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Autore: Cid_Drinkyourgoddamntea    27/04/2015    2 recensioni
Shin vive a Crepuscopoli con lo zio Hayner. Non è un eroe come potremmo immaginarlo: non è forte, non è coraggioso, ma è timido e riservato. La sua vita è però tranquilla e lui vive felice.
Ma l'Oscurità sta tornando e, assieme agli Heartless, un nuovo gruppo di Umani minaccia l'Universo. Il ragazzo si troverà catapultato in una realtà crudele e più grossa di lui, con il compito di salvare i Mondi a tutti i costi, anche sacrificando ciò che gli è caro.
Questa sarà l'ultima e definitiva battaglia contro l'Abisso dell'Oscurità... chi ne uscirà vincitore?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cloud, Nuovo personaggio, Riku, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Prologo
 
Cosa c’è di più effimero dell’amicizia? Nulla. Era solo e lo avevano tradito. Era rimasto a marcire nell’Oscurità per molto tempo e, quando ne era uscito, non gli era rimasto null’altro che quell’oggetto appeso alla propria cintura. Lo prese e lo guardò per qualche minuto, mentre i ricordi legati ad esso riaffioravano nella sua mente: felici, tristi, dolorosi: il suo passato. Strinse la presa e quello cominciò a incrinarsi, finché non si spezzò in due. I frammenti caddero a terra e lui ci camminò sopra.
Alzò la mano verso il cielo stellato, quello che una volta era stato il suo universo, il suo mondo. Una volta.
 
