli con dei motori così potenti e ruggenti da costituire la sola acustica di tutta la strada. Dal loro nascondiglio, i due videro l'incrocio attraversato dal passaggio di sei macchine prevalentemente nere, provenienti dall'estremità destra della strada trasversale alla loro. Continuarono a osservarle restando nascosti, finché non le videro fermarsi tutte sul lato della carreggiata di fronte alla concessionaria e appostarsi in una fila perfetta. Erano passate così velocemente da non essersi nemmeno accorti di loro due.
"È il momento." lo incitò Sasuke "Vai ora."
"Quanto tempo ti occorre?"
"Tutto quello che puoi darmi."
Tirando un respiro profondo, Naruto mise insieme tutta la temerarietà che sentiva di avere e si decise a uscire dal vicolo. Come detto da Sasuke, da quel momento non doveva posargli gli occhi addosso, fare finta che non esistesse, perciò si diresse al crocevia senza voltarsi e a passo sicuro. I sei membri di Alba stavano scendendo dalle rispettive auto e si accingevano ad attraversare la strada, quando uno di questi, un tizio dai capelli assurdamente tinti di verde, si accorse del suo avvicinamento e vide che stava venendo nella loro direzione. Lo fece presente anche agli altri, così che l'Uzumaki ebbe su di sé le loro facce curiose e guardinghe. Uchiha Obito era il più incuriosito di tutti dalla presenza del ragazzo, lo osservò stupito e interessato fino al momento in cui fu lui, da solo e spavaldo, di fronte a loro sei.
"Buonasera, ragazzo. Sei venuto a farci visita?"
Naruto ricordò l'ultima volta che lo aveva visto al seguito di tutta la sua banda di Racers, che corrispondeva anche a quando lo aveva incontrato per la prima volta; rispetto allora, anche se il suo numero di sottoposti si era quasi dimezzato, quel senso di disagio e di insicurezza che insieme sapevano suscitare non era diminuito affatto, ancor ora avevano la capacità di farlo sentire più che mai nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ancor più Obito era capace di dare questa tetra impressione con il suo sorrisetto sfigurato, un dipinto facciale così inquietante che tutta l'eleganza del suo vestiario proprio non riusciva a dare un’aria più benevola alla sua figura. A modo loro, anche gli altri cinque avevano una capacità simile, bastava solamente guardarli, a cominciare dai due più alti e nerboruti che già davano l’impressione di poter spezzargli la schiena solo con un abbraccio.
Guardarli tutti, però, gli fece rendere conto anche di un’altra cosa: non c'era quello che sapeva essere il fratello maggiore di Sasuke, quell'Uchiha Itachi. Se non si trovava con loro, dove diavolo poteva essere? E non sapeva neanche dire se ciò fosse una cosa di buono o pessimo auspicio. Sperò solo che, almeno per il momento, il piano potesse andare avanti comunque, anche se forse adesso mancava una macchina a cui mettere il dispositivo.
<< Non posso mandare tutto a troie adesso. Ormai sono qui. >>
Nonostante questo particolare inaspettato, e nonostante l'aria intimidatoria che quelli lì avevano, non gli restava che l'unica scelta di portare avanti la pantomima. Così s’impose di guardare Obito dritto in faccia mentre gli rivolse la parola.
"Voglio parlare direttamente con te."
"Ah sì, vuoi parlare proprio con me? E di che cosa, me lo vorresti dire?"
Stava palesemente divertendosi a fingersi sorpreso di questo, come se, dopo tutti i danni che aveva causato, una mossa del genere non fosse così scontata. Lo irritò a tal punto che dovette ricorrere a una buona dose del suo autocontrollo per tenere le mani a posto. Un minimo di interesse nei suoi confronti lo aveva, doveva continuare a premere su questo.
"Non qui fuori. Possiamo andare dentro?"
"In effetti volevo entrare giusto per farmi un goccio, ma, adesso che sei qui, ho un'idea migliore: che ne diresti di scambiare queste quattro chiacchiere in un pub qui all'angolo? Offro io."
