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Autore: koorime    24/12/2008    5 recensioni
Quando un regalo si ritorce contro il mittente... Buon Natale a tutti!
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Gemini Saga, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola storiella senza pretese

Piccola storiella senza pretese per augurare a tutti Buona Natale. Un bacio forte a Thalia  e a Stateira perché voglio loro un mondo di bene e mi fanno morir dal ridere con le loro menti folli.

Thalia grazie per la serietà e l'impegno che metti nell'essere la mia beta e mia amica, ti voglio davvero tanto bene tesoro!

Stat grazie per tutto quello che sei, perché mi sopporti tutto il giorno, tutti i giorni e hai anche l'ardire di dire che ti diverti!.. e poi perché sei così adorabile da aspettare il mio ritorno ancora prima che io parta *In visibilio* !

Come farei senza di voi? O_O Non lo so e sinceramente preferisco non saperlo! *Big Hug!*

A tutti gli altri buona lettura e Buon Natale, Yu.

 

 

 

Merry Christmas

 

 

Era una tranquilla giornata al Tempio, forse un po’ fredda e uggiosa, ma calma. Il sole stava sorgendo da pochi minuti da dietro l’alta struttura del Grande Tempio, rischiarando l’aria tutt’intorno.

Nella quarta casa Death Mask si aggirava come un animale in gabbia. Per lui non era una normale giornata, nossignore!

Death Mask era nervoso, era estremamente nervoso.

Aveva un problema enorme, esistenziale, che avrebbe decretato l’andamento della sua vita da lì in avanti.

Qual era il problema?

Era Natale. Beh, in realtà, era la Vigilia ma il suo problema non cambiava. Il fatto era che non aveva ancora trovato il regalo adatto ad Aphrodite e lui sapeva che se anche quest’anno non gli avesse fatto almeno un semplice pensierino poteva pure dire addio alla sua più che soddisfacente vita sessuale e quindi, per estensione, alla sua intera esistenza. Perché andiamo, che diavolo se ne faceva uno come lui della vita se non poteva neanche scoparsi a piacimento quel bel bocconcino svedese?

E Aphrodite era stato chiaro: niente regalo? Niente sesso. Per sempre.

A quel punto avrebbe anche potuto tagliarsi le palle e appenderle al chiodo, non avrebbe fatto alcuna differenza.

Con un moto di rabbia uscì dalla sua casa deciso a trovare il regalo adatto per il cavaliere dei Pesci. Ma cosa regalare all’essere più vanesio dell’intero universo?

Uno specchio? Ne aveva la casa piena.

Una spazzola? Certo, così poteva tirargliela dietro mentre lo cacciava a pedate da casa sua.

Prodotti di bellezza? Certo, perfetto! Peccato che lui non ne capiva una straminchia di certe cose.

E poi lo sapeva bene, era inutile fingere che non fosse così, se non si fosse presentato con qualcosa che valeva una piccola fortuna poteva anche non farglielo proprio il regalo, tanto il risultato non sarebbe cambiato.

Ringhiò al limite della pazienza. Cosa cazzo avrebbe dovuto regalargli?

Scese la scalinata con l’umore nero, la sua intera figura circondata da un’aura funesta e minacciosa. Doveva calmarsi o non sarebbe mai riuscito a ragionare e a trovare la soluzione al suo problema, e l’unico modo per farlo era camminare. Si sarebbe fatto una passeggiata fino al porto e ritorno e avrebbe pensato al regalo più adatto a quello che era ormai a tutti gli effetti il suo compagno.

Con queste intenzioni superò la casa del Toro e continuò deciso nella sua discesa, ma proprio mentre si lasciava alle spalle la prima casa, ecco che nel senso opposto sopraggiungeva Saga, di ritorno da uno dei suoi sempre più frequenti bighellonaggi. Eh, era bello essere il Gran Sacerdote, sì. Si delegava tutto agli altri e si aveva tanto tempo per girarsi i pollici.

-Death Mask del Cancro. Buongiorno.- Lo salutò quello con un sorriso. La risposta arrivò sotto forma di grugnito.

