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Autore: Freya Crystal    12/05/2015    7 recensioni
- Perché mi hai scelta, Pai? -
Un istinto inspiegabile le suggeriva cosa doveva dire. Retasu non si era mai rifiutata di dare ascolto a quella voce.
Gli occhi viola dell'alieno furono attraversati da un guizzo d'odio.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando. -
Il ventaglio era ancora puntato verso di lei, ma Pai non accennava ad attaccarla.
- Sì, invece. Perché sei venuto da me? -
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Stay






Non avrebbe saputo dire se era colpa dell'emozione o delle fredde vampate di vento, ma stava tremando. Fissava l'acqua scura, ammaliata dai perlacei riflessi lunari distesi sulla sua superficie, stringendo il quaderno al petto - quel quaderno - come un prezioso cimelio di famiglia. 
Non appena una voce decisa le sussurrava: "Buttalo"e le sue braccia erano sul punto di muoversi per compiere l'atto, il suo cuore perdeva un battito, il suo respiro si mozzava, e subito un'altra voce le urlava: "Aspetta!". Un pesante senso di vuoto e di amarezza la investiva in pieno petto, Retasu allora inspirava ed espirava, nella speranza di scacciare quelle voci, e tornava ad avanzare verso l'acqua con fare risoluto. 
Quello sciocco rituale non terminò finché Retasu non sentì i piedi nudi bagnarsi. 
La ragazza saltellò all'indietro, dandosi successivamente della stupida ad alta voce per essersi spaventata senza motivo. Era ovvio che quella fosse acqua. A furia di tentennare sul da farsi, aveva raggiunto il bagnasciuga; se avesse fatto altri passi in avanti, avrebbe potuto fare il bagno.
Era proprio una stupida. 
Una folata di vento più forte delle altre le fece finire i capelli davanti agli occhi. Retasu cercò di scostarli dal viso mentre faceva dietro front, appuntandosi mentalmente di legarli in futuro. Maldestra com'era, inciampò su una piccola duna di sabbia asciutta e cadde in avanti. 
<< Ma che...! Accidenti a me... >> 
Si rimise goffamente in piedi, la gonna e la canottiera imbrattati da numerosi granelli di sabbia, e raccolse il quaderno, le cui pagine continuavano a sfogliare rapidamente mosse dal vento, quasi fosse opera di un fastidioso scherzo del destino.
<< Okay. Adesso ti butto in mare >>, sentenziò risoluta.
<< Io non lo farei, se fossi in te. >>
Retasu si pietrificò su se stessa, incapace di fermare l'eco di quelle parole nella sua testa. 
Oh.Cielo.
Dimmi che non mi ha vista cadere.
.... Ma no, che non mi ha vista, suvvia!
Alzò il capo in direzione del proprietario di quella voce con l'entusiasmo di una vittima sacrificale che si dirige verso l'altare, e arrossì fino alla radice dei capelli, non appena incontrò i suoi occhi.
Ryou era a pochi metri di distanza, le mani in tasca, un misto di divertimento e di curiosa perplessità impressi nel volto. 
<< A quanto pare non riesci proprio ad evitare di inciampare ovunque. >>
Retasu annaspò, stringendo convulsamente il quaderno al petto.
<< Scusa, se sono arrivato di soppiatto. Non volevo spaventarti. >>
Retasu si tolse la sabbia di dosso quasi con furia e intercettò il suo sguardo. << Tu e Zakuro una di queste volte mi farete venire un infarto, siete troppo silenziosi. >>
Ryou le rivolse un sorriso misterioso, senza commentare.  
Lei distolse lo sguardo dal suo, alla ricerca di un metodo per scacciare la tensione; dondolare un piede sulla sabbia ed osservare come quest'ultima si deformava sotto l'effetto del suo tocco, si rivelò sorprendentemente rilassante, finché Ryou non ruppe il silenzio, distogliendola dal suo gioco. 
<< Allora, ti va di dirmi perché vuoi disfarti di quel quaderno? >>
Retasu trasalì, ricordando solo allora le parole che lui le aveva rivolto quando era arrivato. 
Io non lo farei, se fossi in te.
<< Perché mi hai detto di non buttarlo? >> gli chiese, perplessa.
<< Non sai nemmeno cosa contiene. >>
Ryou si sedette su un ceppo vecchio disseppellito dal vento, e alzò gli occhi su di lei. 
<< A giudicare dalla difficoltà con cui hai preso questa decisione, deve essere importante per te. >>
Retasu sgranò gli occhi. << T-tu... da quanto sei qui!? >>
Il solo pensiero che l'avesse vista cercare di buttare quel quaderno e poi cambiare idea una dozzina di volte, le fece desiderare di sprofondare. Quella scena, vista dall'esterno, l'avrebbe fatta sembrare una vera e propria cretina: ne era maledettamente consapevole. 
