Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Sam27    05/05/2015    3 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
14. Concorso: Sfiga in amore. Posizione: Prima classificata.
Gli adolescenti
si lamentano  che non c’è niente da fare,
poi stanno fuori tutta la notte
a farlo.
(Bob Phillips)

 
Mi sveglio e sbadiglio, una nuvola di spossatezza inizia a sfogare la sua pioggia su di me e una nebbiolina di malinconia mi avvolge: ho passato una notte terribile, svegliandomi ogni tre per due sudata e con una sensazione agghiacciante all’altezza dello stomaco.
Noto una strana luce nella stanza e, lanciando una distratta occhiata alla finestra, mi accorgo che fuori piove, una pioggia fitta e fastidiosa che rende tutto ancora più grigio e triste.
Raggiungo gli altri che è già ora di pranzo e sfodero delle borse sotto gli occhi che farebbero invidia a Dracula mentre annego nel cibo la mia sconfitta, dopo mangiato mi incammino di sopra nel tentativo di chiudermi in camera mia a leggere un libro quando mio fratello mi prende per mano e mi trascina nello sgabuzzino, chiude la porta a chiave e mi fissa, come in attesa.
Essendo cinquantasei chili di brufoli sfodero l’unica arma che ho: il sarcasmo.
-Non ne sono certa al cento per cento ma credo che l’incesto sia punibile dalla legge, inoltre verresti condannato per abuso su minore, il che non è poco; non credo nemmeno che Ludovica sarebbe molto contenta di ciò, perciò perderesti anche l’unica ragazza che si è presa la briga di considerare il tuo bel visino-
-Non se nessuno lo viene a scoprire- dice facendo spallucce.
-Vorresti anche uccidermi? Se ti beccano avrai anche l’accusa di omicidio. Così non ci siamo fratellone, non ti ho insegnato proprio niente?- sottolineo le ultime parole con il tono che usava nostro padre quando eravamo piccoli e facevamo qualcosa di sbagliato.
-Scherzi a parte volevo parlare da solo con te Nora ed era impossibile farlo in quella gabbia di matti-
-Finalmente qualcosa in cui siamo d’accordo da quando hai tirato quel pugno a papà-
-E’ stato tre anni fa- dice lui facendo una smorfia.
-Ma me lo ricordo bene, è stato memorabile-
-Soprattutto per papà- ammette lui –E per il suo dente-
Io annuisco, seria.
-Ti ricordi di quando ho rigato la macchina a mamma?-
Annuisco ancora, nonostante la parola “mamma” mi causi una stretta allo stomaco.
-E ti ricordi anche il perché?-
-Non volevano farti uscire con quella ragazza orfana che aveva una fama come delinquente e spacciatrice-
-Esatto. Pensavo fosse l’amore della mia vita, ma dopo di lei e prima di Ludovica ho avuto altre cinque ragazze-
-Sei qui per parlare di gossip o per ricordarmi quanto sono sfigata in amore?-
-Sono qui per dirti che ci si innamora più di una volta nella vita, Nora-
-Che cosa intendi?- gli chiedo con la bocca improvvisamente asciutta e la gola secca.
-Dovresti lasciar perdere Alessandro-
-Tranquillo: è lui che ha lasciato perdere me- dico atona.
-E provarci con Matteo-
Lo guardo, a bocca aperta.
-Dici sul serio?-
-Sì, dovresti. Perché buttarsi giù così? Dicono che stasera smetterà di piovere, manda un messaggio a Matteo e chiedigli di uscire-
-Perché dovrei uscire con un ragazzo che non mi piace?-
-Perché è impossibile che Matteo non ti piaccia e perché, anche se Alessandro fosse l’amore della tua vita, in questo momento non puoi far altro che aspettare. Ed io dico: perché aspettare con le mani in mano ed il cuscino bagnato di lacrime?-
Io arrossisco. –E tu come fai a sapere che ho pianto per lui?-
-Perché sono tuo fratello maggiore e so tutto di te-
Lo guardo accigliata.
-O più semplicemente perché non hai ancora imparato a piangere in silenzio-
Gli faccio la linguaccia mentre lui mi abbraccia. Il suo abbraccio sa di menta, infanzia e pallonate contro le finestre dei vicini.
