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Autore: Little_Lotte    08/05/2015    9 recensioni
" Tu credi che essere diverso da tutti i tuoi compagni sia una sventura ma, credimi, non è affatto così; essi combattono con tutti i muscoli del loro corpo, ma tu sei l'unico che ha imparato ad usare quello più importante di tutti: il cuore. "
[Breve storia di ispirazione palesemente autobiografica, scritta in onore del più bel personaggio che Kurumada sia mai riuscito a creare. E del suo splendido, dolcissimo cuore.]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Andromeda Shun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Femminuccia.

E' così che mi chiamano da queste parti, così che i miei compagni hanno ben pensato di apostrofarmi ogni volta che i miei piedi inciampano in un sasso e mi fanno cadere a terra, ogni volta che le lacrime incominciano a rigarmi il volto e mi ritrovo a serrare i pugni per non strillare dal dolore.

E' questo ciò che sono e ciò che appaio agli occhi di chi non sa capirmi veramente.

Che importa di quanto cela il mio cuore, dei sentimenti nobili e dell' enorme purezza che animano il mio Cosmo? Che importa di ciò che sono realmente, quando il pregiudizio e la cattiveria degli altri sa dipingere di me un quadro tanto più attraente e accattivante?

Nei loro occhi non c'è posto per l'immagine che veramente mi rappresenta; per loro, non sono altro che una sciocca, fragile e lamentosa femminuccia.

<< Coraggio, alzati. Allora, mi hai sentito? Alzati in piedi, Shun, l'allenamento non è ancora finito. >>

Lentamente mi tiro su con la poca forza che ancora mi è rimasta nelle braccia e sollevo il capo leggermente, abbastanza da poter guardare negli occhi il mio Maestro, Albione*; egli mi fissa con aria severa e spazientita, si aspetta che subito io risponda ai suoi ordini, di certo non è disposto a tollerare alcun genere di mancanza da parte mia.

<< Sto aspettando, Shun. >> dichiara a denti stretti, muovendo qualche rapido passo nella mia direzione << Che fai ancora lì? Non ti ho forse detto che devi alzarti in piedi? >>

<< Non ce la faccio, Maestro. >> rispondo io, in tono debole e lamentoso << Sono troppo debole, non ho più le forze. Lasciatemi riposare, ve ne prego. >>

<< No, scordatelo. >> mi ammonisce immediatamente lui, implacabile nei suoi modi << I tuoi compagni si stanno ancora allenando e tu non godi di alcun privilegio rispetto ad essi. Che cosa ti fa pensare di avere tutto il diritto di battere la fiacca? Non sei forse un aspirante cavaliere di Athena, come tutti gli altri? >>

<< Io non sono niente! >> rilancio in mezzo alle lacrime, lasciandomi cadere a terra ancora una volta e senza accennare minimamente alla volontà di rialzarmi << Non sono un cavaliere di Athena e non lo sarò mai, non sono abbastanza forte! Non sa che cosa dicono di me, Maestro? Che sono un debole, una femminuccia, una creatura troppo fragile ed emotiva per appartenere ad un gruppo di nobili e valorosi cavalieri. Tutti mi vedono come un vigliacco e probabilmente hanno ragione: detesto combattere e preferirei farmi da parte piuttosto che essere responsabile del dolore di qualcun altro, io non sono dotato della tipica sforza e della spregiudicatezza che si confanno ad un cavaliere di Athena. Perché continua a perdere tempo con me, Maestro? Me lo dica. >>

Albione, a quel punto, mi si avvicina ulteriormente ed i suoi occhi di ghiaccio si posano duramente su di me, facendomi sentire di colpo ancor più debole ed indifeso di quanto non mi sia mai sentito in vita mia.

<< Per questo, Shun. >> mi risponde semplicemente, continuando a fissarmi con quella sua espressione di severità << Perché non sei come tutti gli altri cavalieri, perché non ami la battaglia e preferiresti sacrificare te stesso, piuttosto che la vita di un' altra persona. Continuo a perdere il mio tempo con te perché riesco a leggere nel tuo cuore e so vederne la purezza, la dolcezza e la bontà, tutte cose che sfuggono ai tuoi compagni perché, aimè, troppo ottusi da riuscire a guardare aldilà del proprio naso. Continuo a perdere il mio tempo con te perché so che non provi alcuna vergogna nel mostrare i tuoi sentimenti e le tue debolezze, e perché non fai delle tue lacrime una forma di fragilità. Ricorda sempre queste parole, Shun: occorre molta più forza per mostrare un sentimento, piuttosto che per nasconderlo. >>

Io lo guardo con espressione confusa, ancora visibilmente spaesato.

