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Autore: Little_Lotte    13/04/2015    9 recensioni
" Dove sei, Hyoga?
Sono trascorsi giorni da quando te ne sei andato ed io ancora non riesco a capacitarmene. "
[SpinOff della mia one shot "Ritorno a Casa". La lontananza di Hyoga e la sua partenza per la Siberia, viste dal punto di vista di Shun.]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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N.D.A (Stavolta unicamente prima della lettura): Questa one shot altro non è che una sorta di "different point of you" della mia precedente "Ritorno a Casa", che aveva come protagonista Hyoga, partito per la Siberia nel tentativo di "proteggere" il suo amato Shun da se stesso. E' stata la splendida Innominetuo a suggerirmi di scriverne una seconda parte, dove fosse proprio Shun a parlare, e spero che l'esperimento sia andato a buon fine.
In ogni caso, la storia la dedico a lei.
Una menzione speciale va anche a Ladyforseiya_15, che oltre ad essere un tesoro mi ha fatto compagnia e mi ha fornito iniezioni di fiducia durante la scrittura, quindi che dire... Grazie, di cuore. <3
Ovviamente, come per gran parte delle mie storie, anche questa si ispira ad una canzone, più precisamente "Right Here Waiting" di Richard Marx.
Ora la pianto e vi lascio alla storia.
Buona lettura <3

 





Luna piena.

C'è una splendida luna piena stanotte, così grande e luminosa da riuscire quasi ad offuscare tutti i pianeti e le stelle con il proprio bagliore. Non riesco a prendere sonno e così ho deciso di trascorrere il resto della nottata in terrazza, ad ammirare il cielo splendente di questo primo mese di primavera.

Non fa troppo freddo, per essere così tardi, così mi raggomitolo in una piccola coperta di cotone e mi accovaccio su una sedia di vimini, alzo gli occhi al cielo e mi ritrovo a fissare le stelle con aria ammirata: le costellazioni sono ben visibili anche ad occhio nudo ed io mi soffermo a lungo su ognuna di esse, ricordando le storie che si celano fra quelli ammassi di stelle, ripassando nella mia mente ogni singola leggenda che riesco a rimembrare.

Poi, infine, il mio sguardo cade proprio lì, su quella costellazione che fino all'ultimo istante avevo così disperatamente tentato d'ignorare: la costellazione del Cigno.

Abbasso rapidamente il capo e mi stringo maggiormente in quella minuscola coperta, sospirando così flebilmente da riuscire a malapena ad accorgermene io stesso.

Dove sei, Hyoga?

Sono trascorsi giorni da quando te ne sei andato ed io ancora non riesco a capacitarmene.

So che non dovrei affatto pensare a te, se Ikki sapesse che ho trasgredito alla mia promessa s'infurierebbe come una iena... Ma in fin dei conti, perché dovrebbe importarmi di ciò che pensa mio fratello? Gli voglio bene, certo, ma non riesco a sopportare i suoi continui tentativi di darmi ordini, specialmente quando si tratta dei miei sentimenti.

Come può pretendere di comandarli, se io stesso non ne sono capace? La mia tenacia e la mia forza di volontà non sono serviti ad evitare ch'io mi innamorassi di te, Hyoga, e adesso appaiono completamente inermi di fronte alla tua assenza e al desiderio di saperti qui vicino a me, ancora una volta.

Mi manchi, Hyoga, così tanto da sentirmi quasi morire dentro, come se tutto ciò che un tempo riusciva a tenermi in vita ormai non fosse più sufficiente: la possenti e rassicuranti braccia di Niisan, le risate di Seiya, le dolci parole di conforto di Shiryu... Tutto sembra oramai privo di sapore, se non contornato dai tuoi gelidi occhi azzurri e dal tuo sorriso.

Il tuo bellissimo sorriso.

Non capitava spesso di vederlo comparire sulle tue labbra, ma quando accadeva era come se il sole, la luna e le stelle impallidissero di fronte a cotanto splendore, come se la luce sul tuo volto fosse sufficiente – da sola – ad irradiare l'universo intero.

Mi manca da morire quel sorriso: lo sogno di notte e lo inseguo di giorno, lo cerco fra le nuvole nel cielo e le costellazioni, ma per quanto assiduamente io possa cercare, non riesco mai a trovarlo; esso, oramai, vive solamente nei miei ricordi più cari.

Dovrei avercela a morte con te, Hyoga, essere talmente arrabbiato da non riuscire neanche a pronunciare il tuo nome, eppure non ci riesco; Ikki ritiene che sarebbe mio diritto, che in fin dei conti tu te ne sei andato senza dire una sola parola e che solamente un vigliacco, un verme privo di coraggio, sarebbe capace di compiere una simile nefandezza nei confronti della persona che, fino a pochi giorni prima, giurava di amare così profondamente. Immagino che possa esservi del vero nelle sue parole, ma se ripenso a te e al motivo per cui te ne sei andato, non riesco a provare nient'altro che puro amore ed eterna devozione nei tuoi confronti.

Credi davvero che io sia all'oscuro delle motivazioni che ti hanno spinto a partire, Hyoga? Pensi forse che non ti conosca abbastanza da riuscire a leggerti dentro, da scrutare fin dentro i meandri più oscuri della tua anima e del tuo Cosmo?

So bene perché te ne sei andato e per quanto dolore mi provochi una simile consapevolezza, so anche che non avrei potuto fare niente per trattenerti dal partire; forse chiunque altro ti reputerebbe un egoista, ma io so che il tuo cuore è mosso da nobili sentimenti di altruismo, e anche se mi addolora profondamente saperti lontano, pensare che pur di proteggere me tu hai deciso di allontanarti, sono disposto ad accettare anche questa tua decisione.

Mi mancherai, certo, ma so che un giorno tornerai da me.

Lo so, Hyoga, perché so che tu ed io siamo legati da un vincolo indissolubile, un legame che va al di là dello spazio e del tempo, e che prima o poi ci riporterà ad essere nuovamente assieme, non importa quanto a lungo i nostri cuori abbiano vagato l'uno lontano dall'altro.

Ricordi quanto accadde al Grande Tempio, nella Casa della Bilancia? Ricordi quando, per salvare la tua vita, utilizzai l'energia sprigionata dal mio Cosmo per ridestare il tuo? Quel giorno, qualcosa di veramente straordinario accadde fra di noi: i nostri Cosmi, per un breve istante, divennero uno solo e si scambiarono un'eterna e solenne promessa, quella di ritrovarsi sempre, in qualsiasi luogo di questa terra e comunque fossero mai andate le cose in futuro.

Noi siamo i nostri Cosmi, Hyoga, e come loro ci apparteniamo, non importa quanto il destino possa esserci avverso e quanto duramente dovremo lottare per stare insieme: noi ci ritroveremo sempre, amore mio, persino in capo al mondo.

Se riesci a sentirmi – e so che ci riesci – voglio che tu ascolti la mia promessa: Rimarrò qui ad aspettarti, Hyoga, dovessero trascorrere un milione di anni; non importa se tu adesso desideri sparire, se nella tua testa esiste solo un modo per dimostrarmi il tuo amore senza rischiare di ferirmi, io so che un giorno tu tornerai da me.

E allora non ci saranno più paura, né preoccupazioni o inutili domande senza senso, atte solamente a farci sentire in dubbio riguardo alle nostre esistenze: Saremo solamente tu ed io.

Insieme.

Due Cosmi in amore, che bruciano all'unisono.

  
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