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Autore: EdSheeran    12/04/2015    12 recensioni
Che poi, diciamoci la verità, come avrei fatto a non riconoscerlo? Un viso così lo riconoscerei ovunque.
Sempre che sia così. Per quanto la pensavo io, quella foto era sicuramente photoscioppata, era impossibile essere così perfetto, senza nemmeno un’imperfezione e per di più con quegli occhi! Andiamo! Ero scemo, ma non fino a quel punto.
*****
-Mi presento, sono Derek Hale. Il tuo fidanzato.-
“Magari..” pensai.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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GIVE ME EVERYTHING TONIGHT <3 .
 


Mi svegliai esattamente alle 4:03 del mattino per via dei mormorii provenienti da Derek che non faceva altro che agitarsi sotto le coperte.
Mi strofinai gli occhi assonnati ed accesi la lampada sul comodino per poter vedere meglio, Derek stava ancora dormendo, ma che non stesse avendo sogni tranquilli si poteva vedere dai suoi occhi serrati o dal modo in cui continuava ad agitarsi inconsciamente.
-Derek..- sussurrai piano, carezzandogli delicatamente una guancia, scoprendo la sua pelle incredibilmente calda…più del solito.-Hey, va tutto bene.- sussurrai ancora, riuscendo a calmarlo senza svegliarlo.
Non appena smise di dimenarsi, poggiai delicatamente le labbra sulla sua fronte leggermente imperlata di sudore e sospirai nel constatare che aveva la febbre, ed in effetti era anche normale, dato che aveva passato molto tempo con i vestiti fradici.
Mi alzai dal letto ed infilai i piedi dentro le pantofole, raggiungendo l’armadio per poter cacciare fuori una coperta spessa con la quale coprii Derek per tenerlo al caldo e, dopo avergli dato un dolce bacio sulla fronte (solo per potergli misurare la febbre,eh) scesi al piano di sotto e mi diressi nell’immensa cucina( ma, in effetti, cosa non era immenso in quella casa?) e misi un po’ d’acqua a bollire, cercando le bustine per le tisane negli spartimenti.
-Possibile che i nonni di Jackson non abbiano delle cazzo di tisane?!- ringhiai con la testa completamente immersa nel mobile.
-Probabilmente berranno solo vodka.-
La voce del mio migliore amico mi prese così di sorpresa da farmi sbattere la testa contro il mobile, facendomi sibilare dal dolore.
-Scott!- dissi a denti stretti, massaggiandomi il punto appena colpito.- Che diavolo ci fai sveglio a quest’ora?-
-Non avevo sonno..- mormorò sedendosi su uno sgabello.
-Tu??- domandai sorpreso.-Colui che potrebbe seriamente andare in letargo??-
-Diciamo che non riuscivo a dormire..- sussurrò lui, tracciando dei cerchi invisibili sul tavolo.
-Scott..- sospirai dolcemente, poggiando i gomiti sul tavolo per poi prendergli le mani tra le mie.- Non è stata colpa tua.- ripetei per la millesima volta, cercando di legare i nostri sguardi.
Lui fece una smorfia, non credendo alle mie parole, ma trovò il coraggio di guardarmi in faccia.
-Lui come sta?- domandò titubante.
-Sta bene, a parte la febbre.- ammisi annuendo piano.
-LA FEBBRE??- domandò spalancando gli occhi.
-Calma,Scott.- risi alla sua preoccupazione.-E’ solo un po’ di febbre, niente che non possa passare.-
-Posso fare qualcosa? Qualsiasi cosa!- domandò sporgendosi verso di me, lo sguardo supplichevole.
-Non devi sdebitarti con nessuno.- sbuffai.
-Ok ma almeno lascia che ti aiuti! Ti prego!- supplicò giocando la carta degli occhi da cucciolo.

Odiavo quella carta.

-E va bene!- sospirai sconfitto.-Cerca quelle maledette bustine. L’acqua sta bollendo ed io non so come fargli una tisana.-
-Signorsì!- esclamò contento, accennando ad un saluto militare prima di mettersi all’opera.
 

Ovviamente non ci furono versi per convincere Scott a tornarsene a letto, così mi ritrovai in camera mia insieme al mio migliore amico che non riusciva a staccare gli occhi dalla figura ancora dormiente di Derek.
-Non me lo perdonerò mai.-sussurrò più a se stesso che a me.
-Lo so.- sospirai posando la tisana fumante sul comodino per poi sedermi accanto a lui.-Ed io passerò ogni istante della mia vita a ricordarti che non è stata colpa tua.-
-Non devi farlo se non ci credi davvero.-
-Scott, se ti avessi reputato colpevole.- dissi voltandogli il viso verso la mia direzione.-Ti avrei già preso a pugni e lo sai.- finii la frase con determinazione.-Non sarebbe la prima volta che ti prendo a pugni.-
-Lo so.- rise lui.-E devo dire che picchi come una femminuccia.-
-Ah si?- domandai sollevando un sopracciglio.-Forse è passato troppo tempo dall’ultima volta che ti ho dato un pugno, dovrei rinfrescarti la memoria.- e, detto  questo, finsi di prepararmi a dargli un pugno, indirizzando la mia mano chiusa verso il suo viso, deviando direzione all’ultimo momento per poterlo abbracciare.
Sentii la risata del mio migliore amico rimbombarmi nell’orecchio e le sue braccia avvolgermi forse fin troppo forte ma non m’importava, avrei sopportato volentieri la sordità o lo strozzamento se questo equivaleva vedere “mio fratello” felice.
-Ti ripeterò fino alla fine ciò che non è stata colpa tua, che tu ci creda o meno..- sussurrai contro la sua spalla.-Proprio come tu hai fatto con me.-
Lui rimase in silenzio per un po’ prima di sospirare contento e stringermi più forte.-Ti voglio bene.-disse a bassa voce.
-Te ne voglio anch’io.- risposi immediatamente.

