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Autore: CBradbury    02/05/2015    1 recensioni
[ Kai x Kyungsoo ]
Dalla storia: «Sono innamorato dell’idea che qualcuno possa essere interessato a me in un certo modo.»
Sehun sussultò.
«In-innamorato? Sbaglio o hai detto proprio “innamorato”!?»
«Come un bimbo a cui viene regalato il suo primo pallone: non ha idea di cosa farsene, ma lo ha visto usare tante volte e l’unica cosa che vuole fare è goderselo. Vuole condividerlo e diventare anche bravo, sebbene non ci abbia mai giocato.»
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Lu Han, Lu Han
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Would you like to kiss me?”
Parte 1 di 2

 
 
14 Febbraio

«Dei fiori? Per me?» domandò stranito Kai al suo amico Sehun, mentre attendevano l’arrivo di uno dei tanti clienti abituali, che al sabato non mancavano mai al loro appuntamento.

«Certo principessa, per chi sennò?!» gli rispose un po’ seccamente l’amico, nonostante Kai sapesse benissimo che voleva essere scherzoso. «Nonostante sia strano che ci sia scritto “Per Jongin”, dal momento che nessuno sa realmente il tuo nome …»

Il biondo si rigirò nelle coperte inquieto, pensando a chi mai avrebbe potuto fargli un regalo del genere il giorno di San Valentino. Non aveva mai ricevuto attenzioni del genere, visto che aveva sempre passato la sua vita (da diciannove anni a quella parte), nella periferia di Seul. Non esistevano dolci parole e regali di San Valentino, lì.

«Da queste parti è strano anche solo pensare che qualcuno sappia cos’è San Valentino!» disse Luhan, che entrò nella loro stanza senza bussare. Sehun era parecchio seccato.

«Ya! Deer! Non si bussa più?» lo rimproverò il maknae dai capelli arcobaleno, che ormai non si faceva più problemi a rivolgersi allo hyung con insolenza. Sebbene fossero molto legati (e sottolineerei molto), Luhan provava ancora un leggero fastidio ogni volta che il più piccolo si rivolgeva a lui in quel modo.

«Giuro che di oggi ti stacco la testa a morsi!»

Forse un po’ più di “un leggero fastidio”. Kai non parlò, era abituato a quel genere di scene.

«Almeno per oggi potreste risparmiarmi le vostre scenate da checche isteriche? Sto cercando di capire chi mai potrebbe avermi inviato i fiori!» disse poi abbattuto Kai. Luhan guardò il mazzo sorpreso.

«Uhhh! Dei fiori?» il più grande si lanciò sul letto e afferrò il mazzo con energia, «E profumano anche di buono! Dobbiamo capire assolutamente chi te li ha inviati, Kai-yah!»

Nel momento in cui Luhan esordì il suo desidero di aiutare l’amico, dalla stanza accanto arrivò un urlo rabbioso. Avrebbero anche dovuto aspettarselo, visto che il loro capo era più isterico di Sehun e Luhan messi assieme durante la stagione dei saldi; inoltre lavoravano in uno dei bordelli più rinomati di Seul, e c’era sempre da lavorare.



 

Un mese prima

«Un- un bordello?!» sbraitò Kyungsoo nel bel mezzo della strada, dove tutti avrebbero potuto sentirlo. Baekhyun gli coprì in fretta la bocca, sperando che nessun vecchio malpensante avesse carpito nulla dalla loro conversazione.

«Kyungsoo-yah, penso che potrebbe davvero farti bene,» disse l’amico grattandosi la nuca con fare impacciato, «è da tanto che non ti vedo insomma … ehm … rilassato.»

«E tu credi che pagandomi qualche ora in un bordello mi renderai meno stressato? Aish! Ma cosa ho fatto di male per meritarmi un idiota come migliore amico?!»

