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Autore: Layla    23/12/2008    6 recensioni
Una Naru-Hina natalizia. Con l'aiuto degli amici, Hinata e Naruto riusciranno a dichiararsi i propri sentimenti. è un Au U_U!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Cammino

‘CAUSE WE ARE A FAMILY…

 

“Cammino.

Sono sola contro un vento che non mi lascia avanzare, nessuno mi aiuta, tutti mi guardano.

E hanno la faccia tosta di credere che io non li senta.

Ipocriti.

Osservata, studiata, giudicata, incasellata.

Ho la mia etichetta attaccata Dio solo sa dove che recita:”Strana, asociale, depressa,perdente”

E ridono.

Ma io…

Io non sarò mai sola finche avrò con me la mia bambola rotta, il mio gufo triste e misantropo, una finta oca e un vulcano in attività.

No, a conti fatti non sono sola.

Ho un sole che brilla dentro di me.

E lui nemmeno lo sa.

                                                                                 Hinata

Chiuse il diario con un colpo secco, erano le 7:30, presto sarebbero arrivate e lei non si era ancora cambiata, indossava ancora una maglia dei Nirvana che le aveva regalato il cugino allo scorso compleanno e dei pantaloni neri.

Indossò la gonna nera, la blusa della divisa alla marinara sempre nera, i calzini dello stesso colore e con una matita, sempre nera, si contornò gli occhi in un gesto automatico e poi si fermò a guardarsi allo specchio.

I lunghi capelli corvini con vaghe sfumature blu le arrivavano a metà schiena, gli occhi di un lillà chiarissimo la guardavano inespressivi.

La principessa di ghiaccio.

La strana.

Quanti soprannomi idioti aveva rimediato per quegli occhi?

Rimise la matita al suo posto, il campanello, due colpi secchi la richiamò all’ordine, le sue pazze erano arrivate.

Afferrò la giacca e la cartella, biascicò un saluto a suo padre che la guardò quasi schifato, era troppo nera per lui.

Detestava quella sottilissima riga di matita, la considerava un marchio di infamia, un segno di debolezza.

Troppe volte aveva a spiegargli almeno una piccola parte di sé stessa, ma si era scontrata con un muro di ostilità ed indifferenza, occhi troppo simili ai suoi che la rifiutavano, che non la volevano capire.

Loro erano al cancello, nessuno capiva cosa le potesse accumunare, il quartetto delle strane, qualcuno le chiamava la congrega degli occhi bistrati e lei, la piccola Hinata.

Sakura Haruno, che al momento era impegnata in uno dei suoi quotidiani litigi con Ino, i capelli corti di un improbabile rosa, gli occhi verdi truccati pesantemente di nero, le unghie laccate di un cupo bordeaux, troppo magra e troppo pallida, la sua bambola rotta ed isterica.

Ino Yamanaka, i lunghi capelli biondi tinti un pallido azzurro sulle punte, gli occhi azzurro mare, truccati di nero e la reputazione da oca, la sua oca, che passava metà del suo tempo a  litigare con la rosa e l’altra a rompere le scatole al suo svogliato ragazzo.

Tayuya Fujimori, mollemente appoggiata sul cancello, una sigaretta già fra le labbra, i lunghi capelli fucsia, gli occhi castani bistrati di nero, le unghie laccate di viola, il suo gufo triste e misantropo.

TenTen Ichigawa che gesticolava animatamente facendo muovere i corti capelli castani ravvivati da qualche meches viola, un piccolo tornado.

Eccole, la sua vera famiglia.

Hina!

Hai fatto giapponese?”

Ten si era voltata verso di lei come se fosse un messia che potesse salvarla.

“Si…”

“Ti prego, passamelo!

Ieri ho suonato fino a tardi e non ho più avuto tempo, poi tuo cugino mi ha invitato per una birra e…

“Ok ok, te lo passo!

Progressi?”

La lentezza di Neji nel dichiararsi a Ten era diventata proverbiale, erano tre anni che le girava intorno, senza riuscire a dichiararsi.

L’innamorato più stordito del mondo.

Dopo di lei, ovvio, la sua era una causa senza speranza.

Era innamorata di Naruto Uzumaki dai tempi dell’asilo e non era mai riuscita a concludere nulla, si faceva pena da sola, perché era così timida da svenire non appena lui provava a parlarle?