Sobbalzammo quando Derek iniziò ad agitarsi nuovamente e in un attimo gli fummo accanto, Scott in piedi al lato del letto, io in ginocchio sul materasso, dall’altro lato.
-Derek.-sussurrai piano, prendendogli il viso tra le mani.-Derek, calma. Va tutto bene.-
Lui aprì a fatica gli occhi e deglutì un paio di volte, come se non riuscisse a parlare.
-Scott portagli la tisana.- dissi con calma, per non far agitare Scott, mentre aiutavo Derek a mettersi seduto.
Scott si precipitò verso il comodino, rischiando di sbatterci la faccia contro, e in un secondo fu accanto a Derek, porgendogli la bevanda calda.
Derek accettò la tazza e ringraziò Scott con un cenno della testa prima di portarsela alle labbra e prenderne un lungo sorso, lasciando che la bevanda calda gli riscaldasse la gola.
Io nel frattempo ero andato a bagnare con dell’acqua fredda un piccolo asciugamano che poi riposi sulla fronte di Derek, carezzandogli dolcemente i capelli.
-Ti senti meglio?- gli domandai quando finì di bere la tisana.
-Si, grazie.- sussurrò guardando sia me che Scott.- Che cos’ho?- domandò confuso.
-Sei serio?- gli domandai sollevando entrambe le sopracciglia.-Non hai mai sentito parlare di “febbre” ?-
-Si, certo.- borbottò imbronciandosi.-E’ solo che non ho la febbre da…quando ero piccolo.-
-Davvero??- domandai meravigliato.
-Si.- ammise con un’alzata di spalle.
-Che culo.- ringhiai frustrato.-Ed io che ormai ci ho fatto l’abbonamento.-
A quel commento sia Derek che Scott scoppiarono a ridere, facendomi imbronciare il doppio.
-Oh bravi, ridete anche delle mie disgrazie.- dissi fintamente offeso.- Ma ricordate che sono io quello che si prende cura di voi quando vi ammalate.-
-Ti ci vedo bene vestito da infermierina sexy.- mi prese in giro,Scott, facendo ridere Derek ancora più forte.
-Ahia.- si lamentò Derek, premendosi una mano sulla fronte.
-Ecco, questo è quello che ti succede quando ridi del tuo fidanzato. Ben ti sta.- dissi cacciando la lingua da ragazzo maturo qual ero.
-D’accordo io…io credo che me ne andrò a dormire, se a voi non dispiace.- disse Scott in uno sbadiglio.
-No, vai pure.- dissi sbadigliando a mia volta.-Rimango io con Derek, ovviamente.-
-Buonanotte Scott.- disse Derek.- E grazie per esserti occupato di me.-
-Tutto pur di sdebitarmi.- disse Scott facendo il giro del letto.
-Non hai niente da- provò Derek, ma Scott lo bloccò agitando una mano a mezz’aria.
-Sisi.- sbuffò sdraiandosi accanto a Derek, nel MIO lato del letto.
-Ehm..Scott?- lo chiamai quando vidi che si era addirittura messo sotto le coperte.-Che stai facendo?-
-Non è ovvio?- sentii la sua voce provenire da sotto le coperte.-Dormo.-
-Qui?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si,qui.- sbuffò.-Non lascerò Derek da solo.-
-Ma ci sono io con lui!-
-Bene, resterò qui nel caso ti servisse un aiuto.-
-SCOTT.- dissi a denti stretti.-VAI A LETTO.-
-Ci sono già.-
-NEL TUO LETTO.-
-Vacci tu.-
-Scott giuro che ti uccido.-
-Sese.-
-SCOTT IO-
-Dai, lascialo stare.- sbuffò Derek.-Se vuole stare con noi non vedo che problema ci sia.-
-Tu non devi assecondarlo!- esclamai esasperato.-Se lo assecondi, lui lo prenderà a vizio e verrà sempre a dormire con noi!-
-E allora?- domandò Derek massaggiandosi le tempie.
-Allora? Allora?? Non voglio fare un menage a troi con il mio migliore amico!-
-Ti sento.- disse Scott.
-Tu stai zitto e dormi.- ringhiai.
-Stiles non parlargli così.- mi ammonì Derek.
-Lo sai che in questo momento sembriamo una coppia sposata, vero?- domandai nervoso.
-Davvero?- domandò Derek sorridendo, sembrando felice della cosa.
-Si, io sono la mammina cattiva ed acida che cerca di educare il figlio, in questo caso interpretato da Scott, a dormire da solo e ad essere indipendente, e tu se il padre buono e gentile che gli permette di fare tutto quello che vuole, viziandolo.-
-Mi piace papà Derek, molto meglio di mamma Stiles.- disse Scott, ricevendo uno schiaffo da parte mia su quella che doveva essere la testa.
-Anche tu mi piaci come figlio,Scott.- disse Derek, sorridendo al mio sbuffo.- Ma credo che mammina sia un po’ gelosa di noi due.-
-Non sono geloso.- dissi a denti stretti, incrociando le braccia al petto.-Non ne vedo il motivo dato che tu ami SOLO ME e nessun altro.-
-Nessun altro.- ripeté Derek afferrandomi i polsi per trascinarmi verso di lui, facendomi sdraiare sul suo corpo.-Amo solo te.- sussurrò contro il mio orecchio, circondandomi la schiena con le braccia.


E fu così che mi addormentai sereno, al sicuro tra le sue braccia, il suo petto come cuscino ed il battito regolare del suo cuore come ninna nanna.

**************

Quando verso le 10.30 mi svegliai…c’erano parecchie cose che non quadravano.
Per prima cosa, non mi trovavo più sopra Derek ma al suo fianco..e la cosa non mi piacque per niente. La seconda cosa che notai fu il gran chiasso presente nella nostra camera, del tutto differente dal silenzio con cui mi ero addormentato.
Aprii un occhio ancora mezzo assonnato e sbuffai infastidito quando vidi TUTTI i miei amici in camera MIA. Che diavolo ci facevano tutti lì? Intorno a Derek?!
Con molta fatica mi issai e poggiai la schiena alla tastiera del letto per poter mettere a fuoco i visi dei miei amici e capire cosa stessero combinando.

Quello che vidi mi lasciò parecchio interdetto…

I miei amici si stavano prendendo tutti cura di Derek, ognuno a modo proprio. Le damigelle erano sedute in fila sul bordo del letto e gli stavano riempiendo la testa di pettegolezzi e di notizie sulla fanpage di facebook per poterlo distrarre, Scott lo stava imboccando e Isaac addirittura soffiava sul cucchiaio per far in modo che Derek non si scottasse! Erica invece era poggiata al muro e con una mano stava carezzando i capelli di Derek nemmeno fosse un gattino.
Per quanto riguardava gli altri, beh, erano semplicemente presenti nella stanza per dare il giusto supporto morale e per innervosirmi.

-Posso sapere che sta succedendo qui?!- domandai ad alta voce, palesando la mia presenza.
-Oh buongiorno!- esclamò Lydia, elegantemente seduta su una poltrona.-Dico io, il tuo fidanzato si ammala e tu ti addormenti?!-
In un attimo tutti gli occhi dei miei amici si posarono su di me, giudicandomi.
-Hey! Ho passato tutta la notte ad inumidire l’asciugamano ogni qual volta si asciugasse e gli ho misurato la febbre ogni cinque minuti!- esclamai a mia difesa, incrociando le braccia al petto.-Non è colpa mia se alla fine sono crollato, dato che il mio “aiutante” invece di darmi una mano si è addormentato!- esclamai squadrando il mio migliore amico che si morse il labbro inferiore con aria colpevole.
-Scusa.-  disse con aria dispiaciuta.
-Hey! Non trattare nostro figlio in questo modo!- esclamò Derek, facendo ridere tutti.
-Oh bravo! Continualo a trattare come se fosse davvero nostro figlio, così non farai altro che viziarlo il doppio.- borbottai infastidito, alzandomi dal letto per potermi chiudere in bagno e cambiarmi in santa pace.
-Fai presto, devo andare anch’io in bagno!- urlò Jackson prima che potessi chiudermi la porta alle spalle.
-Sbaglio o in questa casa ci sono diecimila bagni?? Vai nel tuo e non rompere le scatole!- dissi a denti stretti.
-Ma poi lascio Derek da solo!- sbuffò “il biondo”, facendomi boccheggiare a vuoto per un minuto buono.
-Stai scherzando, vero?!- domandai scioccato.- Ci manca solo mio padre in questa camera ed abbiamo fatto una vera e propria riunione di famiglia!-
-Chiamiamo John!- esclamò Scott, scatenando un applauso generale.
-Idioti.- sbuffai chiudendomi la porta alle spalle, non riuscendo però a trattenere un sorriso…i miei amici erano unici.

*


Alla fine dovetti lavarmi e vestirmi a tempo record, dato che Jackson non la smetteva di bussare alla porta e lagnarsi di dover andare in bagno e, quando tornai in camera mia, notai che niente era cambiato…anzi, i miei amici si erano posizionati tutti sul letto (ancora dovevo capire come facessero ad entrarci tutti), coprendomi la visuale per poter vedere come stesse Derek.


-Io vado da mio padre.- dissi ad alta voce, sollevandomi sulle punte per poter intravedere il viso del mio ragazzo.
I miei amici continuarono a parlare e a ridere tra loro, ignorandomi alla grande.
-Hey!- urlai indignato, ricevendo finalmente la loro attenzione.-Sto andando da mio padre.-dissi serio, ricevendo alzate di spalle e sopracciglia inarcate.-Potrei salutare il mio ragazzo?-sbuffai salendo sul letto, spingendoli da parte per poter arrivare a lui.-Grazie mille.- dissi a denti stretti una volta che gli fui accanto.-Torno presto.- sussurrai sulle sue labbra prima di baciarle a lungo, mettendo in quel bacio tutto l’amore che provavo per lui.
-Mi trovi qui.- sussurrò una volta separate le bocche, sorridendomi dolcemente.
-Fate i bravi e trattatemelo bene.-raccomandai ai miei amici che mi spinsero letteralmente  giù dal letto per poter riprendere a riempire di attenzioni il MIO fidanzato.