-Su, vai a strappare il permesso a papà e a mettere apposto quel tuo bel visino-
Mentre mio padre acconsente, Matteo dice che mi passa a prendere per le nove ed il mio armadio non è mai parso così vuoto mi chiedo come ho potuto farmi convincere così facilmente.
Questa volta lascio perdere zia Anna e la sua piastra e busso ad una certa porta color mogano con il cuore in gola.
-Avanti- risponde la voce di Ivan.
-Ludovica, potresti darmi una mano?- le domando con un sorriso imbarazzato.
Lei si mostra da subito entusiasta e corre in camera mia, svuotandomi l’armadio ed accostando, di tanto in tanto, i vestiti alla mia faccia.
Dopo più di un’ora di trucco e parrucco mi ritrovo a rimirarmi davanti allo specchio e a trovarmi accettabile: mi ha legato i capelli indomabili in una coda di lato, ho messo dei sandali molto bassi e mi ha truccata con appena un po’ di matita, il vestito è uno dei più semplici che avevo nell’armadio, blu a due strati, non troppo corto ed ho anche una giacca blu notte siccome il tempo non si è ancora ripreso del tutto.
Saluto tutti con un sorriso e loro mi acclamano come se stessi andando al college, quando finalmente riesco a scollarmi nonna ed Elena –neanche stessi andando in guerra- rivolgo a Ivan un ultimo sorriso colmo di gratitudine ed esco di casa.
-Sei bellissima- mi sussurra Matteo dopo avermi dato un bacio sulla guancia.
Io gli sorrido appena ed iniziamo a camminare.
Parlare non è mai stato così facile: Matteo è davvero il ragazzo perfetto, mi mette da subito a mio agio ed insiste così tanto per pagarmi il gelato che alla fine non posso far altro che accettare.
Lasciamo presto il centro per dirigerci verso il lungo mare, qui è tutto più tranquillo nonostante ogni tanto si incontrino artisti di strada e venditori ambulanti. Lui tiene le mani in tasca, così gli afferro il braccio, prendendolo a braccetto ed appoggiandomi appena a lui.
Credo che ogni ragazza pagherebbe oro per stare al mio posto ed io ho intenzione di godermi appieno questo privilegio.
-Ti dà fastidio?- gli domando alludendo alle nostre braccia.
-No no, tutt’altro. Ma a questo proposito devo assolutamente dirti una cosa, Nora-
Io mi fermo e lo guardo, incitandolo con lo sguardo a proseguire.
-Io…-
-Volete una rosa?- ci domanda un ragazzo di colore, mettendoci il mazzo sotto il naso.
-Ne prendo una- dice Matteo sorridendo.
Inutile dire che gli occhi del venditore si illuminano, increduli da tanta fortuna, si affretta a porgercene una, quasi timoroso che potremmo cambiare idea, una volta presi i soldi si allontana, porgendo le rose a qualche altra coppia.
Gli scocco un bacio sulla guancia quando mi porge la rosa a sua volta.
Potrebbe essere più perfetto?
-Dicevi?- gli domando mentre continuiamo a camminare ed io annuso, di tanto in tanto, il fiore.
-Dicevo che devi sapere che io…-
-Volete un braccialetto porta fortuna? Gli Dei della Fortuna vi sono favorevoli se ne acquistate uno- lo interrompe un ragazzo indiano, sorridendoci e mostrandoci i denti mancanti.
-No grazie- dice Matteo, educato.
-Forse dovremmo andare in un posto più tranquillo- dico constatando l’evidenzia.
-E dove?- mi domanda leggermente seccato.
Io lo prendo per mano e lo trascino con me in spiaggia, mi fermo appena un attimo per assaporare la brezza di mare che mi sfiora il viso, poi mi sciolgo i capelli ed inizio a correre, Matteo si toglie le scarpe a sua volta e mi insegue, io corro fin sulla torre di un bagnino nascosta dalla luce della luna e mi siedo in un angolo, lui mi raggiunge ed ansima appena.
-Sei veloce-
-La corsa è una delle poche cose che mi riesce bene-
-L’ho notato- dice sedendosi al mio fianco ed ansimando.
Io gli tiro una gomitata scherzosa e lui ride.
E’ tutto così perfetto, decisamente e dannatamente perfetto. Siamo troppo vicini, i nostri respiri –il suo ansimante- si confondono, il mio cuore batte così forte che quasi temo lo senta anche lui, il sottofondo non è da meno con le onde del mare che si sovrappongono al chiarore della luna e all’oscurità della notte. E’ tutto così fottutamente perfetto da farmi quasi paura.
