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Autore: MrsReed    25/04/2015    0 recensioni
''La sua pelle era grigia, i suoi capelli neri e gli occhi sembravano iniettati di sangue.
Nonostante ciò, lei splendeva di luce, quasi più di un Nord.
Perché si sa, non c'è nulla di più luminoso di un sorriso fatto anche durante la tempesta.''
-
Fanfiction che parla di una semplice Dunmer, abitante del quartiere Grigio di Windhelm, che cerca di riottenere la propria libertà arruolandosi nei Manto Della Tempesta, diventando parte della rivolta.
Le cose sembrano facili all'inizio, ma il male arriva sempre senza avvisarti, e tra tante peripezie dovrà trovare spazio per le sue sfide con Ulfric.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ulfric Manto della Tempesta, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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BUON POMERIGGIO! Qui è Clavisky che vi parla, e finalmente mi sono decisa a postare questo nuovo capitolo della mia fanfiction, cambiando anche il nome e l'introduzione.
Sto ancora lavorando sulla mia grammatica, quindi siate clementi se trovate degli errori, ed invece di attaccarmi segnalatemeli.
Un bacione e alla prossima.


''Cara mamma,

So che ho poche possibilità di ottenere una risposta a questa lettera, ma io ci provo.
Sono passati 2 mesi dal giorno in cui io e Dvora abbiamo lasciato casa, e non passa giorno in cui io non ripensi alla nostra azione.
Come ben sai, io sono una tipa che ragiona con il cervello, mentre lei ascolta di più il cuore. L'odio che provava verso questa città l'ha inebriata, assopita ed accecata.
Invece, grazie ad esso, io mi sono risvegliata.
Hai presente la fenice, che dopo un tot di tempo muore e rinasce dalle sue stesse ceneri?
Beh, quello è un ottimo esempio per descrivere il mio cambiamento.
Sono sempre la stessa, ma la mia pelle è nuova e la muta è stata completata con successo-''


Infilai la punta della penna d'oca nel calamaio, poi ripresi a scrivere con molta tranqullità.

''A Windhelm si è sparsa in fretta la voce di ciò che ho fatto per entrare nel Palazzo dei Re, ma non ti preoccupare, me l'hanno fatta pagare: Sono rimasta rinchiusa per 2 giorni in una cella, poi mi hanno spedita a Serpentstone come tutti gli altri.
Ti posso solo dire che è un luogo esclusivo, non pericoloso, ma l'energia che alberga in quella zona non è nemmeno lontanamente descrivibile.
Passo dopo passo, potevo sentire la forza di ogni altro guerriero che aveva misurato le proprie abilità su quei ghiacci, e ciò mi sprovana a fare ancora del mio meglio.
La battaglia contro lo Spettro del Ghiaccio è stata breve, anche perché le mie mani infuocate erano sufficientemente potenti.
Fortunatamente.
I problemi sono venuti più avanti, quando ancora paravo il culo ai soldati più forti. 
Le mie magie di recupero hanno combinato qualche casino, facendomi capire che potevo destreggiarmi solo con la Distruzione.
Ho rischiato di morire come un hooker più e più volte, inoltre moltissimi miei compagni hanno sempre fatto finta di non vedermi, ma io ho comunque cercato di salvare le loro vite, anche se loro mi avrebbero lasciata morire.
Forse non se lo meritavano, ma non voglio vedere altri morti.
Mamma cara, la morte è brutta, anche perché quando uccidi un'uomo, seppur di poco valore, poi devi dimenticarlo.
Devi imparare a viverci, e con tutti i problemi non ci riesco-''


Sentii le lacrime rigarmi il viso, e spontaneamente strinsi la penna nel mio palmo, cercando di controllare la mia energia.
Ero seduta con l'elmo ancora addosso, sotto l'ombra di un grosso salice piangente, che rifletteva i miei sentimenti con le sue fronde.
Nessuno mi vedeva soffrire, ero semplicemente come tutti gli altri per Ulfric: Carne da macello.
Alcune gocce caddero sul foglio, ma non mi affrettai ad asciugarle: Le lasciai lì, cosicché mia madre capisse l'importanza della mia scelta e la forza con cui stavo affrontando queste difficoltà.