Beh, escludendo Scott e le damigelle, potevo essere sicuro di aver lasciato il mio fidanzato in buone mani e, dopo essermi girato un ultima volta verso quella dolce scena, mi chiusi la porta alle spalle lasciandomi scappare un sorriso. Se la felicità poteva essere racchiusa in un momento, molto probabilmente avrei scelto quello.

*************************************

Quando arrivai difronte casa mia e vidi la macchina di mio padre parcheggiata in mezzo al piazzale…da sola….mi si strinse leggermente il cuore. Solo il pensiero di averlo lasciato da solo per tutto quel tempo mi faceva stare male, ed era anche per quel motivo che ogni qual volta che mi perdevo a fantasticare su una vita futura con Derek, sposati e con una casa tutta nostra…non riuscivo a fare a meno di sentirmi un figlio ingrato e senza cuore. Come avrei fatto a lasciare mio padre? L’uomo che si era occupato di me, che era da sempre stato la mia roccia e il simbolo della parola “casa”, l’unica persona che mi aveva sempre difeso da tutto il male del mondo e che mi aveva fatto sentire speciale anziché diverso?
Sospirai tristemente e bussai alla porta di casa, cercando di sembrare il più tranquillo possibile per non far preoccupare il mio vecchio.
Quando però ad aprirmi fu Melissa, la mia espressione tranquilla si trasformò in una confusa…per quale motivo Melissa si trovava in casa mia? DA SOLA con mio padre??

-Stiles! Che bello vederti!- esclamò la donna con il solito sorriso tenero e materno che riusciva a scaldare qualsiasi cuore.-Entra pure!- disse facendosi da parte per lasciarmi passare.
-Ciao Mel! Grazie, sempre gentile.- le dissi in un sorriso vero, abbracciandola non appena ebbe chiuso la porta.-Come mai qui?- domandai non riuscendo a trattenere la curiosità.
-Oh..-rise imbarazzata per la domanda.-Stamattina sono andata al mercato e mentre pagavo la frutta, beh, mi è venuto in mente tuo padre…e dato che abito qui vicino…sono passata per regalargli un po’ di frutta che avevo comprato..- raccontò arrossendo, distogliendo lo sguardo dal mio.
-Hai regalato della frutta a mio padre?- domandai strabuzzando gli occhi.
-Beh, si.- ammise continuando a guardare il pavimento.- E dato che sapevo non l’avrebbe mangiata…ho preparato una macedonia e..mi stupisce dirlo ma…l’ha finita.-
-Melissa…- sussurrai scioccato, stringendola forte.-Ti dovrebbero fare santa!-
Lei rise sulla mia spalla e ricambiò l’abbraccio prima che la voce di mio padre ci interrompesse.
-Stiles? Che ci fai qui?- domandò l’uomo, avvicinandosi per potermi abbracciare anche lui.

Okay, troppi abbracci.


-Sono passato a vedere come stavi.- ammisi ammirando la figura di mio padre, sembrava stare davvero bene! Sembrava…felice.-Ma con Melissa che ti vizia e si prende cura di te, beh, credo di essermi preoccupato inutilmente.- dissi ammiccando in direzione di mio padre.

Lui sapeva cosa volessi dire, e il modo in cui finse di tossire per farmi smettere ne fu la prova.

-Credo sia meglio che vada.- disse Melissa guardando l’orologio.-Ho il turno all’ospedale e devo passare a casa per cambiarmi. Stiles, è sempre bello vederti.- disse abbottonandosi il cappotto per poi abbracciarmi ancora.-John..- disse quando fu vicino alla porta.
-Melissa, grazie per preoccuparti sempre di me.- la interruppe mio padre, il viso leggermente arrossato.- Sei sempre la benvenuta in questa casa.- finì la frase avvicinandosi leggermente a lei.

“Dai papà, baciala! Cosa stai aspettando? Baciala!” continuavo a pensare, incrociando le dita dietro la schiena.
Ma mio padre deviò direzione all’ultimo secondo, donandole un dolce e casto bacio sulla guancia, cosa che fece sbuffare me ed arrossire lei.


-E’ sempre un piacere stare in tua compagnia, John.- disse carezzandosi la guancia nel punto in cui le labbra di mio padre l’avevano sfiorata, incantandosi a guardarlo.-Beh! Ora vado! Ciao!- esclamò con voce acuta quando si accorse di essere in ritardo ed uscì di corsa dalla porta.
-Papà!- ringhiai frustrato quando chiuse la porta di casa.
-Non una parola!- mi ammonì lui puntandomi l’indice contro.
-Quando ti deciderai a baciare quella povera donna?!- Ovviamente continuai ad inferire, quell’uomo non poteva scappare per sempre dai suoi sentimenti.
-E tu quando la smetterai di impicciarti della mia vita?- domandò lui esasperato, versandosi del caffè.
-Sono tuo figlio, il tuo UNICO figlio, quindi direi…mai.- dissi con naturalezza, sedendomi a tavola, poggiando i gomiti su di essa, continuando a studiare mio padre con lo sguardo.-Sul serio, pà, quella donna è pazza di te! Non mi stupirei se avesse il tuo nome tatuato da qualche parte!-
-Stiles.-
-O un diario segreto in cui il tuo nome è scritto tipo cento volte e in vari caratteri diversi, magari dentro a dei cuoricini trafitti da adorabili freccette…-
-STILES.- sbuffò mio padre sedendosi difronte a me.-Tu vuoi che mi fidanzi con Melissa solo perché è la madre di Scott.-
-Cosa?- domandai scioccato. Davvero la pensava così?
-Così potreste davvero ritenervi fratelli.- sbuffò lui, poggiando il mento su una mano.
-Prima di tutto: Io e Scott siamo davvero fratelli, su questo non ci piove.- dissi sollevando l’indice.-Seconda cosa.- continuai alzando anche il medio per comporre il numero 2.-Melissa è forse l’unica donna con cui accetterei di condividere mio padre ed è senz’ombra di dubbio l’unica donna con cui tu potresti davvero essere felice…a parte mamma.- ci tenni a precisare, sapevo che per quanto Melissa potesse essere una donna meravigliosa, non avrebbe mai preso il posto di mamma, né l’avrebbe voluto.
-Sei così fastidioso e ficcanaso.- sospirò mio padre, passandosi stancamente le mani sul viso.
-E tu così testardo!- ringhiai.- Tu provi qualcosa per Melissa! Lo so da quando sono piccolo e vi vedo sorridere impacciati!-
-Stiles..-
-Tu non vuoi stare con lei perché hai paura di ferire i sentimenti di mamma, di rimpiazzarla. Non è così?- domandai cercando di legare i nostri sguardi.
-E’ più complicato di così..- sospirò mio padre sembrando davvero distrutto.-Quando ci siamo sposati io le ho promesso amore eterno, non posso infrangere la promessa.- parlò più a se stesso che a me.
-Papà quando ci si sposa, si dice “finché morte non vi separi” per un motivo! La morte, purtroppo, vi ha separati e mamma non vorrebbe vederti vivere il resto della tua vita da solo e lo sai.-
-Non sono solo, ci sei tu.- provò mio padre.
-Si ma io..- iniziai, bloccandomi subito dopo. Cosa avrei mai potuto dirgli? “No, io un giorno me ne andrò e ti lascerò da solo”? Anche no!-Si, hai ragione..ci sarò sempre io.- sussurrai triste, abbassando lo sguardo.
-Ti prometto che ci penserò, ok? Non preoccuparti per me, hai già il tuo ragazzo a cui pensare.-  disse mio padre, sorridendo più sereno.
-In questo momento ci sono già troppe persone a pensare a Derek.- dissi ridendo divertito.
-In che senso?- domandò mio padre confuso.
-Oh beh, lui ha preso..sai..la febbre..- iniziai, evitando accuratamente di accennare all’incidente avvenuto la sera precedente.-Ed i miei amici si stanno prendendo fin troppa cura di lui.-
-E la cosa ti infastidisce un po’, non è così?- domandò mio padre, sorridendo consapevole.
-Cosa? No! Perché mai dovrebbe infastidirmi?- domandai distogliendo lo sguardo dal suo.
-Perché a te piace prenderti cura delle persone che ami, lo fai sempre…ma ti da fastidio quando è qualcun altro a prendersi cura di loro. Ecco perché a volte rispondi male a Parrish quando mi porta il caffè o il pranzo in ufficio, ed ecco spiegato il motivo per il quale Allison all’inizio ti stava antipatica, perché era lei ad occuparsi di Scott e non più tu.-
-Forse è così..- sussurrai fissandomi le mani.- Mi piace prendermi cura dei miei cari ed ho paura di essere sostituito, che c’è di male in questo?- domandai imbronciandomi.
-C’è di male che non capisci che sei insostituibile, Stiles.- sbuffò in un sorriso mio padre.-E invece di occuparti sempre degli altri, dovresti lasciare che qualcuno si occupi di te.-
-Tipo?-
-Tipo Derek.-
-Io lo lascio sempre occuparsi di me.- borbottai.
-Ne sei sicuro?- domandò il mio vecchio, inarcando un sopracciglio.
-Si! Anzi, sai una cosa?- domandai alzandomi.- Lascerò che Derek si prenda cura di me solo quando tu darai una possibilità a Melissa!-
-Cosa? Qui non si parla di me, ragazzo, si parla di te!- sbuffò mio padre alzandosi a sua volta per potermi fronteggiare.
-Beh quando si parla di me si parla automaticamente di te, vecchio!- lo sfidai punzecchiandogli il petto con l’indice.
-E perché mai?- domandò mio padre assottigliando lo sguardo.
-Perché siamo una cosa sola.- riposi con voce seria, guardandolo però con dolcezza.
Lui rilassò le spalle e sorrise dolcemente per poi tirarmi in un abbraccio paterno.
-Affare fatto.- sussurrò ed io sorrisi, vedendo finalmente un futuro per entrambi.