<< E questo che cosa significa? >> domando.

Albione sospira profondamente: << Significa che diventare un cavaliere di Athena sarà estremamente difficile, Shun, ma che più di chiunque altro tu hai le capacità di farlo. Tu credi che essere diverso da tutti i tuoi compagni sia una sventura ma, credimi, non è affatto così; essi combattono con tutti i muscoli del loro corpo, ma tu sei l'unico che ha imparato ad usare quello più importante di tutti: il cuore. >>

Il mio Maestro si morde il labbro inferiore e rimane in silenzio per qualche istante, come a voler conferire – con quella pausa – maggiore drammaticità al momento.

<< Tu non sei come tutti gli altri, Shun, e non lo sarai mai, questo è poco ma sicuro. >> aggiunge, addolcendo copiosamente il proprio sguardo e il tono della sua voce << Adesso, dinnanzi a questa consapevolezza, hai solamente due scelte da poter prendere: Scelta numero uno, considerare la tua emotività ed il tuo gran cuore come una sorta di “punizione divina” e rinunciare a diventare un Cavaliere di Athena, accettando il fatto che per tutta la vita le persone delle quali ti circonderai continueranno ad apostrofarti come “femminuccia”. >>

Continuo a fissarlo con curiosità, mordendomi il labbro a mia volta, con fare pensieroso.

<< E la seconda scelta? >> oso domandare.

Albione, finalmente, si lascia andare ad uno dei suoi soliti e rassicuranti sorrisi che io tanto amo e che tanto riescono a farmi sentire al sicuro.

<< La seconda scelta >> risponde << E' che tu accetti finalmente di essere molto più forte di quanto ti ostini a pensare e che questa tua grande forza si cela proprio dentro al tuo cuore. Soltanto allora, quando avrai finalmente compreso la vera potenza del tuo Cosmo, sarai davvero pronto a diventare un vero cavaliere di Athena... Ma la cosa deve dipendere esclusivamente da te, Shun. >>

Albione continua a fissarmi con quella sua espressione calma e pacata.

Questa volta non c'è fretta nei suoi occhi, né severità alcuna; aspetta solo che io, finalmente, pronunci quella frase da lui così pazientemente attesa.

Sa bene quale sarà il mio responso, il suo Cosmo è abbastanza potente da riuscire a leggere nel mio.

Ed io, per questa volta, non posso permettermi di deluderlo.

Mi rialzo in piedi, lentamente e non senza qualche difficoltà, e mentre ripristino il mio equilibrio mi ritrovo a fissare il mio Maestro con sguardo fiero, quella tipica espressione di orgoglio e di coraggio che dovrebbe leggersi sul volto di un vero cavaliere.

<< Io voglio essere un cavaliere di Athena. >> dichiaro << E voglio essere forte abbastanza da meritarlo. >>

Albione sorride compiaciuto e mi premia con uno dei più fieri sguardi che abbia mai rivolto ad un allievo.

<< Bravo, Shun. Erano esattamente queste le parole che speravo di sentirti pronunciare. >>

Io sorrido con entusiasmo e finalmente sono pronto a rigettarmi nella mischia, assieme ai miei compagni. In fretta mi ripulisco e poi faccio di corsa ritorno nell'arena, non prima di aver – tuttavia – udito il mio Maestro pronunciare quelle ultime, quasi impercettibili parole.

<< Vai e sii grande, splendente Shun: Nel tuo cuore si cela la tua più grande forza, e da esso trarrai tutta l'energia e la sconfinata potenza del tuo Cosmo. >>

 





N.d.A: * Ovviamente qui faccio riferimento al Maestro di Shun nell'anime, Cepheus no Albione, che ha un nome talmente brutto che ho preferito lasciargli quello dell'anime.

Questa storia è dedicata a Shun di Andromeda e a tutti i piccoli Shun di questo mondo, a tutti coloro che vivono di emozioni e che hanno imparato, nel corso degli anni, a fare di esse la propria forza.

 

  
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