-Saga.-

-Ehi ehi, cos’è quest’aura così negativa? È successo qualcosa?-

-Niente che ti riguardi, Gran Sacerdote.- Sbottò il cavaliere del Cancro superandolo e cercando di riprendere il suo cammino.

-Ah, ho capito. Hai litigato di nuovo con Aphrodite, vero?- Ghignò quello, evidentemente intenzionato a molestarlo più che poteva. Death Mask incassò la testa nelle spalle ficcandosi le mani più a fondo nel giaccone. Appigliandosi al suo quasi inesistente autocontrollo lo fulminò con lo sguardo da sopra la spalla.

-No.-

Il ghigno di Saga si allargò e i denti di Death Mask in risposta, scricchiolarono da quanto avesse contratto la mascella dalla rabbia. Si voltò con lentezza e salì lo scalino che li divideva per fronteggiarlo.

-Che cazzo vuoi?- Ringhiò a un palmo dal naso.

Saga non si scompose minimamente –Solo sapere dove stai andando a quest’ora così mattiniera.-

-E perché dovrei dirlo proprio a te?-

Saga scrollò le spalle senza rispondere in nessun altro modo e Death Mask decise bene di girarsi e andarsene finalmente. Aveva fatto appena qualche scalino quando quello lo richiamò.

-I cuccioli.- Disse solo –Ha una passione per i cuccioli.- Gli occhi di Death Mask si assottigliarono pericolosamente e quelli di Saga rotearono divertiti –L’ha detto una volta, tempo fa.- Lo liquidò dando a intendere che non avrebbe aggiunto nulla di più.

Death Mask lo degnò di un ultimo sguardo prima di voltarsi e scendere un altro gradino –Non capisco di cosa tu stia parlando.-

Detto ciò si allontanò senza più voltarsi.

 

 

Quella sera nella Sala delle Cerimonie del Grande Tempio si svolse il tradizionale banchetto natalizio con tutti e undici i Cavalieri d’Oro e un posto vuoto in memoria di chi non c’era più.

La cena trascorse serena e stranamente senza problemi di alcun genere. Lo stesso Death Mask, di solito il primo a creare scompiglio durante qualunque tipo di celebrazione, rimase tranquillo, troppo intento a fantasticare sul dopo serata e al sesso stratosferico che lo aspettava una volta varcata l’entrata della dodicesima casa.

Quando finalmente la cena finì, ognuno si congedò per la notte... o almeno quella era la scusa.

Death Mask rimase fuori il colonnato della Sala a fumare la sua sigaretta e guardare i suoi compagni allontanarsi giù per lo scalone. Tirò l’ennesima boccata di fumo mentre osservava Camus e Milo intrattenersi in futili chiacchiere in attesa che tutti li superassero e loro potessero finalmente ritirarsi tra le sicure mura dell’undicesima casa. Che poi era lo stesso geniale piano di Shura e Shaka e Aiolia e Mur. Chissà qual era la scusa di quella sera per motivare la discesa del cavaliere di Leone fino alla prima casa, magari farsi prestare un po’ di latte o qualche frutto per l’indomani mattina.

La verità era che ognuno di quei cavalieri voleva passare la notte di Natale tra le braccia del proprio compagno, riscaldandosi a vicenda e dimostrandosi una volta in più ciò che li legava.

Patetici  pensò lui sbuffando un filo di fumo grigio pallido, ma una vocina nella sua testa gli ricordò che non erano poi tanto diversi da lui che stava fumando l’ultimo tiro di nicotina occhieggiando il colonnato della casa dei Pesci.

Aphrodite si era già ritirato e probabilmente lo stava aspettando in pigiama davanti l’albero addobbato, scrutando il suo regalo per cercare di indovinare cosa potesse essere.

Gettò il mozzicone vedendolo baluginare nella sera ormai calata e raggiunse la sua meta per quella notte. Prevedibilmente Aphrodite era seduto a gambe incrociate davanti il grande albero occhieggiando il pacco di cartone traforato legato solo con un grande fiocco di raso rosso.

-È spoglio.- Constatò quello senza neanche voltarsi a salutarlo. Death Mask scrollò le spalle prendendo posto accanto a lui. L’espressione accigliata del cavaliere di Pesci non mutò mentre lui si allungava a recuperare il regalo e glielo porgeva senza una parola.