*********************************

Quando tornai nel “castello” dei nonni di Jackson, il silenzio e la calma mi assalirono come un’onda, facendomi inarcare le sopracciglia.

Tutto quel silenzio e quella calma non potevano esistere se intorno vi erano i miei amici squilibrati.

Stavo giusto per salire al piano di sopra quando intravidi la luce della televisione del salotto e, con cautela, mi avviai in quella direzione, abbozzando un sorriso intenerito quando vidi tutti i miei amici nella grande sala, chi sdraiato a terra, chi seduto su una poltrona, o chi sdraiato sul divano.
Quando mi avvicinai maggiormente mi resi conto che stavano tutti quanti dormendo beatemente…tutti tranne Derek.
-Hey, ti stavo aspettando.- bisbigliò sorridendomi.
-Che cos’è successo qui?- domandai piano, ponendomi dietro al divano per potermi chinare in avanti e baciarlo dolcemente.
-Lydia ha avuto la brillante idea di vedere “Le pagine della nostra vita” e…questo è stato il risultato.-
-Film pesante,eh?- domandai ridendo.
-Mai pesante quanto Scott.- ironizzò Derek, spostando lo sguardo sul mio migliore amico per metà sdraiato su di lui, la bocca aperta che rendeva la sua espressione ancora più ebete.
-…la febbre?- domandai dopo aver riso a quella scena.
-Passata.- rispose sorridendo soddisfatto.
-Come ti senti?-
-Benissimo.-
-…ti va di venire in un posto con me?- domandai dopo un attimo di esitazione.
-Adesso?- domandò perplesso.
-Si.-
-…okay.-

Lo baciai con foga un’altra volta, dopodiché lo aiutai a liberarsi dal peso di Scott e lo condussi verso la porta di casa.

-E ai tuoi amici non diciamo niente?- domandò titubante.
-Ho lasciato un post-it attaccato al frigo.- dissi tirandolo verso l’esterno.
-E che hai scritto?- domandò sorridendo.
-“Siamo andati a scopare da qualche parte, non cercateci. Sterek.”-
-Cosa?!- domandò incredulo prima di scoppiare a ridere, subito seguito da me.-Dio, spero che il primo a leggerlo sia Jackson!- esclamò tra le risate, facendomi ridere ancora più forte.


***

Non mi stupii quando vidi l’espressione confusa di Derek dato che avevo appena parcheggiato  davanti al cimitero.

-C’è una persona a cui vorrei presentarti..- mormorai scendendo dalla macchina, prendendolo per mano non appena fu sceso anche lui.
In un confortante silenzio ci avviammo verso l’interno del cimitero, quel posto ormai lo conoscevo a memoria tante erano le volte che vi ci ero recato, e quello lo si poteva vedere anche dalle numerose persone che mi salutavano non appena incrociassi il loro sguardo, anche loro, come me, andavano spesso in quel posto per trovare una persona cara.
Svoltammo a destra fino a raggiungere un immenso giardino costellato da un centinaio di lapidi, il loro biancore spiccava nel verde dell’erba come facevano le margherite in primavera, solo che il loro bianco era triste e freddo come il marmo di cui erano composte. E proprio alla diciassettesima fila, la quinta lapida a partire da destra, proprio lì vi era quella di mia madre.
Camminai mano per mano con Derek fino a raggiungerla e, senza dire neanche una parola, mi ci inginocchiai davanti e sorrisi alla foto che raffigurava il viso splendente e sorridente di mia madre.
-Ciao mamma.- sussurrai piano.- Scusa se non sono venuto questa settimana,  avevo delle cose da fare.- mi giustificai, lo facevo sempre quando non andavo a trovarla.-Però per farmi perdonare ti ho portato una persona.- dissi in un sorriso, vedendo con la coda dell’occhio Derek inginocchiarsi accanto a me.-Mamma…lui è Derek, il mio non più finto ragazzo. Derek, lei è mia madre, la sola ed unica Claudia Stilinksi.-
-E’ davvero un piacere conoscerla.- sussurrò Derek sorridendo alla foto.- Non vedevo l’ora di conoscerla e di poterla così ringraziare.-
-Ringraziare?- domandai inarcando un sopracciglio.
-Si, ringraziare.- mi fece eco, lui, continuando a fissare la foto di mia madre.- La ringrazio con tutto il cuore per aver dato vita alla creatura straordinaria che è vostro figlio. Vorrei tanto prometterle di renderlo sempre felice ma purtroppo non posso farlo…però posso prometterle che farò del mio meglio affinché non gli manchi mai niente, prometto che sarò sempre pronto ad ascoltarlo e a strappargli un sorriso, prometto anche che farò qualunque cosa pur di  proteggerlo sempre. Ha la mia parola,Claudia, amerò suo figlio con tutto me stesso fino alla fine della mia vita, così come ha fatto lei.-
Le sue parole mi resero così felice da riuscire a commuovermi, ed io ero una persona che non si commuoveva MAI.
Lo osservai con gli occhi lucidi mentre spolverava la foto di mia madre e spostava i fiori dove c’era il sole, gesto che facevo sempre io perché al sole sarebbero sbocciati più velocemente e sarebbero stati ancora più belli.
-Che c’è?- domandò quando si accorse che lo stavo fissando.-Così sbocceranno prima e saranno più belli.- si giustificò, sorprendendomi ancora di più.
-Così ho sentito dire…-sussurrai sorridendogli dolcemente.

E fu proprio in quel momento che realizzai quanto fossi stato fortunato nell’incontrare una persona meravigliosa come Derek, a volte era così perfetto che arrivavo davvero a chiedermi se non fosse tutto frutto della mia immaginazione, se tutta questa settimana non fosse stata altro che un sogno, un bellissimo sogno in cui trovavo in una persona la felicità, in cui trovavo finalmente il mio posto nel mondo…

Nella mia vita non ero mai stato sicuro di niente, ma in quel momento di una cosa ero certo:


Ero pronto per far farmi prendere cura da Derek.


