Rimasi perplesso da quello che disse Fostha, poi ricordai la tavoletta di pietra. Parlava di due gemelli nati da una potente dea che assieme sarebbero stati invincibili.
- Stai parlando di una strana storiella su due gemelli nati da una non definita dea? - chiesi, volevo essere sicuro stesse parlando di quello.
- Sì, esatto! Solo che non li partorisce una dea ma la Forza, o Aura come viene chiamata oggi. Fu un grande Maestro Cavaliere a profetizzarne l'avvento decine di migliaia d'anni fa. - spiegò lui eccitato.
Sospirai incredulo - E come diavolo ha fatto a sopravvivere una leggenda del genere per migliaia di anni? Insomma, nel mio mondo una leggenda cambia drasticamente in una decina d'anni. - chiesi incuriosito.
- Non so come funzioni nel tuo mondo ma nella galassia certe cose rimangono nel network galattico. - spiegò lui.
Guardai Sania facendo spallucce, lei alzò gli occhi impaziente - L'equivalente al vostro internet, anzi si può dire che è internet! - disse sbuffando e girandosi verso la porta in fondo al corridoio.
- Ah, allora è vero quello che dicono. - feci sorpreso.
- Su cosa? - chiese Fostha.
- Se carichi qualcosa su internet rimane per sempre! - risposi.
Ci avvicinammo alla porta, Sania la sfondò con un calcio. All'interno c'era uno studio con dei tavoli, alcuni fogli, una gabbia coperta da un telo verde e un vecchio ricurvo.
- Dov'è la principessa Aman-He? - urlò Fostha.
Il vecchio si girò, fece un sorriso che rivelò i denti marci e anneriti - Proprio la sotto! - rispose indicando con mano tremolante la gabbia.
Sania si avvicinò e scoprì il telo verde, Aman-He era priva di sensi e respirava a fatica.
- Cosa le hai fatto, bastardo? - Fostha puntò la pistola verso il vecchietto.
- Ora lei è mia, come dovrebbe essere, come lui aveva detto sarebbe stato! - rispose con voce rauca il vecchio.
- Quindi ci sei davvero tu dietro tutta questa storia... cavolo che delusione. - sbottai.
- Mio caro ragazzo, quello deluso sono io. Non pensavo che i Dranorin fossero così... deboli! - fece un gesto con la mano, io fui sbattuto al muro, Sania finì accanto a me, e Fostha accanto alla gabbia.
- Sapete, è davvero incredibile quanto voi Cavalieri siate stupidi. Il vostro Gran Maestro Thran per esempio, ha lasciato due ragazzini con pochissima esperienza a fare da balia a questa impura. - guardò la gabbia con disdegno - E anche lui è andato in missione da solo ed è caduto in trappola. - rise.
Io e Sania ci guardammo - Che vuoi dire che è caduto in trappola? - chiesi alzandomi in piedi.
- Semplice che... che il messaggio che gli arrivò appena atterrato su Datitth era una trappola ideata da noi per catturarlo, torturarlo, e molto probabilmente ucciderlo. - rispose.
- Noi? Noi chi? - chiese Sania con un briciolo di timore nella voce.
- Noi siamo Sith, mia cara bellissima Dranorin! Siamo stati sterminati trenta mila anni fa, ma ora siamo rinati, e conquisteremo l'intera galassia! - rispose esaltandosi.
Accesi di nuovo la mia spada nera - Ah, ecco! Beh di solito non picchio i vecchi ma per questa volta farò un'eccezione! - dissi, aiutai Sania ad alzarsi.
All'inizio il vecchietto sembrava stupito, poi si riprese, prese la spada dal tavolo e l'accese - Bene bene, i bambini vogliono giocare, giochiamo allora! - disse con la spada che gli illuminava il viso di rosso.