 << È da un po' che sono qui >>, confessò Ryou.  
Retasu sospirò. La sua propensione a fare figuracce era rimasta la stessa. 
<< Non volevo disturbarti >>, proseguì lui, << ma quando sei caduta, non ho più resistito, e sono uscito allo scoperto. >>
Retasu fece una strana smorfia che mise a dura prova la sua capacità di stare serio, tuttavia le parole che le sentì dire spensero prematuramente ogni traccia di divertimento.
<< Hai ragione, questo quaderno è importante per me. È l'oggetto più prezioso che ho. Però fa parte di un passato che voglio dimenticare. >> 
Una folata di vento le portò una ciocca di capelli davanti al viso, oscurandolo. 
<< Ne sei sicura? Quando la mia casa è bruciata, non ho avuto la possibilità di scegliere. >>
Retasu scostò la ciocca di capelli dal viso e sorprese Ryou ad osservare la superficie dell'acqua con un sorriso amaro. Trattenne il respiro. 
Era raro sentirlo parlare a qualcuno di quell'episodio. 
<< Degli oggetti a cui tenevo non era rimasto altro che un mucchio di cenere indistinta... Ne ho sentito la mancanza per tanto tempo, molto più di quanto avrei potuto immaginare. >> La guardò dritto negli occhi. << Tu puoi scegliere cosa fare. Fai in modo di non pentirtene. >>
Retasu si sedette accanto a lui, su quel ceppo vecchio e abbandonato. Prese un respiro profondo e ascoltò il suo istinto. Quello che stava per dirgli non rientrava nei suoi programmi.
Almeno non quella sera. 
<< Il quaderno è un diario. Racchiude i miei pensieri, le mie paure, i miei sfoghi, i miei sentimenti riguardo alla guerra e a Pai. >>
Sebbene stesse guardando davanti a sé, non le sfuggì il l'impercettibile movimento del capo compiuto da Ryou. Sapeva che lui la stava fissando, ma se anche lei lo avesse fatto, avrebbe perso il filo del discorso.
<< Forse non l'hai notato, ma a pranzo Pai e io eravamo assenti. >> 
Retasu strinse involontariamente il quaderno che teneva appoggiato sulle ginocchia. Un refolo di vento le stuzzicò le spalle scoperte, facendola rabbrividire. Si inebriò dell'odore della salsedine, un odore che era sempre stato capace di rilassarla, di farla sentire a casa, per trovare il coraggio. << Vedi... io e lui ci siamo avvicinati sempre di più nell'ultimo periodo... Insomma... >>
<< Ho capito >>, intervenne Ryou in tono paziente.  
<< Cioè, noi... Oh. >> Retasu si sgonfiò come un palloncino, abbassando lo sguardo. 
Le fiaccole che Ryou e Keiichiro avevano deciso di piantare lungo il perimetro della spiaggia illuminavano quell'area isolata, altrimenti preda dell'oscurità, proiettando ombre danzanti sulla sabbia. Retasu si lasciò incantare dal loro movimento, trasferendone la spontaneità su di sé, e le parole le uscirono di bocca con inaspettata semplicità. 
<< Credevo di essermi innamorata di Pai, ma mi sbagliavo. Io ne ero infatuata - sarei una bugiarda, se lo negassi... però non ne ero innamorata. Oggi gliene ho parlato, ho dovuto dirgli la verità, ho voluto farlo, capisci? Lui inizialmente non ha reagito... ma poi mi ha detto di andarmene, senza aggiungere altro. Tutt'ora ho davanti agli occhi il modo in cui mi ha guardata... Dovevo per forza rischiare di morire per capire quello che provo? Sono sempre stata lenta, Ryou, con questo genere di cose... Ma così è troppo.  >>
<< Anch'io, credimi. >>
Retasu sussultò a quell'inaspettata ammissione. Un'ammissione che la fece sentire capita.
Volse lentamente il capo nella sua direzione, sentendo il battito del suo cuore accelerare senza ritegno, e constatò che Ryou aveva ancora lo sguardo fisso sull'orizzonte. 
Aveva un bellissimo profilo. 
Retasu posò il quaderno sul ceppo su cui era seduta, afferrandosi le ginocchia per farsi coraggio. 
<< Ryou... Quando ho visto la morte in faccia... be', ve l'ho raccontato mille volte... >> 
Si bloccò di colpo, il respiro mozzo. 
Ti prego, non guardarmi in quel modo. Così non - No. Basta con i piagnistei! 
Scosse la testa per scacciare quella voce molesta e mantenne fieramente il contatto visivo con Ryou, rilassando le spalle. 
<< C'è una cosa che devi sapere. Io ti amo. >>
Oh mamma, gliel'ho detto.
