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Autore: Little Wings    10/05/2015    3 recensioni
[Newtmas]
In cui Thomas è un idiota, Newt gli fa da infermiere personale e Minho se la ride. Quasi sempre.
#1
"Minho ha ragione," disse Thomas "sono un idiota. Come si fa a cadere dallo skateboard da fermi?"
#2
"Ho capito Tommy" lo rassicurò quello, pensando che l'amico fosse semplicemente adorabile quando arrossiva e balbettava in quel modo.
#3
"Facciamo una bella coppia di zoppi, eh?" disse Newt, alludendo alla sua caviglia malmessa - ricordo di un incidente avvenuto anni prima.
#4
"Dobbiamo fargliela pagare" sbottò Minho, mentre Newt metteva una pomata sullo zigomo destro di Thomas - praticamente, aveva colto l'occasione per carezzargli la guancia, ma l'amico non era certo contrario a quelle coccole.
#5
Quando il giorno dopo si presentarono a scuola mano nella mano, Minho andò loro incontro, preceduto dal suo "Era ora!", che molto probabilmente si sentì in tutta la scuola.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gally, Minho, Newt, Newt/Thomas, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non odiatemi per quello che ho fatto fare a Gally, pliz.
 




4. La quarta volta in cui Newt gli fece da infermiere personale, Thomas era stato coinvolto in una rissa.
 
Quel pomeriggio, Minho, Newt e Thomas erano andati a farsi un giretto per il centro, sfruttando una delle prime giornate di primavera in cui erano stati graziati dagli insegnanti.
Avevano appena finito di mangiare il gelato che avevano preso - e Thomas era riuscito a sporcarsi anche un orecchio -, quando si imbatterono in Gally e la sua gang.
Gally era stato amico di Newt e Minho, un tempo, ma poi aveva iniziato a frequentare una brutta compagnia e aveva cominciato a comportarsi da bulletto. Gli altri due avevano quindi preso le distanze da lui, non volendo rimanere invischiati in brutti giri. Gally però non aveva preso bene questo loro comportamento e aveva iniziato a trattarli male. Uno spintone oggi, un insulto domani. Solitamente, Minho e Newt ignoravano la cosa - sopratutto quando c'era un professore nei paraggi - o rispondevano a tono, senza però arrivare mai alle mani.
Thomas, essendosi aggiunto al duo solo in seguito al trasferimento della sua famiglia, non partecipava mai a queste amichevoli discussioni, ma era sempre pronto ad aiutare i suoi amici nel caso ce ne fosse bisogno.
Di solito, però, i loro incontri-scontri con Gally e compagnia bella avvenivano a scuola, dove, bene o male, erano sicuri di non andare incontro a grossi guai. Fuori da scuola però era tutta un'altra storia: non c'erano professori pronti ad intervenire, per strada. E loro, in quel momento, non stavano percorrendo la strada più frequentata del centro, anzi.
Gally si era avvicinato a loro tre, che invece stavano facendo finta di non averlo notato e continuavano a camminare. Il ragazzo però non sembrava intenzionato a lasciarli andare, dal momento che continuava ad avanzare verso di loro, seguito dai suoi fedeli compari.
Avrebbero potuto scappare, Minho, Thomas e Newt, ma sarebbe stato come ammettere di aver paura e tutti e tre erano troppo orgogliosi per farlo.
"Newt, Minho, non si saluta più?" chiese, ormai alle loro spalle, mentre un ghigno che non potevano vedere si apriva sulle sue labbra.
L'asiatico sbuffò, pronto a rispondergli per le rime, ma Newt lo bloccò, afferrandolo per il braccio.
"Fermo. Ignoralo e basta" gli ordinò, continuano a camminare.
Minho sbuffò di nuovo, ma non si fermò.
Gally però non demordeva, non ora che aveva l'occasione di fargliela pagare. Accelerò quindi il passo per avvicinarsi maggiormente al terzetto. Mise una mano sulla spalla di Newt, facendo pressione per farlo girare. Il biondo si ritrovò così di fronte a uno sguardo freddo, privo di quell'affetto che li aveva legati per anni.
"Non ci interessa se hai qualcosa da dirci, vogliamo andarcene per non dover vedere la tua brutta faccia"
"Oh, ma non sono qui per parlare" disse Gally, mentre un sorriso tutt'altro che angelico gli incurvava le labbra.
I tre amici si guardarono, certi che non stesse nascondendo nulla di buono. Il pugno che raggiunse lo stomaco di Newt bastò per capire ogni cosa, però. Il biondo si piegò in due dal dolore, mentre una smorfia gli deformava il volto. Minho e Thomas si erano subito avvicinati a lui, il primo fulminando con lo sguardo Gally, il secondo preoccupato per l'amico.
L'asiatico fronteggiò l'aggressore, irato.
"Fin'ora sono stato calmo e non ti ho spaccato la faccia, ma ora hai superato il limite"
Mezzo secondo dopo, il pugno di Minho si scontrava con la mandibola di Gally. Quest'ultimo indietreggiò, coprendosi la parte lesa.
Sputò per terra. "Prendeteli" ordinò.
I suoi cinque scagnozzi - in religioso silenzio, proprio come cagnolini ubbidienti - circondarono i tre ragazzi.
"Tre contro cinque?" chiese Thomas, una mano ancora poggiata sulla schiena di Newt. "Sapevo che eri un idiota, ma non pensavo fossi anche un vigliacco"
Gally indurì li sguardo, mentre lo prendeva per il colletto della maglia, separandolo dal biondo, e lo colpì. Intanto Minho, trattenuto da due ragazzi - che, diciamocelo, stavano facendo non poca fatica, l'asiatico sapeva come difendersi -, stava urlando improperi ed epiteti che non possono essere trascritti per buona educazione.
I seguenti minuti risultarono un po' confusi per tutti, Thomas in particolare ricordava solo i colpi dati e ricevuti e le urla dei suoi amici. Per fortuna la rissa non durò molto, tutto quel baccano non poteva certo passare in osservato. Dopo un po' infatti intervennero due uomini, che li separarono e si accertarono che non avessero ferite mortali. Thomas era quello messo peggio, ma non sembrava avere qualcosa di rotto, solo lividi e qualche graffio, mentre gli altri se l'erano cavata con meno.
Gally e la sua banda se l'erano svignata subito, senza curarsi dei danni che avevano causato.
I tre amici andarono da Newt, visto che i suoi genitori erano fuori, per medicarsi prima di tornare nelle rispettive case - Thomas non voleva certo far preoccupare sua madre tornando in uno stato pietoso, meglio sottoporsi alle cure del padrone di casa, prima.
"Dobbiamo fargliela pagare" sbottò Minho, mentre Newt metteva una pomata sullo zigomo destro di Thomas - praticamente, aveva colto l'occasione per carezzargli la guancia, ma l'amico non era certo contrario a quelle coccole.
"Non sono sicuro che sia una buona idea. Sono comunque più di noi, a meno che non troviamo qualcuno disposto a farsi prendere a pugni per noi" borbottò Thomas, allontanandosi dalla mano del biondo, che gli aveva appena toccato la ferita che aveva sulla fronte.
"Scusa, Tommy, non volevo" si scusò, sorridendogli."E comunque, non dobbiamo per forza gonfiarli si botte" sorrise malandrino Newt, contagiando anche gli altri due.
"Qualcosa mi dice che hai già in mente un'idea, biondino" disse Minho, impegnato a disinfettarsi un graffio sul braccio.
Newt continuò a medicare il moretto, passando dalla pomata al disinfettante e cerotti
"Può essere" disse, evasivo, ma era palese che qualcosa frullasse in quella sua testolina bionda.
 

