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Autore: Quasar93    24/04/2015    0 recensioni
Questa long è una what if ambientata in vari momenti, partendo da metà dell'ottava stagione circa (poco prima di Mummy on the Orient Express) , tornando indietro con flashback in altri momenti, tra cui la Guerra del Tempo, dov'è in realtà ambientata la maggior parte della storia.
E niente, non voglio spoilerarvi altro! Buon divertimento (?) anzi, buon angst!
Genere: Angst, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 12, Doctor - Altro, Master - Altro, Master - Simm
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve! Siamo arrivati al punto in cui i nostri (cattivissimi) Time Lords fanno tutti la loro entrata in scena, e volevo specificare i fancast per i personaggi dato che li ho presi in una rigenerazione non canonica. Li scrivo alla fine del capitolo, nel caso non voleste spoiler sui personaggi~ buona lettura!

The light on the horizon
Was brighter yesterday
Shadows floating over
Skies begin to fade
You said it was forever
But then it slipped away
Standing at the end of
The final masquerade



 
Il Maestro si staccò, allontanandosi dal Dottore, una volta finita la connessione telepatica.
L’uomo più vecchio riaprì gli occhi che aveva chiuso poco prima e fissò l’altro dritto negli occhi, con un’intensità che fece vacillare per un secondo la sua spavalderia.
- Pensi davvero che avrei mai potuto dimenticare quell’episodio?
Il Maestro restò un attimo in silenzio, colto di sorpresa.
- Tu... ricordavi? Com’è possibile?
- Non da subito, no. Ma una volta stavi avendo un incubo, ti toccai, per tranquillizzarti e vidi cosa stavi sognando. Poi piano piano sono riemersi i ricordi. Eri stanco e non completamente lucido, probabilmente non li avevi cancellati del tutto.
- Perché non mi hai mai detto niente?
- Perché non serviva farti una colpa di qualcosa per cui ti avevo già perdonato.
Il Maestro rimase a corto di parole per un momento e, fortunatamente per la sua reputazione di lingua tagliente, qualcuno arrivò ad interrompere la loro conversazione prima che quel silenzio divenisse troppo difficile da rompere.
- Maestro, la riunione del consiglio è iniziata - disse un uomo alto, giovane, col viso a punta e gli zigomi taglienti. I suoi glaciali occhi azzurri si fissarono per un attimo sul Dottore in catene. Sembrò riconoscerlo, ma non lo degnò di una parola.
- Arrivo, Magnus. - rispose solo il Maestro, non voltandosi nemmeno a guardarlo. - E tu, Dottore, non metterti troppo comodo. Riprenderemo la conversazione non appena avrò finito col Consiglio. A presto, mio caro - disse mentre gli dava le spalle, sorridendo sarcasticamente.
Rimasto solo, il Dottore, si mise a pensare.
Non provò nemmeno a liberarsi, si era accorto di non avere più in tasca il cacciavite sonico e, se Magnus era lì, poco ma sicuro le segrete erano state progettate da lui. Il che significava che, anche nella remota evenienza in cui qualcuno fosse riuscito a fuggire, il destino che lo aspettava sarebbe stato peggio della prigionia.
Si appoggiò al muro con la schiena e cercò di rilassare un po’ le braccia, che iniziavano a fargli male.
Rivivere il ricordo degli eventi di quando era ragazzo lo aveva spinto a vagare nel viale dei ricordi, a quando Magnus non era un uomo freddo che non lo degnava neanche di un saluto e Kosc- e il Maestro non era il suo peggior nemico. Chissà se c’erano anche gli altri, lì nel palazzo presidenziale, chissà se anche loro erano cambiati così tanto.
Sì, perché anche il Maestro era diverso. Certo, da molto tempo non era più il ragazzo con cui passava le giornate spensieratamente all’Accademia. E già altre volte aveva avuto modo di confrontarsi con l’uomo spietato e senza scrupoli che era diventato, ma in lui c’era qualcosa di diverso. Per la prima volta, nei suoi occhi, aveva visto solo malvagità e nient’altro.
Dottore, stai diventando vecchio pensò poi e pensi troppo.
 
 
Tearing me apart
With words you wouldn't say
Suddenly tomorrow's
Moment washed away
Cause I don't have a reason
And you don't have the time
We both keep on waiting
For something we won't find
 
 
 