***************************************************

E fu proprio a causa di quella consapevolezza che, una volta usciti dal cimitero, invece di svoltare verso la casa dei nonni di Jackson, continuai dritto, sorridendo allo sguardo confuso del mio ragazzo.
-Dove stiamo andando?- domandò subito dopo.
-Come siamo curiosi..-canticchiai ghignando.
-Non sono curioso, sono preoccupato.- sbuffò lui.- Hai un’aria inquietante.-
-Ma davvero?- domandai aumentando il mio ghigno.-Che strano, eppure le mie intenzioni sono del tutto nobili!- esclamai prima di liberarmi in una falsissima risata malefica, ricevendo il miglior risultato possibile: La risata di Derek.
-Sei proprio scemo.- rise lui, già più rilassato.
-Ti sto portando in uno dei posti più importanti della mia infanzia, non ci metto piede da un sacco di tempo.- lo informai alla fine, carezzando il dorso della sua mano con il pollice…gesto che ormai facevo sempre.
-E ci vuoi andare con me perché..?- domandò lentamente, studiandomi con attenzione.
-Perché prima al cimitero ho capito una cosa che mi ha dato la giusta spinta per prendere questa decisione.- rimasi sul vago non volendo spifferare già i miei piani.
-Oh, grazie per questa risposta chiara e dettagliata..ho capito tutto.- disse sarcasticamente facendomi ridere.


Dopo qualche minuto fermai la mia macchina ai margini di una strada isolata e senza uscita,  con il bosco in entrambi i lati.
Scesi dalla macchina, imitato da Derek che si limitava a guardarsi intorno con aria confusa ma questa volta non chiese nessuna spiegazione, decidendo di fidarsi di me.
Lo presi per mano e lo condussi verso destra, verso la vegetazione. Ma non riuscii a fare nemmeno tre passi che fui tirato indietro dal peso di Derek che si era bloccato, scrutandomi con preoccupazione.
-Sei sicuro di voler attraversare il bosco?- domandò cauto.
Sorrisi nel vedere quanto si preoccupasse di me, in effetti il bosco mi infondeva ancora un senso di inquietudine ma sapevo anche che non avevo niente da temere finché avessi avuto lui al mio fianco.
-Si, sono sicuro. Non preoccuparti, ho fatto questa strada tante volte ed il posto che dobbiamo raggiungere non si trova proprio al centro del bosco.-lo tranquillizzai, riprendendo a camminare.

Rischiai di inciampare parecchie volte ma per mia fortuna Derek ed i suoi formidabili riflessi erano sempre pronti a non far spiaccicare la mia faccia a terra, e andai per la prima volta fiero della mia goffaggine quando vedevo l’effetto che faceva su Derek, da  una parte lo rendeva superattento ai miei movimenti, i suoi occhi, infatti, non si staccavano un secondo da me per paura che potessi farmi male, dall’altra parte, invece, ogni qual volta inciampassi o imprecassi a denti stretti, lui si divertiva. Ebbene si, Derek mi trovava divertente anche in quello. Buon per me.
Sobbalzai quando sentii le sue braccia avvolgermi da dietro ed il suo fiato contro il mio collo.
-Sei proprio un imbranato.- sbuffò contro il mio orecchio prima di mordicchiarmi il lobo con delicatezza.
-Tu dici?- domandai sorridendo, camminando in sincronia con lui che non sciolse l’abbraccio.-Chi ti dice che non stia fingendo di inciampare?-
-E perché mai dovresti farlo?-
-Così tu puoi afferrarmi o abbracciarmi.-
-Ma questo posso farlo sempre.-
-Mmm..e cosa te lo fa pensare?- scherzai, ridendo al suo piccolo ringhio.
-Il fatto che sono il tuo ragazzo.-
-Ah! Giusto!- esclamai colpendomi la fronte.-Adesso siamo fidanzati per davvero!-
-Già, vedi di non dimenticarlo più.- sbuffò abbracciandomi ancora più forte.
-Tu vedi di ricordarmelo ogni giorno.- dissi ponendo le mani sulle sue.

Qualche passo più tardi mi bloccai di colpo, sentendo Derek imprecare mentre quasi mi cadeva addosso.
-Stiles!- sbuffò scocciato mentre io me la ridevo.-Si può sapere perché ti sei fermato?- domandò.
-Perché siamo arrivati, scemo.- risi indicandogli la casetta di legno davanti ai nostri occhi.-Tadaaan!- esclamai allargando le braccia, sorridendo alla faccia scioccata di Derek.
-Questa è…-
-La casa nel bosco del vecchio Gale, si. Non ti avevo detto che, alla sua morte, aveva deciso di intestarla a me.-





-Wow..è bellissima.- sussurrò avvicinandovisi con cautela.
-E devi vedere all’interno!- esclamai saltellando entusiasta.-Questa casa è stata il mio rifugio per moltissimo tempo, ma un giorno i ricordi mi hanno assalito di colpo, facendomi prendere la decisione di non recarvici più.-
-E hai deciso di ritornarci adesso, con me.- disse con gli occhi ancora fissi sulla casa.
-Si.-
-E non vuoi dirmi il motivo.-
-No.-
Lui sospirò rassegnato e, con grande pazienza, si lasciò spingere verso l’interno della casa, dandomi ancora più soddisfazione con la sua espressione sempre più meravigliata.
L’interno della casa, infatti, era ancora più bello dell’esterno. Il legno pregiato con il quale Gale l’aveva costruita, infatti, dava alla casa un colore caldo ed accogliente dalle varie sfumature marrone. Non appena si varcava la soglia di casa, alla destra vi era un immenso letto matrimoniale ricoperto da un piumone marrone scuro, con ai lati dei comodini muniti che sorreggevano due lampade ad olio, difronte al letto, quindi alla propria sinistra, vi era un camino con al disopra di esso, delle teste di falci (ovviamente finte, Gale era molto animalista), se si avanzava ci si imbatteva in una piccola cucina munita, ovviamente, di un forno a legna, e nei pressi di questa cucina vi era un piccolo tavolino di legno circondato da sedie composte dello stesso materiale.
Nella parete di sinistra, accanto ad una grande finestra nascosta dalle tende vi era la porta che conduceva ad un piccolo bagno munito di doccia, gabinetto e lavandino. Io amavo quella casa, era l’unico luogo capace di infondermi sicurezza e calore.

-Non è molto grande ed attrezzata, non ho la minima idea di come Gale abbia fatto a viverci così a lungo, ma potremmo passare la notte qui…che ne dici?- domandai titubante, morendomi il labbro inferiore.
-Certo.- rispose immediatamente, sorridendo in mia direzione.
-Davvero??- domandai incredulo.-Ti va bene dormire qui?-
-Si.- rispose aggrottando le sopracciglia.-Perché non dovrebbe andarmi bene, scusa?-
-Beh, visto che sei di New York, ho pensato che magari non ti piacesse stare in case di…ecco…piccolo spessore.- balbettai gesticolando animatamente.
Lui mi guardò negli occhi per un lungo istante, il viso serio ed inespressivo, ed io temetti di averlo offeso e maledissi la mia linguaccia….
Ma ovviamente Derek era un bastardo. Un bastardo che si divertiva a farmi venire un infarto.

E stavo dicendo questo perché, il mio caro fidanzatino, era appena scoppiato in una grossissima risata che lo portò quasi a doversi asciugare le lacrime.

-Dio, la tua faccia! Potevo davvero leggere la paura sulla tua faccia!- esclamò tra le risate, facendomi sbuffare.
-Ti piace ridere di me,eh?- domandai incrociando le braccia al petto.-Rideresti ancora se ti ordinassi di andare a prendere la legna dietro la casa e di accendere il camino?- domandai poi, ghignando alla sua espressione scioccata.
-Ti odio.- sbuffò dirigendosi verso l’esterno della casa.
-Sei credibile quanto la tintura di Jackson.- lo presi in giro, dandogli una pacca giocosa sul sedere, sorridendo alla sua risata.