<< Ti prego, sta' zitto! >> sbottò con voce stridula, non appena vide che lui stava per aprire bocca.
Lo fissò, tremante ed emozionata, pervasa da quel coraggio che aveva atteso da tanto, troppo tempo. 
Libera, leggera, rinata.
Ryou aveva smesso di muovere persino le palpebre. 
<< È a te che ho pensato prima di morire. È a te che non volevo rinunciare ad ogni costo. Non ho bisogno di altre prove, non ho bisogno di stare qui a interrogarmi ancora sui miei sentimenti: adesso so che è così, che non ci sarà mai nessun altro in grado di farmi sentire come mi fai sentire tu -così bene e male allo stesso tempo. Sì, bene e male, perché ti amo a tal punto, Ryou, da sentirmi consumare ogni volta che mi guardi... Ti amo a tal punto da desiderare di essere un'altra persona - una ragazza più bella ed intelligente, magari, una che possa sentirsi all'altezza di stare al tuo fianco senza sfigurare, una che ti faccia brillare più di quanto tu già non faccia. Anche se fa male sapere di non avere questi requisiti, credimi, io non voglio smettere di amarti. Non voglio smettere, perché tutte queste emozioni che sento esplodere dentro di me ogni volta che ti penso... mi fanno sentire viva. So che non ha senso sentirsi consumare e sentirsi vivi allo stesso tempo, so di aver appena fatto una figura pietosa parlando a vanvera, ma sai una cosa? Sono felice di averti detto la verità. >>
Retasu affondò le unghie nelle ginocchia, riprendendo fiato. 
Le sembrava di aver percorso una collina in discesa. 
Avvertì un liberatorio senso di potere verso se stessa. Non si sentì più controcorrente, ma in armoniosa simbiosi con l'acqua in cui aveva nuotato sino ad allora. 
Sentì di aver vinto la tempesta.
Sentì il calore di quegli occhi color oltremare che non avevano smesso di fissarla per un solo istante.
<< Ho letto il tuo diario. >>
Momento, momento, momento.
Che cosa?
Retasu tradusse quel pensiero istantaneo a parole. 
Lei gli aveva appena detto di amarlo e lui se ne era uscito con: "Ho letto il tuo diario."
Che cosa!?
Cielo, qualcuno mi fermi!, perché quanto è vero che lo amo, giuro che adesso voglio solamente prenderlo a schiaffi!
<< Quando? Perché? >> insisté, incapace di mascherare il tono febbrile. 
Ditemi che è uno scherzo. 
Lui non le fornì le risposte che stava cercando, come se non l'avesse nemmeno sentita parlare. << Perdonami, avrei dovuto dirtelo subito, ma prima di fare una cosa, volevo essere certo di avere il tuo permesso. >>
Lei sbatté le palpebre, confusa. << Il mio permesso per cosa? >>
Ryou le sollevò il mento con due dita. << Per questo. >>
Un'istante prima Retasu era lì, seduta su quel ceppo vecchio a martoriarsi di fronte ad un'inaspettata confessione, in quello successivo era altrove, dimentica dello spazio e del tempo, sospesa in una dimensione incerta e dispersa.  
Ryou l'aveva baciata.
Sentì la pelle bruciare dove le sue dita l'avevano sfiorata. Sentì le labbra pulsare dove le sue si erano posate fugacemente. 
Era stato un bacio leggero, veloce, inaspettato. Eppure quel tocco le rimase impresso come un morso. 
<< Non ti avevo mai sentita dire tante stupidaggini come questa sera. >>
Immobile come uno stoccafisso, gli occhi incollati ai suoi, Retasu fu incapace di emettere un solo fiato. Doveva ancora realizzare l'accaduto. 
Ryou le prese una ciocca di capelli tra le dita e cominciò a rigirarla con gesti lenti e distratti, seguendo il naturale corso delle sue onde; sentì la ragazza trattenere il respiro a quel tocco, tuttavia non lo interruppe, in attesa che fosse lei ad ammorbidirsi. << Essere alla mia altezza, sfigurare, brillare... ma che diamine significa? Non devi essere nessun'altro all'infuori di te stessa, Retasu. Quando lo capirai? >>
Lei socchiuse le palpebre, vinta da quel rilassante gioco che Ryou aveva intrapreso coi suoi capelli. 
<< Essere me stessa può bastare per piacerti? >> gli chiese, determinata ad ottenere una volta per tutte una risposta.
Lui le rivolse un sorriso enigmatico. << Di un po', pensi che io mi diverta a baciare le ragazze che mi dichiarano il loro amore? >>
Retasu prese a rigirarsi nervosamente i pollici in grembo senza nemmeno accorgersene, il respiro tremulo e il cuore impazzito. Certo, lui l'aveva baciata, ma l'indifferenza con cui aveva accolto la sua dichiarazione d'amore l'aveva lasciata preda di un'angoscia divorante, che lenta ed implacabile l'aveva fatta giungere ad una sola conclusione: Ryou non la ricambiava.