Perché?

“Figurati, mi ha detto che suono bene….Che miglioro!”

La castana scosse il capo afflitta, le altre le dichiararono la loro solidarietà.

“Non è il solo che non ce la fa…”

Ino-pig! Hai la grazia di un’elefantessa!”

“Oh Sakura andiamo! Hinata come va con Uzumaki?”

“Male…Karin lo marca stretto, ninfomane maledetta!”

Gli occhi di Sakura si accesero di santo furore, evento pressoché normale quando si nominava la rossa, visto l’impegno che quella ci aveva messo per separarla da Sasuke il suo attuale ragazzo.

“Ancora si mette in mezzo quella?

Ancora non l’ha imparata la lezione?

La devo pestare stellina? Dimmi, vuoi che la pesti?”

“Dai Sakura-chan calmati….”

La rosa si era molto presa a cuore la sua situazione, da quando stava con Sasuke e Naruto si era definitivamente messo il cuore in pace, ma nemmeno il suo interessamento aveva portato a molto.

Karin e la sua amica si prendevano a male parole ogni volta che si vedevano, ma non cambiava niente.

Niente.

“Ok, Hinata-chan!”

Erano arrivate ai cancelli della scuola e il suo cuore perse un battito, Karin era di nuovo appiccicata a Naruto, che speranze poteva avere lei?

Sakura partì in quarta per andare a pestare la rossa, liberandosi della presa di Ten e Ino con uno scatto da centometrista, quando vedeva quella ragazza reagiva esattamente come un toro che vede un drappo rosso.

“Cristo!”

Le altre le corsero dietro per fermarla o quantomeno evitare che cancellasse Karin dalla faccia dalla terra, ma il ragazzo di Sakura fu più svelto di loro.

Era incredibile che una punkettona convinta come Haruno avesse scelto un emo pallido e magro che sembrava dovesse volar via al primo alito di vento come Sasuke Uchiha, ma erano i misteri dell’amore e in nome di questo sentimento lui riuscì ad afferrare la sua ragazza da dietro e caricarsela sulle spalle senza crollare a terra.

Sasuke, mollamiiii!”

“Sakura, stai calma.

Così non risolvi  nulla!”

“Così non risolvo nulla? Taci, razza di inetto sociale! È colpa tu se questo è successo, se tu l’avessi stroncata un po’ quella cagna invece di darle corda e farla credere irresistibile! Ma tu no! Non ce la fai!

È colpa tua se lei è così! È colpa tua se Naruto non se la scrolla di dosso!

È a causa della gente con poche palle come te che il mondo va a rotoli!

Era in piena crisi isterica, Sasuke le guardò dubbioso per un attimo, poi timidamente allungò una piccola sberla alla rosa, che si zittì all’istante e lo guardò con occhi di fuoco.

“Stronzo!”

Fu un sibilo carico di rabbia, poi la rosa diede un ceffone al moro, Naruto notò la mossa e lasciò perdere Karin.

“Ti ha detto qualcosa di male, Sakura-chan?”

“Mi ha dato una sberla!”

MA SEI PAZZO, UCHIHA?”

“TU HAI DATO UNA SBERLA, AL MIO BOCCIOLO DI ROSA?”

Un altro ragazzo, con i lucidi capelli neri tagliati a caschetto si era aggiunto al gruppo, Sasuke iniziò a indietreggiare e poi dovette scappare a gambe levate, inseguito da Sakura, Naruto e Lee.

Hinata sospirò,almeno non era più appiccicato alla rossa, ma lei sarebbe mai riuscita a mostrarsi così coraggiosa come loro?

Sarebbe mai riuscita a essere forte e fragile allo stesso tempo come Sakura o distaccata e dolcissima come Tayuya o energica come Ten o spigliata come Ino?

Scosse la testa e concluse che lei, purtroppo, sarebbe rimasta la solita dolce, sensibile e priva di carattere Hinata.

 

Tayuya sospirò, Sakura era una persona adorabile ma soprattutto era una pazza Sasukecentrica, se le si toccava il suo ragazzo diventava un demone e Ino ne sapeva qualcosa, quelle due avevano ripreso a frequentarsi solo dopo che alla bionda era passata la cotta per il moro.