*

Nel frattempo che Derek sistemava la legna ed accendeva il camino, io mi sedetti sul letto alle sue spalle, rimbalzando sul materasso, facendolo cigolare.
Sentendo quel rumore, Derek si voltò lentamente verso di me con un sopracciglio inarcato.
-Cosa?- domandai mal trattenendo un sorriso divertito.-Sto testando il materasso!-
-Lo vedo..- disse scuotendo leggermente la testa, riuscendo finalmente ad accendere il camino, raggiungendomi subito dopo.
-Papà non mi lasciava mai dormire qui la notte, però ci ho dormito di pomeriggio e ti posso garantire che, per quanto non possa sembrare, in realtà questo materasso è comodissimo.-
-Buono a sapersi.- sospirò sdraiandovici sopra, gli occhi fissi sul soffitto.

Mentre i miei occhi, ovviamente, erano fissi su di lui, passando da una parte all’altra del suo corpo con avarizia e lussuria.

Ebbene si, avevo portato Derek in quel posto perché era lì che avrei voluto perdere la mia verginità, lo avevo deciso a sedici anni, ripromettendomi di farlo solo quando e se avessi trovato la persona giusta.
Ed era proprio quello che avevo sentito guardando Derek prendersi cura dei fiori di mia madre. Derek era la mia persona giusta. Ed era a lui che volevo regalare l’unica cosa(a parte il cuore) che si poteva donare soltanto ad una persona nella vita: la verginità.

I miei occhi si fissarono su una porzione di pelle scoperta, guardandola così intensamente da poterla quasi trafiggere. Nello sdraiarsi, infatti, Derek non si era accorto che la sua maglia si era leggermente alzata, lasciando scoperta la pelle sottostante all’ombelico, lasciando intravedere il sentiero di peli che portava proprio lì, sotto il jeans e sotto l’elastico dei boxer, proprio lì dove volevo toccare.

Prima che me ne rendessi conto, mi sdraiai su di lui, facendo combaciare alla perfezione i nostri corpi, e presi a baciargli la fronte con dolcezza e delicatezza, facendo poi scendere le labbra sul suo naso ed infine sulle sue labbra.

Labbra che erano già separate per me, per permettere alla mia lingua di entrare nella sua bocca e di esplorarla con lentezza e di trovare e di intrecciarsi con la propria gemella.
Le mani di Derek corsero ai lati del mio viso, premendolo di più contro il suo, e in poco tempo il bacio da casto si trasformò in qualcosa di più urgente, di più rude e passionale.
Staccai la bocca dalla sua respirando forte in cerca d’aria, e scesi a lambirgli il collo con piccoli succhiotti, sentendo la pelle sotto le mie labbra divenire bollente.
Gemetti quando sentii le mani di Derek scendere lentamente sulla mia schiena, fermandosi poco sopra i miei glutei.
Non soddisfatto, chiusi le dita intorno al suo polso e trascinai la sua mano sul mio sedere, incitandolo affinché mi palpasse.

-Stiles…-mi chiamò con voce roca, facendomi gemere ancora di più contro il suo collo.-Stiles.- disse poi con più fermezza, prendendomi il viso fra le mani per potermi guardare negli occhi.-Sei sicuro?- domandò piano.-Non abbiamo fretta, non sei obbligato a farlo se non ti senti pronto.-
Sorrisi dolcemente alle sue parole ed avvicinai il viso al suo, mordendogli delicatamente il labbro inferiore.
-Ti amo.- sussurrai sulle sue labbra.-E ti voglio. Qui e adesso.-
-Ti amo anch’io..- sussurrò lui.-E non hai la minima idea di quanto ti desideri.- quasi si lamentò.
-Dimostramelo.- lo sfidai sorridendo maliziosamente, facendolo sorridere divertito.

Cacciai un urletto spaventato quando lui capovolse improvvisamente le posizioni, bloccandomi i polsi ai lati della testa, immobilizzandomi sotto il suo peso, ghignando da bastardo qual era.
-Dereek.-supplicai sollevando il bacino per poterlo strusciare contro il suo, ringhiando frustrato quando lo vidi sollevare il suo per poterlo allontanare dal mio.-Ti odio!- sbuffai imbronciandomi.-Sei così dannatamente antipa-Mhpf!- lui zittì le mie proteste riprendendo a baciarmi con voracità e con desiderio, spingendo a sorpresa il bacino contro il mio facendomi gemere forte dentro la sua bocca.
Dopo alcuni secondi che a me parvero ore, finalmente lasciò andare i miei  polsi ed insieme iniziammo a spogliarci, baciando ogni lembo di pelle appena scoperta.

Quando finalmente ebbi il suo petto nudo a mia portata, le mie labbra corsero a baciare e succhiare avidamente un capezzolo, strappando a Derek un gemito strozzato.
Lo torturai delicatamente con i denti e ci giocai con la lingua, muovendolo a destra e sinistra, finché Derek non mi arpionò i capelli e mi fece inclinare il collo di lato, prendendo a succhiare e a leccare la sensibile porzione di pelle poco sotto l’orecchio, facendomi ansimare pesantemente.

Quando poi tirò con forza gli elastici del mio jeans, facendomi cadere all’indietro, capii che non avrei resistito a lungo.
Sollevai ed allargai le gambe per lasciarmi spogliare, leggendo il desiderio bruciare negli occhi di Derek che tuffò le mani sul bottone dei miei pantaloni, sbottonandoli con facilità per poi afferrarli e farli scivolare lentamente verso il basso, insieme alla mia biancheria, liberando la mia erezione dalla stoffa soffocante, strappandomi un sospiro.
Lo vidi allungare una mano verso la mia erezione e in un attimo gliela bloccai, incenerendolo con uno sguardo.
-Cosa?- domandò confuso e preoccupato dalla mia reazione.
-Non osare toccarmi con indosso ancora i pantaloni.-
-Sul serio?- sbuffò sorridendo divertito.
-Sono serissimo.- dissi con sguardo serio, allungando le mani per potergli sbottonare i pantaloni.
Derek cercò di trattenere una risata e si lasciò spogliare dal bravo fidanzato qual era ed il suo sorriso aumentò quando vide la mia espressione nel vederlo FINALMENTE nudo.
-Va tutto bene?- mi prese in giro, notando che ero ancora incantato a contemplare il suo corpo.
-No, aspetta.- balbettai allungando una mano verso il suo petto, carezzandogli delicatamente un pettorale per poi scendere a tastargli gli addominali.-Ok, adesso che ho verificato di non stare sognando, possiamo andare avanti.- dissi con il fiato corto, incrociando le braccia dietro al suo collo, trascinandolo giù con me.
Lui rise di gusto ed il suo viso splendette di felicità mentre scuoteva la testa divertito, strofinando volutamente il proprio naso con il mio, guardandomi in quel modo unico, come se fossi la cosa più bella del mondo.
-Ti amo.- gli dissi prima di baciarlo dolcemente.-Ti prego, fa l’amore con me.- lo supplicai mordendomi il labbro inferiore.

Lui non disse niente, non rispose, ma riprese a baciarmi con ancora più foga di prima ed io non potei esserne più felice.  
Eravamo nudi, uno sopra l’altro, e la sensazione che provavo nel sentire le nostri pelli collidere alla perfezione nonostante la differenza dei nostri corpi, era indescrivibile. Ansimavo e mi strusciavo freneticamente contro di lui, incrociando le gambe intorno alla sua vita per poterlo sentire più vicino possibile, non m’importava se tutto quel tenersi stretti faceva male, avrei sopportato quel dolore per il resto della mia vita, non c’era assolutamente altro posto o modo in cui volessi stare.

Cacciai un piccolo ringhio frustrato e gli morsi con finta rabbia il labbro inferiore quando cercai di fermare la sua mano che stava carezzando sempre più velocemente la mia erezione e vidi che lui non mi ascoltava, continuando a masturbarmi con sempre più forza, sbuffando piccole risate.
-Non resisterò a lungo.- dissi a denti stretti.-Scopami adesso o ti costringerò a farlo.-
Lui inarcò le sopracciglia con fare meravigliato.-Questa si che è una minaccia allettante.-
-Derek, davvero..- lo supplicai.
-D’accordo, la smetto di fare il coglione.- sussurrò fermando le proprie carezze, riprendendo a baciarmi per farsi perdonare.
-Finalmente.- sospirai sorridendo.
Sapevo esattamente perché stesse facendo tutte quelle “coglionate”, mi vedeva teso e stava cercando in tutti i modi di mettermi a mio agio e di farmi rilassare, non sapendo che più faceva così, più lo desideravo.