Eppure... eppure c'era qualcosa nel suo sorriso, qualcosa nei suoi occhi di dannatamente serio, come se si fosse addirittura arrabbiato con lei; aveva persino smesso di accarezzarle i capelli, e la fissava in silenzio, in attesa di una risposta. 
<< Non lo so >>, ammise infine Retasu, incitandolo a rivelarle di più, sperando che mettesse a nudo le motivazioni del suo atteggiamento. << Non ho idea di come tu ti possa comportare in una situazione del genere. >> 
<< Se ti ho baciata >>, mormorò Ryou con voce roca, << è perché l'ho voluto. >> 
Lei si irrigidì. Assimilò quelle parole come un'eco distante ed incerta, la percezione surreale di un desiderio irrealizzabile che l'accompagnava ormai da anni.  
Era troppo bello per essere vero. 
Ryou accorciò la loro distanza, tanto che Retasu poté sentire il suo respiro solleticarle le labbra. 
<< Che cosa hai detto? >> mormorò a bassa voce, ormai in balia di quello sguardo deciso. Totalmente destabilizzata, totalmente inerme. 
<< Ho detto che l'ho voluto >>, le sussurrò lui, prima di tornare a impossessarsi delle sue labbra. 
Ryou le depositò piccoli, lenti baci su ogni angolo della bocca, con una delicatezza e una devozione tale da farla sentire improvvisamente fragile come cristallo. Retasu si sciolse sotto l'effetto di quella dolce tortura, e ben presto si isolò dalla realtà circostante. Non riuscì a pensare a nient'altro all'infuori di quelle labbra che continuavano a sfiorarla senza sosta, non desiderò altro all'infuori di quei baci. Il mondo scomparve sotto ai suoi piedi. La sabbia, il mare, il suono delle onde che si infrangevano sulla riva, tutto divenne una nuvola indistinta. Se quella nuvola si fosse dissolta, lei non se ne sarebbe accorta. 
Il vortice di emozioni che l'assalì sarebbe stato unico e irripetibile nella sua vita. Retasu riuscì a percepirlo quella sera stessa, mentre Ryou continuava a baciarla, e desiderò di poter ricordare ogni singola sfumatura di quel momento fino alla fine dei suoi giorni. Quando lui si separò dalle sue labbra, le sembrò che le fosse venuto a mancare improvvisamente l'ossigeno. Riaprì gli occhi a malincuore, accorgendosi solo allora della luce che emanava all'altezza del cuore di Ryou. Un lampo di consapevolezza la investì interamente. Avrebbe voluto scoppiare a piangere. 
L'acqua cristallo stava reagendo. 
<< Questo basta a farti capire quello che provo? >>
Retasu gli gettò le braccia al collo di slancio. Non si sentì a disagio, in imbarazzo, fuori posto. Si sentì a casa. 
Solamente a casa.
Ryou le cinse la schiena, inspirando il suo profumo. << Non avevo dubbi che fossero quelle giuste. >>
<< Quelle... giuste? >> chiese Retasu, sentendosi ubriaca ed euforica. 
<< Le tue labbra >>, le sussurrò all'orecchio, procurandole una scia di brividi lungo la spina dorsale, << mi hanno salvato quando stavo annegando. L'ho ricordato grazie all'acqua cristallo. >>
Lei trasalì. << Ma come hai potuto ricordarlo? Non eri cosciente in quel momento... >>
Ryou la strinse a sé con più forza in un gesto automatico. << Il cristallo ha potenziato la mia memoria, estendendo il suo raggio d'azione allo stato di incoscienza. Ho rivissuto ricordi significativi, mentre deliravo; alcuni erano distorti, altri erano autentici e talmente precisi che mi è sembrato di assistere a un film. Tu mi hai aiutato a guarire, sei sempre stata con me per tutto quel tempo. >>
Retasu scostò  la testa dalla sua spalla, fissandolo con espressione turbata. << Io ero nel Tempio dell'Acqua quando sei stato male. >>
Ryou annuì. << Lo so, ma nella mia mente ho visto i tuoi occhi e ho sentito la tua voce. Il mio inconscio mi ha mostrato ciò che volevo. Tu eri con me perché lo volevo, Retasu. >>
Sentì il cuore scoppiarle nel petto. Non avrebbe mai creduto di essere tanto importante per lui.
<< Mi hai aiutato a superare gli incubi. È merito tuo, se non ho perso la memoria. >>
Quello sguardo. Come dimenticarlo...
Era lo stesso che le aveva rivolto quando era tornato in sé. Retasu volò indietro nel tempo. 
 
 
La tensione nell'aria era palpabile. Le pareti metallizzate delle cabine le infondevano un senso di claustrofobia, e lo stretto corridoio che stava percorrendo le sembrava infinito. 
