Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: LilyProngs    02/05/2015    9 recensioni
Rin è una bambina di dieci anni che è cresciuta in un orfanotrofio ed aspetta, con speranza, di poter trovare un giorno una famiglia.
Kagome è una giovane che ha appena finito il suo apprendistato ed è pronta al suo primo lavoro come assistente sociale.
Kagome e Rin si incontreranno all'orfanotrofio e questo segnerà l'inizio d una nuova vita per entrambe. Ma se il passato di Rin tornasse a galla all'improvviso precludendole ogni possibilità di gioia?
Una fic all'insegna dell'amore in tutte le sue sfumature!
E' principalmente una Sesshomaru-Rin ma anche una Inuyasha-Kagome e inizia principalmente con la storia di quest'ultima coppia per poi dedicarsi pian piano completamente alla prima.
ATTENZIONE RATING ARANCIONE DAL CAP 32!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 40
La bambina alla ricerca di un sogno

"Gli hai detto che adoro ballare?" esclamò Yumi stupefatta.
"Sì, certo... Mi è sembrata una scusa migliore rispetto a un: sai Marcus, Yumi è pazzamente innamorata di te dalla prima volta che ti ha visto, quindi potresti invitarla al tuo ballo di gala? Avresti preferito che dicessi così?" domandò Rin ironica.
"Shh che c'è Shippo" bisbigliò Yumi. L'interpellato entrò in quel momento nella stanza.
"Shippo cosa?" chiese subito.
"Niente, fatti gli affari tuoi!" lo aggredì Yumi. Shippo fece un'espressione stupita e poi un sorrisetto.
"Come sei scontrosa... Tanto lo so da me che sei pazzamente innamorata di Marcus Conrad!" esclamò tutto pimpante dimostrando di aver perfettamente origliato la conversazione delle amiche. Yumi gonfiò le guance arrabbiata.
"Tu, tu... Non credere di fare il pallone gonfiato!" esclamò gesticolando furiosamente con il mascara che aveva in mano.
"Vacci piano con quello Yumi, non vorrai accecare Rin!" disse Shiori strappandole il trucco dalle mani.
"Grazie Shiori... Non vorrei farmi vedere con un occhio nero al mio primo appuntamento con Sesshomaru!" disse Rin guardando storto Yumi che sbuffò.
"Vabbè, se Shiori ti mette il mascara io ti metto il fard, almeno non sei a rischio contusione" rispose Yumi prendendo il pennello e la scatolina del fard.
"Rin, fai un sorriso" s'intromise Shiori per farla truccare al meglio.
"Certo Shiori che ci sai proprio fare, stai facendo un'ottimo lavoro!" disse Yumi guardando l'amica. Rin parve insicura.
"Sul serio?" domandò impacciata. Le due amiche annuirono.
"Non chiedete neanche il mio parere?" domandò Shippo alzandosi a dare un'occhiata. In quel momento Shiori le stava mettendo un sottile strato di rossetto rosso sulle labbra piene.
"Tu cosa ne vuoi sapere?" lo punzecchiò puntualmente Yumi. Shippo la guardò storto.
"Si dà il caso che io sia l'unico uomo nella stanza!" puntualizzò.
"Ultimamente ci tieni molto a sottolineare questo particolare, cos'è, hai bisogno di conferme?" rispose Yumi pungente. Shippo non parve darle troppo retta e le rifilò un leggero scapellotto.
"Ehi! Non si toccano le signore!" esclamò Yumi tirandogli il codino.
"Non vedo vere signore, qui!" rispose Shippo. I due iniziarono una buffa lotta a suon di schiaffetti e tiramenti di guance o di orecchie.
Rin e Shiori li guardavano ormai rassegnate.
"Mi dici come farò ad infilarla dentro un raffinato abito da sera?" domandò Shiori che sapeva che, dopo essersi occupata dell'appuntamento di Rin, avrebbe poi dovuto fare lo stesso con Yumi. Rin sospirò.
"Eppure Yumi di solito è sempre così fine! Shippo tira fuori il lato peggiore di lei!" esclamò Rin divertita. Ai commenti delle amiche Yumi si fermò.
"Che abito da sera?" bofonchiò tutta scompigliata. Le due amiche alzarono gli occhi al cielo.
"E' un ballo di gala, Yumi, ci vuole l'abito da sera" spiegò pazientemente Shiori come se si trovasse davanti ad una bambina di quattro anni. Yumi parve tramortita.
"Ma io non ho un abito da sera!" esclamò. Guardò il vestito di Rin appeso sulla graffetta dell'armadio.
"Non posso usarne uno come quello di Rin?" aggiunse poi.
"No, tesoro... E' una cosa diversa" ribadì con la stessa pazienza Shiori. Yumi rimase zitta per un attimo e poi fece spallucce.
"Vabbè, non è ora il momento di pensarci... Oggi è la serata di Rin!" disse. Prese la spazzola ed iniziò a pettinarle delicatamente i capelli.
"No, no fate pure... Più tardi penso a ciò che mi sta accadendo e meno mi agito" si precipitò a dire Rin. Scoccò un'occhiata all'ora. Mezz'ora. Mancava mezz'ora e dalla finestra della camera di Shiori avrebbero visto parcheggiare l'elegante macchina nera di Sesshomaru. Macchina che chissà dove li avrebbe portati. Cosa sarebbe successo...
"Rin non iniziare ad iperventilare, manca ancora un po' di tempo" la riscosse Shiori che le stava dando gli ultimi ritocchi e si trovava proprio faccia a faccia con l'espressione preoccupata dell'amica. Rin la guardò.
"Non garantisco niente, sono troppo agitata!" si lasciò sfuggire.
"Rin goditi il momento! L'uomo dei tuoi sogni sta per venirti a prendere. Non farti prendere dall'ansia da prestazione, lasciati andare!" la rassicurò Yumi. Fece scivolare i lunghi e lisci capelli di Rin sulle sue spalle, diede una spazzolata alla sua frangetta.
"Perfetto, sei stupenda Rin! Solo per il fatto di essere così bella non dovresti porti problemi!" esclamò Shiori quando l'amica si alzò.
"Dite davvero?" domandò ancora Rin che non aveva la stessa certezza dell'amica.
"Beh conciata così non sei proprio il massimo" s'intromise Shippo in riferimento alla tutona indossata dall'amica.
"Infatti se esci dalla stanza Rin potrà infilarsi il vestito così sarà totalmente pronta" disse Shiori. Shippo alzò gli occhi al cielo.
"Come se non l'avessi mai vista... Siamo cresciuti insieme!" esclamò girandosi soltanto, senza uscire dalla stanza.
"Immagino che Rin sia un po' diversa rispetto alle vostre scampagnate in orfanotrofio!" puntualizzò Yumi rivolta alle spalle dell'amico.
"Come sei pignola Yumi! Forza sbrigatevi, che io non perdo certo il mio tempo a sbirciarvi" borbottò Shippo. Shiori prese l'abito dall'armadio e aprì delicatamente la lampo del vestito. Aiutò Rin ad infilarlo e glielo chiuse. Una volta indossato Yumi e Shiori guardarono compiaciute l'amica.
"Allora?" domandò Rin.
"Posso girarmi?" domandò Shippo.
"Sì, sì! Dacci il tuo tanto ricercato parere da 'uomo'" disse Yumi puntualizzando con le dita le virgolette. Shippo si girò e per un attimo parve stupito e poi fece un grosso sorriso.
"Così va meglio!" esclamò. Rin guardò le facce compiaciute dei suoi tre amici ma non aveva ancora il coraggio di girarsi verso lo specchio.
