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Autore: V@le    25/12/2008    2 recensioni
Il mito della nascita dell'entità che più ci spaventa a questo mondo. Tutto nacque da un sogno, anzi, dal Sogno....
[Mitologico]
2^ Classificata al concorso 'Dal sogno alla fanfiction' indetto da DarkRose86
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FABULA SOMNIANTIS ALGORISQUE


Una volta gli uomini erano immortali.
Vivevano sulla terra, godendo dei suoi frutti; ammiravano il cielo, lasciandosi illuminare dal sole e dalle stelle.
Ma erano anche peccatori.
Fasulli esseri impeccabili: celavano l'ira, la superbia, l'accidia e tutti i vizi immaginabili nel loro animo.
Avevano trasformato quest'ultimo in una cassaforte e tenevano tatuati sulle dita i numeri della combinazione.
Ancora non sapevano usare quelle cifre al momento giusto e, per questo, ancora non osavano aprirla.

Un tempo le donne erano immortali.
Abitavano il mondo e si rallegravano dei suoi regali; fissavano esterrefatte la volta celeste, cercando di cogliere il minimo raggio di qualunque tipo di luce.
Purtroppo erano anche peccatrici.
I loro diari segreti contenevano i più atroci pensieri e desideri composti di pura voluttà.
Temevano gli effetti di tali idee, così avevano chiuso il lucchetto e ne tenevano nascosta la chiave.
Ma erano anche sognatrici.
Senza paura lasciavano spaziare la mente per i meandri dell'universo, seguendo la speranza più o meno flebile che un giorno potessero tenere nel palmo di una mano ciò che volevano, mettendo da parte il timore che potesse volare via e scomparire.

Questi erano gli esseri perfetti dei secoli immemorabili.
La loro era finì quando una combinazione e una chiave furono ritrovate e usate, generando l'entità che sancì la fragilità del genere umano.




Vi era, a quei tempi, una giovane donna di modesta e immatura bellezza, che non attirava l'attenzione degli uomini come la perfezione estetica delle altre poteva.
Ma ciò semplicemente non le importava, avendo qualcosa a suo parere molto più prezioso di un compagno.
Il Sogno.
Vi erano molte donne sognatrici, ma quella era La Sognatrice*.
Il viso le si illuminava anche quando la più piccola parte del suo pensiero prendeva il volo, donandole la più grande sensazione di libertà esistente in quell'era.
Come tutti, non sapeva cosa fosse di preciso il Sogno, né che forma avesse o quali effetti comportasse.
Questo però non le impedì di perseverare in quello stato d'animo così dolce e rassicurante, nel quale aveva trovato una casa e un rifugio, senza perdere di vista una realtà che la fantasia rendeva più piacevole.
Il suo nome era Somnians*, una ragazza immortale.
E felice.
La sua felicità perdurò per tutti i suoi teneri anni, fino a quel giorno.

Quel giorno i suoi occhi di Sognatrice si risvegliarono dal loro vagare per posarsi su un forestiero.
Bello come un dio, splendente come il sole. L'essere più pericoloso su cui il suo sguardo potesse mai posarsi.
Quest'essere si chiamava Algor** e provocò ciò di cui nessun altro uomo sarebbe stato capace: colpì il Sogno, lo fece divampare all'interno della fragile anima della ragazza, dissolvendo ogni effimera protezione in lei.
Così Somnians conobbe l'Amore, quella forza inarrestabile e sovrumana che tutti travolge; che tutti ferisce. 

Dopo quell'incontro, La Sognatrice non si accorse che la realtà le scivolava via dalle mani, come acqua che si cerca di afferrare invano.
E, mentre le restavano solo poche gocce di verità, il Sogno dentro di lei continuava a crescere, a pulsare, a vivere.
Era sola, come sempre ignorata dal mondo, senza qualcuno che la avvertisse di che grande pericolo stesse correndo; così lasciò crescere in sé l'Amore e il Sogno, la cui fusione le toglieva energia giorno dopo giorno, costringendola a consumarsi nell'ammirazione di un uomo freddo quanto il nome che portava**.

Passata una stagione, priva di ogni vigore morale e fisico, Somnians ebbe comunque il grande coraggio di rinunciare all'unica cosa che non si era esaurita in lei: la dignità.
Andò da Algor e, in un campo di grano, gli parlò, gli confidò i suoi segreti, gli affidò le sue speranze.
Ebbene, quell'uomo non le rispose che con gesti: l'afferrare una falce abbandonata a terra, il conficcarla nel suo stomaco.
Si era arrischiato a cercare la combinazione; aveva osato aprire la cassaforte.
La prima vittima di quel suo peccato fu l'innocente, povera Somnians: una ragazza che voleva solo la realizzazione del Sogno.

Somnians era immortale e non morì.
Il Sogno era fragile e si ruppe.
L'Amore era corruttibile e s'intaccò.
La Sognatrice non poteva più essere chiamata come tale.
Fu disperazione che la condusse alla ricerca e all'uso della chiave, scatenando l'effetto di uno dei vizi capitali.
Si vestì di un mantello scuro e, con in mano la falce che aveva frantumato il suo Sogno e intaccato il suo Amore, ritornò da Algor.

L'eternità, in quanto tale, non cade di fronte ad una semplice lama.
Ma quella che Somnians teneva stretta fra le dita era ricoperta di sentimento contaminato e frammenti di speranze.
Di fronte a ciò, l'immortalità cedette.

Algor fu il primo uomo a morire.
Somnians il primo essere a uccidere, dopo essere stata uccisa.
Perché, quando l'Amore è intaccato e il Sogno frantumato, è morte.
Nulla di più, nulla di meno.

Da allora, colei che una volta era La Sognatrice cambiò identità: il suo stato d'animo perpetuo fu terrorizzare gli esseri perfetti che, cominciando ad aprire casseforti e diari segreti, divennero sempre meno perfetti, infettando le generazioni future e destinandole alla loro stessa sorte: la mortalità.
Somnians abbandonò questo suo antico nome, acquisendo quello con cui ancora oggi viene chiamata.
La Morte.



Una volta gli uomini e le donne erano immortali.
Poi, usando combinazionichiavi proibite, finirono col frantumare il Sogno.
Da ciò nacque la Morte.

Ora gli esseri sono semplicemente umani.
Straordinariamente, nonostante la rottura del Sogno, sono rimasti dei sogni minori, che delle giovani donne osano cullare nelle loro menti.
Grazie alla loro attenzione e al loro timore, questi sogni non raggiungeranno mai le dimensioni che l'Amore fece acquisire al Sogno, evitando qualsiasi tipo di rottura; qualsiasi genere di ferita.

Sognare è ancora un bene, anche se in pochi lo sanno: forse è l'unica cosa che ci dà il coraggio di vivere.
E, quando si ha il coraggio di vivere, non si ha la paura di morire.


† Fine



*Somnians, dal verbo latino somnio, as, avi, atum, are (=sognare), colei che sogna, sognatrice.
**Algor, dal latino algor, oris, freddo (sostantivo).
  
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