<< È questa la stanza? >>
Retasu si fermò accanto a Pai e annuì. << Come farai ad aiutarlo? >> gli domandò curiosa. 
<< Anche se apparentemente sembra cosciente, il tuo amico è in una fase di dormiveglia: dovrò inviare degli impulsi al suo cervello per permettergli di svegliarsi. >>
<< Cioè è come se Ryou fosse... sonnambulo? >>
Pai ci rifletté su per alcuni istanti, aggrottando la fronte. << Più o meno. Pensala in questo modo, se ti risulta più facile capire. >>
<< Quindi è per questo che ha attaccato Zakuro? Stava sognando di essere attaccato e ha proiettato su di lei la figura del nemico? >>
<< È un'ipotesi. >>
<< Mmh... >> Retasu si portò una mano al mento con fare pensieroso. << Se Ryou sta facendo un brutto sogno, non sarà facile avvicinarsi a lui. >>
Pai curvò le labbra in un sorriso derisorio. << Non credo che avrò problemi a tenerlo a bada. Tu, invece, potresti darmi una mano a incanalare gli stimoli al suo cervello. >>
Retasu reclinò la testa di lato, confusa. << Che cosa dovrei fare, esattamente? >>
Pai distolse lo sguardo, attratto improvvisamente da qualcosa che si trovava alle spalle della ragazza. 
<< Parlagli: ascoltare una voce familiare lo aiuterà a tornare in sé. >>
Retasu abbassò la testa, a disagio. Un silenzio pesante calò su entrambi. 
<< Okay, è meglio se ci sbrighiamo >>, esordì lei dopo quella che le parve un'eternità, cercando gli occhi di Pai. 
L'alieno annuì freddamente e aprì la porta della stanza. 
Ryou stava seduto alla scrivania e si teneva la testa tra le mani, come se stesse provando un dolore lancinante; l'immobilità del suo corpo e la tensione muscolare erano erano evidenti e altrettanto inquietanti. 
Retasu rimase con un piede sospeso a mezz'aria, esitò nell'appoggiarlo completamente sul pavimento, temendo che quel minimo movimento potesse scatenare una reazione violenta in Ryou. 
<< Rilassati, Mew Retasu, a lui ci penso io. Fa' come ti ho detto: parlagli. >>
La ragazza deglutì, fissando con circospezione il ragazzo. Aveva le palpebre aperte, sbarrate, fisse sul muro: sembrava che si fosse fossilizzato su se stesso. 
<< Devo fare leva sui suoi ricordi? >>
<< Non è necessario, basta che parli. >>
<< Oh... >>
Retasu appoggiò finalmente il piede sul pavimento, espirando l'aria che aveva trattenuto per la tensione, e cercò di rilassarsi.
<< Ryou, riesci a sentirmi? Sono Retasu. Si può sapere perché hai preso una decisione così avventata? Zakuro ce l'ha a morte con te, credo che ti sgriderà, non appena ti riprenderai. >>
Ma che cosa sto dicendo? 
Si sentì fortemente stupida. Osservò i movimenti di Pai con la coda dell'occhio e vide che si stava avvicinando a Ryou con passo felpato. Riprese a parlare, cercando di trovare un'argomentazione più sensata. 
<< Abbiamo distrutto i quattro sigilli nei Templi, è andato tutto secondo i piani. Adesso potremo finalmente raggiungere l'Aldilà e porre fine a questa storia. >>
Mentre si adoperava a cercare qualcos'altro da aggiungere, Ryou si alzò improvvisamente dalla sedia e si voltò verso di lei. Retasu trasalì, dimentica del suo compito. 
Oh cielo. Adesso mi ammazza. 
Notò che Pai si era fermato. 
<< Sta funzionando... Continua a parlare, Mew Retasu. >>
Ryou aveva uno sguardo torbido, inumano, tuttavia il fatto che non fosse puntato su di lei, bensì su un punto imprecisato oltre la sua spalla, convinse Retasu del fatto che non aveva realmente individuato dove lei fosse. Tirò un sospiro di sollievo, e proseguì. 
<< È stata una battaglia impegnativa, ma ce la siamo cavata. Non ci resta che fermare Profondo Blu, dopodiché la guerra sarà finita e potremo pensare al nostro futuro. >>
Ottimo, così sembra che io gli stia facendo una proposta di matrimonio! 
<< Molto bene >>, sentì mormorare da Pai. << Fai il bravo, biondino. >>
Retasu assistette alla scena che le si presentò davanti con occhi sgranati. Pai si era posizionato di fronte a Ryou, senza che lui se ne accorgesse, e gli aveva appoggiato i palmi delle mani sulle tempie; subito dopo aver compiuto tale gesto, aveva iniziato a recitare una formula misteriosa. 