Fisso lo sguardo nei suoi occhi così insolitamente blu e lo bacio, senza pensarci troppo. Sento la morbidezza delle sue labbra e faccio appena in tempo a pensare che come secondo bacio non è niente male quando tutta la perfezione si rompe.
Un attimo prima penso di star per spiccare il volo un attimo dopo la delusione prende il mio stomaco e lo lega, stretto.
Mi mette le mani sulle spalle ma non per approfondire il nostro incontro, per allontanarmi da sé.
-E’ quello che ho cercato di dirti, Nora- dice senza guardarmi negli occhi -Sono gay e sono innamorato di Luca, mia cugino-
Un rumore ruvido, un colpo secco ed il mio cuore affranto si esibisce in qualche capriola. D’altronde avrei dovuto capirlo: era tutto troppo perfetto.
-Beh visto che sei gay non hai problemi a baciarmi vero? Perché ero decisamente in Paradiso-
Lui mi guarda, scuote la testa e scoppia a ridere.
-Se fossi etero saresti la mia ragazza, Nora- dice accarezzandomi il viso.
-Non puoi diventarlo?- gli chiedo con appena una punta di ironia, speranzosa.
Lui ride ancora, io mi sistemo meglio al suo fianco ed appoggio la testa sulla sua spalla, sfinita, osservando il mare.
-Penso che potrei vincere un concorso- mormoro mentre i miei occhi catturano ogni particolare del paesaggio incantevole e dell’infrangersi delle onde sul litorale.
-Di bellezza?- mi domanda mentre mi accarezza i capelli.
-Di sfiga in amore. Prima in classifica- esclamo scagliando un pugno in aria in segno di amara vittoria.
-Hai solo quindici anni, la tua vita è solo all’inizio-
-E l’Inferno è solo una Sauna- ribatto sbuffando.
Lui ride ma non dice nulla.
Forse ha ragione, ma se così fosse perché sento questo senso di sconfitta opprimermi il petto? Perché continuo a pensare che non me ne venga una giusta?
L’adolescenza è decisamente triste, fantastica sì, eppure allegramente triste. Non so come questo sia possibile ma so che è così. Ho adorato fin da subito la sensazione di essere innamorata di Alessandro eppure si è rivelata una falsa partenza e nemmeno il ragazzo perfetto è ciò che fa per me. Forse dovrei smetterla di pensare ai ragazzi e godermi l’estate con i miei libri come ho sempre fatto. Forse.
Guardo ancora la luna che si riflette sul mare creando delle increspature nelle onde che si propagano fino alle zampe di un gabbiano intento nello sfiorare l’acqua con le ali.
-Non credo che dovremmo rovinare questa serata con il nostro non-appuntamento- dico ad un certo punto, alzandomi in piedi.
-Cosa intendi dire?- domanda lui preoccupato osservando la strana luce nei miei occhi.
-Ti fidi di me?- gli domando sorridendo.
-Non molto se mi guardi in questo modo, effettivamente ora come ora no-
-Ti fidi della Rowling?-
-Beh… Sì-
-Anche io! Perfetto, per la proprietà transitiva della geometria allora ti devi fidare anche di me, torno subito-
Senza ascoltare il suo: -Non è proprio così!- che rischia di dilungarsi in una spiegazione sulla matematica che potrebbe correre il rischio di uccidermi di noia, corro a recuperare le mie scarpe e l’elastico, lego poi i capelli in fretta e furia  e prendo il telefono digitando il numero di Luca.
-Ehi bellissima, come stai?-
-Molto bene, tu? Bene, vero? Immaginavo, che fai di bello?-
Sento una risata dall’altra parte del telefono ma non le presto molta attenzione.
-Sul lungo mare-
-Da solo?-
-Sì-
-Oh ma è perfetto! Cammini vicino al bagno numero…?-
-Numero trentadue-
-Io sono dieci bagni più avanti, ti aspetto qui, che dici?-
-Nora, veramente io volevo stare un po’…-
-A tra poco-
Metto giù senza dargli il tempo di finire la farse per paura che, se l’avessi fatto, avrei potuto pentirmene.          Lo aspetto nervosamente, saltellando da un piede all’altro e convinta di aver avuto l’idea peggiore della storia. Ci sono diverse cose che potrebbero andare storte se poi si aggiunge il fatto che, se tutto andasse bene, dovrei tornare a casa da sola di notte e se mio padre lo venisse a scoprire mi ucciderebbe direi che sì, ho avuto davvero una pessima idea.
