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Autore: Little_Lotte    09/04/2015    9 recensioni
" Perdonami, Shun.
Perdonami per essere partito così in fretta, senza dire niente, e perdonami anche per tutte quelle volte in cui, in futuro, non mi troverò al tuo fianco nel momento del bisogno. "
[One Shot ESTREMAMENTE malinconica, frutto di una notte insonne e di una colonna sonora fin troppo ispirante. Di nuovo Hyoga, di nuovo la Siberia, lontano da Shun. Stavolta per sua scelta, una scelta dettata dalla paura e dall'amore.]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cygnus Hyoga
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Galeotta fu la canzone e chi la scrisse; alle due di notte, certi brani possono essere un'ottima ispirazione.

 




Perdonami, Shun.

Perdonami per essere partito così in fretta, senza dire niente, e perdonami anche per tutte quelle volte in cui, in futuro, non mi troverò al tuo fianco nel momento del bisogno.

Non essere arrabbiato con me, ti prego.

Non odiarmi per essere fuggito via e, soprattutto, non pensare che io lo abbia fatto perché desideravo starti lontano; al contrario, non c'è niente al mondo che mi faccia stare male quanto l'idea di doverti abbandonare, di vivere a migliaia di chilometri da te, senza poterti parlare, guardare negli occhi, abbracciare o anche solo sfiorare con un dito.

Eppure devo farlo, amore mio.

Non posso restare al tuo fianco, per quanto ardentemente io lo desideri si tratta di un lusso che non posso concedermi, una libertà della quale io non posso godere; non posso rischiare che ti accada qualcosa di male, solamente perché io ho deciso di assecondare un mio egoistico capriccio, non riuscirei mai a perdonarmelo.

Perché è così, Shun, è sempre stato così sin da quando ero piccolo: cose terribili accado alle persone che osano legarsi a me, per loro scelta o per uno scherzo del destino, e non posso fare niente per impedirlo, se non allontanarmi da esse prima ancora che il nostro legami diventi così forte da costituire per loro una vera e propria condanna a morte.

E' come una maledizione, Shun.

Io sono la maledizione.

Ho trascorso troppo tempo rinchiuso nella mia solitudine, per troppi anni ho covato nel cuore una paura più grande del mio stesso desiderio d'amore, il terrore di aprirmi a qualsiasi persona che non fosse semplicemente me stesso.

Sì sta meglio da soli, mi sono sempre detto.

In questo modo, nessuno potrà mai farsi del male a causa mia.

Credevo di poter vivere in questo modo per sempre, ma poi siete arrivati tu e gli altri Cavalieri, e grazie a voi ho riscoperto il valore dell'amicizia, della reciproca compagnia, ho avvertito sulla mia pelle il calore ormai dimenticato di una vera famiglia. E' stato tutto così bello, in principio, ma poi sono arrivate le battaglie, i nemici, e credo di aver perso il conto delle volte in cui uno di noi ha rischiato seriamente di non fare mai più ritorno dal mondo dei morti.

Atropo ci ha guardato in faccia troppe volte, sprezzante, e noi siamo sempre scampati alle sue lucide cesoie, ma per quanti sforzi facessi io non ho mai smesso di pensare che prima o poi qualcosa di tremendo sarebbe accaduto, e che io stesso ne sarei stato in buona parte responsabile.

Come ho già detto, fa parte della mia maledizione.

Ho sopportato di tutto nella mia vita, Shun, ma l'idea di dover perdere te, colui che al momento rappresenta l'unica persona realmente degna - da parte mia - di un sentimento così simile all'amore, mi fa sentire praticamente come morto dentro, come se non vi fosse più alcuna ragione per portare avanti questa mia pesantissima esistenza.

Non voglio pensare che possa accaderti qualcosa e tuttavia so che questo mio timore potrebbe rivelarsi fondato, se ancora io osassi restarti accanto, ricercare la tua meravigliosa compagnia e anelare disperatamente ogni tuo respiro, ogni parola pronunciata dalle tue labbra, ogni singolo battito del tuo cuore.

So che non capiresti le mie volontà ed è per questo che ho preferito fuggire via, vigliaccamente, lasciandoti con la misera consolazione di esserti liberato di un codardo, di un uomo freddo e incapace ad amare, una persona talmente vuota da non meritare in alcun modo le tue lacrime, lacrime che – comunque – non potresti fare a meno di versare, dato il tuo splendido cuore gentile del quale sono da sempre così disperatamente innamorato.

Sarei disposto a sopportarlo, potrei convivere tutta l'eternità con l'odio che nutrirai nei miei confronti, se solo questo mi bastasse a proteggerti da qualsiasi pericolo o male di questo mondo.

Del resto, mio piccolo Shun, so che non riusciresti mai ad odiarmi del tutto: non ne saresti capace, il tuo animo fin troppo nobile non riuscirebbe a covare rancore per più di tre giorni, per poi abbandonarsi alla rassegnata consapevolezza che l'amore, solo l'amore, è destinato ad alimentare la forza e la natura del tuo Cosmo.

E' questo ciò che più amo di te, Shun, ed è questo che maggiormente io desidero proteggere.

Perciò fuggo, me ne vado per chissà quanto tempo, nella speranza che con il trascorrere dei mesi il ricordo che ho di te si affievolisca leggermente, nonostante la chiara consapevolezza che ciò non potrà mai verificarsi; me ne vado perché non posso permettere che tu soffra a causa mia e perché forse, tutto sommato, io non sono davvero fatto per essere amato.

Forse è solamente questo il mio destino, agognare un amore che non mi è concesso ricevere.

Freddo, solitario, e talmente cupo da non riuscire più a ritrovare la luce.

Come queste bianche lande deserte che, da sempre, ho imparato a chiamare casa.


 




N.d.A: Questa one shot è nata praticamente per caso, quando l'ispirazione mi ha colpito come un fulmine durante l'ascolto della canzone sopra-citata; l'ho sentata e, inspiegabilmente, ho visto nella mia testa l'immagine di Hyoga in Siberia, intento a pensare a Shun dopo aver preso la decisione più difficile della sua vita.
Perchè sì, mi "piace" pensare che Hyoga sia talmente spaventato dall'idea di fare del male a Shun, da allontanarsi da lui pur di proteggerlo, rinunciando persino al suo stesso bisogno di amore. Povero Hyoga... E' così fragile e indifeso, dietro a quel suo muro di cristallo.
Questo piccolo racconto è dedicato a Ladyforseiya_15, che mi è stata accanto durante la stesura e mi ha tenuta sveglia, con la sua adorabile pucciosità. Ti voglio bene, tesoro. <3
  
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