Retasu si sporse di lato per guardare Ryou e vide che aveva chiuso gli occhi di colpo, come in trance. Impugnò le nacchere, pronta a intervenire nel caso in cui avesse attaccato Pai. 
Ciò non avvenne. 
Dopo alcuni minuti Ryou aprì gli occhi. Pai smise di pronunciare la formula e si spostò da lui, dandogli le spalle. 
È... tornato?
Retasu perse un battito. Ryou la stava fissando con uno sguardo che difficilmente avrebbe potuto dimenticare. Forse non l'aveva riconosciuta. 
<< Retasu... >>
Sussultò, sentendo le guance andare a fuoco.  
<< L'esperimento ha... funzionato? >> Ryou aveva esitato a parlare, non appena si era accorto della presenza di Pai. Retasu deglutì, la gola secca. << Sì, Pai ti ha aiutato a riprenderti. >>
Il ragazzo spostò lo sguardo sull'alieno che si stava dirigendo verso l'uscita della stanza. << Grazie, ti sono debitore. >>
Pai si fermò sulla soglia della porta, senza voltarsi. 
<< Non ringraziarmi. >>
Lapidario, secco, distaccato. 
Retasu percepì un velo di tensione insinuarsi nella stanza. 
<< Adesso possiamo partire. Muovetevi. >> Pai sparì lungo il corridoio con passo rapido e sostenuto. 
Ryou rimase in silenzio per alcuni istanti, poi tornò a guardare Retasu. << Ha funzionato. >>
Lei gli sorrise timidamente, constatando che lui aveva nuovamente assunto quello sguardo. << Bentornato. >>
Lo sguardo che si riserva a chi si ama. 
 
 
 
Furono le parole di Ryou a riportarla al presente. 
<< Quello che ho sempre voluto era davanti ai miei occhi. Perdonami, se ci ho messo del tempo a capirlo. >>
L'amore che provava per lui, unito a quella insperata quanto desiderata rivelazione, prevalse sulla sua caratteristica timidezza. Retasu portò il volto a pochi centimetri dal suo e lo baciò, incurante delle sue paure, improvvisamente dimentica di non sentirsi alla sua altezza. 
Ryou dischiuse immediatamente le labbra, dissetandosi e lasciandola dissetare. Il modo in cui entrambi si cercarono e si assaporarono, la naturalezza e l'intensità di quel bacio convinse entrambi di aver finalmente trovato un posto da chiamare casa. 
Un posto che sarebbe apparso ogni volta che i loro respiri si sarebbero intrecciati, consolidando le sue mura nel tempo. 
Retasu affondò le dita nei suoi capelli, attirandolo a sé. Sentì di appartenere a Ryou da sempre, mentre si abbandonava alla corrente impetuosa dei sentimenti. 
Piccoli brividi la scossero interamente, quando lui le mordicchiò il labbro. Spalancò gli occhi, come scottata. Per la prima volta, specchiandosi nei suoi di occhi, intravide una tempesta ben diversa da quella solita; non era più la sua tempesta interiore ad animarli, ma il desiderio che provava per lei. 
Sentì le palpebre inumidirsi, ma ricacciò le lacrime per non alterare la visuale che aveva del suo bellissimo viso. 
<< Sai perché ho letto il tuo diario? >> le sussurrò sulle labbra. 
Già, il diario. 
In quel momento unico non ebbe la forza per sentirsi arrabbiata, si limitò a scuotere la testa, in attesa di una spiegazione. 
<< Quando ti sei consegnata agli alieni e non hai fatto ritorno dalla prigione, ho sentito la necessità di cercare qualcosa di tuo. Prima ancora che potessi rendermene conto, stavo già leggendo il tuo diario... Hai una calligrafia discutibile, devo ammetterlo. >>
<< Ehy! >> Retasu sgranò gli occhi, fissandolo con meraviglia e indignazione. << Lo so che scrivo male, ma non era previsto che qualcuno leggesse-
Ryou le premette l'indice sulle labbra, zittendola di colpo.  Le rivolse un sorrisetto divertito, certo che fosse arrossita, e proseguì: << Davvero vuoi essere mia? >>
Eh?
Retasu sentì di andare letteralmente a fuoco e distolse lo sguardo. 
<< Non ci posso credere, hai letto quella parte! >> pigolò, desiderando di sotterrarsi nella sabbia.
Ryou la costrinse a guardarlo negli occhi, voltandole il mento. Lei si accorse che il suo sorrisetto divertito aveva lasciato il posto a un'espressione seria, addirittura severa. Sussultò, sentendo di avere nuovamente di fronte il Ryou che la metteva in soggezione. 
<< Davvero vuoi essere mia, Retasu? >>
Avvertì un calore improvviso e formicolante in tutto il corpo. Fu dolce e irresistibile. 