Finalmente vedo una zazzera di capelli castani e due occhi blu mare venire verso di me, così gli vado incontro e gli sorrido. Un sorriso schietto, con una punta di malizia ed un secchiello di sarcasmo.
-Mi fai paura, lo sai?- mi domanda titubante.
-E tu sai che i matrimoni tra cugini sono permessi?- ribatto sorridendo con malizia.
-E tu… cosa… che intendi?- domanda schiarendosi la voce troppe volte.
-Sei arrossito- constato girandogli attorno.
-No, è il caldo- dice aggiustandosi il colletto della camicia.
-Oppure il fatto che ti piace tuo cugino Matteo-
-E’ stato Simone a dirtelo?- domanda avvampando ancora.
-Chiamalo intuito femminile-
O meglio: colpo di fortuna.
-Sinceramente: non pensi sia arrivato il momento di dichiararti?- aggiungo poco dopo.
-Sinceramente? No- dice deglutendo rumorosamente.
-Io penso di sì, vieni con me-
E così dicendo lo trascino in spiaggia.
-Nora! Fermati!-
Io continuo a camminare senza ascoltarlo.
-E se ti dessi un biscotto?-
-Non puoi corrompermi-
-Una scatola di biscotti?-
-No-
-Trecento novanta quattro scatole di biscotti?-
-Sono una Grifondoro, sono incorruttibile. Non accetto neanche i biscotti di un Tassorosso-
-Ma i nostri biscotti sono i migliori-
-Me ne farò una ragione- dico sorridendo.
-Aspetta- esclamo improvvisamente bloccandomi a metà strada –E quell’altro biondo?-
-Matteo?-
Annuisco.
Possibile che abbiano tutti gli stessi nomi?
-Siamo stati insieme circa tre giorni, poi ho scoperto che era etero ma voleva fare “nuove esperienze”- dice facendo una smorfia –E comunque era solo un pretesto per non pensare a Matteo, mio cugino Matteo intendo-
Io annuisco ancora, poi lo lascio davanti alla torretta del bagnino e lo incito ad andare avanti.
-Se tra dieci minuti torno e non state limonando vi crucio. Entrambi-
Senza aspettare di vedere la loro reazione mi giro e faccio per andarmene, ho fatto appena qualche passo quando Matteo mi afferra per un braccio.
-Aspetta-
-Mh?-
-Grazie- dice lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Un semplice e casto bacio, un lieve tocco delle sue labbra sulle mie, come un petalo di rosa, leggero, fuggente eppure basta per farmi avvampare sotto la luce della luna.
Poi se ne va.
Giuro, amo quel ragazzo, che sia gay o no credo di amarlo.
Posso sposarlo?
Insomma: cosa mi interessa se mi tradisce con suo cugino quando posso condividere il suo stesso letto?
Arrivo a casa che sono appena le undici, mezz’ora prima del coprifuoco, cerco di non fare rumore ma, visto che la mia dose di fortuna giornaliera –sempre che sia mai esistita- dev’essersi esaurita, trovo Ivan ad aspettarmi in cucina.
-Allora?- mi domanda vestito solo in maglietta e boxer.
Non so da chi io abbia preso i rotoli di ciccia ma di certo non da lui.
-Posso fare il Cupido da grande?- gli domando prendendo il barattolo di Nutella dalle sue mani.
-Puoi far parte di un’agenzia di incontri-
-Matteo e Luca si sono fidanzati-
Lui non dice altro ed io ringrazio chiunque, da lassù, mi stia guardando perché non mi ha dato un fratello così poco maschio da inorridire all’idea dell’omosessualità. Invece di abbracciarmi e di scusarsi per il non-appuntamento che è stato una sua idea prende due cucchiaini dalla dispensa e me ne porge uno.
Sarò sfigata in amore ma almeno ho il fratello migliore del mondo.
E subito dopo averlo pensato lo dico ad alta voce, con il risultato che passiamo il resto della notte a sporcarci di Nutella e a finire il barattolo.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Sam27