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Il mutaforma
E son passi, i miei, nel vuoto dell'oblio.
Nella penombra, d'insetti smarriti, e d'occhi
che scrutan paranoie, che tengo stretto,
nell' inconscio pił buio, nel profondo dell'anima.
E loro, come gemelli parassiti, con ghigni e
pianti viscidi, ch'echeggiano fra pensieri miei,
fan parte di me, Fetus in fetu. Ed ustioni,
di tatuaggi incisi da lacrime - rammentano paura.
E calici di vino, in taverne perdute nell'antico,
sorseggio di gola. Amore liquido, purpureo,
come sangue d'un cuore puro - senza peccato.
E sorrido, ad occhi orbitanti nello spazio.
Ed ora amo, poi odio, e le pareti si fan
pił strette, ad ogni respiro negativo, l'ansia
prende forma, d'un lupo scuro, che mi possiede,
ed occhi rossi di male, nascon dai miei.