''... Sai, a volte mi viene voglia di mollare tutto, anche te e la nostra causa, proprio come Dvora.
Però, mi viene sempre in mente il volto di Azura, e la promessa che le avevi fatto.
Eravamo appena arrivate da Morrowind, tutto ciò che avevamo prima non era che un vano ricordo, lasciato alla mercé di lava e fuoco.
Affidavi i nostri deboli corpi alla dea, mentre la sacerdotessa faceva alcuni riti di evocazione.
Dov'era papà, dov'era?
Ad ammazzare.. o ad ammazzarsi? Di sicuro non era con te, di fronte a questa dura scelta.
Tu eri disperata, non volevi farci vivere in un posto che ci odiava, così decisi di sacrificarci.
Lo facevi a malincuore, ma quelle erano le nostre vite e tu volevi distruggerle, così Azura intervenne.
Lei disse che per noi aveva un piano ben preciso, non saremmo diventate sue sacerdotesse o suore, ma qualcosa di più.
Noi saremmo diventate le sue guerriere, le guerriere di Azura, portatrici dell'alba e del tramonto, della nascita e della rinascita.
Tu le facesti una promessa, essa dettava così:
''Prometto di proteggerle, di tenerle in vita e libere. Non incatenate, ma libere. Non incatenate alla morte, ma sciolte nella libertà., in modo che possano spargere la mia parola.''
Non hai mantenuto questa promessa, poiché hai ritardato la nostra evoluzione, nascondendoci al mondo.
Il problema è che avevi paura, ed essa ti ha accecata.
E se non risponderai è perché sarai ancora oscurata, ma non ti preoccupare, non combatto solo per te.
Sarò la soldatessa di Azura, colei che salverà i Dunmer, ricordatelo.

P.s. Non sono un Manto Della Tempesta, soltanto un soldato.

Addio.''


''SOLDATO!'

Una voce improvvisa e forte mi riportò alla realtà, poi materializzai che si trattava di uno dei miei capi. Mi guardava con aria frettelosa, come se fosse un po' scocciato.
Mi alzai in piedi in fretta, feci un piccolo inchino e ripiegai la lettera.
L'armatura mi copriva tutto il corpo, ma purtroppo la gente notava che non ero un Nord per la mia altezza.
Ogni volta che ci mettevano in file indiane per la conta, mi sentivo sempre sopraffatta da uomini e donne con cui non avevo nulla in comune.

''Ascoltami bene, devi portare questa lettera ad un soldato che si trova vicino al fiume. Gliela stavo portando io, ma hanno appena trovato un covo di Imperiali, e tu stai qui in panciolle da stamattina-''

Stavo per ribattere, ma l'uomo riprese a parlare prima di voltarsi per andarsene:

''Senti, Dunmer, se fosse per me non saresti qui. Quindi, evita di fare la primadonna. Sarai pure una bella ragazza, e si sa che le maghe riescono sempre a stregare tutti, anche con un elmo addosso... però, io non sono Ulfric.''

Si voltò ed incominciò a correre verso i cavalli, lasciandomi amareggiata davanti alle sue parole.
Rimasi lì, ferma, a rimunginare su ciò che mi era appena stato detto.
Poi mi ricordai della lettera che dovevo consegnare, ed incominciai a camminare sulla terra bagnata, in prossimità del fiume.
Era meglio non ricordare, ma semplicemente spegnere il cervello ed agire meccanicamente.

