Ti Scatterò Una Foto
Hai
sempre dato il peggio di te
appena sveglia, figuriamoci quando ricevi una inopportuna telefonata
che ti strappa via dal tuo meritato sonno.
«Fai
in modo di avere un'ottima ragione o sei un uomo morto»,
rispondi
più infastidita che mai e consapevole che sarà
difficile
tornare a dormire.
«Abbiamo un problema».
La
preoccupazione nella voce del tuo collega e amico ti sveglia del tutto
e ti convince ad ascoltarlo.
Neanche mezz'ora più tardi sei da lui. È bianco
come un
lenzuolo, visibilmente provato, molto demoralizzato. Lasci che parli
ininterrottamente e ti scoli, letteralmente, tre caffè per
essere sicura di restare sveglia. Lunghissimi caffè
americani,
perché sarebbe più semplice ottenere la Luna che
un
espresso a casa di quell'uomo.
Ciò che ti dice non ti sembra
davvero così grave come ti ha fatto credere e questo basta a
risvegliare i tuoi istinti omicidi, ma il tuo sesto senso ha deciso di
salvare la vita alla persona che hai di fronte. A patto che ti illustri
tutta la situazione.
Accavalli le gambe e incroci le braccia affondando strategicamente
nella poltrona. Poi sfoggi il tuo migliore sguardo indagatore, mettendo
a fuoco ciò che stai osservando. Lui.
È la tua posa da battaglia e lui lo sa.
Ci vuole l'alba prima che il collega si decida a sputare interamente il
rospo.
«La Nuova Zelanda non
è dietro l'angolo», obietti.
«Non puoi condannarmi a morte!»,
supplica lui sgranando gli occhi.
Sei al settimo caffè, non hai più voglia di
tornare a
letto e hai un mucchio di impegni da confermare o disdire a seconda di
ciò che deciderai di fare nei prossimi minuti.
Ti tamburelli le dita sul braccio mentre ripercorri
mentalmente le parole di lui. Ti è bastato sentire il nome Peter
Jackson
per desiderare di prendere il primo volo disponibile, ma negli anni hai
imparato che è quasi sempre un errore non indossare una
maschera
di impassibilità quando ti si chiede un favore. Anche se
questo ha il sapore di un'opportunità.
Il tuo collega ha dodici anni di carriera in più ma tu ti
sei
fatta largo a suon di flash ed in poco tempo sei
diventata una dei migliori in questo campo.
«I dettagli». Il tuo tono è
freddo, deciso, serio.
L'uomo ti
guarda. Le occhiaie sono sempre più scure. Gli tremano le
mani per la tensione. «Subito».
Farebbe
di tutto pur di rimediare al casino che ha
combinato quando ha accettato, senza accorgersene, due impegni
incompatibili tra loro.
Guardi il tuo amico dritto negli occhi mentre componi il numero.
Dall'altro
capo del telefono risponde una voce molto professionale ma gentile.
Educatamente chiedi conferma sull'identità
dell'interlocutore. «Ottimo.
Sono Zury Watson, fotografa. La disturbo per comunicarle un cambio di
programma. Mi occuperò io del servizio al cast de Lo Hobbit
fissato per la prossima settimana», dici senza esitazione,
con il
tono e la determinazione di chi sa esattamente cosa vuole.
La
voce dall'altra parte fa questioni, ma alla fine lo convinci
propinandogli le giuste informazioni al momento più
opportuno.
Chiudi la conversazione, ti alzi.
«Le spese sono a tuo carico».
Te
ne vai con l'eco di un flebile ma riconoscente
«Grazie».
Viaggiare ti è sempre piaciuto e il tuo lavoro non fa che
unire
le due grandi passioni che ti accompagnano fin da quando eri una
bambina.
Non sei mai stata in Nuova Zelanda e non hai mai incontrato persone
tanto importanti quanto Peter Jackson e gli attori dei quali si
circonda.
Hai fatto molte ricerche nella settimana che ha preceduto la tua
partenza, ti sei documentata sul cast e hai osservato centinaia e
centinaia di fotografie scattate da altri per arrivare a definire le
angolazioni che potrebbero risultare più vincenti di altre.
Ti
senti pronta. Carica. Ed anche un po' emozionata.
Arrivi con due giorni di anticipo e incontri la voce che ti ha risposto
al telefono. Lo scopo è quello di definire i dettagli del
servizio fotografico.
La location è stata scelta da Jackson e l'intermediario ha
il
compito di fornirti una quantità esauriente di informazioni
e
immagini.
L'accordo è stipulato.
Il posto è assolutamente magnifico e inizi a scattare
fotografie
ancor prima di incontrare regista e cast. Come al tuo solito sei in
anticipo e decidi di approfittarne.
