‘CAUSE
WE ARE A FAMILY…
“Cammino.
Sono sola contro un
vento che non mi lascia avanzare, nessuno mi aiuta, tutti mi guardano.
E hanno la faccia tosta di credere che io non li senta.
Ipocriti.
Osservata, studiata,
giudicata, incasellata.
Ho la mia etichetta
attaccata Dio solo sa dove che recita:”Strana,
asociale, depressa,perdente”
E ridono.
Ma io…
Io non sarò mai sola finche avrò con me la mia bambola rotta, il mio gufo
triste e misantropo, una finta oca e un vulcano in attività.
No, a conti fatti non
sono sola.
Ho un sole che brilla
dentro di me.
E lui nemmeno lo sa.
Hinata”
Chiuse il diario
con un colpo secco, erano le 7:30, presto sarebbero
arrivate e lei non si era ancora cambiata, indossava ancora una maglia dei
Nirvana che le aveva regalato il cugino allo scorso compleanno e dei pantaloni
neri.
Indossò la gonna
nera, la blusa della divisa alla marinara sempre nera, i calzini dello stesso
colore e con una matita, sempre nera, si contornò gli occhi in un gesto
automatico e poi si fermò a guardarsi allo specchio.
I lunghi capelli
corvini con vaghe sfumature blu le arrivavano a metà schiena, gli occhi di un
lillà chiarissimo la guardavano inespressivi.
La principessa di
ghiaccio.
La strana.
Quanti soprannomi
idioti aveva rimediato per quegli occhi?
Rimise la matita
al suo posto, il campanello, due colpi secchi la richiamò
all’ordine, le sue pazze erano arrivate.
Afferrò la giacca
e la cartella, biascicò un saluto a suo padre che la guardò quasi schifato, era
troppo nera per lui.
Detestava quella
sottilissima riga di matita, la considerava un marchio di infamia,
un segno di debolezza.
Troppe volte aveva a spiegargli almeno una piccola parte di sé stessa, ma
si era scontrata con un muro di ostilità ed indifferenza, occhi troppo simili
ai suoi che la rifiutavano, che non la volevano capire.
Loro erano al
cancello, nessuno capiva cosa le potesse accumunare, il quartetto delle strane,
qualcuno le chiamava la congrega degli occhi bistrati e lei, la piccola Hinata.
Sakura Haruno, che al momento era impegnata in uno dei suoi
quotidiani litigi con Ino, i capelli corti di un
improbabile rosa, gli occhi verdi truccati pesantemente di nero, le unghie
laccate di un cupo bordeaux, troppo magra e troppo
pallida, la sua bambola rotta ed isterica.
Ino Yamanaka, i
lunghi capelli biondi tinti un pallido azzurro sulle
punte, gli occhi azzurro mare, truccati di nero e la reputazione da oca, la sua
oca, che passava metà del suo tempo a
litigare con la rosa e l’altra a rompere le scatole al suo svogliato
ragazzo.
Tayuya Fujimori, mollemente appoggiata sul
cancello, una sigaretta già fra le labbra, i lunghi capelli fucsia, gli occhi
castani bistrati di
nero, le unghie laccate di viola, il suo gufo triste e misantropo.
TenTen Ichigawa che
gesticolava animatamente facendo muovere i corti capelli castani ravvivati da
qualche meches viola, un piccolo tornado.
Eccole, la sua
vera famiglia.
“Hina!
Hai
fatto giapponese?”
Ten si era voltata verso di lei come se fosse un messia che potesse
salvarla.
“Si…”
“Ti
prego, passamelo!
Ieri ho suonato
fino a tardi e non ho più avuto tempo, poi tuo cugino mi ha invitato per una
birra e…”
“Ok
ok, te lo passo!
Progressi?”
La lentezza di Neji nel dichiararsi a Ten era diventata proverbiale, erano
tre anni che le girava intorno, senza riuscire a
dichiararsi.
L’innamorato più
stordito del mondo.
Dopo di lei, ovvio, la sua era una causa senza speranza.
Era innamorata di Naruto Uzumaki dai tempi
dell’asilo e non era mai riuscita a concludere nulla,
si faceva pena da sola, perché era così timida da svenire non appena lui
provava a parlarle?
Perché?
“Figurati, mi ha
detto che suono bene….Che miglioro!”
La castana scosse
il capo afflitta, le altre le dichiararono la loro solidarietà.