Un'altra cosa che né lui né Sasuke avevano previsto. Il piano originario era che li tenesse occupati nel loro stesso autosalone, probabilmente perché Sasuke voleva che si trovassero il più vicino possibile quando avrebbe dato il via al tutto. Se però fossero andati da un'altra parte, per l'Uchiha ci sarebbero stati meno rischi di essere scoperto, ma lui si sarebbe trovato parecchio distante a piedi da Kurama, e le incognite che da ciò derivavano erano preoccupanti. Sarebbe riuscito a raggiungere la sua vettura posteggiata così lontano quando sarebbe arrivato il momento di sgommare? E soprattutto, ovunque stessero per portarlo, anche così avrebbe potuto cogliere al volo l'opportunità di scappare, come Sasuke aveva detto?
Sperò e pregò di sì... anche perché quello di Obito aveva tutta l'aria di essere quel tipo di invito non declinabile.
"A me sta bene."
"Perfetto. Andiamo, allora."
Gli fece gesto col braccio di venire con lui. Naruto pensò che sarebbe stato meglio per Sasuke che avesse in mente un diversivo efficace per consentirgli di sgattaiolare, altrimenti gli avrebbe grattugiato di persona la faccia sull'asfalto.
Camminò insieme a loro, affiancato dal capo, con i due armadi del gruppo che gli stavano dietro, altri due alla sua sinistra e il quinto a destra accanto a Obito. Se non avesse avuto la certezza che l'Uchiha fosse interessato a sapere cosa volesse dirgli, avrebbe giurato che lo stessero cingendo in quel modo per non farlo scappare da nessuna parte, come se lo stessero conducendo al suo luogo di esecuzione. Questa sgradevole sensazione lo accompagnò per tutto il tragitto, finché non arrivarono fino alla svolta alla fine di quella strada; quando ebbero girato l'angolo, per sua fortuna scoprì che avevano davvero solo intenzione di portarlo in un locale per offrirgli qualche bicchierino, un pub con un'insegna intermittente e che stava a pochi passi dalla curva.
Nonostante la poca presenza di persone in giro a quell'ora, l'interno era abbastanza frequentato, quanto bastava a indurre il barman ad accendere per la clientela la musica dal juke-box e la tv appesa al muro. Il tutto, unito al vociare della gente intenta a scolarsi le ordinazioni alcoliche, creava tanto di quel brusio che non c'era da preoccuparsi che qualcuno potesse udire qualche chiacchiera sconveniente, per questa ragione Obito doveva aver scelto quel posto per la loro conversazione. Sia a lui che ai suoi bastò avvicinarsi a due tavoli affiancati e far scoprire la loro presenza lì ai clienti che li occupavano, così che essi intesero le loro occhiate torve e, senza una sola protesta, glieli cedettero e andarono a sollazzarsi da un'altra parte. Presero così posto, Obito e Naruto l'uno di fronte all'altro e gli altri cinque al tavolo alle spalle dell'Uzumaki.
"Che cosa prendi, ragazzo?"
Non che la conoscenza di Naruto sulle bevande alcoliche andasse molto oltre il sakè e lo shochu, quindi non aveva le idee molto chiare. E comunque, non ci teneva molto a finire sbronzo, considerato come si sarebbe evoluta la serata.
"Acqua tonica" fu la prima scelta che gli venne in mente. Scelta che sollevò delle fastidiose risate dall'altro tavolo, nonché un commento derisorio dall'individuo che aveva un taglio di capelli all'indietro a leccata di vacca. Com'era che quei tizi facevano di tutto per avere dei capelli così appariscenti al limite del ridicolo?
"Il biondino non regge l'alcol, eh? Di’ la verità, te la fai sotto se dovessero beccarti ubriaco alla guida, eh!"
<< Tu spera solo che io non ci arrivi alla guida della mia macchina, coglione, perché sennò grattugio la tua di faccia sull'asfalto! >> pensiero che tenne unicamente per sé.
