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Autore: Stella cadente    27/04/2015    5 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo terzo
 
 

 
 
«Sei di qui?»
«No.»
Harry lasciò lo sguardo a vagare intorno a sé. I giardini di Boston erano bellissimi in inverno: sottili strati di brina invadevano le piante, gli alberi, la terra; la fontana di Brewer, con i suoi getti d’acqua trasparente al centro del parco, pareva cristallizzata in quel gennaio freddissimo; qualche passero con le piume arruffate per il gelo solcava di tanto in tanto quel cielo nuvoloso, emettendo gorgheggi infreddoliti.
Ci era già stato diverse volte con i ragazzi nell’ultimo periodo, ma non se li era mai goduti appieno. Con lei invece sembrava che...
«E di dove sei?» La sua voce pungente interruppe ancora una volta le sue riflessioni, strappandolo a quella vaga contemplazione.
«Holmes Chapel. È un paesino dell’Inghilterra» si affrettò ad aggiungere, vedendo che la sua faccia era un po’ confusa. Poi rimase in silenzio; non aveva voglia di parlare. Odiava parlare, odiava dover interagire con gli altri e odiava essere guardato.
Ma Claudia evidentemente non la pensava come lui.
Non si era zittita neanche per un secondo, nemmeno davanti al suo atteggiamento palesemente infastidito; suppose che glielo facesse di proposito, o che lo stesse sfidando. O forse entrambe le cose.
«Quindi sei venuto qui per...?»  chiese, con la curiosità nella voce.
«Studiare» fece lui, conciso.
«E sei solo?»
«No.»
«Con degli amici?»
«Sì.»
Silenzio; Harry ormai aveva finito la sigaretta e l’aveva gettata a terra distrattamente, infilandosi le mani in tasca e volgendo lo sguardo lontano. Sentiva gli occhi di Claudia su di sé, e non sapeva dire se la cosa gli piacesse o no.
«Tu sei di qui?» si decise  a dire, dopo qualche secondo. Tanto per darle un po’ di soddisfazione, pensò.
«Sì» rispose lei, con un grande sorriso. Tutta quell’allegria, così di colpo, lo stordiva: sembrava che Claudia cambiasse umore a seconda del momento. «Si sente, comunque, che sei inglese» aggiunse poi.
Harry decise di voltarsi, finalmente, verso la ragazza, ma fu un gesto nervoso, arrabbiato. Come lui.
«E allora perché me lo hai chiesto?» fece, aggrottando le sopracciglia.
Lo sguardo di Claudia sembrò cambiare espressione – aveva abbassato gli occhi?
Non ebbe il tempo di confermarlo, perché lo guardò subito dopo con una decisione del tutto inaspettata.
«Volevo solo riuscire a cavarti qualche parola di bocca» disse solo, accennando però un sorriso divertito. Harry mugugnò sovrappensiero, mordendosi la lingua per evitare di chiederle in modo non proprio carino che accidenti volesse da lui.
«Sei sempre così?»
Il ragazzo rimase sorpreso; si chiese cosa ci fosse a farlo continuare a parlare con lei, mentre cercava qualcosa di sensato da dire.
«Così come?» si limitò a chiedere poi.
«Riservato, solitario e di poche parole.»
Alzò le spalle.
«Tu invece sei sempre così invadente?»
«Mi dispiace ma sì» ribatté lei, con un tono sarcastico che non seppe come interpretare. Harry la guardò, confuso; era proprio impossibile vederla tentennare, esitare o comunque mostrare segni di debolezza?
Ma che razza di persona si trovava davanti?
Soprattutto, non era sicuro che gli piacesse l’effetto che gli faceva quella ragazza. Si sentiva... strano; come se lei avesse potuto capirlo con un solo sguardo. E non gli piaceva.
Era un po’ come se Claudia fosse in grado di leggergli nel pensiero, e gli dava fastidio l’idea di risultare prevedibile a qualcuno.
«Dai, su» continuò.
«Cosa?» chiese Harry.
«Parlami di te. Di’ qualcosa, insomma. Non voglio stare in silenzio.»
«Che posso dirti di me?»
«Qualunque cosa.»
Il ragazzo si ritrovò a sentirsi spaesato; non sapeva assolutamente cosa dire.
Oh, chi se ne frega. Tanto non la incontrerò mai più.
«Beh, mi piace il blu, mi piace leggere, canto, mi piace il succo di mela... » iniziò, mantenendosi sul vago.
«Wow» ridacchiò Claudia.
«Perché ridi? Me lo hai chiesto tu di parlare di me.»
«Sì, sì; ti prendevo solo un po’ in giro.»
Harry la guardava mentre rideva ancora, e la odiava. La odiava, perché per quello che lo riguardava poteva anche star ridendo di lui malignamente. Anzi, magari era proprio così. Odiava le persone, perché prima o poi ridevano tutte di lui.
Si zittì improvvisamente e Claudia lo fissò, sospettosa.
«Che c’è?» gli chiese, con una delicatezza che non le si addiceva.
Il ragazzo scosse la testa come a voler scacciare qualcosa di fastidioso.
«Niente.»
Claudia alzò le sopracciglia.
«Davvero?» chiese, retorica.
Lui annuì.
Silenzio.
«E quindi ti piace il succo di mela.» La sua voce interruppe il silenzio così, dal nulla,  proprio con la cosa più banale che avevano detto fino a quel momento. Harry sorrise, per la prima volta da quando parlava con lei. Un sorriso vago, certo, appena accennato e anche un po’ forzato, ma pur sempre un sorriso. O qualcosa del genere.
«Sì. Da morire.»
«A me no. È troppo dolce.»
«Ma è buonissimo! E poi che accidenti vuol dire “è troppo dolce”?»
«Sono gusti. Per me è troppo dolce.»
«Bah.»
Quando si voltò, vide che la ragazza lo stava guardando in un modo che non sapeva come definire.
La cosa strana era che si sentiva...
Si sentiva... a suo agio.
Stranamente non si sentiva più in dovere di allontanarla e non aveva più la sensazione che fosse una persona qualunque.
Quella ragazza era interessata a lui.
Non sapeva in che modo, ma era interessata. O almeno, questa era l’impressione che gli aveva dato.
Forse poteva davvero esserle amico, forse avrebbe potuto davvero confidare in lei.
Ma no, probabilmente.
Harry sapeva come andavano queste cose; sapeva che lui non andava mai d’accordo con le persone a causa del suo carattere, e non vedeva per quale motivo una ragazza così a caso dovesse cambiare la situazione.
«Cosa ti piace leggere, Harry?»
Lui si riscosse.
«Oh, ehm» si schiarì la voce. «Mi piace molto Stephen King.»
Claudia sorrise.
«Anche a me.»
«Hai letto Carrie?»
«È stato il primo che ho letto» fece lei con un sorriso soddisfatto.
Harry sorrise ironico, alzando un sopracciglio.
«Davvero?»
«Già.»
Avrebbe tanto voluto crederci, però.
Improvvisamente si ritrovò a volere che Claudia fosse realmente interessata a lui.