Era da tanto che Do Kyungsoo non si prendeva una pausa dalla sua vita frenetica da liceale modello, e non si faceva una “scopata da paura!” (come avrebbe detto il suo amico Chanyeol, preso da una foga che potremmo definire un po’ … malsana, ecco).

Eppure lui non aveva tutto quest’interesse nel sesso. Sì, gli piaceva (e anche tanto!), ma fatto con la persona giusta al momento giusto. Non ci vedeva nulla di romantico in una scopata con uno dei tanti ragazzi rifatti dalla testa i piedi, messi lì solo per soddisfare qualche quarantenne in crisi.

Era inoltre uscito da poco da una relazione durata quasi un anno con un certo Minseok, di cui i suoi due cari amici sapevano poco, vista la distanza che li separava. Kyungsoo era sempre andato a trovarlo nel piccolo paese dove abitava, dove l’omosessualità non era ben vista e a volte neanche nota ai più anziani. La relazione era iniziata bene: dopo essersi conosciuti su un sito web avevano iniziato a vedersi a Seul; Kyungsoo aveva poi deciso che era giusto andare fino al suo paese per un po’ di volte e stare là con lui. Si erano avvicinati fino al punto di fare sesso e poi erano iniziati i litigi: Kyungsoo avrebbe voluto che lui si trasferisse a Seul alla sua università, visto che il corso di studi era il medesimo. Minseok però non voleva lasciare la famiglia e alla fine, dopo una serie di liti insostenibili avevano deciso di lasciarsi. Minseok aveva iniziato a sentirsi con un certo Luhan e Kyungsoo era tornato ai suoi tanto amati studi.

«Se non provi non saprai mai com’è!» insistette Baekhyun, che era molto esaltato a riguardo e fece insospettire il moro, che gli lanciò un’occhiata indagatrice.

«Posso sapere perché insisti così tanto? Sembra che tu abbia già provato l’ebbrezza di andare con un gigolò.»
Vi furono attimi di silenzio prima che Baekhyun effettivamente aprisse bocca.

«Beh … »

«BYUN BAEKHYUN PER L’AMOR DEL CIELO!»

«A mia discolpa posso dire che era davvero un gran bel ragazzo e anche molto gentile. Per non parlare del fatto che fosse cinese ed è risaputo che i cinesi ce l’hanno gr-»

«MOLTO RISAPUTO!» lo bloccò, per poi domandargli sbuffando: «Sai almeno il suo nome … ?»

«Huang Zitao!» squittì con fierezza. «E ho anche il suo numero di cellulare!»

«Si si … ricordati che sei fidanzato e Chanyeol è una persona meravigliosa, nonostante il su QI pari a quello di un babbuino. Non osare fare cavolate. Ho il potere di distruggerti.» lo minacciò, con il tono più intimidatorio che aveva nel repertorio.

«Quindi … ?»

«Quindi non lo so, credo che … sì, insomma, ci penserò.»

Kyungsoo chiuse la conversazione in fretta, per poi prendere l’amico sotto braccio e addentrarsi in quell’enorme matassa di sconosciuti che rendeva Myeong-dong un posto fin troppo affollato per i suoi gusti.



 

14 Febbraio

«Gesù Cristo, ma la smetteranno di essere così viscidi?!» strepitò Kai mentre si sistemava i capelli davanti allo specchio, dopo un’altra scopata con il solito cinquantenne di turno.

«Gna gna, sono Kim Jongin e mi lamento sempre, soprattutto quando mi tirano i capelli!»

Kai lanciò un’occhiataccia a Sehun.

«I miei capelli sono belli e … importanti. E poi scusami se mi lamento dopo che quei vecchiacci mi trattano male. Maschio o femmina, non è giusto trattare gli umani come immondizia. Mi usano e poi sbam, nella spazzatura.»

Sehun rimase un po’ perplesso per via delle parole dell’amico; sentirlo parlare in quel modo era troppo strano. Scese dal letto con passo felpato, per poi raggiungere il biondo davanti allo specchio, accostandosi al suo fianco.