L'acqua era molto alta e fredda, mi arrivava fino a metà caviglia, ed il sole era presente ma pallido e debole.
Le nuvole albergavano sparse nel cielo, formando disegni astratti e senza senso, che potevano essere captati solo dalle persone più attente.
La vegetazione sembrava riflettere i mie i sentimenti, infatti tutti gli alberi proiettavano le foglie verso il basso.
Fino ad allora cercavo di separare, anzi, eliminare tutta la mia vita privata dal lavoro. Non volevo combattere con qualche angoscia o pensieri dolci nel cuore, durante una battaglia che sarebbe finita in fiamme.
Continuai a camminare lentamente, cercando di ammirare la natura in tutta la sua bellezza, poiché essa rimaneva la stessa anche se la guerra la faceva perire.
Mi tolsi un attimo l'elmo, facendo scivolare i miei corti, neri e sudati capelli sull'armatura sciupata. 
Presi tra le mani un goccio d'acqua, e me la tirai in faccia per rinfrescarmi.

''Quell'acqua è sporca, se vuoi ne ho della filtrata qui.''

Una voce familiare irruppe la quiete della natura, facendomi voltare improvvisamente.
Un ragazzo era seduto su una roccia, con addosso solo la parte sotto dell'armatura, gli stivali e dei guanti.
I suoi lunghi capelli biondi, tipici del più fiero di dei Nord, era leggermente umidi.
Era circondato da un telo con sopra del cibo, un elmo da Generale Manto della Tempesta, ed un Martello di Ferro sporco di sangue.
Lo guardai sorpresa, infatti non mi aspettavo la presenza di un Generale proprio in quel punto.

''Aspettavo una lettera, ed ovviamente il fattorino ha mandato qualcun'altro! Pff!''

Mi avvicinai lentamente con le gote rosse, poi gli tesi la lettera tenendo gli occhi chiusi e fissi sul terreno.
Tutti i giorni vedevo tanti uomini, alcuni con nonchalance si aggiravano nudi, ubriachi e sempre accompagnati da donne per le caserme.
Io preferivo mettermi il mio bianco camice da notte, e ritirarmi sul tetto del Palazzo dei Re, dove nessuno poteva molestarmi.
Leggevo nuovi libri, osservavo le stelle o semplicemente guardavo Windehelm spegnersi lentamente, anche se la neve mi infreddoliva un po'.

Gli porsi l'oggetto, lui lo afferrò con prontezza ed un enorme sorriso stampato sulla faccia, che mi fece imbarazzare tanto.
Era un uomo stupendo, e con quelle quattro occhiate mi aveva fatto sentire un po' più al sicuro.

''Ah! Le sorelle! Gerdur mi ha appena scritto da Riverwood, ormai sta diventando un po' assillante... Per un Nord è difficile stare senza la propria famiglia.''

''Io non sono un Nord.'' Ribattei con fermezza, alzando lo sguardo e puntandolo sugli occhi azzurri dell'uomo, creando uno strano feeling.

''Certi sentimenti sono uguali per tutte le persone. Dimmi, tu non hai una famiglia, Elfa?''

''Oramai non più..''

Lui mi invitò a sedermi sull'erba soffice ed ancora bagnata dalla brina.
Non potevo non accettare, così caddì di gran peso vicino al suo fianco.
C'era troppa confidenza tra un Nord ed un Elfa, e questo avrebbe causato alcuni problemi ad entrambi, anche se ciò sembrava non importagli.
Tirò fuori dalla sacca un pochino di Idromele, e me lo porse molto gentilmente.

''Per avermi portato la lettera al posto di quello scansafatiche di Frorn, per Talos e i Manto della Tempesta!''

Mi sforzai a bere tutto il boccale che mi aveva offerto, cercando di fare una bella figura davanti a quel gentile Nord.

''Mh... Va bene, va bene! Non ti piace parlare, allora forse combattere ti aggrada di più, no? Sei famosa tra i miei soldati, dicono che le tue fiamme sono tanto squilibrate quanto forti.. Da quel che ho sentito stanno organizzando una spedizione in una cripta Draugr, ci vieni? Inoltre, ci saranno un bel po' di... Imperiali.''