Chi l'avrebbe mai detto che Ryou era geloso di Pai?
Retasu si fece seria, sostenendo risoluta il suo sguardo. 
<< Voglio essere tua, così come sono sicura di amarti. Se non posso stare con te, preferisco stare da sola. >>
Se c'era una qualità che Ryou aveva attribuito sin da subito a Retasu, non appena era entrata a far parte della squadra Mew, era la sincerità. Quella ragazza era trasparente come l'acqua, i suoi occhi parlavano per lei, le emozioni che provava si riflettevano nei suoi gesti e nelle sue espressioni con naturalezza. Crederla capace di mentire sarebbe stato insensato, ma Ryou era una persona diffidente per natura, bisognosa di conferme e di solide certezze; non aveva potuto fare a meno di porle quella domanda, nonostante tutto. 
<< Lo giuro sulla mia stessa vita, Ryou, so quello che voglio. Certo, sono stata lenta a capirlo, ma meglio tardi che... mai? >>
Retasu riuscì a malapena a terminare la frase, perché Ryou la interruppe, baciandola. Subito lei non riuscì a stargli dietro, ma poco dopo lui si accorse di essere stato troppo irruento e si ammorbidì, consentendole di reagire. Lasciò che lei gli baciasse una guancia, poi l'altra, il mento, il naso, la fronte. Chiuse gli occhi, sotto l'effetto di quelle intime premure, finché Retasu non si interruppe. 
<< Non ci posso credere...hai letto il mio diario! Ti sei comportato da vero e proprio ficcanaso! >>
Ryou non si scompose minimamente, guardandola dritto negli occhi. << Anch'io non posso credere che tu abbia schiaffeggiato un alieno. >>
<< Cos- chi te lo ha detto? >>
<< Ho le mie fonti. >>
Be', a dire il vero ne ho schiaffeggiati due, ma è meglio se non glielo dico, non vorrei mi considerasse paz-
<< Te lo ha detto Zakuro!? >> sbottò Retasu, incredula. 
Ryou soffocò uno sbadiglio, facendo vagare lo sguardo all'orizzonte con finta aria distratta. 
<< Tu e Zakuro... Siamo sicuri che non sono morta la scorsa settimana e che questo non sia solo frutto della mia immaginazione? >>
Ryou ficcanaso e Zakuro pettegola facevano sicuramente parte di un universo parallelo.
<< Non dirlo neanche per scherzo. >>
Retasu socchiuse automaticamente gli occhi. Ryou le stava accarezzando la guancia e il collo, esercitando una pressione leggerissima con le dita. << Non scherzare più sulla tua presunta morte, per favore. >>
<< Scusa >>, mormorò lei, avvertendo un improvviso solletico. 
<< Altrimenti mi arrabbio e divento pericoloso! >>
Retasu cercò di coprirsi i fianchi per impedirgli di farle il solletico. << Per - favore - smettila! Giuro che - soffoco! >> riuscì ad articolare tra una risata e l'altra. 
Ryou posò le mani sulla sua schiena e l'attirò saldamente a sé, interrompendo quella sleale tortura. Lei rimase incatenata al suo sguardo, il respiro mozzo, prigioniera di quella stretta che li aveva resi dannatamente vicini.
Fisicamente immobile, emotivamente instabile come una trottola, Retasu rimase in balia di una crescente tensione che sentì riflettersi anche in Ryou, finché una voce proveniente da lontano li fece staccare immediatamente, nel timore che qualcuno potesse coglierli in flagrante. 
Si nascosero immediatamente dietro al tronco, spiando le tre figure materializzatesi sulla spiaggia. 
<< Tu sei malefica, ragazzina, lasciatelo dire! >>
<< Andiamo, è stato divertente! Erano anni che non ridevo così! >>
<< E c'era bisogno di far digiunare me e Touya per tutto il giorno? Guarda che la sirenetta non sarà tanto contenta di saperlo! >>
<< Sirenetta? >>  borbottò Retasu tra sé e sé.
<< Ma figurati, Kisshu! Mia sorella sapeva che saremmo tornati tardi, non si arrabbierà. Ripeterei l'esperienza anche adesso! >>
<< Visto, visto!? >>
<< Cosa!? Voi due non siete sani di mente!>>
<< Senti da che pulpito! >>
<< Oh, adesso taci, scimmia! È tutto il giorno che ti sento sghignazzare. Portiamo questo coso al campo e andiamo a mangiare. >>
Le voci di Kisshu, Purin e Touya si fecero indistinte alle orecchie di Retasu. I tre si erano allontanati troppo perché lei potesse sentirli. << Che cosa stanno dicendo? >> chiese a Ryou con urgenza. 
Il ragazzo rimase in silenzio per alcuni secondi, le orecchie tese, poi inarcò un sopracciglio con aria sospettosa. 