"Guardati, Rin, stai tranquilla che non rimarrai delusa" l'incitò Yumi leggendole come al solito nel pensiero. Rin fece un sorriso e si girò. La persona che vide riflessa per un attimo non la riconobbe. Shiori aveva fatto un lavoro delicato e perfetto sul viso. I grandi occhi nocciola erano impreziositi con un trucco smokie grigio perla e il mascara, una sottile tinta rosata le ravvivava le guance e il rossetto rosso le dava un tocco elegante e sensuale, un colore perfetto per la sua carnagione e la tinta ebano dei suoi capelli. Yumi le aveva spazzolato i capelli che lisci e vaporosi le ricadevano sulle spalle ed erano lunghi fino ai gomiti. Infine il vestito, semplice ed elegante. Un tubino senza spalline di raso lucido nero che fasciava
come un guanto il suo fisico sottile. Era semplicissimo ma sul suo corpo flessuoso e atletico risaltava perfettamente. Il raso raffinato dell'abito bastava ad impreziosirlo. Shiori le mise ai piedi delle decolletè rosse, sempre di raso che si intonavano alla pochette dello stesso colore. Rin infilò le scarpe e con un balzo fu un po' più alta. Si guardò ancora allo specchio, non per vanità, semplicemente incredula. Si sentì coccolata e amata dalle sue amiche che con tanta gioia e partecipazione l'avevano preparata per quell'evento che aveva aspettato e sognato.
"Be' è decisamente meglio rispetto all'ultima volta che siamo usciti!" esclamò per sdrammatizzare il momento. I tre amici risero. Si guardò ancora. Sì, era così che si era immaginata per un'uscita con Sesshomaru. Si girò verso gli amici.
"Grazie!" disse semplicemente. La sincera gratitudine che trapelava dalla sua voce fece venire ai tre la stessa idea di avvolgerla in un abbraccio a più braccia.
"Te lo meriti, Rin!" le sussurrò Shiori all'orecchio. Rin, felice di avere degli amici tanto straordinari provò ad abbracciarli tutti insieme.
"Dai ora basta, che ti stropicciamo tutta!" disse Yumi staccandosi e guardando da un'altra parte. Shippo ridacchiò.
"Oh, l'abbiamo fatta commuovere!" esclamò all'indirizzo dell'amica. Yumi gli diede una gomitata e poi guardò Rin.
"Goditela, Rin, senza farti domande. Vivi questo sogno anche per noi" disse guardandola negli occhi, in riferimento a se stessa e Shiori. Shippo si grattò la testa imbarazzato, consapevole di essere stato escluso da quel commento. Scoccò uno sguardo alle spalle di Shiori per poi guardare altrove. In lontananza sentirono lo scricchiolare di ruote sulla ghiaia. I quattro raggelarono per un istante.
"E' arrivato!" sussultò Rin, rimanendo immobile. Shiori le mise in mano la borsetta e la guardò.
"Forza, vai! Noi ti sbirciamo dalla finestra" le disse con un sorriso. Rin guardò gli amici, immobilizzata. Yumi la riscosse e l'accompagnò fuori dalla stanza.
"Fuori di qui, cosa ci fai ancora con noi?! Corri dal tuo principe" esclamò incorraggiante. Rin li guardò tutti e poi annuì.
"Vado!" affermò per poi precipitarsi fuori dalla stanza.
"Occhio alle scale!" gli urlò dietro Shippo. Shiori e Yumi lo guardarono ma rinunciarono a commentare e i tre si precipitarono alla finestra. Sesshomaru era fuori dalla macchina, appoggiato su essa nella stessa identica posizione in cui l'avevano trovato tempo prima, quel famoso giorno che aveva prelevato Rin tornando all'improvviso dalla sua lunga assenza.

Rin aprì la porta della casa di Shiori e uscì. Trovò Sesshomaru alla macchina e gli andò incontro. Il cuore batteva a mille, le pulsava nelle orecchie. Non aveva idea di cosa fare. Non era mai uscita realmente con qualcuno. Si rese conto allora, mentre posava cautamente i piedi a terra per non cadere, che per tutta la vita aveva aspettato quel momento. Si era risparmiata a chiunque per vivere quell'istante fatto di sussulti, insicurezza e paura dell'avvenire solo per Sesshomaru. Fu felice che le sue preghiere fossero state ascoltate. Fu stranamente contenta di sentire quello stordimento, quella sensazione di insicurezza e smarrimento tipico di chi ama. Trovò il coraggio di alzare lo sguardo dai suoi piedi per alzarlo su Sesshomaru. Quest'ultimo aveva seguito ogni suo movimento da quando l'aveva vista uscire dalla porta. Quando finalmente Rin trovò il coraggio di guardarlo vide la sua espressione. Sempre composta, sempre impassibile. Eppure per un attimo, in quei brevi istanti fatti di secondi tipici di Sesshomaru, dove poteva pensare o fare qualsiasi cosa in un brevissimo lasso di tempo, vide il suo sguardo abbassarsi sul suo corpo per poi incatenarlo nuovamente sugli occhi di lei. Rin si sentì rabbrividire per quel guizzo, che seppur così breve, la fece sentire lusingata. Rimasero in silenzio a guardarsi per un momento. Rin si rese conto della tenuta di Sesshomaru. Indossava una semplicissima camicia bianca, jeans slavati e le sue immancabili All Star nere. Non che non fosse bellissimo, Sesshomaru era in grado di mostrarsi stupendo anche con il più basso articolo di abbigliamento. Il fatto era che la sua tenuta
era estremamente informale laddove quella di lei era elegante. Si sentì inadeguata.
"Io... Non sapevo dove saremmo andati e non... Devo andare a cambiarmi?" domandò. Era a disagio. Era ovvio che si fosse messa in tiro solo per lui, ma la differenza tra loro dimostrava tutta la sua premura ad attirare la sua attenzione e questo l'imbarazzò. Sesshomaru la guardò nuovamente e fece spallucce.
"No, va bene. Sali" disse allontanandosi dalla porta del passeggero per farla entrare. Insicura, Rin, lo ascoltò ed entrò in macchina. Si ritrovarono nuovamente uno a fianco all'altra. Il silenzio che solitamente le pareva tanto confortante in quel momento le sembrò pesante e teso. Non riusciva a calmarsi. Invece Sesshomaru era la solita maschera impassibile. Lo sbirciò da sotto la frangetta. Come poteva essere così tranquillo? Come mai era lei la solita agitata? Era importante per lui quanto lo era per lei quell'uscita o era solo un caso isolato e senza particolare senso? Era così tipico di Sesshomaru. Quel farla sentire forte e sicura per un momento per poi farla cadere nello sconforto e nella paura l'attimo dopo. Era così facilmente in grado di scombussolarla solo con una parola. Mise in moto e, nuovamente, si diresse verso un luogo a lei sconosciuto. In silenzio. Il silenzio com'era confortevole e asfissiante con lui. Sospirò.
"Sei già stufa ancor prima di iniziare?" domandò Sesshomaru. Rin sussultò e scosse la testa.
"No è che... Non sapevo cosa dire" rispose. Sesshomaru le scoccò uno sguardo per poi tornare a fissare la strada.
"Neanche io" si giustificò Sesshomaru con leggerezza, come se quel silenzio per lui non avesse creato nessun problema. Rin lo guardò. Non le aveva neanche dato un lieve bacio sulla guancia quando l'aveva accolta. Non l'aveva sfiorata con un dito. Sapeva che la serata era solo all'inizio ma conoscendo il temperamento freddo di Sesshomaru si chiese se mai l'avrebbe fatto. Era sera, una sera limpida e luminosa a causa della luna piena che rendeva il paessaggio quasi argenteo. Era tutto molto bello ma come sospeso in una bolla fatta di brevi silenzi, sguardi. Non sapeva cosa aspettarsi da quel genere di cose. Un appuntamento, solo quando si trovò effettivamente a viverlo, in quel momento, si rese conto che non aveva la più pallida idea in che cosa consistesse. Cosa si doveva fare, come ci si doveva comportare. In un breve istante si chiese se Sesshomaru aveva idea realmente di cosa consistesse un appuntamento. Una vocina fastidiosa nella sua testa si chiese se Sesshomaru in quegli anni di vita 'prima di Rin', fosse uscito con qualche donna. Cosa aveva fatto? Come si era comportato? L'idea che lui avrebbe potuto essere stato con qualche donna prima di lei, seppur sarebbe stato naturale, la prese come uno schiaffo. Dei due chissà chi era il più esperto in materia o se erano due sprovveduti che si lasciavano guidare dall'istinto. Le piaque di più la seconda ipotesi.
