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Autore: dilpa93    28/04/2015    6 recensioni
"Si soffermò sulla calligrafia sottile e pulita sopra busta, “Mr & Mrs Castle”.
Sorrise."
Mia personalissima visione del finale di stagione
*mini spoiler sulla 7x20 per chi non l'avesse ancora vista*
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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"Non c'è terrore in uno sparo, ma solo nell'attesa di esso"
Alfred Hitchcock
 
 
 
 
 
Si alzò dal letto infilandosi la giacca, era impaziente di vedere Kate uscire con l’abito comprato appositamente per la serata. Non aveva voluto mostrarglielo, né tantomeno svelargli anche il più piccolo dettaglio.
“Nulla di speciale”, aveva detto, eppure Castle era emozionato e trepidante, tanto da non riuscire a stare fermo nello stesso posto per più di cinque minuti.
Si era posizionato davanti allo specchio posto sopra la cassettiera. Con un paio di colpi dati con l’indice, aveva ritoccato il ciuffo che sembrava, almeno per una volta, aver deciso di dargli tregua dal continuare a scomporsi, cosa che invece pareva non essere intenzionato a fare il polsino destro della camicia. Il minuscolo bottone fuoriusciva imperterrito dall’asola, benché lui lo avesse sistemato più e più volte.
“Sai Kate, forse avevi ragione, mi sarei dovuto comprare uno smoking nuovo!”, urlò, inarcando leggermente la schiena all’indietro, per farsi sentire dalla moglie ancora rintanata in bagno.
Quando lo aveva tirato fuori dall’armadio, persino Alexis aveva storto il naso. Non che non fosse ancora in buone condizioni, tutt’altro, ma nessuna delle donne Castle sembrava convinta, eppure Rick era esaltato come un ragazzino.
Dopo essere ricomparso a seguito di quelle settimane in cui era letteralmente svanito nel nulla, dopo la riabilitazione per quella gamba che doleva ogni dieci passi senza saperne il motivo, senza sapere cosa gli fosse accaduto, se avesse avuto incidenti di qualunque tipo, o se semplicemente fosse un rimasuglio dello scontro con il suv nero e della conseguente uscita di strada mentre percorreva i pochi kilometri che lo separavano dal coronare il suo sogno d’amore con Kate, si era deciso a mantenersi in forma. La palestra la mattina, qualche esercizio la sera prima di andare a dormire, sempre che sua moglie non fosse troppo stanca da avere esercizi migliori da proporre. L’allenamento costante aveva cominciato a dare i suoi frutti, lo aveva notato guardandosi di profilo allo specchio, lo aveva letto nell’espressione compiaciuta di Kate durante la loro shower routine, e così, quando per gioco si era provato lo smoking che da anni non aveva più messo perché, almeno come era solito dire lui, “era perfetto, ma gli stringeva un tantino sulla pancia” e aveva visto che gli calzava a pennello, non aveva voluto sentire storie, lo avrebbe indossato in onore dei vecchi tempi.
Da dentro il bagno Kate sorrise soddisfatta, ma non aveva alcuna intenzione di infierire su Rick, le bastava sapere di aver avuto ragione. Castle dal canto suo, non sentendola rispondere, scherzò giocosamente guardando in direzione della porta ancora chiusa.
“Nessun, ‘te lo avevo detto, Castle’...? Perché mi sembra tutto dannatamente troppo facile?”
“Non preoccuparti babe”, rispose facendo seguire a quelle parole un mugugno indice di sforzo. “Non appena sarò riuscita ad allacciare questo vestito avrai il tuo ‘te lo avevo detto’. Promesso.”
“Magari potrei entrare a darti un aiuto. Siamo stranamente in anticipo”, e dicendolo poggiò la mano sulla porta tamburellando delicatamente.
“Non siamo in anticipo, devo ancora sistemarmi i capelli e il trucco, ma non ci vorrà molto.”
“In questo non posso darti una mano, ma ti guarderei molto volentieri”, prese a tamburellare con più insistenza e Kate, sentendolo, si affrettò a chiudere a chiave, sospirando sollevata di avercela fatta prima che lui potesse anche solo pensare di provare a controllare che la porta fosse ancora aperta.
“Oh, andiamo Kate! Un sbirciatina... voglio solo aiutarti.”
“Nessuna sbirciatina e sappi che l’unica occasione in cui stasera ti avvicinerai alla lampo del mio vestito sarà quando torneremo e dovrai sfilarmelo.”
Il papillon improvvisamente gli impedì di respirare, cercò di allentare la stretta e di resistere all’impulso di sfondare la porta e mandare al diavolo l’intera serata solo per restare a casa con lei. “Strega”, sibilò e per la seconda volta sul viso di Kate comparve un sorriso di pura soddisfazione. Dovette però accantonare quella sensazione di potere che delle volte sentiva di avere su Rick e che le permetteva di divertirsi stuzzicandolo, sapendo a cosa poi questo avrebbe comportato al termine della serata. Non doveva certo concentrarsi per sistemarsi il trucco, di cui si era occupata ben prima di infilarsi l’abito; non c’entravano nemmeno i capelli, sciolti e liberi da qualsiasi costrizione, che l’avrebbero aiutata, insieme alla presenza costante di suo marito al suo fianco, a superare la timidezza e l’imbarazzo che era certa l’avrebbero assalita una volta messo piede nella sala, permettendole, con quel semplice gesto di portarseli dietro l’orecchio, di prendere tempo e ponderare una risposta o magari pensare ad una battuta per smorzare l’atmosfera e sentirsi un po’ più a suo agio mentre avrebbe guardato trasognata Rick muoversi con nonchalance nel suo ambiente.
Aprendo una delle ante del piccolo mobiletto appena sotto il lavabo, prese la sua trousse poggiandola sul ripiano marmoreo. La aprì facendo scorrere con lentezza la zip, non era ancora pronta per quello che stava per fare e quando, rovistandoci dentro, trovò la confezione del test di gravidanza, un mix di sensazioni in netto contrasto tra loro le avvolsero lo stomaco in una morsa e il senso di nausea si diffuse in lei rapidamente.
 