Kai era adesso con la testa china e l’amico di fianco gli poggiò la mano sulla spalla con fare amichevole. Erano pur sempre coetanei, cresciuti assieme sin da quando erano alti la metà. Sehun sapeva quando c’era qualcosa che non andava.

«Ha a che fare con il ragazzo dei fiori?» si azzardò a chiedere, nonostante sapesse quasi per certo la risposta.

«Ovvio che sì, pabo (**).» rispose in un sospiro il biondo. «Non so chi è, eppure penso sia un mio cliente, anche perché oltre a te e Luhan, gli unici conoscenti che ho sono le sigarette e la musica. Triste, ma è così.»

Un altro sospiro.

«Sono innamorato dell’idea che qualcuno possa essere interessato a me in un certo modo.»

Sehun sussultò.

«In-innamorato? Sbaglio o hai detto proprio “innamorato”!?»

«Come un bimbo a cui viene regalato il suo primo pallone: non ha idea di cosa farsene, ma lo ha visto usare tante volte e l’unica cosa che vuole fare è goderselo. Vuole condividerlo e diventare anche bravo, sebbene non ci abbia mai giocato.»

L’amico era sempre più confuso, quasi al punto di chiamare Luhan e magari anche un prete, per farlo esorcizzare o qualcosa del genere.

«Okay okay … ferma lì, Zidane! Ora accontentiamo qualche altro vecchio rinsecchito, e poi tentiamo di scoprire chi è quell’uomo disperato che ti ama a tal punto da inviarti dei pidocchiosi fiori, uh?»

Kai annuì, felice di ricevere un po’ di comprensione da parte di Sehun, quell’amico scorbutico a cui alla fine dei conti, voleva un mondo di bene.



 
Un mese prima

Quel giorno i due amici avrebbero dovuto incontrare Chanyeol in uno dei tanti locali collocati in centro, per aggiornarsi un po’. Chanyeol non frequentava la loro stessa facoltà, ed era complicato vedersi spesso vista la mole di studio che avevano.

Dopo una mezz’ora buona di slalom tra la folla arrivarono finalmente al locale in cui si erano dati appuntamento, e Kyungsoo andò a sedersi mentre Baekhyun ordinava qualche bibita ghiacciata. Il più grande se ne stava al tavolo con sguardo assente. Aveva solo in mente il bordello e non poteva credere di esser stato magnanimo con il suo amico. Dentro di sé, però, era in continua lotta: mandare a stendere Baekhyun o farlo felice e presentarsi al bordello? Il punto era che non poteva rifiutare, non era da lui deludere quel mostro del suo migliore amico. 

Quando Baekhyun arrivò con le bibite, anche Chanyeol fece capolino nel locale, salutando gli amici con il suo solito sorriso a centocinquanta denti.

«Ya! Ragazzi! Ciao!»

«Chanyeol-ah! Cosa sei, un bimbo che deve urlare sempre?» lo rimproverò subito Kyungsoo. Era seccato per la situazione che si sarebbe verificata in meno di un mese, e non era il giorno perfetto da passare con qualcuno. Si sentiva infastidito da ogni cosa e quel gigante dai capelli di uno strano grigiastro, si sarebbe dovuto aspettare solo acidità dal più grande.

«Baek-ah … sbaglio o il nano malefico ha la sue cose oggi?» domandò Chanyeol sottovoce al suo ragazzo, che in risposta ridacchiò fin troppo sguaiatamente. Kyungsoo era sicuro che da lì a poco si sarebbe creato una specie di cratere sotto i suoi piedi, e avrebbe evocato qualche bestia infernale.