-In questa casetta sperduta nel nulla è possibile trovarvi un lubrificante?- domandò guardandosi intorno con fare circospetto, facendomi ridere.
-No, ma puoi trovarlo qui.- sussurrai con voce roca, prendendogli una mano. Gli feci abbassare tutte le dita tranne l’indice ed il medio e me li portai lentamente all’interno della bocca, avvolgendogli intorno la lingua mentre le succhiavo con voluta malizia.
-Dio,Stiles.- sospirò osservando attentamente e con lussuria ogni mio singolo movimento.-E pensare che quando ti ho conosciuto bastava soltanto accennare alla parola “sesso” per farti arrossire.-
Quando ebbi lubrificato abbastanza le dita, le tolsi lentamente dalla mia bocca e gli sorrisi mordendomi il labbro inferiore.-Sei tu che mi hai portato sulla cattiva strada,Hale.-
-Mmm, mi piace quando dici solo il mio cognome. Fa molto da…-
-Sceriffo? Come mio padre?-
-Ti prego, non nominare tuo padre mentre stiamo per fare l’amore.- mi supplicò ed io risi di gusto.

Ormai avevo capito che avremmo fatto questo fino alla fine. Avremmo fatto l’amore alternando risate e gemiti. Non potevo chiedere di meglio.
Lo vidi inginocchiarsi meglio in mezzo alle mie gambe e condurre la mano verso il basso, proprio dove si trovava la mia apertura.
Allargai le gambe il più possibile e sorrisi quando vidi Derek prendere un respiro profondo ed inchiodare gli occhi ai miei.
-Sicuro sicuro? Sei ancora in tempo per ritrattare.-
-Derek, per favore! Ficca quelle dannatissime dita nel mio cu-AH!- gemetti di dolore quando sentii il primo dito entrare.-CAZZO.- dissi a denti sretti.
-Scusa.- sussurrò mordendosi il labbro inferiore.
-No, perché ti stai scusando?- domandai arpionando le lenzuola mentre sentivo il dito muoversi dentro me.-E’ normale che all’inizio-CAZZO- faccia male ma-PORCA PUTTA..-va tutto bene, davvero.- cercai di tranquillizzarlo, intenerendomi difronte alla consapevolezza che, nonostante fosse la mia prima volta, Derek sembrava essere quello più nervoso.
-E’ solo che non sono mai stato la prima volta di nessuno e non so se quello che faccio è giusto per un…-
-Non dire la parola con la “V” o giuro che ti uccido con ancora le tue dita in-OH!- gemetti di dolore quando sentii anche il secondo dito, il dolore che aumentava sempre di più.
Ansimai quando sentii la sua mano libera riprendere a masturbarmi e, sebbene avessi detto di non voler venire subito, gli fui grato perché grazie a quelle lente carezze, stavo riuscendo a rilassarmi e a non pensare troppo al dolore.
Gli fui ancora più grato quando si abbassò su di me per poter riprendere a baciarmi e a sussurrarmi rassicurazioni ogni qual volta le nostre labbra si separavano.
-Sei bellissimo.- sussurrò contro la mia guancia prima di baciarla.-Davvero bellissimo.- sussurrò contro il mio naso prima di baciarlo.-Ti amo così tanto.- sussurrò questa volta contro la mia fronte, baciando anche quella.

Senza nemmeno rendermene conto, mi ero sciolto del tutto ai suoi tocchi che adesso più che dolorosi, mi creavano una strana sensazione all’altezza dello stomaco, facendolo formicolare in modo piacevole.
-Mmmh Derek.- ansimai arpionandogli i capelli per poter far riscontrare le nostre labbra.-Continua così.- lo incitai.
-Ti piace?- ansimò contro di me, scavando con le sue dita sempre più in fondo.
-Mhmh.- mormorai mordendomi il labbro inferiore, chiudendo gli occhi.-Sento che ci sei quasi.-
A quelle parole, le dita di Derek insistettero in quel punto preciso e, dopo qualche secondo, raggiunsero la mia prostata, facendomi urlare dal piacere tanto da farmi inarcare la schiena.
-SI! OH SI!- ansimai spingendomi di più contro le sue dita.-ANCORA!-
Derek accontentò subito le mie richieste e, senza che nemmeno me ne rendessi conto, infilò anche il terzo dito subito seguito dal quarto e continuò quella dolce tortura, finché non invocai di più.
-Aspetta che ti prepari un altro po’.-
-NO.- ansimai.-Voglio di più.- protestai mordicchiandogli il mento.
-Non puoi proprio resistere per altri pochi minuti?- provò, sospirando al mio sguardo inceneritore.-D’accordo.- disse sfilando le dita, facendomi mugugnare triste per la perdita.

Gemetti di aspettativa quando mi afferrò le gambe e mi trascinò più vicino a sé, facendomi scivolare verso il basso contro il materasso. Gli carezzai con dolcezza un braccio per rassicurarlo mentre stava indirizzando la propria erezione dentro di me, ma quando sentii la punta entrare ed i primi segni di dolore, le mie carezze divennero leggeri graffi.
-Respira.- mi consigliò con dolcezza, riprendendo a masturbarmi.
-Continua.-dissi io con gli occhi serrati e la voce spezzata.-Non fermarti finché non è entrato tutto.-
Questa volta non replicò, ormai aveva capito che con me era inutile, era così che l’avevo sempre immaginato…era così che volevo farlo.

Fu più doloroso e difficile di quanto pensassi. Il tempo pareva non passare mai, così come l’agonia.
-E’ entrato tutto?- la mia voce uscì così distorta da sembrare quella di un altro.
-Non ancora.- la voce di Derek invece sembrava sforzata ed io sapevo che era difficile anche per lui. Sapevo che era difficile resistere alla tentazione di spingere velocemente e lasciarsi andare, e sapevo che per lui era ancora più difficile non preoccuparsi dinnanzi alla mia sofferenza.
-Perché dovevi essere così ben dotato?!- cercai di sdrammatizzare, strappandogli una risata ansante.
-Voglio proprio vedere se alla fine la penserai allo stesso modo.- mi sfidò, gemendo forte quando fu entrato del tutto, rimanendo immobile per un bel po’.

Era evidente che stesse aspettando un mio cenno, un mio “ok”, un mio “vai! Scopami!” ma…cazzo, faceva troppo male anche solo parlare!
-Stiles, ti prego apri gli occhi.- mi supplicò poggiando la fronte sulla mia.
A fatica aprii gli occhi, notando che la mia vista era appannata…delle lacrime erano sfuggite al mio controllo, lacrime che Derek eliminò immediatamente alla sua vista, carezzandomi le guance.
Non mi ero nemmeno accorto di essermi arpionato alle sue spalle, infilandogli le unghie fin dentro la pelle.
-Scusa.- mormorai allentando la presa.
-Va tutto bene.- mormorò con voce ansante, mordendosi il labbro inferiore.-Dimmi tu quando posso iniziare a muovermi, non c’è fretta.-

Stava mentendo, sapevo che stava mentendo. Potevo leggergli negli occhi la voglia che aveva di spingere, ma lui avrebbe resistito, avrebbe sopportato di tutto per me. Ed io ero pronto a ricambiare.
Fu per questo che, anche se non mi sentivo pronto, gli feci un cenno con la testa e gli mostrai lo sguardo più determinato del mio repertorio.
Derek iniziò a spingere e, se mi aspettavo che le prime spinte sarebbero state forti e rudi, beh, dovetti ricredermi. Derek si spinse contro di me lentamente e con una dolcezza inaudita, baciandomi con così tanto amore che per poco non mi misi a piangere per la commozione.
Non potevo credere di essere lì, insieme a lui, nella casa dove avevo progettato di perdere la verginità, nel letto in cui a sedici anni avevo fantasticato su come sarebbe stato fare l’amore per la prima volta.