Undici giorni dopo - Newt era uno stratega: far passare del tempo per far sentire al sicuro il nemico era parte integrante del piano -, Gally visse uno dei giorni peggiori della sua vita.
Quel giorno l'intera scuola era stata convocata nell'aula magna - il biondo aveva pensato a tutto - per l'annuale discorso del preside, che commemorava la morte del fondatore della scuola. Circa a metà del discorso, quando ormai gli studenti si erano stancati di sentire il vecchio preside che ripeteva lo stesso sermone di tutti gli anni, le slide che venivano proiettate sul muro sparirono, facendo spazio a una schermata nera. Dopo qualche secondo, ricomparve un'immagine, peccato che non avesse niente a che vedere con il defunto fondatore. Un'enorme foto di Gally veniva infatti proiettata, e non era nemmeno una bella immagine: il ragazzo era stato immortalato mentre aveva le dita nel naso. Risatine, qualcuno che indica Gally, avendolo riconosciuto. Intanto il preside e il tecnico stavano cercando di capire che cosa fosse successo e togliere quell'immagine. La foto però non era che la prima di una serie. Gally con delle mutande rosa. Gally addormentato che sbava. Gally che fa una facia strana. Gally che abbraccia un unicorno di peluche.
Dopo sedici immagini, finalmente il tecnico viene folgorato da un'illuminazione e stacca la spina del proiettore.
Thomas e Minho non avevano smesso un secondo di ridere, accompagnati dal "Perché qualcosa mi dice che è tutta un'idea di Newt?"del secondo.
 




Sul serio, non uccidetemi per la parte che ho fatto fare a Gally. Avevo bisogno di un cattivo e lui mi sembrava perfetto. Comunque, quarto capitolo, ci avviciniamo alla fine di questa grande cavolata che mi ostino a chiamare storia ma che in realtà è solo il frutto di una mente malata storia.
É il capitolo che mi piace meno, questo, ma l'idea iniziale che avevo per la rissa è andata a farsi benedire e ho iniziato a scrivere questo. E non c'è nemmeno tanto Newtmas. Ugh. No, okey non c'è proprio ma voi mi amate lo stesso.
Quello che fa Newt penso possa essere clasificato come atto di bullismo, ma shhh, lo fa per una giusta causa, lui. Non sapevo cosa fargli fare, ho passato l'ora di storia a rompere a una mia amica e poi mi è venuta in mente questa gran cavolata.
Nel prossimo capitolo:
5. La quinta volta in cui Newt gli fece da infermiere personale, Thomas era a letto con 39 di febbre. O, almeno, così pareva.



 
  
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