''Ho qualche altra scelta?'' Risposi passivamente, guardando l'acqua scorrere veloce sulle pietre grigie.

''La mia era solo cortesia, comunque sì, devi venire per forza. Ma ti prometto che se avrai bisogno non ti lasceremo sola!'' Lui mi fece un sorriso veramente energico, che però nascondeva qualcosa di cupo, e le sue labbra fremevano all'idea di dire un segreto mai detto.

''... Ah, ti ho chiesto il tuo nome?''

''Pandora.'' 


Mi voltai verso di lui e piegai le ginocchia sul petto, guardando i suoi illuminarsi improvvisamente.

''Un nome un po' insolito per un Dunmer! Comunque, io sono Ralof di Riverwood.''

-------------


Le cripte dei Draugr erano un luogo freddo, sepolto nella polvere e dimenticato dal tempo.
Qui, nulla invecchiava e nulla moriva.
I suoi guardiani, i Draugr, vagavano senza vita per le sale, aspettando che qualche sciocco umano si addentrasse in esse.
In questi posti l'oro pullulava, e i mercenari venivano spediti lì dentro per poterlo prendere, ma quasi mai ne facevano ritorno.
Non erano luoghi maledetti, solo pericolosi, accessibili a chi sapeva come sfidare esseri che non erano mai stati corrosi dal tempo.

Ulfric era venuto a conoscenza di un'operazione Imperiale in una cripta draugr nel Reach, dove era contenuta una grossa quantità d'oro racchiusa in scrigni. 
Ovviamente, dovevano essere i Manto della Tempesta a mettere mano sul quel tesoro per primi, così decisero di spedire un gruppo di 30 soldati, 4 generali e Galmar Pugno Roccioso per sconfiggere gli Imperiali accampati lì dentro.
Tra questi 30 uomini in generiche armature blu, c'ero pure io.

Ritornando alla realtà, io e tutti gli altri uomini ci trovavamo davanti alla cripta Draugr, nascosti nei cespugli per controllare ogni movimento Imperiale.
Avevamo silenziosamente saccheggiato le loro carrozze, tenendo per noi alcune Pozioni e degli ingredienti alchemici, che mi potevano tornare utili per avvelenare i pugnali.

''Al mio 3, attaccheremo gli Imperiali che si trovano davanti all'entrata... Miraccomando, VELOCI E SPIETATI!''  

Galmar urlò il conto alla rovescia e tutti i soldati Manto della Tempesta, con le armi sguainate e i loro scudi, si lanciarono sugli Imperiali colti di sorpresa.
Fu un bagno di sangue per entrambe le fazioni.
Rimasero soltanto 20 Manto, e tutti gli Imperiali furono sconfitti.
Il numero di soldati rimasti, escludendo i generali e Galmar, era sempre minore, e il brutto arrivava dentro alla cripta piena di Draugr.

Entrammo silenziosamente, tenendo in prima fila i guerrieri e nelle retrovie gli arcieri.
Iniziammo a raccogliere tutti gli oggetti vendibili che si trovavano lì dentro, compresi quelli dall'apperente inutilità.
Saccheggiammo tutto, finché non arrivammo davanti ad un portone pesante che sembrava non essere stato aperto da secoli.

''Qui gli Imperiali non hanno messo piede...'' Esordì un ragazzo, facendosi strada tra gli altri soldati curiosi.

Io ero bassa e poco forte, quindi di solito rimanevo in fondo e non riuscivo a vedere assolutamente niente.
Dopo qualche vano tentativo di passare in mezzo alla gente, uno dei generali si affiancò a me.
Era Ralof, ancora.


''Hey, non riesci a vedere che sta succedendo?'' Mi chiese sorridendo, affiancandosi a me.