 
 
****
 
 
 
Quando Louis rientrò a casa, Harry non se ne accorse nemmeno; stava rimuginando sul pomeriggio appena passato.
Stava pensando che avrebbe potuto chiedere il numero a quella ragazza, che avrebbe potuto sentirla ancora. Ma ovviamente non lo aveva fatto; l’aveva semplicemente salutata, come se fosse stato insignificante stare con lei.
Harry non voleva affezionarsi, ma qualcosa, in lei, gli aveva fatto un effetto strano.
Si passò una mano sul viso stancamente, sospirando. Era strano provare tutto quello, disarmante il modo in cui si era sentito bene in sua compagnia.
Si era sentito bene.
Non ricordava come fosse stare bene.
Era stato incredibile. Era come se avesse trovato finalmente una specie di porto sicuro.
Avevano parlato di cose da niente, cose normali, eppure gli era sembrato che quella chiacchierata volesse dire di più.
Di più...
Ma di più rispetto a cosa? E poi perché aveva quella sensazione?
«Harry, amico, ma ci sei?»
La voce di Louis lo distrasse.
«Dimmi Louis.»
«No, sai com’è, ti parlo e non mi rispondi. È successo qualcosa?»
Perché, stava parlando?
Lui stette in silenzio per qualche secondo, poi disse:
«No.»
«Ti dicevo» riprese il ragazzo che ormai considerava come un fratello. «Oggi con Eleanor ho sentito qualcosa di strano, non so... Non avevo mai provato tutto questo prima. So che è da poco che la frequento, ma... boh. Secondo te mi sto innamorando come un cretino?»
Harry alzò le sopracciglia per un attimo, riconoscendosi improvvisamente in quelle parole.
Non è possibile.
«Forse sì» si limitò a dire, cercando di zittire ciò che provava.
Louis si era fatto stranamente taciturno.
«Sarebbe anche l’ora, visto che ad ogni festa ti fai almeno due ragazze, Tomlinson» aggiunse, ammonendolo bonariamente.
«Non rompere, Styles» lo ricambiò Louis. «No davvero, è una cosa seria» disse poi.
«Ci credo, Louis. Sono contento per te.»
L’amico sorrise, felice; poi in un attimo il suo sorriso passò da spontaneo a malizioso.
«Harry.»
Il ragazzo lo guardò un po’ preoccupato.
«Sì?»
«Ti è successo qualcosa?» chiese, calcando sulla parola “qualcosa” in modo allusivo.
 Harry rise.
«No. Perché?»
«Non lo so, hai un non so che di diverso. Sembri più sereno, ecco.»
Fece spallucce. Era difficile descrivere ciò che aveva dentro, lo era sempre stato. E poi, se avesse anche solo accennato a come aveva trascorso il pomeriggio, Louis avrebbe passato i giorni seguenti a sfotterlo.
Ma anche no.
Non sapeva nemmeno lui per quale motivo aveva parlato con quella strana ragazza, figuriamoci se voleva dirlo a qualcun altro.
«Non so che dirti.»
E in realtà lo sapeva benissimo.
Solo che ancora non era in grado di dargli un nome.

 
 

Salve :)
Eccoci di nuovo qui, con il terzo capitolo.
Vediamo una Claudia curiosa ed estroversa e un Harry infastidito e insieme colpito da quella strana ragazza che sembra così insolitamente interessata a lui.
E' un personaggio rinchiuso tra le sue mura di pietra, non si fida di nessuno, solo di se stesso.
Claudia invece sembra alquanto strana e anche un po' irritante, ma vi avverto sin da subito che è un personaggio ricco di sorprese.
E poi manda in pappa il cervello ad Harry, dal momento che ritorna a casa parecchio confuso :)
Dunque, che ve ne è sembrato?
Spero non vi abbia deluso. Le cose in questa FF si svolgeranno molto lentamente, perché il rapporto che ha Harry con Claudia è circospetto, quindi - come ho già detto alla fine dello scorso capitolo - potrebbe succedere veramente di tutto.
Spero vi sia piaciuto, come sempre.
Alla prossima,
Stella cadente
  
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