Non mi ero mai sentito così. Già sentirsi dire “Ti amo” da qualcuno era una sensazione che ti toglie il fiato ogni qual volta ci pensassi,  ma addirittura sapere che quella persona ti desidera, che ti vuole così tanto e ti ama così tanto da mettere TE al posto di qualsiasi altra cosa, TE prima di tutto, TE come unico tutto…era davvero indescrivibile.
E Derek, oh..Derek…Derek era quel tipo di persona che riusciva ad amarti dandoti tutto se stesso, eliminando con un solo tocco o semplicemente con uno sguardo tutti i dubbi e le preoccupazioni.

-AH! DEREK!- urlai dal piacere quando toccò la mia prostata, facendomi impazzire dal piacere.
-STILES.- gemette lui,  abbassandosi per potermi baciare.
 Ricambiai immediatamente il bacio e lo strinsi il più possibile a me, soffocandolo in una stretta fatta di braccia e gambe.

-TI-AH!-TI AMO.- ansimai prendendogli il viso tra le mani.-Ti prego, non lasciarmi mai.-
Lui girò il viso di lato e mi baciò entrambe le mani.-Mai.- ansimò per poi riempirmi di baci, scandendo un “MAI” ad ogni bacio.
Intanto le spinte si erano fatte sempre più forti e veloci, ed anch’io avevo iniziato a spingere verso il basso per poterle accogliere nel miglior modo possibile, gemendo sempre più forte.
 
Derek mi stava donando una prima volta da favola,  ed io volevo ricambiare. Volevo che quella fosse la prima volta anche per lui, volevo che fosse la prima volta in cui  faceva l’amore al posto del solito sesso freddo e senza sentimento.
Ragion per cui pressai le mani contro il suo petto, allontanandolo da me con molta fatica dato che ero già senza forze.
Lui mi guardò confuso ma mi lasciò fare, lasciandosi spingere finché non si trovò seduto con le gambe rivolte verso di me. I suoi occhi cercarono i miei e, una volta trovati, non li lasciarono nemmeno per un secondo. Lo fissai leggermente imbarazzato, mordicchiandomi il labbro inferiore.
-Voglio provare una cosa.- sussurrai gattonando verso di lui, infilandogli le mani tra i capelli mentre lentamente mi sedevo sulla sua erezione, il dolore provato all’inizio del tutto scomparso.

Lui sorrise capendo le mie intenzioni e posò le mani sui miei fianchi, facendole poi scivolare dietro la mia schiena, carezzandola con lentezza e dolcezza.
Non appena ebbi accolto tutta l’erezione di Derek, presi a baciarlo appassionatamente mentre ondeggiavo avanti e indietro e mi alzavo ed abbassavo ripetutamente, sorridendo all’aumentare dei suoi gemiti.

-Sei fantastico.- ansimò Derek chiudendo gli occhi quando aumentai il ritmo.-Dio se sei fantastico.-
Cercai di rispondere ma il piacere era così immenso da eliminare ogni filo logico nel mio cervello, per un attimo mi dimenticai persino il mio nome,anzi, dimenticai qualsiasi nome conoscessi fino a quel momento, ricordandone solo uno:
-Derek!- il suo nome uscì dalla mia bocca come un’imprecazione.-Sto…Sto per…-
-Anch’io.- gemette lui, afferrandomi più saldamente per i fianchi per poter spingere ancora più a fondo.
-Derek,Derek,Derek..- cantilenai con la voce che si incrinava ad ogni spinta più forte delle altre.
-Stiles, oh Stiles..- gemette Derek, posando la fronte contro la mia.

Prima che entrambi raggiungessimo l’orgasmo, portai le nostre bocche ad incollarsi e ad assaporarsi in un bacio sempre più confusionario e disperato.
Venimmo quasi nello stesso momento, ognuno inghiottendo i gemiti dell’altro.


ERA STATO BELLISSIMO.

Respirammo pesantemente uno contro l’altro, io ancora in braccio a lui, le mani tremanti per l’emozione che gli carezzavano dolcemente i capelli, mentre le sue disegnavano piccoli cerchi dietro la mia schiena.
-Stai bene?- Derek fu il primo ad aprire gli occhi e a parlare.
-Mai stato meglio.- risposi con voce roca, aprendo a fatica gli occhi, sorridendo alla vista magnifica che era il viso di Derek leggermente luccicante per il velo di sudore, i capelli attaccati sulla fronte e gli occhi stanchi ma luminosi come sempre, forse anche di più.
-Sicuro?- domandò ricalcando con il pollice il profilo del mio zigomo sinistro.
-Si.- dissi in una piccola risata, baciandolo con delicatezza.-Sono solo..stanco.- finii la frase sbadigliandogli poco elegantemente in faccia.
Lui arricciò il naso e  sorrise, rivolgendomi uno sguardo intenerito e pressò delicatamente una mano sul mio petto facendomi distendere di schiena sul letto.
-Dormi.- sussurrò contro la mia tempia, baciandola.
-Mhhm mi devo prima..pulire.- mormorai con gli occhi chiusi, già mezzo addormentato.
-Ci penso io, tu dormi.- la voce di Derek mi arrivò lontana ed ovattata, segno che stavo definitivamente andando tra le braccia di Morfeo.
-Poi però vieni qui.- mormorai indicando alla cieca il posto accanto a me.
-D’accordo, buonanotte amore.- sentì Derek dirmi in una piccola risata.
-Mmm’notte.-

*********

Quando aprii gli occhi mi ci vollero un paio di minuti per collegare il tutto e per ricordarmi dove mi trovassi, con chi mi trovassi e soprattutto COSA avessi fatto.

Perché…lo avevo fatto, giusto?

Con il cuore a mille ed i tremiti per la preoccupazione mi voltai dall’altra parte, trattenendo il respiro.
Respiro che lasciai andare insieme ad un sorriso quando vidi il viso angelico ed addormentato di Derek, disteso NUDO accanto a me e con un braccio intorno alla mia vita.
Non era stato un sogno. Era successo davvero. Non ero più vergine. Avevo fatto finalmente l’amore. Avevo fatto l’amore con il mio ragazzo. Avevo fatto l’amore con Derek.

Sorrisi ancora, non riuscendo a smettere e mi avvicinai maggiormente a Derek, lasciandogli piccoli baci sul viso, ridacchiando ai suoi sbuffi nel sonno.

-Stiles.- borbottò aprendo appena un occhio.-Cosa c’è?-
-Niente, scusa. Torna a dormire.- sorrisi continuando però a tempestarlo di baci.
-Dormi anche tu.- sbuffò spingendomi giocosamente così da farmi voltare nuovamente verso la finestra da dove filtravano i raggi di luna, illuminando l’intera casa di un blu scuro.
-Solo se mi dici una cosa.- borbottai fingendomi imbronciato.

Derek mi lesse nel pensiero (come faceva sempre) e si avvicinò a me, stringendomi forte.

-Ti amo.- sussurrò contro la mia nuca, strappandomi un sorriso.
-Ti amo anch’io.-




-Si ma ora fammi dormire.-
-Bruto di un sourwolf!-






















LO SO, SONO INPERDONABILE. SONO IN UN RITARDO MOSTRUOSO ED IN PIU’ HO APPENA LETTO I MESSAGGI PIENI DI SUPPLICHE CHE MI AVETE MANDATO…
MI DISPIACE COSI’ TANTO DI AVERVI FATTO ATTENDERE UN’ETERNITA’…MA PURTROPPO QUESTO E’ IL MIO ULTIMO ANNO ED HO CONCENTRATO TUTTE LE MIE ATTENZIONI SULLA TESINA CHE MI STA LETTERALMENTE FACENDO SPUTARE SANGUE, TANTO CHE MI STA UCCIDENDO! :(
SPERO CHE NON ME NE VOGLIATE E CHE CON QUESTO CAPITOLO SIA RIUSCITA A FARMI PERDONARE ALMENO POCO POCO POCO <3
BACI, ED <3



 

  
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