Io gli feci il saluto militare come segno di rispetto, poi annuii alla sua domanda.

''Non c'è bisogno di tutta questa formalità... Sai, ti ho osservata oggi al fiume. Non sembri come gli altri soldati, a parte la tua razza.'' Affermò lui, sempre tenendo lo sguardo fisso sulla porta chiusa.

''Io pratico l'arte della furtività e della magia, non so nemmeno sollevare un'ascia..'' Risposi, accigliando lo sguardo.

''Ah! Quindi sei ANCHE una studiosa! Interessante, sai? Non se ne vedono molti. Devi sapere che io non ho mai disprezzato i Dunmer, e non capisco perché veniate trattati così. Siete dei maestri in molte cose, noi Nord dovremmo solo imparare da voi.''.

''... Poi, ci hai salvato la vita innumerevoli volte.''

Alle sue parole così dolci e rassicuranti, il mio viso si dipinse nuovamente di rosso e spostai lo sguardo al pavimento per non farglielo notare.

''B-Beh... Anche noi abbiamo i nostri difetti..'' Non ero molto abituata a questi complimenti così diretti, di solito erano soltanto di rozzi e pervertiti soldati, ma questi sembravano gentili e sinceri.

''Non devi essere timida con me, devi sapere che anche io sono stato un normale soldato.. E ora sono un generale! Magari un giorno lo diventerai anche tu. 
Ah, comunque... Pandora da..? Prima al fiume non te l'ho chiesto.''


''Da Morrowind.''  Risposi, con un lungo sospiro un po' amareggiato.

''Ho sentito ciò che è successo nella tua terra natale.. Questo dovrebbe essere un motivo in più per aiutarti, no? Comunque, non voglio riportarti alla mente brutti ricordi...'' 

Scossai la testa e sorrisi debolmente, poi ritentai di farmi strada nella folla per vedere che stava succedendo.

''Pandora, non riesci a vedere? Se vuoi ti posso sollevare io, così vedi se puoi fare qualcosa con quella porta... Non si apre! Se non sbaglio, tu sei anche in grado di scassinare, vero?''

Alla proposta di Ralof indietreggiai un attimo, guardandolo con lo sguardo confuso. Prima la dolcezza, i complimenti e ora mi vuole sollevare? Ma io non ero quell'Elfa schifosa che veniva denigrata da tutti? Mh....

''Non devi preoccuparti, voglio solo aiutarti!'' Ralof mi sorrise ancora una volta, e quel sorriso così magnetico mi catturò nel profondo.
Feci un lungo sospiro e mi avvicinai alle sue grandi e possenti braccia, che mi sollevarono e mi misero sulle sue spalle.
Dal di lì riscivo a vedere la cripta in tutta la sua bellezza, compresa la porta chiusa.
Feci un piccolo sussulto, e notai che Ralof mi stava guardando sorridendo.

''Sei felice, eh? Fa strano vedere una donna piccola tra di noi.'' 

Arrossii di nuovo, cercando di nascondere la faccia tra le mie mani, ma lui mi disse di stare tranquilla e di smetterla di nascondermi, poiché per lui facevo parte della famiglia.
Si fece spazio tra i soldati che ci guardavano sorpresi, e mi fece scendere proprio davanti alla porta.

''Dunmer, occupatene tu, e vedi di muoverti.'' Mi ordinò Galmar con durezza, dando un colpo alla porta.

''OTTIMO LAVORO!'' Galmar mi diede una pacca sulla spalla, facendomi barcollare in avanti: ''Oh, ehm... Comunque, TUTTI IN FILA! SI ENTRA DENTRO!''

Ralof mi salutò con la mano e tornò al fianco di Galmar, mentre io mi misi in fondo tenendo fiamme e scintille attive nelle mie mani: Ero sicura che ne avremmo incontrate delle belle.