***
La spada cadde a terra con un tonfo e così fece il ragazzo. L’uomo che gli stava davanti, alto, capelli biondi sparati verso l’alto, un po’ di calvizie, lo fissava con un’espressione dura e un po’ di delusione.  Gli si avvicinò e, con tono fermo, gli disse:
-Shin, rialzati.-
L’altro incrociò il suo sguardo e si sentì gelare: gli occhi marroni dello zio lo mettevano sempre in terribile soggezione, in particolare quando lo rimproverava. Massaggiandosi il fondoschiena, si alzò e, svogliatamente, andò a recuperare l’arma cadutagli.
-Se non ti impegni, non vincerai mai il torneo- continuò l’uomo –Forza, rimettiti in guardia e cerca di durare un po’ di più stavolta.- e alzò la propria spada, pronto a tornare all’attacco. Nonostante i suoi cinquanta e passa anni, Hayner, tre volte campione del torneo Struggle e persona molto rispettata in tutta Crepuscopoli, si muoveva con grande agilità e i suoi colpi erano precisi, veloci e molto dolorosi. Perché nonostante le armi fossero di gomma, facevano male, e la povera schiena di Shin lo sapeva bene. Con malavoglia, strinse la presa con entrambe le mani sull’elsa, fece un profondo respiro, e l’allenamento ricominciò.
Rientrarono a casa che ormai era tardi. Ogni parte del corpo di Shin urlava il proprio disappunto per il trattamento ricevuto durante tutto il giorno e il ragazzo camminava a fatica. Appena furono nell’ingresso, buttò le borse in un angolo e andò dritto in camera sua, senza dire una parola, e si sdraiò sul letto. Erano ormai due settimane che andavano avanti così: sveglia presto, riscaldamento la mattina, un pranzo striminzito, e, per tutto il pomeriggio, l’allenamento vero e proprio per il torneo, che consisteva in continui combattimenti contro lo zio che, puntualmente, lo riempiva di mazzate, continuando anche a ripetere che non metteva nessun impegno in quello che faceva e che non avrebbe mai vinto nulla andando avanti così. Ma lui, che poteva farci? Odiava combattere, non gli metteva eccitazione tenere una spada in mano, né colpire chiunque si trovasse davanti. Figurarsi, poi, per fare contento suo zio. Certo, gli voleva bene, ma non voleva andare contro i propri principi per renderlo fiero. Aveva tentato in altri modi, portando buoni voti da scuola, svolgendo dei lavoretti qua e là per la città, ma per Hayner sembrava che l’unica cosa importante fosse che lui vincesse quello stupido torneo.
“Che cavolata”, pensava sempre il ragazzo, “se ci tiene tanto, che partecipasse e la smettesse di rompermi le scatole”. Ma queste cose non gliele diceva, non era mai stato un tipo coraggioso, lui. Rimase steso sul letto a pensare alla propria giornata finché le sue palpebre non divennero incredibilmente pesanti e si addormentò.
*
Appena furono rientrati in casa, il nipote si fiondò in camera, come al solito dopo i loro allenamenti. Hayner sentì la porta sbattere e, poi, andò a sedersi sul divano del salotto. Osservò la stanza, essenziale, un tavolo, un paio di sedie, il divano su cui era seduto e una televisione, mentre pensava a Shin. Aveva delle potenzialità, ma non le sfruttava. Da sempre era stato timido e poco coraggioso e lui lo aveva sempre spronato ad uscire dal proprio guscio, che si apriva solo in presenza dei due migliori amici, Adele e Kiryu, e di far vedere a tutti di che stoffa fosse fatto. Era questa la ragione per cui insisteva tanto che lui partecipasse, e vincesse, il torneo Struggle: era ora che Shin trovasse la forza in se stesso e quel coraggio che gli mancava. Ad Hayner poco importava del trofeo, dei diecimila munny del premio, voleva solo che il nipote stesse bene con se stesso. Si alzò dal divano, sospirando, e andò in cucina a preparare la cena. Sul frigo era appesa una foto di una donna che sorrideva, gli occhi blu oceano e i capelli marroni, folti e lunghi fino alle spalle. Staccò il magnete che la teneva legata al mobile e la fissò per un po’.
“Cosa faresti al posto mio, Kyrie?”
*
Si svegliò di soprassalto quando sentì bussare alla porta.
-Sì?- disse, con voce assonnata.
-Vieni, è pronta la cena- rispose gentilmente lo zio. Il ragazzo si alzò, toccandosi la pancia, che brontolò sonoramente. Entrò in salotto e fu subito accolto dalla voce della signorina del telegiornale: niente di nuovo, tutto tranquillo, come al solito. Si sedette di fronte allo zio e si servì: quella sera pasta al sugo e insalata condita con olio e sale. Mangiò prima un abbondante piatto di verdure, poi passò alla pasta, decisamente più gustosa, senza però rivolgere parola allo zio. Negli ultimi tempi le loro cene erano così: silenziose, con solo le voci provenienti dalla tv a riempire la stanza. Shin ricordava di quando era piccolo e di come lui e lo zio fossero inseparabili. Un po’ gli mancavano, quei tempi, ma se adesso si parlavano a malapena era colpa dello zio, non sua. Finito che ebbero di mangiare, tolse i suoi piatti dalla tavola, borbottò un “buonanotte” allo zio, che rispose con un sorriso ed un cenno della mano, e andò in bagno. Entrò nella doccia, e l’acqua calda scivolò sulla sua pelle cancellando i dolori di tutta la giornata.
Uscì dopo venti minuti, sentendosi un po’ meglio. “Una doccia calda è sempre quello che ci vuole” pensò fra sé il ragazzo, mentre si asciugava i capelli marroni e a spazzola col phon. Dopo essersi lavato i denti, si mise in fretta un pigiama e ritornò a letto, con l’unica consolazione che, il giorno dopo, avrebbe rivisto Kiryu ed Adele.
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OK, eccoci qua. Prima di tutto, qualche avvertimento: a)l'asterisco segnala un cambio di POV, si capisce, ma per scrupolo lo dico comunque °-°; b) il più importante ai fini della storia: tutto quanto avviene circa quarant'anni dopo le vicende del secondo capitolo. Il 3D non lo considero, ed è probabile che la fine della storia della saga di Xehanorth la inventerò di sana pianta, siate clementi. Tornando al capitolo, lo so, come prologo è un po' bruttino, non succede nulla ed è corto. Ma così mi è venuto, chiedo perdono!
Avevo già pubblicato questa storia con un altro account, che però è andato perduto con la morte del mio precedente PC (inoltre, non mi ricordo né la pass con cui mi sono registrato né il nome account ._.), quindi se la trama vi dovesse sembrare familiare non preoccupatevi, da qualche parte quella vecchia forse esiste ancora. MA, e c'è un ma, questa sarà diversa: l'ho totalmente riscritta da zero, cambiando anche svariati elementi della trama. Quindi, è una brand new fanfiction!
Spero vi piaccia e che mi lasciate una recensione, anche criticando qualcosa che v'ha fatto schifo (sempre che le critiche siano costruttive). Non so quando avrò tempo di pubblicare il prossimo capitolo, l'università impegna, ma spero di farlo al più presto.
That's all folks, alla prossima!
Cid (e bevete sto maledetto the!)
   
 
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