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Autore: VeronicaDauntless    06/05/2015    2 recensioni
Nothing will be what it is, because everything will be what it isn't...
-E tu, Cappellaio, hai scelto lei?-
-Sempre-
Avrebbe sempre scelto lei.
... –Quella Alice?-
-Io... non lo so-
-Se non sai chi sei, come puoi pretendere di sapere dove andare?-
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nothing will be what it is, because everything will be what it isn't

 

-Oh, stregatto- lo pregò  -sai dirmi che strada prendere per tornare a casa?-
-Come ti chiami, ragazzina?-
-Alice-
Sussultò e fluttuò in aria, guardandola con stupore e aspettativa.  –Quella Alice?-
-Io... non lo so-
-Se non sai chi sei, come puoi pretendere di sapere dove andare?-
-Ma io so chi sono! Sono Alice-
-Quella Alice?-
-Oh, insomma! Non so di quale Alice tu stia parlando-
-E tu sai di quale Alice stai parlando, cara?-
Alice... Alice... Alice...
La voce cantilenava, chiamandola, riportandola indietro a ciò che era solo un sogno, un 
sogno che scandiva le lancette del suo destino.

 

Era rimasta intrappolata lì, in un mondo dove nulla aveva senso, dove ciò che è, semplicemente
non è, dove le idee si confondono, attorcigliandosi l’una all’altra in cerca di un appiglio sensato 
che non trovano.
E lì, si era persa. Aveva perduto ciò che era, o ciò che in verità non era mai stata, ciò che avrebbe
voluto essere o che pensava di essere. Aveva perduto ogni parte di sé e ora non restava altro 
che un’ombra intangibile e maligna, priva di ragione o di memoria, un fantasma smunto che contava
i rintocchi del tempo, gli occhi vitrei di un essere che ha  donato la propria anima ed ora, incapace
di ritrovarla, non è altro che un involucro grottesco, pallido, gelido, esile immagine di ciò che era un
tempo, molti rintocchi fa...
Si era persa in quel mondo di insensate e folli convinzioni e ora il suo corpo quanto la sua mente 
erano una creatura assetata di sangue, posta a guardia di un fantasma, ennesima anima errante.
Solo due cose conservava del suo passato.
Si chiamava Alice e si era persa nel Paese delle Meraviglie.

 

Alice si fermò di colpo, un groppo in gola e un pesante macigno lì dove prima stava il 
cuore. Immobile, legata ad un filo che gli occhi non scorgevano, sollevò il mento e, ancora
una volta, fu incatenata a quello sguardo, incapace di percepire qualsiasi altra cosa 
intorno a sé, incapace di capire qualsiasi altra realtà che non fosse celata in quegli occhi
grigi. Così rimase intrappolata in quell’istante come se fosse eterno, come se quella fosse
tutta la sua eternità. Ferma in un misero angolo di mondo, congelata da uno sguardo in cui
non risiedeva solo un misero mondo, perché, perché non era più consapevole del proprio
respiro, perché a circondarla non c’era altro che nulla e vuoto, perché il suo cuore,
inspiegabilmente, semplicemente, batteva ancora? Perché non avrebbe mai scordato due
occhi in cui il suo tutto veniva scombussolato e ricreato?
Sbatté le palpebre, interruppe il contatto, un millesimo di secondo, il tempo di recidere un filo, 
abbassò il mento e si incamminò fuori da quel mondo, fuori dal Paese delle Meraviglie.

 

Stupido masochista. Doveva godere davvero nel proprio dolore. Altrimenti, come avrebbe
potuto tenere lo sguardo fisso sulla sua schiena che si allontanava? D’altronde, lui era pazzo.
Strinse la presa sulla ringhiera marmorea, frenando l’impeto di rabbia che inveiva nella sua
testa e che gli tempestava infido il petto con cento e più lame infuocate e oltre cui, in realtà, 
celava a se stesso un malsano, profondo dolore.
Doveva fermarla, convincerla a restare, trattenerla!
E invece l’avrebbe lasciata andare.
Non l’avrebbe rivista mai più, lo sapeva. E quel mai gli rimbombava nella testa in un macabro
vortice di prima e dopo.
-Cappellaio-  la Regina Bianca gli si affiancò, sorridendogli, posò lo sguardo sulla ragazza 
ormai lontana.  –Non la fermi?-
-Non vuole essere fermata-
-La maggior parte di noi non sa cosa vuole davvero-
Lo scrutò attenta.  –E così, tu che tanto mi amavi...-
Prima. Prima della sua follia, prima di Alice.
-Mia regina, io..-  lo fermò con un gesto rapido della mano.
-Non occorrono spiegazioni, capisco. E tuttavia, la lasci andare?-
Nella sua mente c’era lei, una bambina entusiasta di ogni novità, lei che non ricordava più nulla, 
che aveva smarrito persino se stessa, lei che esitava quando le aveva rivelato che un tempo aveva 
amato la Regina Bianca, lei che socchiudeva gli occhi tra le sue braccia, lei che non avrebbe 
sopportato di perdere ancora. C’era lei in tutti i suoi pensieri matti.
-Fermarla sarebbe come distruggere la strada che deve ancora percorrere. Se mai sceglierà me,
tornerà-
-E tu, Cappellaio, hai scelto lei?-
-Sempre-
Avrebbe sempre scelto lei.

 

 

 

 

 

 

  


Dunque...  il titolo di questa one shot deriva da un film che in realtà non ha nulla a che
vedere con Alice, ma ha fatto scattare qualcosa nella mia testa e, quindi, ecco qui le
parole sgorgate quasi per caso e che per ora non sono ancora state sistemate in una
storia più ampia, almeno finché la testa sopracitata non colga l’ispirazione.

  
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