Nonostante ciò, Obito assecondò la sua scelta e fece l'ordinazione per tutti e sette. Nell'attesa di riceverla, rivolse la parola a Naruto.
"Scusa i modi di Hidan, il fatto è che siamo tutti un po' su di giri. Stasera per noi si festeggia, sai? Giusto questo pomeriggio sono riuscito a concludere un'importante transazione. Da oggi, sono un membro a tutti gli effetti della Yakuza."
Come se già non avesse l'aria del tipo da non avere assolutamente intorno! Adesso, pensò Naruto, ci mancava pure che fosse diventato un vero criminale di stampo mafioso, poco ci mancava che si mettesse a sudare freddo. Con la sigaretta fra le labbra e il bicchiere in mano con il drink ordinato, dava l’impressione di starsene seduti a bere in compagnia del diavolo.
Gli allungò il pacchetto per offrire del fumo anche a lui.
"Io non fumo."
"Non bevi, non fumi, probabilmente neanche vai a puttane. Che cosa fai per goderti la vita, ragazzo?"
"Beh, ero solito andare in un certo posto per spararmi un po' di adrenalina in corpo durante una qualche corsa. Ti ricorda niente, Doppiafaccia?"
Si accorse di essersi lasciato sfuggire qualche parola non dovuta, per di più in un tono troppo strafottente. Vero che quell'Obito lo irritava, però adesso aveva bisogno di tutto il suo autocontrollo. Sulle prime, temette una sua brutta reazione, o dei suoi aguzzini. Invece, alla sua allusione, sorrise divertito.
"Già, ricordo. Davvero una brutta storia, quella dell'Underground. Sono certo che era un bel posto."
Sotto il tavolo, si pizzicò la gamba pur di imporsi un freno mentre sopportava le sue odiose parole.
"Però so che in giro ce ne sono altri come quello. Perché non vai a farci un salto? Scommetto che ti ci troveresti bene."
"Non ti è bastato rovinare la vita alla mia famiglia e alla mia ragazza, ora vuoi anche che faccia entrare i miei soldi nelle tue tasche."
Obito esalò una boccata di fumo, perplesso dalla sua reazione "La tua famiglia e la tua ragazza? Conosco a malapena il tuo nome, Naruto, e di te so solo che fino a poco tempo fa eri uno Street Racer dell'Underground. Che ne dici di illuminarmi su chi siano queste persone che secondo te avrei rovinato?"
Naruto nemmeno volle chiedersi come lui facesse a conoscere il suo nome. Andò solamente avanti in quello che gli veniva spontaneo dire. L’occasione era anche perfetta per mettere in chiaro una questione che gli stava alquanto a cuore.
"Il mio nome intero è Uzumaki Naruto. Scommetto che questo ti dice qualcosa, vero?"
Così era. E non solo a Obito, il suo nome destò maggior interesse anche agli altri cinque alle sue spalle.
"Come immaginavo. Lo conosci perché stai cercando mio fratello Nagato, non è così? Avrai saputo il suo nome da quel suo amico Yahiko che hai ucciso perché ti aveva preso del NOS che gli aveva chiesto, così ora stai cercando lui per fartelo ripagare con gli interessi. Ebbene sai che c'è?" spalancò le braccia, come a volersi palesare, in un gesto rivelatore "Sono io che ho chiesto a Nagato di procurarmi quelle bombole e sono io ad averle poi usate. Se cercavi un colpevole, ora ce l'hai davanti."
"Sì, capisco. Ecco perché Deidara ti ha visto insieme a lui, quella volta al cimitero. Non immaginavo che fosse tuo fratello."
"Stavate pedinando Nagato?"
"Ero curioso di sapere dove abitasse e poi volevo andare di persona a portargli i saluti di Yahiko. Peccato solo che Deidara abbia avuto uno spiacevole incidente prima che potesse scoprirlo."