"Sei sicuro che sono vestita in modo adeguato per dove dobbiamo andare?" domandò giusto per dire qualcosa. Sesshomaru fece spallucce.
"Sì, va bene" rispose tranquillo.
"Perché altrimenti potevi avvisarmi e anche io avrei potuto indossare qualcosa di più informale" continuò insicura. Sesshomaru rimase in silenzio a lungo.
"No, sei a posto... Non ti ho avvisata perché non l'ho ritenuto necessario" rispose con calma. Rin si rilassò sul sedile, distese le lunghe gambe incrociando i piedi ornati dalle belle scarpe una sull'altra. Posò le mani sul grembo in una posizione composta.
"Sei taciturna" constatò Sesshomaru. Rin alzò la testa, fece un lieve sorriso.
"Devo tenere io il pallino della conversazione?" domandò guardandolo. Sesshomaru parve pensarci su.
"Non dico questo... E' che mi sembri a disagio" rispose. Rin prese un lungo respiro e poi dissentì.
"No, non mi sento a disagio è che..." tentennò. Sentì nuovamente lo sguardo su di sé per un secondo e poi non lo sentì più.
"Cosa?" domandò Sesshomaru. Rin posò la testa sullo schienale e si girò a guardarlo.
"Sei la prima persona con cui esco davvero" confessò tutto d'un fiato. Si era girata completamente verso di lui per poter scrutare al meglio ogni sua espressione. Ne aveva una tipica, quando veniva preso in contropiede: le sopracciglia si alzavano e la bocca si apriva leggermente per poi tornare tutto composto. Era questione di secondi, ogni barlume di sana umanità in Sesshomaru era questione di secondi. Come se ogni forma di sensazione che lui sapientemente aveva imparato a controllare negli anni a volte scappasse dal suo controllo, sfuggendo per un istante, per poi essere riacchiappata al volo. Rin sorrise a quel pensiero.
"Sul serio?" si sentì chiedere con quel solito timbro incolore, che aveva imparato a riconoscere negli anni. Eppure in quegli ultimi tempi riusciva ad intravedere un piccolo arcobaleno di sfumature nelle sue parole. Era bello avere il permesso di parlargli, di confessarsi. Edificare un piccolo linguaggio tutto loro. Lentamente l'agitazione disparve, la consapevolezza che lui fosse lì con lei perché voleva stare con lei: l'aveva scelta. L'aveva baciata e voluta, in quel momento le tornò in mente il motivo per il quale si trovava lì, in quell'insolito e pauroso appuntamento. Loro avevano un passato, avevano avuto un contatto... Quell'uscita era un modo per conoscersi meglio, per consolidare un sentimento che già c'era, era presente. Certo Sesshomaru non era una persona abituata ad esternare i suoi sentimenti, ma in quel momento era lì per lei. Sarebbe stato stupido non approfittarne, tenersi ingessata in un comportamento composto e timoroso di rivelare verità scomode. Le verità scomode erano state svelate quella famosa sera a casa di lui. Una piccola parte di lui, forse, le apparteneva... E voleva cogliere tutto a piene mani. Finalmente si lasciò andare in un sorriso.
"Sul serio... Non avrei voluto vivere questo momento con nessun altro" disse piano, come a non voler farsi sentire per il lieve imbarazzo nella sua confessione. Sentì la macchina rallentare e poi fermarsi. Trovò il coraggio di alzare lo sguardo su di lui e riconobbe quello sguardo intenso che sembrava essere stato costruito solo per lei.
"Siamo arrivati" disse, nonostante avesse aggirato ogni commento alla sua affermazione il suo tono era sereno, dolce quasi. Rin si riscosse ed annuì uscendo dalla macchina. Non si era neanche chiesta dove potessero essere. Si rese conto in quel momento che erano in un semplice spiazzo, la strada poco distante non era illuminata, solo la luna rischiarava il paesaggio. Vide un lungo muretto dove oltre esso si incurvava una collina. Sembravano essere persi nel nulla eppure in lontananza le sembrava di sentire un gran vociferare.
"Dove siamo?" domandò confusa guardandosi intorno. Sesshomaru aprì il retro della macchina e ne tirò fuori una coperta leggera e la posò delicatamente sul muretto. La guardò.
"Siedi, così non ti sporchi" disse senza rispondere alla sua domanda. Confusa ma fiduciosa Rin eseguì. Si sedette guardando verso di lui che era di nuovo andato a prendere qualcosa nel baule, le scoccò un'occhiata.
"Devi volgerti dall'altra parte" ordinò. Rin aggrottò la fronte e con difficoltà a causa dell'aderente vestito, si ruotò e guardò verso la distesa che si apriva di fronte a lei. La luna illuminava quella collina, in fondo, in lontananza sembrava scorgere una macchia enorme, più scura rispetto all'erba e da lì sembrava arrivare il vociferare.
"Ma laggiù c'è della gente!" esclamò stupefatta, cercò di aguzzare la vista poi una luce improvvisa l'abbagliò. Tutto fu visibile, le luci che si erano accese appartenevano ad un palco e le numerose persone furono ben visibili. Loro da quello spiazzo torreggiavano su quella gente a un paio di kilometri di distanza, ma dall'altezza in cui erano rimaneva tutto ben visibile. Si girò verso Sesshomaru in cerca di risposte. Lo vide chiudere il baule e tenere due piccoli scatoli per il pranzo in una mano e una bottiglia con due bicchieri in un'altra. Lo fissò stupefatta. Con leggerezza, senza dire una parola, si sedette al suo fianco e mise fra loro i due cestini e per terra la bottiglia. La guardò, e gli sfuggì un sorriso data l'espressione attonita di lei. Un boato in lontananza distolse i loro sguardi, in miniatura come se fosse stata una colorata formichina vide qualcuno mettersi al centro del palco e cercando di vedere meglio intravide quattro altre persone, distinse una batteria. Si illuminò di consapevolezza.
"E' un concerto!" esclamò. Sesshomaru annuì.
"Finalmente ci sei arrivata" commentò, cercando di nascondere una nota divertita. Lei lo fissò con occhi sgranati.
"Laggiù c'è un concerto! Di chi?" domandò. Si guardò intorno. Erano lontani ma sovrastavano il tutto come se da quel luogo potessero dominare l'intero ambiente. Lentamente, senza difficoltà, riuscirono a sentire i primi accordi suonare. Sorrise felice. Da quel luogo erano sufficientemente distanti per poter rimanere solo, ma altrettanto vicini da poter sentire distintamente la musica. E comprese gli accordi e riconobbe l'artista. Si girò stupita verso Sesshomaru.
"E' Norah Jones!" esclamò stupefatta. Sesshomaru la guardò, cercava di contenere la sua espressione fredda ma nel semibuio Rin riuscì a vedere l'ombra di un sorriso.
"Lo so" rispose semplicemente. Rin boccheggiò.
"Io adoro Norah Jones!" disse ancora. Sesshomaru annuì.
"So anche questo" affermò con calma.
"Ma... Ma... I biglietti erano esauriti da un pezzo!" soffiò come una macchinetta. Sesshomaru annuì nuovamente.
"E so anche questo..." rispose. Rin in quel momento capì. Da quel luogo potevano ascoltare il concerto senza problemi. Come era riuscito a scovarlo?  Capì che erano molto in alto e presa dalla consapevolezza riconobbe il piccolo stadio per i concerti del quartiere di Sumida. Un posto privilegiato, dove potevano ascoltare quella musica lontano dalla calca senza dover rinunciare a quello spettacolo. Anche se non poteva vederla non aveva importanza, poteva distintamente sentirla. Lì, vicino a Sesshomaru, lontano da tutti. Le parve una cosa così romantica, chissà se Sesshomaru se ne rendeva conto.
"So che non si vede nulla da qui... Ho provato in tutti i modi a trovare i biglietti, ma non sono riuscito" si sentì in dovere di spiegare Sesshomaru, fraintendendo il silenzio di Rin. Si girò di scatto verso di lui.