«Vi sento, gesù. Ma perché esco ancora con voi? Perché non scappo in un altro paese dove forse le persone sono più gentili? Anzi, sicuramente sono più gentili di voi!» sbottò il loro hyung(*), che mise un broncio assolutamente adorabile, che dalla sua prospettiva voleva essere un di ghigno malefico o qualcosa del genere.
Chanyeol si andò a sedere accanto al più grande che con le braccia conserte e il volto ancora corrucciato, si voltò dall’altra parte.

«Ya! Guardami un po’ …» incominciò il dongsaeng, cercando di farlo voltare, «ora racconta al tuo Yeollie che sta succedendo, su …»

Baekhyun era fermo di fronte a loro, mentre sorseggiava da una cannuccia dell’aranciata dal colore discutibile. Prima che Kyungsoo potesse aprire bocca, il suo migliore amico gli passò una delle bibite e gli disse che avrebbe raccontato lui tutto a Chanyeol. Questo perché si notava la sua vaghissima (o forse non proprio) irritazione verso l’argomento.

Ci volle un’oretta buona per raccontare a Chanyeol il piano di Baekhyun, che tutto preso spifferava la vita sentimentale di Kyungsoo al suo ragazzo. I due fidanzati erano parecchio dentro la conversazione, mentre il più grande se ne stava lì impalato, a sorseggiare il suo milkshake e a pensare al modo migliore per uccidersi senza farsi troppo male. Forse stava esagerando, ma la cosa era diventata assurda: erano più i suoi amici ad essere vogliosi di andare con dei gigolò, che lui stesso. Si sentiva ancora più triste all’idea di andare con un ragazzo giovane e bello, che aveva tutta la vita davanti e faceva quel genere di lavoro. Preferiva soffrire per Minseok senza tentare di dimenticarlo in quel modo.

«E quindi ho pensato bene di prenotargli una serata al “Call Me Baby”, questo bordello molto rinomato in cui io, personalmente, non sono mai stato …»

«Due parole: Huang Zitao.» sussurrò maligno il maggiore.

«HEY!»

«Chi sarebbe questo Kwang Zidao?» chiese Chanyeol, non avendo idea di che stessero parlando. Ah, quanto era ingenuo quel ragazzo.

«E’- è una storia vecchia, yeobo (***).» rispose piano Baekhyun.

«Il mio fidanzato è stato in un bordello e non me l’ha mai detto? Che cosa assolutamente eccitante!»

«Ma avete dei problemi o sono io quello strano …» si domandò sconsolato Kyungsoo, che ormai si era rassegnato. I suoi amici erano degli idioti irrecuperabili. Chanyeol era quasi confuso dalle parole dell’amico, perché trova convincente il piano di Baekhyun per far dimenticare al loro hyung quel tanto nominato Kim Minseok.
«Ma dico- perché no? Perché non vuoi andare con questo K-Ka-»

«Kai!»

«Con questo Kai? Dalla descrizione di Baekhyun sembra davvero un ragazzo da sogno!» quasi gli rimproverò Chanyeol, che era stupito dal fatto che l’amico si tirasse indietro dopo una proposta così invitante. Baekhyun aveva pure pagato per lui, cosa voleva di più?

Kyungsoo era stanco della questione, stanco dei suoi amici e di essere etichettato come “quello della relazione finita male”.

«OKAY! VA BENE! Lo farò. Ora basta parlarne, vi prego. Tenterò di divertirmi e di provare a dimenticare Minseok. Ora facciamo che tutto torna alla normalità, va bene?!»

E così si concluse la tanto tormentata (e tormentante!) discussione a proposito della fantomatica serata al “Call Me Baby”. Kyungsoo, finito il suo milkshake, si sentiva come se in quel bicchiere pieno di latte e aria avesse riversato tutte le sue ansie. All’uscita del locale si sentiva quasi liberato. Ogni decisione che prendeva non veniva mai infranta, che gli andasse a genio o no.