“Non è il solo che
non ce la fa…”
“Ino-pig! Hai la grazia di
un’elefantessa!”
“Oh Sakura andiamo! Hinata come va con Uzumaki?”
“Male…Karin lo
marca stretto, ninfomane maledetta!”
Gli occhi di
Sakura si accesero di santo furore, evento pressoché
normale quando si nominava la rossa, visto l’impegno che quella ci aveva messo
per separarla da Sasuke il suo attuale ragazzo.
“Ancora
si mette in mezzo quella?
Ancora non l’ha
imparata la lezione?
La devo pestare
stellina? Dimmi, vuoi che la pesti?”
“Dai Sakura-chan calmati….”
La rosa si era
molto presa a cuore la sua situazione, da quando stava con Sasuke
e Naruto si era
definitivamente messo il cuore in pace, ma nemmeno il suo interessamento aveva
portato a molto.
Karin e la sua
amica si prendevano a male parole ogni volta che si vedevano, ma non cambiava
niente.
Niente.
“Ok, Hinata-chan!”
Erano arrivate ai
cancelli della scuola e il suo cuore perse un battito, Karin era di nuovo
appiccicata a Naruto, che speranze poteva avere lei?
Sakura partì in
quarta per andare a pestare la rossa, liberandosi della presa di Ten e Ino con uno scatto da centometrista, quando vedeva quella ragazza reagiva esattamente come un toro che vede un drappo
rosso.
“Cristo!”
Le altre le
corsero dietro per fermarla o quantomeno evitare che cancellasse Karin dalla
faccia dalla terra, ma il ragazzo di Sakura fu più svelto di loro.
Era incredibile
che una punkettona convinta come Haruno
avesse scelto un emo pallido e magro che sembrava
dovesse volar via al primo alito di vento come Sasuke
Uchiha, ma erano i misteri dell’amore e in nome di
questo sentimento lui riuscì ad afferrare la sua ragazza da dietro e
caricarsela sulle spalle senza crollare a terra.
“Sasuke, mollamiiii!”
“Sakura,
stai calma.
Così non risolvi nulla!”
“Così
non risolvo nulla? Taci, razza di inetto sociale! È colpa tu se questo è
successo, se tu l’avessi stroncata un po’ quella cagna invece di darle corda e
farla credere irresistibile! Ma tu no! Non ce la fai!
È colpa tua se lei
è così! È colpa tua se Naruto non se la scrolla di
dosso!
È a causa della
gente con poche palle come te che il mondo va a rotoli!”
Era in piena crisi
isterica, Sasuke le guardò dubbioso per un attimo,
poi timidamente allungò una piccola sberla alla rosa,
che si zittì all’istante e lo guardò con occhi di fuoco.
“Stronzo!”
Fu un sibilo
carico di rabbia, poi la rosa diede un ceffone al moro, Naruto
notò la mossa e lasciò perdere Karin.
“Ti ha detto
qualcosa di male, Sakura-chan?”
“Mi ha dato una sberla!”
“MA SEI PAZZO, UCHIHA?”
“TU HAI DATO UNA SBERLA, AL MIO BOCCIOLO DI ROSA?”
Un altro ragazzo,
con i lucidi capelli neri tagliati a caschetto si era
aggiunto al gruppo, Sasuke iniziò a indietreggiare e
poi dovette scappare a gambe levate, inseguito da Sakura, Naruto
e Lee.
Hinata sospirò,almeno
non era più appiccicato alla rossa, ma lei sarebbe mai riuscita a mostrarsi
così coraggiosa come loro?
Sarebbe mai
riuscita a essere forte e fragile allo stesso tempo come Sakura o distaccata e dolcissima
come Tayuya o energica come Ten o spigliata come Ino?
Scosse la testa e concluse che lei, purtroppo, sarebbe rimasta la solita
dolce, sensibile e priva di carattere Hinata.
Tayuya sospirò, Sakura era una persona adorabile
ma soprattutto era una pazza Sasukecentrica, se le si toccava il suo ragazzo diventava un demone e Ino ne sapeva qualcosa, quelle due avevano ripreso a
frequentarsi solo dopo che alla bionda era passata la cotta per il moro.
Stava divagando
come suo solito, quello che doveva fare ora era trascinare Ino
e Ten al bar della scuola e iniziare una riunione di guerra al più presto,
dovevano sbloccare la situazione tra Hina e usuratotachi se volevano avere una possibilità che la
corvina non avesse una crisi isterica che la facesse eliminare Karin.