-È spoglio ma pesante.- Constatò ancora Aphrodite –Che diavolo mi hai regalato?-

-Apri e scoprilo, no?-

Aphrodite sbatté le palpebre un paio di volte prima di decidersi a poggiarlo a terra tra le sue gambe e sciogliere il fiocco. Il nastro scivolò a terra seguito poco dopo dal coperchio e gli occhi chiari del cavaliere di quella dimora si sgranarono per la sorpresa.

Adagiato su una copertina azzurra c’era una pallina beige chiaro che tremò appena e aprì un occhietto liquido e nero. Aphrodite lo prese tra le mani portandoselo all’altezza del viso e si ritrovò faccia a faccia con un musino nero che sbadigliò uggiolando. Passo lo sguardo dal cuccioletto tra le sue mani all’uomo che gliel’aveva regalato cercando di prendere atto di quell’insolita realtà.

-È un carlino.- Si sentì di dover spiegare Death Mask -È di taglia piccola quindi non ti ingombrerà ed essendo a pelo corto avrai pochi problemi di pulizia, o almeno così mi ha detto il venditore.-

Lui annuì semplicemente, troppo scioccato per tentare di fare altro. Si portò il cucciolo al petto lasciando che questo si accomodasse come meglio credeva nell’appoggio fornito dalle sue braccia. Si alzò in piedi e aggirò l’ostacolo di cartone tra lui e l’altro cavaliere e gli si accucciò accanto posandogli un bacio sulle labbra carico di promesse lascive per quella notte. Poi come niente fosse si alzò e si diresse verso la stanza adiacente parlando al cucciolo quasi addormentato tra le sue braccia.

-Avanti, piccolino. Andiamo a cercarti una cuccetta provvisoria per stanotte.-

Death Mask rimase accanto all’albero ascoltandolo blaterare di pizzi, merletti e organza, pregustandosi già il sesso strepitoso che lo aspettava di lì a poco.

 

 

L’atmosfera si riscaldò ben presto. Il tempo di posare la cesta di Socrate il cane ai piedi del letto e Aphrodite si ritrovò mezzo nudo e ribattere agli attacchi famelici della bocca di Death Mask.

Il cavaliere del Cancro percorse il suo corpo con mani, labbra e lingua, letteralmente affamato di lui, facendolo gemere e contorcersi senza riserve. Affondò i fianchi portando le mani al bordo dei pantaloni del compagno pronto a far sparire rapidamente anche quelli, quando un uggiolio fendette la nebbia di eccitazione che avvolgeva la sua mente. Sbatté le palpebre fissando il compagno sotto di lui che gli rispondeva con un’espressione altrettanto confusa. Poi l’uggiolio di ripeté e il cavaliere di Pesci sgranò gli occhi, folgorato dall’intuizione.

-Spostati, maledizione!- Sbottò quello spintonandolo sul petto e facendolo rotolare sulla schiena, troppo turbato per fare resistenza, e gattonò fino al bordo inferiore del letto. Proprio lì, nella cesta di vimini, avvolto nella sua copertina, Socrate piangeva. Aphrodite lo prese tra le braccia.

-Oh, cosa c’è piccolino? Perché ti sei svegliato?- Scostò le coperte e si infilò sotto con il cucciolo sempre stretto al petto –Che c’è? Non vuoi dormire da solo?- Continuò incurante dello sguardo allucinato del suo compagno di letto. Si accomodò meglio tra le coltri, adagiando sul materasso il piccolo Socrate che prontamente si fece vicino a lui assopendosi sotto le sue carezze. Aphrodite lo guardava intenerito, con un sorrisino lieve a increspargli le labbra. Fu solo quando si accomodò meglio per la notte che alzò lo sguardo su Death Mask, gli soffiò un bacio sulle labbra sussurrandogli –Buona notte.- e spense la luce, lasciandolo al buio a interrogarsi sul perché fossero ancora vestiti invece di essere un nudo aggrovigliarsi di gemiti e spinte, e soprattutto sul perché quel coso era tra di loro.

Saga l’avrebbe pagata molto cara.

 

 

***

 

 

Un grazie a Socrate che esiste! Waaaa! *strapazza*

   
 
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