"No, no... Così è ancora meglio! E' bellissimo, davvero bellissimo! Ti ringrazio tanto!" esclamò piena di gioia e presa dall'impeto si slanciò per abbracciarlo, rovesciando le due scatoline che c'erano tra loro, e quasi perdendo l'equilibrio sul sottile muretto. Sesshomaru venne colto alla sprovvista e riuscì solo a posarle una mano sulla spalla. A quel contatto, stupidamente, Rin si allontanò.
"Scusa, scusa... Che impiastro ho rovesciato tutto! E' che ero così felice... Sono tanto felice!" si corresse. Sesshomaru si piegò a raccogliere i cestini e li riposò tra loro.
"Tutto a posto, tranquilla..." rispose soltanto, poi la guardò per un lungo istante.
"Mi fa piacere... Che tu sia felice intendo" aggiunse. Rin sorrise e annuì.
"Lo sono, molto... E' bellissimo! Grazie" rispose. Lui la fissò e poi aprì finalmente il primo dei due scatoli. Rin seguì il i suoi movimenti mentre in sottofondo il caldo suono jazz colorava quella serata. Sciolse con delicatezza i nodi del primo bento. Rin si trovò a sorridere pensando che quella era la cosa più bella che era stata fatta per lei. Si stupì che Sesshomaru, sempre così freddo, fosse riuscito ad avere un'idea tanto perfetta e anticonvenzionale per la loro uscita. Lo sentì un dono solo per lei e si sentì di amarlo sempre di più e soprattutto, per la prima volta, riuscì a sentire il suo affetto. Il solo fatto che avesse architettato una cosa del genere andava così in contrasto con la sua personalità che le parve che le mostrasse un lato del suo carattere destinato solo a lei. E si sentì lusingata di questo, più di mille dolci parole, che da Sesshomaru era improbabile aspettarsi... Ma che erano colmate dai suoi gesti e dai suoi sguardi, che valevano ancora di più. Aprì il cestino e mostrò tante piccole squisitezze, riconobbe molte delle sue preferite. Alzò lo sguardo su di lui con un sorriso estasiato.
"Wow! Sono tutte le mie cose preferite!" esclamò stupefatta. Sesshomaru alzò lo sguardo su di lei.
"So anche questo" disse, e il suo fatto di essere così monotematico strappo un sorriso a Rin e una leggera increspatura sulle labbra di Sesshomaru.
"Hai cucinato tutto tu?" domandò e a quell'affermazione il volto di Sesshomaru si indurì all'improvviso, aggrottando le sopracciglia.
"Certo che no! Per chi mi hai preso?" soffiò. A Rin scappò da ridere.
"Ah, Sesshomaru, dovresti vedere la tua faccia! E io che ti immaginavo già con un bel grembiulino a pallini colorati!" esclamò Rin, presa da un'ilarità spropositata dalla gioia. Sesshomaru ridusse gli occhi a due fessure.
"Insolente" disse a denti stretti, nonostante questo Rin non riuscì a prenderlo sul serio. Riusciva a sentire il divertimento nascosto dietro la sua maschera offesa. Gli posò una mano sulla spalla, lui si girò verso di lei.
"E' un vero peccato... Saresti stato molto sexy con quel grembiulino" si lasciò sfuggire Rin, irriverente ma consapevole di poterselo permettere in quel momento. La famosa espressione stupita fece capolino sui lineamenti scolpiti di Sesshomaru, per poi rientrare nei ranghi come al solito. Guardò dritto verso di sé.
"Mangia" ordinò. Rin ridacchiò e con le bacchette prese un pezzo di sushi.
"Tu non prendi niente? Dai dammi la soddisfazione di vederti mangiare per una volta! Non sarà mica tutto per me, per chi mi hai presa?" domandò Rin con allegria.
Sesshomaru si girò verso di lei. Eccola, la Rin bambina. La ragazza gioiosa e impertinente con la quale però non si poteva rimanere offesi, l'uragano di luce e di colore. Gli occhi grandi da cerbiatta così adulti velati da quel leggero trucco. Un sorriso spalancato, che l'animava tutta. Così incredibilmente diversa da lui, era la sua totale antitesi. Era così strano sentirsi calamitati verso una forza che avrebbe dovuto respingerlo e che invece l'attirava come una calamita. Colmava quel vuoto di freddezza, di compostezza... Scioglieva la maschera di ghiaccio che con tanta devozione aveva imparato a costruire negli anni. Aveva creduto di fare la cosa giusta, chiudendosi al mondo eppure, quella creaturina in quel momento così fortemente cresciuta aveva sconvolto la sua esistenza. Faceva vibrare in lui quelle sensazioni, quel calore come l'aveva chiamato all'inizio, che aveva cercato di negarsi. Forse convinto di non meritare quel calore, convinto che la gioia gli fosse negata. Aveva disimparato ad amare e prima di lei non aveva sentito assolutamente la mancanza di quel vuoto, anzi, era confortevole e sereno, privo di preoccupazione e pensieri. Invece lei, oh, lei... Lo aveva strappato da quel gelo, aveva smosso il suo animo pacato e dormiente. D'improvviso si era riscoperto a sorridere, già quando era bambina. Si sentiva sfidato da quella creaturina, sfidato a smuoversi. Sfidato ad uscire fuori, come se quella bambina non avesse paura di lui e fosse pronta a battersi ad armi pari. Sembrava non essere minimalmente scalfita dall'aria di superiorita a cui si sentiva tanto affezionato, anzi, quella piccola Rin sembrava quasi divertita dai suoi modi scostanti, come se fossero un gioco. Una partita da giocare dove lei era spinta a buttar giù ogni piccolo mattone che si era diligentemente costruito negli anni:  ci era riuscita. La Rin bambina aveva permesso che si sentisse legato a lei e la Rin adulta, invece, lo aveva scosso ancora di più. Aveva risvegliato in lui un lato nascosto. Un'esigenza di sentirla vicina, un bisogno, di lei. Bisogno che si era costretto a respingere, con forza, con violenza... Ma che alla fine l'aveva lasciato più sconfitto che potente. Tutto ciò che l'aveva guidato a quel momento a fare cose che mai nella vita si immaginava avrebbe potuto fare. Aveva risvegliato quel lato giocoso che aveva sepolto nel suo animo di bambino, aveva riscoperto la sua capacità di sorridere, di giocare. Era talmente inebriante la presenza di Rin...Si rese conto che lei, solo lei in tutto il mondo, era in grado di tirare fuori un lato di lui che aveva sepolto. Il lato migliore di lui che si era sempre negato e che con prepotenza, in quel momento, premeva di venire fuori.
"Che c'è?" lo riscosse dai suoi pensieri Rin, intimorita da quel silenzio. Aveva temuto per un momento che quel suo slancio di confidenza l'avesse allontanato o infastidito. Sesshomaru la fissò e, con estrema lentezza, si avvicinò a lei. Si poggiò con una mano sul muretto ad un millimetro dalla sua coscia, la toccava appena con un dito. Rin sentì accellerare i battiti e rimase immobile, in attesa. Vide il viso di lui avvicinarsi sempre di più al suo, potè sentire il suo respiro fresco sferzarle il viso. Un sospiro silente soffiò nella sua bocca e dischiuse gli occhi per poi rimanere stupita del suo cambio di direzione verso il basso. Lo seguì con lo sguardo e lo vide addentare il boccone di sushi che era rimaso in bilico tra lei sue bacchette. Non aveva staccato lo sguardo da lei neanche un momento e con un gesto veloce, familiarmente ferino, addentò la palla di riso e si allontanò prontamente da lei, masticando. Rin era rimasta immobile, spiazzata, con le bacchette ormai vuote a mezz'aria. Sbatteva gli occhi ad intermittenza e la bocca era mezza spalancata dallo stupore.
"Contenta, adesso?" lo sentì domandare e potè distintemente distinguere una nota divertita e irrisoria nella sua voce. Rin lo fissò sbigottita.