Sei così concentrata a cogliere i dettagli con il prezioso
aiuto
della tua migliore amica, che è lei ad accorgersi per prima
del
nuovo arrivato sul posto.
Sullo schermo digitale della tua macchina fotografica compare un viso
di indubbia bellezza. Fronte spaziosa; sopracciglia folte ma definite
nella forma; occhi chiari e intensi, attorniati da deliziose rughe
d'espressione che annunciano un sorriso; naso importante ma per nulla
buffo o sgraziato; labbra sottili e piegate in un gentile sorriso;
collo lungo; spalle ampie.
Non hai alcun dubbio sulla sua identità.
Ti è difficile smettere di guardarlo attraverso l'obiettivo
della fotocamera.
«Zury Watson», ti presenti, celando
l'imbarazzo dietro la tua professione. «La
donna che vi immortalerà in scatti
indimenticabili».
Questa sicurezza ti è costata anni ed anni di duro
allenamento.
«Richard Armitage», risponde lui.
Richard Armitage.
È un'eco dolcissima nella tua mente.
Avevi appena diciannove anni quando lui recitava un ruolo che ti
sarebbe rimasto impresso nella mente per anni ed anni. Quante volte hai
immaginato di fotografarlo nei panni di Sir Guy di Gisborne? Tante.
Troppe.
Richard Armitage.
Non ci pensi nemmeno su.
Flash.
Lo sguardo di lui mostra curiosità. Sorridi dietro la tua
amica di una vita.
Flash.
«Faccio solo qualche prova», puntualizzi.
Lui
ti asseconda. Segue le tue indicazioni quando gliene fornisci.
«Voi fotografi siete creature
misteriose», dice attirando la tua attenzione.
Sollevi lo sguardo al di sopra dell'apparecchio tecnologicamente
avanzato che ti porti sempre dietro.
Ora sei tu quella curiosa.
Si avvicina. Allunga una mano verso l'obiettivo della macchina.
«Fotografate decine, centinaia di soggetti. Ma mai
voi stessi», conclude.
Le
dita sono vicinissime alle tue. Lo sguardo fisso nel tuo. Non
c'è bisogno che ti chieda di lasciargli la macchina
fotografica.
In un movimento fluido scivola dalle tue mani alle sue. Ha ragione,
quasi mai sei il soggetto delle fotografie che scatti e raramente ti
lasci fotografare da altri ritenendo che ci siano cose e persone molto
più belle da immortalare.
Non smetti di guardarlo neanche quando i suoi occhi finiscono dietro la
tua migliore amica.
Flash.
Che strana la sensazione che provi.
Istintivamente abbassi lo sguardo, imbarazzata da quell'intimo silenzio.
Flash.
Lo guardi di nuovo, stupita.
Flash.
Richard Armitage.
«Anche voi attori siete creature
misteriose», confidi a bassa voce.
Smette
di fotografarti e torna a guardarti. Ti restituisce la macchina.
«In che modo?».
«Siete decine, centinaia di soggetti. Ma non si
capisce mai quanto di voi stessi ci sia dentro», concludi.
Il
suo sorriso è adorabile e senti di poter passare una vita
intera a fotografare gli angoli della sua bocca.
«È dotata di autoscatto?», ti
domanda.
Annuisci.
Ti
sorride. Ti invita.
Gli sorridi. Lo assecondi.
Predisponi il necessario, studi il paesaggio e la
differenza di altezza tra voi.
Flash.
È
la foto più bella che tu abbia mai scattato. Stai
sorridendo, il
tuo sguardo è limpido. Hai immortalato un momento felice
della
tua esistenza.
Tu e Richard Armitage osservate in silenzio il
risultato.
Intimamente
ringrazi che il tuo amico e collega abbia combinato il pasticcio che ti
ha spedita direttamente in Nuova Zelanda per quel servizio fotografico.
Non solo perché conoscerai uno dei registi che da sempre ti
appassionano. Non solo perché conoscerai alcuni tra gli
attori
che suscitano in te molta simpatia. Non solo perché
visiterai un
posto nuovo. Ringrazi perché grazie alla sua svista ti senti
più viva che mai, perché hai avuto l'occasione
che
attendevi da tempo.
Ti
affidi nuovamente agli infallibili occhi della tua migliore amica e
vedi arrivare Peter Jackson, Martin Freeman e Orlando Bloom.
Flash.
N.d.A.
Ho
spudoratamente rubato il titolo ad una canzone di Tiziano, trovandolo
piuttosto appropriato per questa storia. E ho approfittato della vena
creativa per fondere l'ammirazione che nutro per Richard con l'hobby di
fotografare ogni cosa in qualunque momento della giornata.
Spero che il risultato vi sia piaciuto e vi
ringrazio in anticipo per le eventuali recensioni.