Piano piano ci addentrammo nella cripta, e notammo che molte delle tombe erano state scoperchiate. 
All'improvviso arrivammo di fronte ad una enorme sala, talmente ampia che l'eco si disperdeva. 
I soldati stavano per avanzare sicuri, visto che fin ora non avevano incontrato alcun pericolo.
Il mio occhio vigile ed attento aveva notato che la zona era piena di trappole, ma nessuno se n'era accorto.
In questa sala c'erano tantissime tombe tutte chiuse e circondate da liquido infiammabile, alcuni scrigni e dei pulsanti a pressione. 
Se i soldati avanzavano, sarebbero morti tutti.

''FERMATEVI!'' Urlai, cercando di non svegliare i Draugr che stavano dentro alle tombe: ''NON ANDATE OLTRE!''

Tutti si voltarono di colpo, guardandomi con aria furiosa.

''Che cosa vorresti, per Talos?! Non vedi che abbiamo trovato la stanza del tesoro??''

''Questa stanza è piena di trappole... ''

Sussurrai velocemente, mentre guardavo con sguardo perplesso gli altri soldati sbruffoni.

''Razza mista, che hai intenzione di fare?'' Mi chiese Galmar, avvicinandosi a me e piegando la schiena per essere alla mia altezza.

''Signore, li vede quei lampadari lassù? Se colpiti con una freccia cadranno a terra, incendiando tutto il liquido infiammabile. Poi... Potrei andare là ed attivare i pulsanti a pressione, data la mia velocità posso spostarmi prima che la trappola mi prenda. I Draugr lì dentro usciranno appena sentiranno le lampade cadere, e cadranno a terra bruciati.''

''Come posso fidarmi di te?!'' Esordì Galmar, avvicinando il suo viso al mio e guardandomi con incertezza.

A quello sguardo così forte ed arrabbiato, mi si gelò il sangue nelle vene e rimasi per qualche secondo in silenzio.

''Voi rimanete qui fuori. Chiudete la porta, lasciate me dentro e mi occuperò delle trappole, dei Draugr e del liquido.. Se dovessi morire, beh, sa bene ciò che dovrà fare per me, perché sarò morta per voi.''

Il mio gesto era affrettato e preso con poca riflessione, ma non potevo rimanere tutto il giorno a pensare, dato che se procedevano senza precauzione sarebbero morti tutti.
Il sacrificio di uno per il bene di tutti, no?

''Ebbene Dunmer.. Non posso perdere altri soldati, quindi non ti fermerò. Ma se ti vedo scappare con il bottino, ti sventro e dò fuoco al Quartiere Grigio personalmente!''

Galmar si alzò in piedi e chiese a tutti i suoi uomini di indietreggiare per farmi passare. 
Mi diede un arco, due Pozioni per la salute e una per la magika.
Passai, tenendo gli occhi chiusi, tra le due file di soldati che si erano create. 

Sentii qualcuno sussurrare: ''Che Talos ti accompagni..'' ed io gli risposi fermamente; ''Che Azura mi protegga.''

Poco prima di essere dall'altra parte della porta, alzai il mio sguardo verso Ralof, che stava per chiedermi se poteva accompagnarmi. Gli lanciai un occhiataccia, poi gli dissi che solo io ed esclusivamente io potevo compiere questo piano senza rimanere uccisa, poiché la Furtività e la Distruzione erano dalla mia parte.

Le porte si chiusero dietro di me, ed io non mi guardai indietro, sicura di quello che stavo per fare.

La sala sembrava ancora più grande e piena di pericoli, infatti il mio cuore incominciò a battere all'impazzata, levandomi quasi il respiro.