La stessa sera cerchiò sul suo piccolo calendario una data: 5 Febbraio. In basso vi era scritto “카이?” (****)





14 Febbraio

«Dimmi tutto quello che sai!» quasi urlò Kai, mentre interrogava il suo amico e collega Tao. Il cinese ridacchiò piano.

«Easy Kim … ho appena finito il mio turno.» si fece un po’ d’aria con un fazzolettino, mentre distrattamente rispondeva ad un messaggio su KakaoTalk.

«Potresti dirmi chi è questa persona più interessante di me?»

Tao lo guardò con divertimento, alla fine erano ottimi amici, nonostante si punzecchiassero spesso.

«Wu Yifan … messaggiamo da qualche tempo. Nulla di serio.» gli confessò, per poi riporre lo smartphone nella tasca dei suoi pantaloni estremamente stretti. Più che estremamente.

«Allora-?!»

«Kim, tutto quello che so è che negli scorsi giorni la quantità di uomini al di sopra dei cinquant’anni che è passata dal bordello è stata … smisurata. Non so quanto tu voglia sapere che Mr Park dell’ennesima clinica di chirurgia estetica, si è innamorato di te perdutamente dall’alto della sua sessantina e più!»

Kai avrebbe tanto voluto pensare che sarebbe stato qualcuno di davvero interessante, non uno dei suoi soliti clienti, quelli che lo vedevano solo come spazzatura. Avrebbe tanto voluto fosse una persona in particolare, ma le probabilità erano davvero basse. Nulla andava mai come avrebbe voluto: era pur sempre la periferia, ogni cosa era inaspettata, casuale, impossibile.

«Tao, ti prego, prova a scavare un po’ nella memoria …» lo supplicò il Kim, cercando di non suonare troppo patetico. «Hai per caso notato un ragazzo giovane, non molto alto, dagli occhi grandi e le labbra piene?»

«Ma allora sai esattamente chi stai cercando!»

Tao era un po’ seccato, alla fine avrebbe potuto chiedere un po’ in giro e cercare il ragazzo interessato. Di locali gay ce ne erano molti in quella strada, bastava girare qualche pub e qualche club e dopo due birre al bancone, avrebbe saputo tutto quello che voleva. Lui non aveva tempo da perdere.

«Non proprio … » gli disse con sincerità Kai.

«E questo tuo “lui” si chiamerebbe …?»

«Non è mio.»

Tao scosse la mano, come per fargli segno che non aveva importanza.

«E’ venuto una sola volta, poco tempo fa. Ricordo che entrò nella mia stanza con fretta, foga. Suho lo aveva scortato fin lì senza neanche farsi vedere, il ragazzo gli aveva chiesto prima ancora di entrare che ci fosse privacy. Suho ovviamente, da buon proprietario e esperto in teenagers problematici, che ogni tanto sbucavano da quelle parti, lo rassicurò dicendogli che nessuno avrebbe saputo nulla di quella sua serata  al bordello.»

Il cinese lo guardò storto, per poi dire: «E non ti senti insultato?!»

Kai strabuzzò gli occhi.

«Perché mai dovrei-?»

«Un ragazzino viene qui, pretende di non farsi scoprire da nessuno, ti scopa e poi scappa via-?!» sbraitò, sinceramente indignato, «E poi ti lamenti di tutti quei vecchiacci, proprio non ti capisco!»

«Invece di saltare a conclusioni affrettate, Zi, almeno aspetta che io finisca di raccontare!» Tao si ricompose un po’ sulla sedia, sbollendo la sua rabbia da fierissimo gigolò.

«Entrò nella mia stanza piano, quasi senza farsi sentire. Ero seduto davanti allo specchio quando sentii un rumore di passi leggerissimo. Ero un po’ seccato poiché pensavo che Suho non avesse neanche avuto la decenza di dirmi che c’era un altro cliente, senza che io avessi avuto la possibilità di prepararmi per bene. Ma poi mi girai e lui era lì: piccolo, con un’aria indifesa e completamente fuori luogo.»