"Tu... Tu... Sei un cagnaccio orribile!" esclamò esterrefatta. Sesshomaru si accigliò.
"Perché? Che ti aspettavi?" domandò con finto tono curioso. Rin boccheggiò.
"Tu! Ti nascondi in quell'espressione da finto santerellino e invece sei un demonio!" esclamò prendendo a prenderlo a pugni sulle spalle. Per la seconda volta, sporgendosi verso di lui, Rin riuscì a dare il giro a tutto ma visto che ormai le scatole erano aperte, tutto si rovesciò a terra.
"Oh, guarda cosa hai fatto!" esclamò Sesshomaru che cercava di difendersi dalla raffica di piccoli pugni di Rin.
"Non è colpa mia, mi hai provocata!" rispose Rin senza fermarsi. Sesshomaru provò a fermarla, le bloccò i polsi ma Rin, cercando di dimenarsi con un gesto secco, fece perdere il già instabile equilibro ad entrambi che fecero la stessa fine del cibo che si era rovinato a terra. In un secondo il loro rumoreggiare si interruppe, solo la musica in lontananza riempiva il vuoto del silenzio. "Come away with me" con i suoi toni suadenti iniziò. In quel momento Sesshomaru si trovava sopra Rin, con ancora le mani posate sui suoi polsi, i lunghi capelli color della luna arrivavano a sfiorarle il volto di lei che, per la seconda volta, era rimasta ammutolita da quella vicinanza. Poteva sentire il peso di lui sul suo corpo ed era così... Eccitante, inebriante e dolce quel contatto. Il cuore le batteva così forte che temeva le sarebbe schizzato a gambe levate dal petto. Lui, invece, la guardava semplicemente, in silenzio, in quel modo tutto suo, disarmante. Rin si trovò a desiderare un contatto con tutta se stessa. A quel pensiero le sue gote andarono in fiamme. Era sempre stata abituata a vivere quell'amore in modo puro quasi, nonostante le numerose fantasie che si erano accavallate nella sua mente negli ultimi tempi. Per la prima volta nella sua vita non si sentì solo una giovane ragazzina innamorata del suo Principe Azzurro... Si sentì donna. Ed era molto meglio di qualsiasi favoletta di ragazza. Si sentì adulta, edificata, integra. Si sentì veramente se stessa, come se si fosse scoperta, dischiusa in un lato nascosto di lei. Si sentì completa nel solo fatto di amarlo e desiderarlo così tanto. Pregò per un momento che non la stesse prendendo più in giro, per quanto fosse stato divertente, in quel momento però non sentiva il bisogno di giocare ma di vivere. Toccare a piene mani ciò che a lungo aveva solo desiderato, senza sapere bene cosa aspettarsi. Voleva immergersi in quella vita che era rimasta solo immaginaria ma che in quel momento, finalmente, riusciva ad animarsi. Lo guardò, e i suoi occhi si irradiarono di quella tacita richiesta. Sesshomaru parve intuire i suoi pensieri, affondò lo sguardo in quello di lei. Il suo torace si alzava e abbassava visibilmente, come se Rin non riuscisse a dominare il suo respiro. La vide e vide quanto fosse incredibilmente adulta, come se lo fosse diventata solo in quel momento, era sbocciata una meravigliosa donna, lì, tra le sue mani. La bambina era volata via e la bellezza di quella giovane donna lo colpì. I suoi occhi da cerbiatta, immensi quasi, nella sua richiesta di quel qualcosa che prima di allora non si era mai sentito di dare... Che ora invece era pronto a donare e ricevere. La sua bocca era rossa, piena. Abbassò lo sguardo su quelle labbra e, con delicatezza distolse le mani dai suoi polsi. La sua lunga mano si posò sul viso di lei, talmente grande che le copriva tutta una parte del viso. La vide chiudere per un momento gli occhi, godendo di quella carezza, rimase colpito dalla sua delicatezza. L'altra mano si era posata sul terreno, per tenersi in equilibrio, nel timore di poterla schiacciare troppo con il suo peso. Lievemente si piegò su di lei, il suo naso dritto e perfetto sfiorò quello minuto di Rin. Le labbra a distanza di un soffiò e di nuovo la sentì sospirare ma questa volta non le negò ciò che anche lui desiderava. Posò le sue labbra su quelle di lei e seppur quello non era il loro primo bacio, fu molto più carico di significato di quelli che lo avevano preceduto: privo dell'ansia e dell'agitazione della prima volta, fu lento, tenero. Fu un bacio che si prese tutto il tempo per dischiudersi. Rin trovò il coraggio di muoversi e alzò una mano per affondarla prima sul viso poi nei capelli di lui, come aveva sempre sognato e immaginato migliaia di volte. In quel momento, però, la realtà sotto le sue dita superava di gran lunga la fantasia. Lo spinse con un gesto delicato ma deciso ad avvicinarsi di più e lui esegui la sua richiesta. La mano che lui aveva posato sul suo viso scivolò piano sul suo fianco sottile e lo strinse. Rin posò l'altra mano sulle sue spalle e lui si lasciò accarezzare. Era tutto molto diverso. Era meraviglioso poterlo toccare senza più il timore di essere respinta. Era bello sapere di non essere solo lei a godere di quelle carezze ma di essere in grado di trasmettere anche a lui tutto l'amore di cui era capace. Sentì le labbra di lui finalmente dischiudersi, lo imitò. Sentì una carezza calda scivolare nella sua bocca, lo stomaco lanciarle un'ondata di inebriante solletico su tutto il corpo. Oh quanto era bello essere baciata da Sesshomaru! Si muoveva così bene su di lei, era delicato e sensuale al contempo e lei si sentiva viva, viva e piena tutta in una volta. Persa in un'isola lontana, in un remoto e sopito angolo della sua anima che sapeva esattamente cosa fare, come muoversi e comportarsi anche se non aveva mai fatto nulla di tutto ciò prima. Pensò che amare fosse la cosa più naturale al mondo. Per un momento sentì il peso di Sesshomaru sollevarsi sempre di più finché non lo sentì più. Aprì gli occhi tramortita e si rese conto che Sesshomaru si era spostato al suo fianco. Vide la sua espressione serena, quel volto perfetto senza severità, limpido. Gli sorrise felice.
"Grazie!" esclamò, per poi arrossire violentemente. Avrebbe voluto dire qualcosa di meno stupido. Fissò Sesshomaru che rimase impassibile per un momento poi fece qualcosa che la sconvolse: scoppiò a ridere. Una risata composta, per niente sguaiata, ma vera. Non l'aveva mai sentito ridere da che lo conosceva. Ed era una risata così bella e musicale, bassa e morbida. Fu una risata breve perché dopo un momento lui si ricompose guardandola con un sorriso sghembo.
"Prego" rispose divertito. Anche Rin sorrise imbarazzata nascondendosi posando una mano sul viso.
"Avrei voluto dire qualcosa di più intelligente ma... Temo di aver bruciato tutti i miei neuroni!" sputò fuori. Sesshomaru scosse la testa e per quanto si sforzasse non riusciva a cacciar via quel sorriso a mezza bocca, che per i suoi standard era già tanto. Non gli importò di essere composto, non più, non con lei. Con lei era l'uomo vero che mai a nessun altro avrebbe mostrato. Le accarezzò il viso.
"Non dire niente, allora" sussurrò piano. I due si guardarono per un lungo istante. Poi l'idilliaco momento fu interrotto da un violento brontolare dello stomaco di Rin, che a quel suono arrossì ancora di più. A Sesshomaru scappò uno sbuffo divertito e Rin, non più con una sola mano ma con entrambe le braccia si nascose il viso.
"Oh, sono un impiastro!" esclamò affranta.
"Se qualcuno non avesse rovesciato ciò che avevo preso non ci troveremmo in questa situazione" la canzonò Sesshomaru. Rin emerse dal suo nascondiglio.
"Ehy, non è colpa mia! Se tu non ti fossi messo a fare il gran sensualone non avrei avuto la necessità di picchiarti e non avrei rovesciato tutto!" si difese Rin. Sesshomaru si accigliò.