Spiacevole quanto schiantarsi con tutta la macchina contro un treno in corsa e poi farsi ficcare un colpo di pistola in testa; l'Uzumaki ancora ricordava spiacevolmente quel cadavere accanto ai rottami della Panoz e ai piedi di Uchiha Sasuke. Meglio evitare di precisare quella piccola parte e di rivelare che lui era presente in quel particolare momento, così non disse niente e lo lasciò continuare a parlare.
"Pensa, avevo giusto intenzione di riattaccargli dietro un altro dei miei per portare a termine il lavoretto. Invece guarda un po' la sorpresa, arrivi tu e bellamente ti prendi tutti i meriti di tuo fratello facendomi risparmiare tempo e fatica."
"E ti dico anche che da adesso lascerete stare Nagato, intesi?" volle precisare "Oh, e non si tratta solo di mio fratello. So pure che uno di voi ha ribaltato la macchina di mia madre con lei dentro, schiantandola dritta dentro un negozio e facendola pure finire dietro le sbarre. E la mia ragazza, per finire. Hai ammazzato davanti ai miei occhi suo cugino Hyuga Neji facendogli esplodere la macchina, così lei è caduta in depressione. Tutto questo lo devo a te, grazie."
E pensare che, prima di entrare, non sapeva nemmeno cosa dire pur di tenerli occupati tutti, mentre gli era sufficiente sfogarsi e tirare fuori quella sfilza di parole una dopo l'altra. Al diavolo l'autocontrollo, ne aveva fin troppe di cose da dire a quel bastardo Doppiafaccia!
Prima che però potesse aggiungere altro, fu uno di quelli seduti all'altro tavolo a dire la sua, l'uomo col fisico più grosso di tutti gli altri.
"Quindi quella gran donna era tua madre, eh?" ghignò Kisame "Ragazzo, considerati fortunato che a sfondare quella vetrina ci sia stata lei al posto tuo. Lo sai che stavo dietro alle tue chiappe giusto poco prima? Ti è andata bene che la tua cara mamma si sia messo in mezzo e ti abbia permesso di filare."
Provocazione che fece salire maggiormente la bile all'Uzumaki, ora che sapeva chi di loro doveva ringraziare per aver tirato quello scherzetto a sua madre. Non era tanto idiota da avventarsi contro un armadio a tre ante così a mani nude, ma, appena partiti sull'asfalto, avrebbero iniziato il regolamento di conti.
"E con questo, ragazzo?"
Tornò a guardare Obito, che aveva posto quella domanda con il tono di chi non poteva fregargliene di meno di cosa gli si stesse dicendo. Quella sua faccia pareva fatta apposta per attirare i suoi pugni.
"È per questo che saresti venuto da me? Per sbraitarmi addosso le tue lamentele su quello che ho fatto a te e alle persone che conosci? E di preciso, cosa ti aspettavi che facessi dopo averti ascoltato?"
"Farti un bel bagno con l’olio, darti fuoco e provare a spegnerti con la benzina non sarebbe una cattiva idea."
Pessima risposta da rifilare, si morse la lingua dandosi dell'idiota per questo. Forse lasciarsi tanto andare non era una così buona idea, anche se solo per guadagnare tempo. Maledetto senno di poi! La sua sola fortuna fu che, qualunque cosa dicesse, a quell'Obito fregasse così poco di lui da non prendere nulla sul personale, se ne stava a scolarsi tranquillamente il suo drink senza mostrare il minimo fastidio.
"Quindi non hai proprio niente di meglio da dire, immagino. E io che da un tipo come te mi aspettavo chissà che cosa."
"Che vorrebbe dire “da un tipo come me”? Tu che ne sai di come sono io?"
"Sei irruento, non tieni in conto le conseguenze di quello che fai, dici tutto quello che ti passa per la testa e sei talmente convinto delle tue idee che faresti fuoco e fiamme per sistemare i conti con chi li hai lasciati aperti. Incredibile quello che puoi capire del carattere di una persona solamente ricevendo un suo pugno in faccia, vero?"