«E poi?!»

«Non ti sentivi tanto insultato, Zitao?!»

«Devo meditare bene, continua!»

Kai roteò gli occhi, un po’ per simpatia un po’ per vero fastidio.

«Ci guardammo per attimi infiniti, mentre lui non faceva nulla io stavo là, impalato, come mai avevo fatto prima. Non potevo fare a meno di pensare quanto fosse insolito come personaggio, con quelle sue spalle piccole e quelli occhioni enormi. Ma tra tutte le sue caratteristiche quella che più mi colpì furono le sue labbra. Enormi, carnose … perfette. Visto il contesto indugiai un po’ con lo sguardo.»

Dalla stanza accanto, tra un sospiro e l’altro provenì un flebile: «Nel perfetto stile di Kim Jongin!»

«Sehun, io giuro che ti-!» Kai venne fermato dall’uccidere il suo amico da Tao, che gli chiese diandare avanti, ormai preso dal racconto.

«Mi disse che era lì per un amico che aveva pagato la notte per lui e che per non deluderlo era venuto. Nonostante non amasse l’idea di farlo in quel modo, non voleva neanche andarsene via.» Kai si fermò per un attimo, per poi ripartire dopo un sospiro, «Mi disse che ero molto bello, bello davvero. Non gli andava a genio il mio lavoro, il nostro, eppure non voleva che io la prendessi male.»

Un sospiro.

«Non la presi male.»




 
Quel giorno

«Non so neanche da dove iniziare. Io- io mi spiace.» si scusò il ragazzo, che agli occhi di Kai sembrò ancora così piccolo e indifeso. Era la figura più fuori posto che avesse mai visto al bordello. Di solito lì andavano persone che sapevano esattamente quel che volevano, non giovani incerti come quello che in quel momento stava impalato di fronte al gigolò.

«Iniziamo da … dal … tuo nome, uh?» farfugliò Kai, sperando che potesse metterlo un po’ più a suo agio in quel modo.

Il moro strabuzzò gli occhi. Sebbene i bordelli non fossero pan per i suoi denti, sapeva che dire il proprio nome al gigolò con cui si andava a letto era parecchio … inusuale.

«Perché me lo chiedi-? Nel senso, uhm … solitamente non si fa così, giusto? O si fa così? Diamine, non so neanche perché sono qui-»

Kai si alzò piano dalla sedia su cui sedeva per dirigersi verso il moro, che stava probabilmente per scappare via a gambe levate. Quando il Kim si posizionò davanti a lui l’altro si sentì quasi mancare. Era davvero bello, Baekhyun aveva proprio ragione. Pensare che faceva un lavoro del genere per vivere gli faceva dolere il cuore.

«Io sono qui per soddisfare tutto quello che i miei clienti pretendono, ma non mi è mai capitato di aver a che fare come una persona come te, devo essere sincero …» gli rivelò Kai, per poi continuare «e sono io il primo a non saper esattamente che fare, per una volta … hyung?»

«Hyung.» rispose molto timidamente Kyungsoo, non riuscendo però rivelare il suo nome a quel bellissimo ragazzo che gli stava di fronte. Sentiva che se glielo avesse detto sarebbe caduta giù quella barriera che li rendeva semplici estranei che interagivano e questo gli faceva paura.

Do Kyungsoo era sempre stato un ragazzo con pochi amici, riservato, che seguiva una vita calma e all’insegna dello studio. Non era gay dichiarato e gli unici a conoscenza della sua sessualità erano i suoi cari amici Baekhyun e Chanyeol, fidanzati ormai da qualche mese. Anche la sua amata amica Amber lo sapeva e le poche volte che riuscivano a vedersi fra un viaggio e l’altro della ragazza, Kyungsoo riusciva sempre a dirle tutto, che la voglia ci fosse o no: era facile aprirsi con lei.