Avevano deciso di provarci qualche mese prima quando, parlandone, entrambi avevano ritenuto inutile aspettare oltre. Il momento giusto, per quanto gli sarebbe piaciuto pensare che esistesse, non sarebbe mai arrivato, mentre il tempo avrebbe continuato a scorrere inesorabile facendo avanzare i loro anni, e il desiderio di mettere su una famiglia prima che fosse troppo tardi si era rivelato più forte di ogni altra cosa.
Nessuna fretta, nessuna pressione, eppure adesso, a distanza di qualche settimana da quando avevano davvero abbracciato la possibilità di aumentare il numero degli abitanti della casa, si trovava con il blister tra le mani tremanti. In quel momento non riusciva a concentrarsi sulla gioia che avrebbe provato a vedere un più comparire in quello spazietto bianco. Al contrario sentiva indistintamente la paura. Se fosse stata incinta cosa avrebbero fatto? Avrebbe continuato a lavorare per un po’ sul campo, ma poi? Cosa sarebbe accaduto, come avrebbe gestito il lavoro e la gravidanza, la maternità e i suoi turni a volte folli? Come avrebbe reagito ai cambiamenti del suo corpo, alle costanti premure di Rick, alla persistente preoccupazione che probabilmente entrambi avrebbero avuto verso quella vita che cresceva dentro di lei...?
D’altro canto, l’idea di un risultato negativo, se possibile, la spaventava ancora di più. Voleva quel bambino, il loro bambino, lo voleva così tanto che adesso, dopo aver seguito alla lettera le istruzioni, in attesa che quei tre minuti passassero, faticava a respirare.
Camminava avanti e indietro, la pianta dei piedi solleticata dal tappeto soffice, le note della canzone che Rick canticchiava al di là della porta che le arrivavano melodiose all’orecchio, con un potere quasi calmante, il pensiero che quel negativo avrebbe potuto segnare un fallimento e magari essere il primo di una lunga serie... Se non avesse aspettato quel bambino come credeva, se anche dopo non sarebbe riuscita a rimanere incinta? Se fossero passate altre settimane, altri mesi senza che accadesse nulla?
I tormenti e le mille domande si zittirono nella sua testa quando lentamente un simbolo cominciò ad apparire facendosi sempre più nitido.
 
Rick, aspettandola, si torturò le mani intonando distrattamente una delle tante canzoni che era solito cantare assieme a lei, fino a che non decise di porre fine a quel tic nervoso raccogliendo dal comodino l’invito per la festa. Si soffermò sulla calligrafia sottile e pulita sopra busta, “Mr & Mrs Castle”.
Sorrise.
Non credeva sarebbe più riuscito a trovare quella giusta ormai, non credeva che Kate avrebbe realizzato di essere lei quella perfetta per completarlo. Non immaginava, che un giorno, l’avrebbe presentata a tutti come sua moglie.
Sua. Di nessun altro.
Lesse ancora una volta le parole impresse sulla carta, per poi picchiettare il biglietto sul palmo della mano.
“Sai”, esordì, “Sono contento che tu finalmente possa conoscere Connelly. Tra il lavoro al distretto, quello alla casa editrice, la Thailandia...”, mormorò mesto, con un misto di frustrazione e tristezza nella voce per non essere ancora riuscito a trovare risposta a tutte le sue domande e i suoi perché. Avendo la sensazione che ci fosse ancora qualcosa, dietro tutto ciò che aveva scoperto, che nessuno voleva che lui sapesse o ricordasse. “Le serate di poker sono state... accantonate. Non che non mi piacciano le nostre, tutt’altro, giocare da solo con te è di gran lunga più interessante. E poi, ammettiamolo, Connelly e Patterson non hanno le tue gambe. Non che io gliele abbia mai viste, sia chiaro. Chiamiamolo intuito. E credo che né loro né gli altri abbiano la capacità di fare quella cosa che...”, interruppe la frase a metà e non per la malizia che voleva lasciar sottintendere. Il cellulare nella tasca della giacca aveva vibrato convulsamente annunciando l’arrivo di un messaggio. Se solo Kate non fosse stata presa da quell’attesa frustrante, probabilmente avrebbe seguito il discorso di Rick accorgendosi dell’improvviso silenzio in cui era piombato il loft.
 