Incredibile davvero. In dieci secondi aveva saputo descrivere un ampio ritratto della sua personalità in cui l'Uzumaki si rispecchiava del tutto. Più continuava ad ascoltarlo, più detestava il suo modo di parlare come se sapesse tutto di tutti e lo faceva restare continuamente senza parole. Ciò non era un bene, visto che in quel momento lui aveva un gran bisogno delle parole... ma Sasuke quanto diamine ci stava mettendo? Si sforzò di guadagnare altro tempo.
"Dimmi una cosa, lo sapevi che quello che hai ammazzato era uno con un nome grande quanto gli Uchiha? Hai ucciso di persona uno Hyuga, credi che la sua famiglia se ne starà buona e te la farà passare liscia?"
"E chi mi ha visto fare questo? Rinfrescami un po' la memoria, perché, se non sbaglio, ricordo che ad assistere alla scena c'eri solo tu e nessun altro. Se vuoi che siano gli Hyuga a coprirti le spalle contro di me, perché non vai da loro a dire quello che hai visto? O meglio, perché non vai a raccontarlo direttamente alla polizia?"
Sapeva, però, che una cosa del genere non l'avrebbe fatta. Non sarebbe andato a denunciarlo né agli Hyuga né alle forze dell'ordine... non con la sua ragazza che, detto da lui, era anch'ella una Hyuga ed era bellamente disponibile a subire tutte le conseguenze delle sue azioni. 
"Come dicevo prima, non riesci proprio a concludere nulla. Mi hai visto di persona eliminare quel cugino della tua ragazza e tutto quello che sai fare è latrarmi contro, lanciandomi preoccupazioni infondate? Cosa sei, un randagio senza nemmeno i denti?" paragone che provocò qualche altra risata dagli altri di Alba "Sinceramente, Uzumaki Naruto, mi deludi parecchio. Da uno come te mi sarei aspettato di meglio."
"Cosa ti aspettavi? Mi porti in un locale insieme ai tuoi cinque gorilla a pararti il culo e tu vuoi lo stesso che ti metta le mani addosso?"
"Non ti sei fatto tutti questi problemi l'altra volta, quando i miei gorilla erano il doppio. Te ne sei venuto dritto spedito da me per piantarmi in faccia la tua cinquina chiusa, scavalcando tutto e tutti. Mi piaceva tutta quell'audacia, si può sapere che fine ha fatto? Non dirmi che ti è bastato vedere un'auto in fiamme per perderla completamente, perché allora varresti meno di quel che mi hai fatto credere."
BOOOOM!
Di colpo, tutto quanto tremò con un sobbalzo. Un boato lontano, ma ben distinto, assordò le orecchie di ogni persona dentro il pub, bicchieri, bottiglie e tavoli sussultarono di botto, anche i sostegni del televisore appeso al muro cedettero e l'apparecchio cadde a terra. La luce andò a intermittenza per un po', si sollevò un brusio agitato da tutte le bocche di chi si chiedeva cosa stesse succedendo.
"Che è stato?"
"Un'esplosione! Ma è qui vicino?"
Qualcuno uscì all'esterno e da lì vide qualcosa che contribuì ad accrescere l'agitazione generale "Laggiù c'è del fuoco!"
A quel punto, tutti uscirono in un agitato disordine... e chiunque, anche Obito, Naruto e gli Alba, poté scorgere il fumo nero e i bagliori arancioni al di là dei tetti e che sembravano provenire dalla strada adiacente, portando fino a lì l’aria piena di ceneri e scintille svolazzanti.
"Obito, ma li c'è..."
Non ci fu bisogno che Zetsu dicesse altro, l'Uchiha pareva esserci arrivato già da sé. Raggiunse la curva della strada, seguito dai suoi, così da poter vedere da dove era partita l'esplosione che dava origine all'incendio. Anche Naruto, andandogli dietro, ebbe modo di vederlo e rimanerne impressionato.
