Caro papà ti scrivo, perché tanti anni sono passati e io sto partendo da questa terra di egoisti. Mi sentivo molto solo a veder chi si ama e non, con risse sparse qua e là e sangue spruzzato sui muri di ogni città. A volte cade la pioggia, che pare lacrime concrete, di chi soffre davvero nel vedere che c’è qualcuno che se ne va. E quindi coprono i miei passi, passi soltanto di libertà, di speranza nel vedere crescere un mondo come un indifeso bambino che presto sfoggerà i suoi rami. Ma questo mondo ipocrita, che tanto promette e nulla da, io prego sempre che cambi per un futuro migliore a chi nascerà. E ormai ti sto raggiungendo, ormai vedo qualcosa di familiare. Ma forse è solo una percezione, anche se i miei occhi sono chiusi e una lacrima il mio viso ha solcato, bagnandolo per l’ultima volta e lasciando un vuoto nel cuore di chi mi ha amato, come tu hai fatto con me.

ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti. Scusate se questa storia è particolarmente triste, ma oggi a scuola durante l'ora buca di una professoressa mi è venuta quest'ispirazione e non potevo non pubblicarla. La vera storia sarebbe strutturata in un modo diverso: sono io che muoio e scrivo a mio nonno morto quattro anni fa (quattro anni fa è la data della sua effettiva morte). Ho pianto molto al termine di questa storia. E' difficile che io piang per una cosa scritta da me. Spero di aver suscitato in voi dele emozioni forti e che possiate lasciare un po' di recensioni.
Baci
Astrid