Invece, ignara di ciò che stava succedendo fuori da quella bolla che si era creata, si sciacquò le mani lanciando un’ultima occhiata al risultato del test. Si mise in punta di piedi, cercando di guardare per intero la sua figura ed eliminare le pieghe del vestito. Il tessuto in pizzo non risultava per nulla ruvido come aveva creduto e la cosa la sollevava, sperava solo che la tonalità di rosso che aveva scelto non si rivelasse una scelta azzardata e decisamente troppo vistosa per l’occasione, ma era certa che, appena aperta la porta, lo avrebbe capito dall’espressione di suo marito.
Inspirò aggiustandosi un’ultima volta la lunghezza della gonna, fece girare la chiave e, a seguito dello scattare della serratura, abbassò la maniglia uscendo dal bagno senza smettere per un secondo di fissare il blister. Si era aspettata di trovare Rick alla finestra, o magari ancora seduto ai piedi del letto mentre passava il lucido sulle scarpe nere, invece quando alzò il capo rimase interdetta da ciò che vide. Lo sguardo si allargò mentre le pupille rimpicciolirono all’improvviso, in quella reazione fisiologica sintomo di terrore e sgomento. L’angolo destro della bocca le si mosse in una specie di sorriso forzato e nervoso, non riuscendo a dare una spiegazione alla scena che aveva dinnanzi.
Girò per un secondo la testa verso il suo comodino. Il cassettino, ancora mezzo aperto, era vuoto e a quel punto non ebbe più alcun dubbio, la pistola che Castle le stava puntando contro era la sua.
“Rick, cosa...?”
Non terminò la domanda, perché in quel preciso istante lui premette il grilletto con sguardo vuoto e impassibile, persino il rimbombo dello sparo sembrava non averlo infastidito. Rimase ad osservare Kate portarsi la mano sul fianco per poi guardarsi le dita insanguinate e il liquido viscoso scivolare tra quelle. Si accasciò a terra, respirando a fatica, mentre l’odore ferrigno del sangue si mischiava a quello della paura. Gli occhi stentavano a restare aperti, le lacrime bruciavano, faceva male non sapere perché, vedere l’uomo che ami cambiare repentinamente e aggredirti senza motivo.
Castle infilò la mano nella tasca della giacca, attraverso questa afferrò la glock e con estrema calma la pulì. In volto nessuna emozione, totalmente inespressivo; nessun sorriso compiaciuto, nessuna paura, nessun sentimento visibile e riconoscibile. Gli occhi sbarrati, le palpebre non accennarono a chiudersi nemmeno per una frazione di secondo. Lasciò l’arma sul mobile, slacciò il papillon facendolo cadere distrattamente a terra e si incamminò senza fretta verso l’uscita.
Kate, cercando di fermarlo tra balbettii incomprensibili, lo vide allontanarsi, le scarpe che riflettevano le luci della sala ancora accese, il parquet gemere ad ogni suo passo, e la porta di casa che si chiudeva dietro di lui che l’aveva lasciata lì a dissanguarsi lentamente. Prima di perdere i sensi, con la coda dell’occhio volse uno sguardo al blister caduto proprio accanto a lei e non poté non pensare a come si era sentita fino a qualche secondo prima, quando il più azzurro era comparso per intero. In quell’istante ogni paura e dubbio erano scomparsi. Senza rendersene conto gli angoli della bocca le si erano piegati all’insù e, quando aveva guardato il suo riflesso nello specchio, aveva visto se stessa sorridere come non mai. Si era portata le mani giunte a contato con le labbra, torturando poi quello superiore pizzicandolo leggermente con la punta delle dita, come colpita da una timidezza bambinesca per quell’estrema felicità che le aveva scaldato il cuore. Ora, invece, il suo cuore si stava raffreddando così come anche il suo corpo, e quando venne avvolta dall’oblio non sapeva se avrebbe mai più rivisto la luce.
Mentre il pensiero di questa morte imprevedibile ed impensabile le ottenebrava la mente, sul mobile, a qualche passo di distanza dal suo corpo, il cellulare di Rick vibrò rumorosamente.
La batteria si stava scaricando.
Nel tentativo di risparmiare energia, lo schermo si scurì facendo calare un sipario nero sul testo del messaggio ricevuto poco prima.
 
From: unknow
 
Message:    order 047
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Diletta's coroner:

The fastest girl alive resta solo per un salutino, e per precisare un paio di piccole cose.
Questa shot mi è venuta in mente prima che uscisse la trama e le promo still dell'ultimo episodio, perciò non arrabbiatevi troppo, siate consapevoli che nulla di tutto questo accadrà nel season finale.
Secondo, un grazie mega giga enorme a Ivi, che beta le mie "cattiverie" e ascolta i miei scleri <3
Corro a rinchiudermi nel bunker
Baci baci
  
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