<< Che diavolo ha combinato, quel pazzo? >>
Ecco qual era l'occasione che la mente di Sasuke aveva macchinato! La concessionaria di Obito era in fiamme, con le vetrate distrutte e sparse in minuscoli frammenti sull'asfalto, il rumore assordante del fuoco e le ceneri che volavano per tutto il quartiere, anche fino a dov'erano loro, c'erano persino dei resti di automobili che, da dentro la vetrina, erano finiti per strada a seguito della deflagrazione. In qualche modo, Sasuke era riuscito a far saltare in aria l'intero autosalone - doveva proprio ricordarsi di chiedergli come diavolo ci fosse riuscito - e distrutto i locali interni e le macchine in esposizione, una roba che aveva dell'assurdo e il cui risultato era adesso sotto gli occhi di tutte le persone che si riversavano in strada e sui marciapiedi dell’intero vicinato.
<< Non sarà che quell'idiota ci è morto, lì dentro? >>
SKREEEK!
Preoccupazione che si rivelò infondata. Un improvviso sgommare proveniente da dietro fece sobbalzare lui e la gente attorno, rivelando l'arrivo dal nulla della Mercedes che svoltò l'angolo in derapata e frenò proprio accanto a Naruto. Lo sportello del passeggero si aprì e, da dentro, Sasuke lo incitò a salire all’istante; doveva aver preparato lo scoppio in modo che avvenisse un po' in ritardo e, subito dopo, aver fatto il giro dell'isolato per venire a riprenderlo da dietro e riportarlo alla sua vettura.
Per un momento, i due cugini Uchiha si incontrarono col solo sguardo.
Prima di salire, Naruto si rivolse al maggiore dei due "Che mi dici di questo? Soddisfa le tue aspettative? Se sì, vieni e prova a farmi il culo se ci riesci! Stronzo!"
Lasciò quell'ultimo invito e montò in macchina, Sasuke che partì immediatamente a tavoletta.
Di tutto quello che era successo, quasi nessuno ebbe modo di capirci alcunché, le persone in giro ancora troppo agitate che gridavano, commentavano e guardavano sconvolti l'incendio nell'edificio. Kisame, Kakuzu, Zetsu, Hidan e Sasori, infuriati come pochissime altre volte lo erano stati, si lanciarono verso le loro macchine dove le avevano lasciate.
Obito rimase dov'era, preceduto dagli Alba, assorto a guardare il suo autosalone devastato e consumato dal fuoco. La sua faccia dava a intendere che nutrisse la massima tranquillità; dentro, invece, era talmente incazzato da sentirsi pronto a scatenare l'inferno per tutta Tokyo. Nonostante questo, prima di dirigersi verso la sua M3, sul volto sfigurato si allargò il suo sorriso sprezzante.
"E allora è guerra aperta."



SPAZIO AUTORE
Buonaseeeera :) come va, gente? Spero abbiate passato una Buona Pasqua!
Dunque... ed ecco che con questo capitolo si aprono le danze con un bel botto. Qualcuno di voi potrebbe dire che ultimamente sto andando un po' in fissa con le esplosioni alla Micheal Bay... e beh, probabilmente ha ragione XD
Dal prossimo capitolo cominciano le corse selvagge per tutta Tokyo, spero davvero di riuscire a tirare fuori qualcosa degno della serie di Fast and Furious. Giusto lunedì ho visto il settimo film al cinema, con un finale che più di così non poteva commuovere, e ancora una volta mi è venuta voglia di rivolgere un mio pensiero al grande Paul, che da adesso in poi purtropppo non vedremo mai più in questa grandiosa dei Veloci e Furiosi. Sembrerà una cosa troppo sdolcinata e idiota, ma questa mia fanfic, anche se di certo non l'ha mai neanche vista di sfuggita, la dedico interamente a lui, solo un modesto tributo che nel mio piccolo io voglio rendergli per aver realizzato una serie di film così bella che mi ha tanto ispirato per questa storia; potrei dire che proprio a lui devo la realizzazione di Tokyo Underground.
Va bene, finisco qui la parte dei sentimentalismi e vi saluto tutti, ci si rivede al prossimo aggiornamento :)
Jaa na!
   
 
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