Aveva avuto un paio di ragazzi nella sua vita: il primo, un certo Yunwo, era stato il suo primo vero amore e lo aveva reso davvero felice, ma purtroppo la storia era finita nel giro di poco tempo, quando Yunwo lo scaricò per una ragazza. Già, una ragazza. Kyungsoo ci stette molto male, ma la cosa passò proprio grazie all’arrivo di Minseok, che per un po’ lo rese l’uomo più felice del mondo. Minseok gli diede tanto amore, che fosse fisico o semplicemente espresso a parole, lui era sempre stato lì per lui. E poi era arrivata la rottura e con essa anche Minseok era uscito dalla vita di Kyungsoo, lasciandolo da solo di nuovo.

Kyungsoo aveva da un po’ di tempo smesso di credere nell’amore, perché esso andava e tornava senza mai durare. Era questione di poco, perché ogni cosa finiva, che fosse bella o brutta. Lui non voleva innamorarsi ancora, perché sapeva che alla fine l’”happily ever after” (*****) non sarebbe mai arrivato. 

Fare l’amore a vuoto, per lui, era come fare del male. Non gli piaceva il sesso se era privo di sentimenti, non voleva che il ragazzo che gli stava davanti facesse solo il suo lavoro perché Baekhyun era preoccupato per lui. Non voleva essere compatito, ma probabilmente l’unico pensiero di quel gigolò era che non vedeva l’ora di staccare dal suo turno.

«Allora, hyung … cosa desideri?» gli domandò Kai, distraendolo dai suoi mille pensieri e riportandolo quasi a malavoglia alla realtà. Cosa desiderava Do Kyungsoo? Forse solo un po’ di amore, ma chiederlo al bellissimo gigolò di fronte a lui sarebbe forse stato così inopportun-

«Ti va di baciarmi?»

Silenzio. Silenzio tombale.

«B-baciarti?» lo hyung annuì piano, paonazzo in volto.

Kim Jongin nei suoi vent’anni di vita non aveva mai ricevuto richiesta più strana, ma insomma, non che “strano” fosse sinonimo di brutto.

 

Note
(*) Ho reso Kyungsoo uno hyung rispetto a Baekhyun e Chanyeol nonostante loro siano più grandi di un anno. Perché? Perché sono idiota e mi dimentico le date di nascita pure dei miei genitori. Già. 
(**) Stupido, scemo.
(***) Bellezza, dolcezza, monnezza.
(****) Semplicemente "Kai" scritto in caratteri coreani.
(*****) Vuol dire "e vissero felici e contenti", ma vi prego, ditemi che avete colto la cit /inserire faccina triste qui/. Se non l'avete colta è una line di "What Is Love"!

Angolinoinoino!
Hey waddup! Ecco che riapprodo nel fandom degli EXO con questa altra ... cosa ... qua. Uhm.

(((RINGRAZIO TANTISSIMO IL MIO BABBO CHE SENZA ESSERNE CONSAPEVOLE MI HA DATO L'IDEA PER QUESTA FIC)))
Chiedo in primis perdono per tutti gli errori grammaticali, ortografici e di impaginazione che ci sono, ma proprio sono una frana ad essere ordinata e italiana(?). Non riuscirò mai a pubblicare nulla di decente, mi dispiace T_T Se mai trovaste degli ORRORI non esistate a farmeli notare e io modificherò il tutto.
Se però per uno stranissimo motivo vi fosse piaciuta questa roba di cui devo ancora scrivere la seconda parte ma facciamo finta che esista già  allora vi ringrazio moltissimo! E' sempre stupendo scrivere per il fandom degli EXO, e ho qualche altra cosina in cantiere da pubblicare tra tipo due ere geologiche /winks/.
Se avete qualsiasi cosa da dirmi non esitate a scrivere una recensione o semplicemente prendete a testate la tastiera, che si esprimono meglio i sentimenti così.
Ci si vede al prossimo capitolo, folks! :)

 
  
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