"Il gran sensualone? Questa poi" rispose riappropriandosi del suo tono scostante e disgustato nel ripetere una parola ridicola come quella che Rin si era appena inventata. Rin avvampò.
"Sì, hai capito bene!" ribadì. Sesshomaru la guardò fece per rispondere qualcosa ma poi si interruppe e alzò gli occhi al cielo. Si mise seduto e considerò totalmente perso lo scatolo a cui Rin aveva dato il giro, per fortuna il secondo l'aveva lasciato ancora chiuso. Lo raccolse mettendolo di nuovo sul muretto poi si alzò e porse una mano a Rin.
"Per fortuna qualcosa si è salvato. Forza vediamo di sfamare la belva!" affermò. Rin gonfiò le guance offesa prendendogli la mano e lo guardò dritto negli occhi.
"La belva affamata questa volta si papperà tutto da sola senza l'interferenza di cagnacci scandalosi" rispose con voce autorevole. Sesshomaru abbassò il viso verso di lei, posando lo sguardo sulla sua bocca. Rin rimase di nuovo impietrita, in attesa.
"D'accordo... Allora non capiterà più" disse avvicinandosi ancora di più mentre parlava per poi allontanarsi all'improvviso, tornando a sedersi verso il palco, dandole le spalle. Per un momento Rin rimase ferma e interdetta, poi scosse la testa e tornò a sedersi al suo fianco. Lo guardò di storto.
"E chi l'avrebbe mai detto che dietro quell'aria da freddo principe dei ghiacci si nascondeva uno così!" commentò esterrefatta. Sesshomaru le scoccò uno sguardo curioso.
"Così come?" domandò con sincera innocenza. Rin lo guardò e fece per parlare, senza riuscire a trovare le parole.
"Così... Così... Ah, non te lo dirò mai!" si arrese poi per l'estremo imbarazzo nel rivelare ciò che pensava. Sesshomaru la guardò ancora accigliato ma decise di non indagare oltre e aprì il secondo scatolo che conteneva solo dolci. Poi aprì la bottiglia di vino che era rimasta incolume agli attentati di Rin. Le note di "Love me tender" iniziarono dolcemente.
"Wow, sono tutti dolci!" esclamò Rin, ancora più felice. Sesshomaru annuì.
"Un po' malconci a causa di qualcuno... Ma ancora commestibili" rispose divertito. Rin si azzardò a fargli una linguaccia.
"Ti avviso, Sesshomaru, ora che ti sei approfittato di me non ho nessuna intenzione di rimanere intimorita dai tuoi modi! Ti avviso: sono chiassosa, chiacchierona, sopra le righe e molto, molto più divertente di te! Sei sicuro di riuscire a sopportare tutto questo?" domandò con fare spavaldo un dubbio che l'attenagliava molto più seriamente. Lei conosceva tutti i contorti motivi per cui l'amava, lui invece si rendeva conto a cosa andava incontro? Lui la guardò a lungo, le porse il bicchiere di vino. Quando lei lo prese lui indugiò un istante più del dovuto le sue dita su quelle di lei e poi le lasciò andare.
"Io non mi sono approfittato di te" rispose soltanto. Rin spalancò la bocca e poi sbuffò, infastidita dall'elusione della domanda, ma non aggiuse nient'altro guardando a terra. Sesshomaru capì che doveva aggiungere qualcosa.
"Ti potrei fare la stessa domanda, non credi? Siamo entrambi qui... Perché vogliamo essere qui" aggiunse cautamente. Dicendolo si era sporto leggermente verso di lei, come se si stessero confidando un piccolo segreto. Rin alzò il viso verso di lui e lo investì con un sorriso felice. Aveva perfettamente capito cosa intendesse dire e si trovò d'accordo. Stranamente, forse, erano fortemente attratti uno all'altro proprio per le differenze che li caratterizzavano. Uno aveva bisogno dell'altro, si completavano.
"Sono d'accordo! Posso farti un'altra domanda?" chiese mentre addentava un daifuku di color rosa pallido in un sol boccone. Sesshomaru la guardò incerto per un istante, poi annuì.
"Temo quello che posso aspettarmi, ma dimmi" rispose. Gli scoccò un'occhiata offesa e poi parlò.
"Come fai a sapere di Norah Jones? Del sushi e dei daifuku e mochi che sono i miei dolcetti preferiti?" domandò curiosa. Sesshomaru sembrò aspettarsi qualsiasi strana domanda, ma non quella. Rimase in silenzio per un momento e poi guardò in lontananza dove le luci del concerto stavano facendo virtuosistiche piroette.
"Abbiamo vissuto insieme per un po' di tempo, ho capito cosa ti piace" rispose con leggerezza, senza guardarla. A Rin non parve tutto.
"E di Norah Jones?" chiese ancora. Lui si girò verso di lei per un breve istante, con un mezzo sbuffo, come se rispondere a quella domanda fosse una cosa scomoda. Rimase in silenzio ancora e poi decise finalmente di girarsi verso di lei, si ruotò totalmente, spostandosi di poco in modo tale da vederla bene. Sembrava volesse dire un qualcosa giusto per accontentarla ma con premura di chiudere l'argomento.
"Una volta di ritorno da lavoro passando davanti alla tua camera avevo sentito della musica e poi la voce della tua amica, quella umana e chiassosa, dire che ascoltavi Norah Jones solo quando ti sentivi ispirata... Non ho la più pallida idea riguardo cosa dovessi sentirti ispirata in quel contesto, le chiacchiere tra ragazzette non sono di mio interesse... Ma volevo che ti sentissi ispirata, stasera" rispose Sesshomaru, il tono era quasi infastidito, come se rispondere a quella domanda gli fosse costato molto. Nonostante questo Rin pensò che fosse giunta finalmente la sua prima lunga frase che non conteneva qualcosa di orribile come suo solito... Ma qualcosa di estremamente dolce, per la prima volta.
"Oooooooooh!" esclamò con un verso mieloso. Sesshomaru scattò e tornò a guardare davanti a sé.
"No, smettila di fare tutte queste moine!" rispose secco ma Rin non seppe trattenersi e gli agguantò il collo in un abbraccio distorto, nonostante lui continuasse a non guardarla.
"E' così dolce, così tenero!" strillò la ragazza tutta felice. Sesshomaru provò a scrollarsela di dosso.
"Non ti azzardare a chiamarmi tenero" le ringhiò all'orecchio. Rin si divertì.
"Oh, dai, Sesshomaru! Dammi questa soddisfazione" cinguettò con allegria stampandogli un bacio su una guancia per poi accontentarlo, staccandosi da lui. La guardò in tralice.
"Quanto sei matta" buttò lì Sesshomaru. Rin annuì.
"Già! Chiassosa, chiacchierona, divertente e anche matta, hai ragione" convenne Rin.
"Che eri matta già lo sapevo" aggiunse Sesshomaru. Rin ridacchiò.
"Ah be' allora te la sei cercata da solo" disse con un grande sorriso. Vide il suo profilo perfetto sussultare, come se avesse trattenuto una piccola risata.
"Questo è vero" rispose piano girando il viso verso di lei. La guardò in quel modo tutto suo, al quale stava cercando di abituarsi con difficoltà, perché troppo bello da sostenere. Questa volta fu lei a deviare lo sguardo, ma non lasciò andar via quel sorriso aperto, anche perché non era in grado di scacciarlo dalla sua bocca per quanto ci provasse. Rimasero in silenzio per un lungo istante, piacevolmente colmato dalla musica in lontananza. Iniziò "What am I to you", a sentirla iniziare proprio in quel momento a Rin vennero in mente tutti i pianti riferiti a Sesshomaru sotto quella specifica canzone. Cosa sono per te? Era la domanda nel brano, e quante volte Rin si era fatta quella domanda all'indirizzo di Sesshomaru. Quante volte si era fatta mille questioni su ogni sua parola, gesto o sguardo, proprio per trovare risposta a quella domanda che tanto la tormentava. Non era mai riuscita a capire il modo in cui si comportava con lei. Le si avvicinava di un passo poi ne faceva tre indietro. Era stato frustrante, spesso. Invece quella sera, in quei giorni da quando era tornato da lei si era finalmente mostrato una persona nuova, solo per lei. Finalmente era riuscito a dare quella risposta che tanto aveva cercato, senza che lei avesse bisogno di chiederglielo. Glielo aveva dimostrato con i fatti e gli fu grata, sentì di amarlo ogni secondo di più. Ora aveva capito cos'era per lui e sempre di più sentiva crescere ciò che lui era per lei.