Stava divagando come suo solito, quello che doveva fare ora era trascinare Ino e Ten al bar della scuola e iniziare una riunione di guerra al più presto, dovevano sbloccare la situazione tra Hina e usuratotachi se volevano avere una possibilità che la corvina non avesse una crisi isterica che la facesse eliminare Karin.

Quello era una privilegio che toccava a Sakura fin dall’inizio del tempo e che Dio avesse protetto chi gliel’ avesse tolto.

Ino-chan, Ten-chan! Venite a far colazione con me?”

Tradotto significava:”Prossima riunione con possibilità di impiccare la prima ora!”

Si, si! Ino andiamo, non puoi salvare Sasuke-kun, nemmeno Dio potrebbe, deve cavarsela da solo!”

La castana trascinò la bionda verso l’edificio, scansarono abilmente gli studenti che correvano verso le aule e fecero il loro ingresso nella stanzetta che ospitava il bar, oltre a loro c’era solo Genma il barista e la preside Tsunade, che però ormai abituata alla loro incongrua presenza ormai non le sgridava nemmeno più.

“Buongiorno Fujimori, Ichigawa e Yamanaka, tutto bene?

E Haruno dov’è?”

“Sta inseguendo Uchiha con l’aiuto di Uzumaki e Moriyama.”

“Mi state dicendo che dovrei andare a separarli?”

“No, confidiamo nell’abilità soprannaturale di Uchiha a scappare.”

“Confidate bene, perché io ho un tremendo mal di testa e non potrei muovermi nemmeno se volessi…

“Sta fuggendo da Shizune-san?”

La donna impallidì non appena le si nominò la sua zelante segretaria.

“L’avete vista?”

“NO, ma…”

“Niente ma…Genma mi faccia passare che mi imbosco nel solito sgabuzzino!”

Gli occhi di Ten Ten s illuminarono e abbracciò di slancio la bionda preside che stava raggiungendo il barista dietro il bancone.

“Lei è un genio preside, cazzo!

Veramente, appena ho cinque minuti di tempo le faccio un monumento!”

La donna si grattò perplessa la testa, soprasedette sulla parolaccia, mormorò un:”Grazie” un po’ imbambolata e sparì dietro una porta.

“Dico Ten ti è morto pure l’unico neurone che hai?”

“No, scema! Ho avuto unidea!”

“Spara tesoro!”

“Chiudiamo Uzumaki e Hinata in una stanza, così si dovranno parlare per forza!”

“Sai che non è male, Ten?”

“Cosa ti dicevo? E tu Tayuya? È anche Natale potremmo metterci del vischio…

“E chi spiega a quella testaccia che sotto il vischio la deve baciare?”

“Sakura!”

Bhe si, lei ha molto ascendente su di lui…andata Tenaglia!”

Si abbracciarono tutte e tre a suggellare il loro patto.

“Ragazze! In classe!”

Shizune era arrivata a rovinare tutto, ridacchiando si diressero nella loro aula, pensando che come al solito Tsunade-sama si era salvata in corner.

La mattinata trascorse piuttosto noiosa, i professori le riempirono di compiti per le vacanze, ma loro erano esaltate, Ino si era rifatta il trucco almeno quindici volte, Sakura aveva cambiato smalto alle unghie, lei non aveva fatto altro che pasticciare il suo blocco per gli appunti e Ten aveva iniziato una battaglia di lancio di palline con Kiba.

“Bene ragazzi, pare che finalmente sia finita!”

Il professor Kakashi Hatake chiuse rassegnato il libro e diede loro la libera uscita, Hinata si diresse lo sgabuzzino dove credeva di avere appuntamento con Sakura e Uzumaki fece lo stesso.

Loro li seguirono, lei entrò per prima, poi fu il turno di Naruto, scattarono come furie e chiusero la porta con le chiavi che modestamente lei aveva fregato ai bidelli.

Ignorarono i calci, i pugni e le urla del biondo uscirono dall’edificio, ci sarebbero tornate tra due ore a liberarli e a constatare se fosse servito a qualcosa o se l’unica soluzione era un pellegrinaggio a Lourdes.

“è fatta!!

“Due ore di shopping!”

“Frena bella bionda! Prima si va dal tabaccaio che ho finito le stizze!”

“Potresti smettere di fumare, ti fa male!”

Piantala Ino! Non sei mia madre!”

“Sakura ha ragione e comunque anch’io ho bisogno di prendere le sigarette!”