Quello era una privilegio che toccava a Sakura fin dall’inizio del tempo
e che Dio avesse protetto chi gliel’ avesse tolto.
“Ino-chan, Ten-chan! Venite a far colazione con me?”
Tradotto significava:”Prossima riunione con
possibilità di impiccare la prima ora!”
“Si, si! Ino andiamo,
non puoi salvare Sasuke-kun, nemmeno Dio potrebbe,
deve cavarsela da solo!”
La castana
trascinò la bionda verso l’edificio, scansarono abilmente gli studenti che
correvano verso le aule e fecero il loro ingresso nella stanzetta che ospitava
il bar, oltre a loro c’era solo Genma il barista e la
preside Tsunade, che però ormai abituata alla loro
incongrua presenza ormai non le sgridava nemmeno più.
“Buongiorno
Fujimori, Ichigawa e Yamanaka,
tutto bene?
E
Haruno dov’è?”
“Sta inseguendo Uchiha con l’aiuto di Uzumaki e Moriyama.”
“Mi state dicendo
che dovrei andare a separarli?”
“No, confidiamo
nell’abilità soprannaturale di Uchiha a scappare.”
“Confidate bene,
perché io ho un tremendo mal di testa e non potrei muovermi nemmeno se volessi…”
“Sta fuggendo da Shizune-san?”
La donna impallidì
non appena le si nominò la sua zelante segretaria.
“L’avete vista?”
“NO, ma…”
“Niente ma…Genma mi faccia passare che mi imbosco
nel solito sgabuzzino!”
Gli occhi di Ten Ten s illuminarono e abbracciò di slancio la bionda preside
che stava raggiungendo il barista dietro il bancone.
“Lei
è un genio preside, cazzo!
Veramente, appena
ho cinque minuti di tempo le faccio un monumento!”
La donna si grattò
perplessa la testa, soprasedette sulla parolaccia, mormorò un:”Grazie”
un po’ imbambolata e sparì dietro una porta.
“Dico Ten ti è
morto pure l’unico neurone che hai?”
“No, scema! Ho
avuto un ‘idea!”
“Spara tesoro!”
“Chiudiamo Uzumaki e Hinata in una stanza,
così si dovranno parlare per forza!”
“Sai che non è
male, Ten?”
“Cosa ti dicevo? E
tu Tayuya? È anche Natale potremmo metterci del
vischio…”
“E chi spiega a
quella testaccia che sotto il vischio la deve baciare?”
“Sakura!”
“Bhe si, lei ha molto ascendente su
di lui…andata Tenaglia!”
Si abbracciarono
tutte e tre a suggellare il loro patto.
“Ragazze! In classe!”
Shizune era arrivata a rovinare tutto,
ridacchiando si diressero nella loro aula, pensando che come al
solito Tsunade-sama si era salvata in corner.
La mattinata
trascorse piuttosto noiosa, i professori le riempirono di compiti per le
vacanze, ma loro erano esaltate, Ino si era rifatta il trucco almeno quindici volte, Sakura aveva
cambiato smalto alle unghie, lei non aveva fatto altro che pasticciare il suo
blocco per gli appunti e Ten aveva iniziato una battaglia di lancio di palline
con Kiba.
“Bene ragazzi,
pare che finalmente sia finita!”
Il
professor Kakashi Hatake
chiuse rassegnato il
libro e diede loro la libera uscita, Hinata si
diresse lo sgabuzzino dove credeva di avere appuntamento con Sakura e Uzumaki fece lo stesso.
Loro li seguirono,
lei entrò per prima, poi fu il turno di Naruto,
scattarono come furie e chiusero la porta con le chiavi che modestamente lei
aveva fregato ai bidelli.
Ignorarono i
calci, i pugni e le urla del biondo uscirono dall’edificio, ci sarebbero
tornate tra due ore a liberarli e a constatare se
fosse servito a qualcosa o se l’unica soluzione era un pellegrinaggio a Lourdes.
“è fatta!!”
“Due ore di
shopping!”
“Frena bella
bionda! Prima si va dal tabaccaio che ho finito le
stizze!”
“Potresti smettere
di fumare, ti fa male!”
“Piantala Ino! Non
sei mia madre!”
“Sakura ha ragione
e comunque anch’io ho bisogno di prendere le sigarette!”
La bionda mise il
broncio.
“Siete impossibili
voi due!”