- Ti vedo pensieroso, Dottore - sibilò una voce femminile, cogliendolo di sorpresa.
- E adesso cosa c’è, di grazia? - borbotto l’uomo, agitandosi e facendo cigolare le catene.
- Ti sembra questo il modo di salutare una vecchia amica? -chiese con voce melliflua la donna che stava entrando nella sala, camminando al suo indirizzo.
- Rani... - disse tra i denti il Dottore. L’arrivo di quella donna non preannunciava nulla di buono.
- Mi fa piacere che ti ricordi di me - disse, spostandosi di lato i lunghi capelli corvini e deviando leggermente, per poi entrare in una cella diversa da quella del Dottore. - E spero ti ricorderai anche di lui - continuò, trascinando fuori un altro uomo in catene.
Aprì la cella del Dottore con uno schiocco di dita e gli sbatté l’altro prigioniero davanti.
Al Dottore servì solo un secondo, chiuse gli occhi e si concentrò un attimo. In quella rigenerazione sembrava portato per la telepatia.
- Jelpax! - esclamò poi, a metà via tra il sorpreso e l’inorridito.
L’altro era in una rigenerazione abbastanza giovanile di aspetto, i capelli corti e ricci e un fisico esile. Sembrava non essersela passata bene ultimamente, aveva lividi un po’ ovunque e se ne stava appallottolato su se stesso, impaurito.
- D-dottore?
- Cosa gli avete fatto? - ringhiò, distogliendo lo sguardo dall’amico e fissandolo negli occhi della donna.
Jelpax, a differenza degli altri, gli era sempre stato amico. O per lo meno, non nemico. Inoltre aveva optato per un tranquillo lavoro d’ufficio su Gallifrey quindi il Dottore proprio non riusciva a capire come potessero essersela presa con lui.
- Cosa gli abbiamo fatto? - ripeté sarcastica la Rani. - Gli abbiamo dimostrato cosa succede a chi aiuta i nostri nemici. Anzi IL nostro nemico. Nello specifico... - fece una pausa calcolata, in cui fissò il Dottore dritto negli occhi - ...tu.
- Io? - sbraitò incredulo l’uomo. - Ma se non lo vedo da millenni?
- Chi credi ti abbia passato un nuovo ciclo di rigenerazioni quando eri su Trenzalore? È stato questo scarto qui. - disse perfida, assestando un calcio al povero Jelpax che, per quanto possibile, si rannicchiò ancora di più su se stesso.
- Come se te lo meritassi - continuò, avanzando verso il Dottore. - dopo quello che ci hai fatto,- disse, alzando una mano, intenzionata a colpirlo - dopo che...
- Non mi sembra carino iniziare senza di noi - sibilò Magnus, apparso improvvisamente alle sue spalle e bloccandole la mano. - Non sei certo l’unica che ha due parole da dire al nostro vecchio amico - disse, emanando un’aura di superiorità che fece tremare per un attimo anche il Dottore. Inoltre, il fatto che riuscisse ad apparire così all’improvviso non gli piaceva per nulla.
- Come vuoi, Magnus - ribatté acida, facendosi indietro. - Vedi di muoverti a chiamare il tuo amico Presidente.
- Oh, ma sono qui. - ghignò il Maestro, entrando accanto ai suoi due compari - E comunque, la Rani qui, non ha tutti i torti. - continuò, prendendo per un braccio Jelpax e costringendolo ad alzarsi in ginocchio. - Tu non ti meritavi affatto un nuovo ciclo di rigenerazioni. Volevamo lasciarti li, ad arrangiarti, come tu hai abbandonato noi durante la guerra. Ma questo piccolo irriconoscente... - ringhiò avvicinando la faccia a quella di Jelpax - ha disubbidito ai nostri ordini e ti ha aiutato. È sempre stato così, questo idiota. - lasciò cadere il riccio, colpendolo con un calcio ben assestato - sempre ad aiutarti, anche quando nessun altro era disposto a tenere la tua parte.
Immagini di molto tempo prima si affacciarono alla mente del Dottore, il processo, dopo il viaggio dal Toymaker quando ancora chiamava amici le persone presenti in quella stanza.
Solo Jelpax l’aveva aiutato all’epoca, come solo Jelpax l’aveva aiutato ora.
- Mi riferivo esattamente a quello. - disse il Maestro, leggendo nella mente dell’altro. - Sei migliorato, con la telepatia. Almeno in questa rigenerazione. Ma proietti ancora certi pensieri, e io sono sempre il più bravo - sogghignò.
- Non vi ho abbandonati - disse con tono eccessivamente calmo il Dottore, che era rimasto in silenzio fino a quel momento - durante la Guerra del Tempo. - Si protese in avanti, dimenticandosi di essere ammanettato e ferendosi ai polsi. Fece una smorfia di dolore e continuò. - Ho combattuto finché ho potuto, poi ho dovuto prendere una decisione.
- Sì, abbandonarci alla mercé dei Dalek, chiusi per sempre in un universo tasca di cui nessuno sapeva dell’esistenza. Lo sai, Dottore, quanti Dalek c’erano sulla superficie del pianeta quando hai deciso da solo le sorti di milioni di Gallifreyani? Lo sai?- intervenne Magnus, con uno sguardo di gelida rabbia, accumulata nei secoli.
- No... - ammise il Dottore, abbassando lo sguardo. - Ma sicuramente meno di quelli che stavano devastando il pianeta dai cieli.
- Comunque abbastanza per decimarci. Ricordi anche tu com’erano le armi a nostra disposizione all’epoca. Fu una strage.
- Io propongo di mostrarglielo, poi potremmo dare una lezione a lui e a questo inetto qui. - sibilò la Rani. - Chi vuole avere il piacere?
- Ci penso io - sentenziò Magnus, avvicinandosi al Dottore, che cercò di evitare la presa delle sue mani per non consentirgli di formare un link telepatico sufficientemente forte. Al terzo tentativo l’uomo col viso a punta si stufò e sferrò al Dottore un pugno precisamente all’altezza dello stomaco, facendolo piegare in due e approfittando per stringergli le tempie tra le mani.
Entrò nella sua mente senza prendere troppe precauzioni, facendo urlare l’altro e iniziando a trasmettergli i ricordi più orribili che aveva.
 
All I ever wanted
Secrets that you keep
All you ever wanted
The truth I couldn't speak
Cause I can't see forgiveness
And you can't see the crime
And we both keep on waiting
For what we left behind
Fancast:
Magnus (Il Signore della Guerra) - James D'Arcy
Jelpax - Iain De Caestecker
Ushas ( Rani ) - Katie McGarth
  
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