"Non hai idea del grande dono che mi hai fatto portandomi qui, stasera. Adoro questa cantante. Yumi, l'umana chiassosa, dice, sì, che la uso per darmi ispirazione ma anche che tira fuori il mio lato romantico, abituate entrambe come siamo a musica di tutt'altro genere. Però con questa cantante, ho sempre trovato un corrispettivo della mia vita che ho sempre tenuto un po' nascosto, quel qualcosa di cui non volevo troppo parlare ma che colmava la mia vita... Rappresentava un po' il sogno e anche qualche sofferenza. Le situazioni di cui parla nelle sue canzoni mi hanno sempre solo ricordato una persona, e l'ho sempre ascoltata come un modo per avere vicino quella persona: te. L'ho sempre ascoltata pensando a te e proprio tu, per la nostra prima uscita stasera, hai scelto di portarmi qui. Non lo dimenticherò mai, Sesshomaru" disse girandosi a guardarlo.
"Mi fa piacere, davvero" rispose Sesshomaru con sincerità. Rin gli sorrise felice.
"Ora ti chiedo io una cosa" esordì lui. Rin si riscosse e lo fissò curiosa di sapere cosa volesse chiederle.
"Dimmi" lo incitò.
"Quella sera che sei venuta a casa mia avevi detto di essere venuta per dirmi una cosa... Anche se poi abbiamo parlato di altro" disse Sesshomaru, all'ultima frase Rin si sentì avvampare al solo pensiero di quell'altro che c'era stato. Lasciando andare l'imbarazzo, capì cosa intendesse dire Sesshomaru e annuì.
"Non era stata una scusa per venire da te, davvero ero venuta a dirti qualcosa di importante" si sentì in dovere di specificare sulla difensiva. Sesshomaru si accigliò, potè intravedere nel buio un'espressione furba.
"Non ho mai insinuato il contrario" rispose infatti. Rin si bloccò per un momento e poi scosse la testa. Cercò di sorvolare la piccola figuraccia.
"Sì, vabbè, comunque... Ero venuta da te quella sera perché la mattina avevo ricevuto i risultati del test d'ammissione. Sono stata ammessa e proprio quella mattina tu ti sei trasferito senza dire niente e io... Ci tenevo così tanto a condividere quella notizia con te, avrei voluto correre in camera tua per dirtelo quando Inuyasha mi disse che eri già partito. E per tutto il giorno, anche alla sera con i miei amici, non ho fatto altro che pensare al fatto che avrei voluto dirtelo. E' per quel motivo, davvero, che ti sono piombata a casa in tarda sera" spiegò per poi guardarlo. Sesshomaru aveva un'espressione curiosa, difficile da trovare sul suo volto. 
"Brava" disse soltanto, ma l'orgoglio che trapelava da quella breve parola bastò a far sentire Rin lusingata molto più di tutte le congratulazioni che le erano state fatte prima riguardo quel traguardo raggiunto.
"Grazie, davvero" rispose timidamente.
"E' un percorso lungo, come ti senti?" domandò interessato. Rin annuì prendendo un sospiro.
"Lo so bene. Sei anni di università, due di master e quattro di dottorato... Mi aspettano quasi dieci anni di studio. Ma sono pronta, sai? Non lo faccio solo per seguire le orme di mio padre, o almeno all'inizio ci ho pensato per quello però... Mi piace, studiando mi sono appassionata e penso che non vorrei fare nient'altro nella vita!Credi che possa farcela?" domandò con un pizzico di timore.
"Penso che tu possa fare qualsiasi cosa" rispose subito, con assoluta certezza. Rin rimase colpita.
"Dici sul serio?" chiese stupita non tanto dalla sua affermazione quanto per la piena fiducia che dimostrò di avere in lei.
"Ne sono certo" disse con tranquillità.
"E' strano sentire questi complimenti da te... Mi hai sempre dato l'impressione di essere una persona con la convinzione di essere l'unica al mondo ad essere in gamba" butto fuori con un pizzico di sfrontatezza. Sesshomaru fece un'espressione accigliata e provocatoria.
"Hai sempre pensato che fossi un borioso arrogante" disse mettendole le parole in bocca.
"Un pochino" confessò Rin cercando di non scoppiare a ridere. Sesshomaru la fissò sempre accigliato.
"Lo sono infatti" confermò e fece un mezzo sorriso che a Rin parve, per un momento, semplicemente irresistibile.
"Ti stai svelando sempre di più Sesshomaru Taisho" gli disse sorniona.
"Svelando come?" domandò Sesshomaru con curiosità.
"Come l'uomo dietro la maschera di ghiaccio... Non ho mai capito per quale motivo tu fossi così. Se fossi nato scostante, freddo o se lo fossi diventato per qualche motivo specifico. Con quell'aria di superiorità cucita addosso, quel tuo rifiuto a concederti a chiunque... Ti sembrerò anche io una boriosa arrogante adesso, ma ho sempre creduto che ci fosse qualcosa dietro a quei modi di fare così algidi. Come se ci fosse un briciolo di umanità, so che questo termine ti può insultare, ma non ne ho altri... Non so cosa ti ha cambiato da che sei tornato e credo anche che non è che tu sia cambiato ma che tu ti stia rivelando per la vera persona che sei solo adesso. Uno che riesce anche ad essere un gran bastardo a volte, con i tuoi giochetti, ma anche un uomo in grado di essere gentile, fastidiosamente divertente, con un sorriso talmente carino che è un affronto che sia stato per tanto tempo celato. Credo di essermi innamorata dell'uomo dietro la maschera ancor prima che tu mi permettessi di vederlo" confessò tutto d'un colpo. Parve rendersi conto di quanto si fosse esposta con quel discorso e rimase interdetta per le sue stesse parole. Voltandosi verso Sesshomaru notò che stava in silenzio, immobile e si chiese cosa gli stesse passando per la mente in quel momento.
Sentirono in lontananza la voce della cantante dire che avrebbe chiuso il concerto con la canzone "Don't know why", e Rin, presa dall'imbarazzo per la mancata risposta si alzò di scatto.
"Oh accidenti, sta per finire... Forse è meglio che iniziamo a mettere un po' a posto, che dici? Per caso hai qualche sacchetto in macchina così buttiamo via tutto" iniziò a parlare a raffica, guardandosi intorno, cercando qualcosa per mettere in ordine.
Accadde in un attimo, eppure c'erano alcune cose nella vita che capitavano talmente in fretta che, paradossalmente, venivano percepite dagli occhi a rallentatore. Si sentì presa per la vita e spinta da una forza che per un attimo non riconobbe: era il braccio di Sesshomaru che l'aveva attratta a sè con tale impeto che sentì le sue forme sbattere per poi fondersi con il suo corpo granitico. Girandosi alzò spontaneamente il viso e sentì le labbra di Sesshomaru premere sulle sue. Fu talmente veloce che non ebbe subito il tempo di realizzare ma quando lo fece allacciò con gioia le braccia attorno al suo collo. Si sentiva così piccola, così preziosa avvolta in quelle spalle ampie. Sembravano le ali di un angelo che si chiudevano su di lei, protettive e forti: un demone tramutato in angelo.