Infilai una freccia nell'arco, mi misi accovacciata e la scoccai contro il lampadario. 
Lanciai l'arma lontano ed attivai una Difesa Minore, mettendomi in un angolo per ripararmi dal fuoco e le sue fiamme.
Mi arrivarono addosso alcuni pezzi di pietra, che scalfirono la mia barriera, colpendomi in alcune parti del corpo scoperte. 
Urlai di dolore, mettendomi una mano sulle grosse ferite che mi avevano inflitto i cocci, ma il sangue continuava ad uscire a fiotti e non potevo fermarlo.

Dopo qualche secondo il fuoco cessò, ma dalle bare di Draugr non era uscito nulla.
Solo pochi istanti dopo mi accorsi che si stavano aprendo lentamente, e il fuoco non aveva fatto nulla a ciò che era dentro di esse.
Ero fottuta, ma non potevo tirarmi indietro, non dopo tutte quelle parole coraggiose che avevo detto a Galmar.

Mi alzai in piedi, sparsi alcune Rune della Fiamma vicino alle tombe, poi mi misi in un angolo pronta ad attaccare con tutte le fiamme che mi potevano uscire dalle mani.

I Draugr uscirono dopo un po', ma furono colti a sorpresa dalle mie Rune, che li fecero esplodere in mille pezzi putrefatti.
Ne rimase in piedi solo uno, che riuscii a fare fuori con un  attacco alle spalle. Lui non mi aveva vista, ma io lo avevo scelto.

Ero pronta ad annunciare la vittoria ai miei compagni fuori dalla stanza, ma il male più grande giaceva in fondo alla sala...
C'era un trono di cui prima non mi ero accorta, circondato da enormi scrigni e molte gemme.
Il Draugr che c'era sopra era diverso dagli altri cinque, sembrava più grande e con un'armatura più... ''Importante''.
Teneva un'ascia incantata dietro alla schiena, ed era piegato su se stesso, come se stesse dormendo.
Pensai che fosse morto, così mi avvicinai a lui per controllare.

''FUS
ROH 
DA!''


Il Signore dei Draugr si alzò in piedi, con la sua potente voce mi colse di sorpresa, facendomi schiantare contro la porta dell'uscita.

Tirai fuori una Pergamena Palla di Fuoco, la brandii nella mano destra, e con tutta la potenza che avevo in corpo la scaraventai addosso al bestione.
Lo avevo sicuramente ridotto abbastanza male, ma ero comunque più debole di lui.

Chiusi gli occhi e mi rannicchiai su me stessa, incominciai a pronunciare alcune parole per Azura ed accettai la mia morte imminente.
In fondo ero morta per i miei compagni..
Avrebbero compiuto ciò per cui avevo perso la vita?
Sapevo solo che il mio corpo sarebbe rimasto quaggiù per sempre.

Chi ti salverà ora, Pandora?

Le lacrime incominciarono a rigarmi il viso.. Non avevo portato a termine il compito che mi era stato assegnato da Azura.
Ora, che la mia vita si trovava al tramonto, non so se la sua alba mi avrebbe accolto benevolmente.

Quando il Draugr stava per posare la sua ascia sulla mia testa, un enorme boato riempì la stanza.
Anche se la mia vista era sfuocata a causa delle lacrime, vidi un soldato molto familiare correre nella direzione del Draugr con il martello caricato ed uno sguardo infuriato.
I Manto erano tornati per salvare... Me?

Questa persona colpì la testa del Draugr con tutta la forza che aveva, facendolo cadere per terra, inerme.
A causa della botta che presi quando fui scaraventata via dalla Voce del Draugr, persi i sensi ancora prima di vedere il mio salvatore.


''Dunmer! Ma che cavolo è successo qui dentro?!''

Un mio compagno esordì dal fondo della stanza, mentre altri 3 soldati mi stavano caricando sulle spalle.
Vidi che tra di loro c'era Ralof, che sembrava quello più preoccupato di tutti.

''Perché.. Per.. ch.. Sei tornato?'' Sospirai, con tutta la voce che mi era rimasta nei miei piccoli polmoni.

''Non lascio gli amici indietro.''
























   
 
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