Scoppiarono tutte
a ridere.
Hinata era combattuta tra l’imbarazzo e gli
istinti omicidi, se non fosse stata così dannatamente timida, avrebbe già
infilato una sequela interminabile di insulti verso
quelle quattro pazze.
Perché l’avevano
fatto?
“Hina!”
Sobbalzò e cadde
sopra degli scatoloni, trovarsi a meno di dieci centimetri dalla sua faccia il
volto sorridente del biondo era stato traumatico.
“C-cosa c-c’è, N-naruto-kun?”
“Perché l’hanno
fatto?”
Avrebbe voluto
dirgli che era per aiutare lei, il caso perso, che si stavano
facendo odiare, ma farlo equivaleva ad ammettere che lui le piaceva e non si
sentiva pronta.
“N-non lo so?”
“Perché balbetti
sempre con me?”
Si avvicinò ancora
di più, lei lo spinse via.
“Ahia, ma perché?”
“M-mi i-imbarazza la gente c-così v-vicina!”
“Con Sakura e le
altre non ti fai problemi!”
“S-se un m-maschio tu!”
Lui non disse
niente, si allontanò e si portò nell’angolo della stanza più distante da lei.
-Sei una cretina!-
Avrebbe voluto
dirgli di ritornare vicino a lei e di non fare caso a tutte le sue stranezze,
che era contenta se ce l’aveva intorno, ma la sua
bocca rimase ostinatamente chiusa.
Il cuore le
batteva a mille, non riusciva a calmarsi, dannazione.
-Hinata devi fare
qualcosa! Non puoi sempre piangere, coraggio
avvicinati!-
“Non ti capisco Hinata-chan!”
-Accomodati, siamo
in due!-
“Sei sempre
gentile con me eppure non riesco ad instaurare un vero
contatto con te e sono l’unico.
Con Kiba parli, con Shino parli, con Sasuke parli, insomma
perché con me no?
Una volta mi hai
detto che mi ammiravi, hai forse cambiato idea?
Hai cominciato a
considerarmi un perdente?”
Si sarebbe presa a
schiaffi da sola, ora lui credeva che lei lo considerasse un perdente, di male
in peggio, accidenti!
Aveva trovato un
motivo in più per alzarsi, avvicinarsi e tentare di spiegargli qualcosa.
Camminava tremando,
ma almeno era arrivata davanti a lui.
“Ehi Hinata, sei sotto al vischio!
Sai cosa succede
quanto sei sotto al vischio?”
“No!”
Bugiarda, lo sapeva benissimo invece.
“Ci si bacia!”
A tradimento le
diede un bacio a stampo
sulla bocca.
Lei non svenne, il
mondo non si capovolse, solo prese a girare in po’ meglio, era talmente felice
che avrebbe potuto mettersi a urlare.
“Hinata?”
Lei gli buttò le
braccia al collo e lo ribaciò, lui sembrò sorpreso.
“Mi piaci Naruto, sono anni che ti
sbavo dietro!”
Le era salito
spontaneo, lui sgranò gli occhi, sorrise e le accarezzò i capelli.
“Era
per questo che non mi parlavi e svenivi!
Quanto sono stato
idiota e dire che Sakura aveva tentato di farmelo capire!”
“Non importa Naruto-kun, l’importante è che te l’abbia detto!”
“Giusto….e anche a
me tu piaci, scleravo quando ti vedevo parlare con
quel cane e non con me!”
“E io quando ti vedevo con Karin.”
“Non me la
nominare!”
Ripresero a
baciarsi, senza nemmeno accorgersi che sulla soglia c’erano le quattro pazze
che li guardavano inteneriti.
Fu Hinata a vederle per prima, avrebbe voluto pestarle, invece
si limitò ad abbracciarle e a scoppiare a piangere.
“Grazie ragazze! “
“Prego! Dopotutto
siamo una famiglia.”
Vero.
Dopotutto loro
erano la sua vera folle unica famiglia, l’unica che fosse contenta di avere.
ANGOLO
DI LAYLA
Ho
mancato e me ne scuso il Naru-HIna’s day, spero di rifarmi con questa one shot.
È
il mio personale augurio di buon Natale e felice anno nuovo alle mie socie Jaheira e Beck, a tutti i fan del Naru-Hina
e a chiunque abbia letto e commentato una qualsiasi delle mie storie.
Grazie
mille^^.
Buon
Natale.
Layla