Sentì le sue mani salire dalla sua schiena per poi affondare nei suoi capelli, pose entrambe le mani a coppa sul suo viso come se volesse attingere da lei tutta la vita, come se desiderasse assetarsi di lei. Presi da quel momento si mossero come se stessero ballando finché non andarono a urtare contro la macchina che era stata parcheggiata poco distante. Le fece inclinare la testa e posò sul suo collo una scia di baci, leggera prima, da quelle labbra morbide che poi vennero dischiuse e Rin riconobbe quella carezza calda, incandescente, che la fece tremare. Si aggrappò alle sue spalle, stringendo tra le dita il cotone sottile della sua camicia. Avrebbe voluto sussurrare il suo nome che era però rimasto bloccato sul suo petto, senza riuscire ad uscire. Tornò sulla sua bocca, poteva sentire la sua mano affusolata tra i suoi capelli. Più viveva quel momento, più attingeva da quella serata magica tutta la vita e l'amore che aveva sempre aspettato. Si rese conto di non essere più quella bambina alla ricerca di un sogno di un tempo: perché il sogno finalmente l'aveva trovato e la bambina ormai si era trasformata in una donna quella sera.
Senti le labbra di lui fare sempre meno pressione, per poi allontanarsi completamente. Poteva però ancora sentirlo vicino, aveva ancora una mano tra i suoi capelli e una che le avvolgeva la vita. Tramortita da quel bacio che aveva ridotto le sue gambe a gelatina e che aveva fatto vibrare ogni fibra del suo corpo, aprì gli occhi. Si trovò le iridi ambrate di Sesshomaru a pochi centimetri di distanza.
"Non hai ancora visto tutto" le sussurrò ad un soffio dalle labbra. Rin si sentì sciogliere e si aggrappò alla sua schiena. Lo guardò.
"Ne sono certa... Non vedo l'ora di scopriti" rispose seria, poi allo sguardo malizioso di Sesshomaru capì che la sua frase poteva essere fraintendibile. Avvampò. Vide Sesshomaru scoccare un veloce sguardo sul suo corpo per poi tornare sui suoi occhi. Fece scivolare un dito sulla sua gola fino ad arrivare alla scollatura del suo vestito.
"Anche io" rispose con un mezzo sorriso per poi allontanarsi. Rin si sentì bruciare dove l'aveva toccata. Si riscosse.
"Ma io non intendevo... Cioè... Non quello... Però..." prese a borbottare furiosamente ancora appoggiata sul cofano della macchina, mentre Sesshomaru aveva aperto la sua portiera. 
"Forza, andiamo, Rin... Devo riportare la principessa a casa" disse montando in macchina. Rin sospirò e lo raggiunse, quando tornò al suo fianco scosse la testa. Lui la guardò accigliato.
"Cosa c'è?" domandò curioso, ancora una nota ilare nascosta nella sua voce.
"Sei proprio un cagnaccio malizioso, non me lo sarei mai aspettato!" esclamò la ragazza esterrefatta. Sesshomaru mise in moto.
"Beh l'hai detto tu che sono ancora tutto da scoprire, no?" la provocò nuovamente. Rin si girò.
"Sì, ma io non intendevo quello. E' un termine che si presta a molti significati" rispose cercando di nascondersi dietro un tono saccente. Lo vide cercare di nascondere un sorriso, senza molto successo.
"Beh è un vero peccato... Che non intendessi anche quello" rispose. Rin si inalberò.
"Sesshomaru!" esclamò scandalizzata, mentre invece al solo pensiero miliardi di farfalle si irradiarono dal suo stomaco per poi diffondersi in tutto il corpo.
Lui prese la curva e abbandonarono quella collina che venne salutata dalla nuova e profonda risata di Sesshomaru.




Salve a tutti!
Da questa settimana tornano impellenti i miei impegni universitari e davvero non so quando riaggiornerò, quindi ci tenevo tantissimo a postare questo capitolo, in modo da lasciarvi il famoso appuntamento prima di riassentarmi.
Ho scritto questo capitolo tempo fa, nonostante credo che sia un'idea un po' bislacca nel corso del tempo più lo rileggevo più capivo che questo era ciò che volevo... Qualcosa di particolare e; spero vivamente, non troppo sdolcinato. Sono curiosa di sapere cosa pensate di questo, faticato e agoniato, primo appuntamento!
Ringrazio:
Zonami84: Ciao cara. Ti ringrazio molto per la tua recensione, c'è stata una piccola deviazione sul passato di Rin ma, come vedi, siamo tornati ai nostri due beniamini preferiti! Un abbraccio e al prossimo cap!

Chiara_chan: Ciao Chiara! Ooooooh, sì è vero, mi assento per lunghi periodi ma alla fine non vi lascio mai davvero! :) Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia un pochino commossa, è bello trasmettere queste sensazioni... Eheh, spero che Yumi riesca a conquistare il nostro Marcus, non sarà facile. Eccoti finalmente il loro primo appuntamento, come al solito ho sempre le mie riserve riguardo a Sesshomaru ma come era uscito dalla mia testa il Sesshomaru freddo e scostante anni fa, è così ora che immagino un Sesshomaru innamorato, non privo di spigoli ma carino!;) Sta a te dirmi la tua impressione, un abbraccio!

Maria76: Ciao nuova lettrice! Ben lieta che tu abbia pescato la mia fic tra gli archivi storici di EFP!;) Eh sì, Marcus è stato molto dolce! Spero vivamente di rivederti e di sapere cosa ne pensi di questo nuovo cap! Un saluto.

Sesshylove: Ciao sesshylove, il tuo nickname è già tutto un programma, mi trovi perfettamente d'accordo nel love Sesshy!;) Sono molto contenta che la storia ti piaccia, anche io amo questa coppia e confesso che a volte tenere fede ai personaggi non è facile, anzi, secondo me è la sfida maggiore nello scrivere le fic. In questo capitolo, proprio al riguardo, ho dovuto fare un cambio di rotta nel personaggio di Sesshomaru, declinarlo in modo nuovo, spero che ti piaccia, sono curiosa di sapere cosa ne pensi!

Kagome_01: Ciao carissima! Tranquillissima, non c'è una data di scadenza nel recensire, l'importantante è che non sia un obbligo ma un piacere!:) Anche perchè mi hai dato una doppia recensione, meglio di così!;) Sono felice che i precedenti cap ti siano piaciuti. Beh in questo ho provato a non essere tirchia in quanto a tenerezza, vediamo che ne pensi!;) Un abbraccio.

Heart: Ciao cara Heart! Wow, è stranissimo pensare che qualcuno pensi alla mia storia!(Scusa il gioco di parole!XD) Evidentemente mi hai evocata con la forza del pensiero!:) Ti ringrazio come sempre per il tuo parere, entri sempre molto nella mia storia e lo apprezzo molto, sono lusingata nel farti sognare, davvero. Questo è il capitolo che credo molto aspettano da tempo, dimmi un po' cosa ne dici! Un abbraccio.

Gino94: Ciao Gino! Tengo virtuali mani in alto, tranquilla, se questa storia ha resistito per tutti questi anni resisterà ancora, non ho nessuna intenzione di abbandonarla... L'unica difficoltà è che con gli impegni da "persona adulta", il piacere e l'ispirazione per dedicarsi alle cose più piacevoli va a scemare ma non si esaurisce mai veramente. Lascio anche a te questo capitolo, sperando di rendere più dolce l'attesa per il prossimo aggiornamento. E data l'attesa, che almeno per questa volta non è stata atroce come mio solito, sono molto curiosa di sapere il tuo parere!

Kikyo_sama: Ciao Kikyo! Anche tu, tranquilla, commenta pure quando vuoi e puoi sopratutto! Ahah sì, ho sconvolto in molto con il cambio di rotta nell'attenzione ma, come vedi, non è stato un cambio di rotta molto lungo. Sono d'accordo con te, comunque, mi piaceva l'idea di creare un'attesa, soprattutto dal punto di vista di Rin. Mi piacciono sempre moltissimo le tue recensioni, anche se arrivano allo scoccare inoltrato della mezzanotte, anche a me piace molto leggere o scrivere di sera. Non ho voluto far attendere l'estate per questo capitolo e spero vivamente di sapere cosa ne pensi!:)


Un saluto,
LilyProngs.


  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: LilyProngs