La bionda mise il broncio.

“Siete impossibili voi due!”

Scoppiarono tutte a ridere.

 

Hinata era combattuta tra l’imbarazzo e gli istinti omicidi, se non fosse stata così dannatamente timida, avrebbe già infilato una sequela interminabile di insulti verso quelle quattro pazze.

Perché l’avevano fatto?

Hina!”

Sobbalzò e cadde sopra degli scatoloni, trovarsi a meno di dieci centimetri dalla sua faccia il volto sorridente del biondo era stato traumatico.

C-cosa c-c’è, N-naruto-kun?”

“Perché l’hanno fatto?”

Avrebbe voluto dirgli che era per aiutare lei, il caso perso, che si stavano facendo odiare, ma farlo equivaleva ad ammettere che lui le piaceva e non si sentiva pronta.

N-non lo so?”

“Perché balbetti sempre con me?”

Si avvicinò ancora di più, lei lo spinse via.

“Ahia, ma perché?”

M-mi i-imbarazza la gente c-così v-vicina!”

“Con Sakura e le altre non ti fai problemi!”

S-se un m-maschio tu!”

Lui non disse niente, si allontanò e si portò nell’angolo della stanza più distante da lei.

-Sei una cretina!-

Avrebbe voluto dirgli di ritornare vicino a lei e di non fare caso a tutte le sue stranezze, che era contenta se ce l’aveva intorno, ma la sua bocca rimase ostinatamente chiusa.

Il cuore le batteva a mille, non riusciva a calmarsi, dannazione.

-Hinata devi fare qualcosa! Non puoi sempre piangere, coraggio avvicinati!-

“Non ti capisco Hinata-chan!”

-Accomodati, siamo in due!-

“Sei sempre gentile con me eppure non riesco ad instaurare un vero contatto con te e sono l’unico.

Con Kiba parli, con Shino parli, con Sasuke parli, insomma perché con me no?

Una volta mi hai detto che mi ammiravi, hai forse cambiato idea?

Hai cominciato a considerarmi un perdente?

Si sarebbe presa a schiaffi da sola, ora lui credeva che lei lo considerasse un perdente, di male in peggio, accidenti!

Aveva trovato un motivo in più per alzarsi, avvicinarsi e tentare di spiegargli qualcosa.

Camminava tremando, ma almeno era arrivata davanti a lui.

“Ehi Hinata, sei sotto al vischio!

Sai cosa succede quanto sei sotto al vischio?”

“No!”

Bugiarda, lo sapeva benissimo invece.

“Ci si bacia!”

A tradimento le diede un bacio a  stampo sulla bocca.

Lei non svenne, il mondo non si capovolse, solo prese a girare in po’ meglio, era talmente felice che avrebbe potuto mettersi a urlare.

Hinata?”

Lei gli buttò le braccia al collo e lo ribaciò, lui sembrò sorpreso.

“Mi piaci Naruto, sono anni che ti sbavo dietro!”

Le era salito spontaneo, lui sgranò gli occhi, sorrise e le accarezzò i capelli.

“Era per questo che non mi parlavi e svenivi!

Quanto sono stato idiota e dire che Sakura aveva tentato di farmelo capire!

“Non importa Naruto-kun, l’importante è che te l’abbia detto!”

“Giusto….e anche a me tu piaci, scleravo quando ti vedevo parlare con quel cane e non con me!”

E io quando ti vedevo con Karin.”

“Non me la nominare!”

Ripresero a baciarsi, senza nemmeno accorgersi che sulla soglia c’erano le quattro pazze che li guardavano inteneriti.

Fu Hinata a vederle per prima, avrebbe voluto pestarle, invece si limitò ad abbracciarle e a scoppiare a piangere.

“Grazie ragazze!

“Prego! Dopotutto siamo una  famiglia.”

Vero.

Dopotutto loro erano la sua vera folle unica famiglia, l’unica che fosse contenta di avere.

  

ANGOLO DI LAYLA

 

Ho mancato e me ne scuso il Naru-HIna’s day, spero di rifarmi con questa one shot.

È il mio personale augurio di buon Natale e felice anno nuovo alle mie socie Jaheira e Beck, a tutti i fan del Naru-Hina e a chiunque abbia letto e commentato una qualsiasi delle mie storie.

Grazie mille^^.

Buon Natale.

 

Layla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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