<< Mi spieghi cosa diavolo hanno in mente quei tre? >> 
Retasu assunse un'espressione preoccupata. << Purin voleva risollevare il morale a Minto e ha coinvolto Kisshu e mio fratello nella sua idea. Qualcosa non va? >>
Ryou sospirò, alzando gli occhi al cielo. << No, tranquilla. Adesso mi spiego la presenza di quel mostriciattolo che Kisshu aveva con sé, l'hai visto anche tu, no? >>
Retasu annuì. << Touya sembrava molto divertito, a giudicare dal suo tono di voce. Devo ammettere che Purin ha avuto una bella idea, ha reso felice mio fratello, e molto presto renderà felice anche Minto. >>
Per un po' rimasero in silenzio, ascoltando il respiro del mare.
<< Ma dove l'hanno trovato? >>
Retasu rise di fronte alla perplessità del ragazzo. << Lo scopriremo quando torneremo al campo. >> 
Uscì allo scoperto, intenzionata a seguire gli altri, ma Ryou la trattenne per il polso, costringendola a voltarsi su se stessa.  << Sicura di preferire la vista di un mostriciattolo a me? >> le sussurrò nell'orecchio. 
Retasu arrossì. Nascose il viso sulla sua spalla, cingendogli la schiena. << Pensavo non volessi restare più qui. >>
Ryou le sfiorò la nuca con le labbra e le circondò la schiena.  << Invece voglio. Ho perso troppo tempo senza di te. >> 
Retasu incrociò i suoi occhi e intravide il riflesso di un sentimento gemello del suo. 
La vita a cui non aveva saputo rinunciare l'aveva ripagata con il dono più prezioso.   
Sorrise a quel dono, sentendosi completa. << Va bene. Resto. >>
Mai avrebbe infranto quel giuramento. 
 


 
*****


 
 



Spazio dell'autrice
Eccomi, finalmente sono riuscita a pubblicare. Non so proprio cosa aspettarmi da questo capitolo finale, ma so che probabilmente la maggior parte di coloro che mi seguono saranno rimaste deluse. Mi dispiace per voi, tuttavia questo è il finale che avevo in mente sin dall'inizio :P
Ho voluto dare spazio a questa coppia scarsamente apprezzata - per cui ho un debole - con una long, visto che su di loro non ne ho trovata nemmeno una. Spero che l'esperimento sia riuscito e chiedo gentilmente che commenti del tipo: "Che schifo", "Odio questa coppia, ha rovinato tutto" non siano pubblicati, perché sarebbero inutili; se invece avete delle critiche che si riferiscono alla grammatica, allo stile, all'IC dei personaggi, alla trama e allo sviluppo della coppia, sappiate che quelle sono ben accette, mi servono! :D
Passiamo alla storia in sé, adesso. 
Devo confessarvi che entrare nella testa di Retasu, descrivere le sue azioni e le sue emozioni, non è stato affatto facile per me, perché abbiamo due modi completamente diversi di agire e pensare, però ho apprezzato questa sfida, mi è piaciuto iniziarla e portarla a termine. Spero di aver fatto un buon lavoro. 
Ci tengo a dire che questa "missione Retasu" è partita principalmente da Ryou. Lui mi somiglia, e io mi sono chiesta: "Che tipo di ragazza vorrei al mio fianco, se fossi un uomo, come dovrebbe essere?", e la risposta è stata Retasu. Ecco com'è nata White Waters.
Oddio... (o_O) lo so, tutto questo è molto inquietante... forse non avrei dovuto dirvelo... soprattutto perché anche il mio ragazzo sta leggendo la storia(è arrivato al capitolo 21, quindi mi restano su per giù cinque giorni di vita, salutatemi adesso finché potete)!
Nell'epilogo rivedremo Pai, sapremo cos'è successo tra lui e Retasu e scopriremo in che cosa ha consistito questa stramaledetta "Operazione Minto" (:D), di cui vi ho fornito un misero indizio con un "mostriciattolo" - per citare Ryou. 
ATTENZIONE, DIFFONDETE IL MESSAGGIO: mi è venuta in mente un'idea per ridare vita al fandom (ultimamente ho come l'impressione che sia morto). Vorrei indire un contest sul forum di EFP, spero che parteciperete! Come premio alla vincitrice assegnerò - oltre alla valutazione della storia partecipante - 10 recensioni premio; alla seconda classificata ne assegnerò 5, mentre alla terza 3; recensirò inoltre tutte le altre storie partecipanti. Se siete interessate, mandatemi un messaggio privato e aprirò il contest sul forum al raggiungimento di almeno 3 partecipanti. 

 
Dopo l'epilogo di White Waters mi limiterò ad aggiornare "Tu di che segno sei" e a pubblicare one-shot; con l'arrivo dell'estate il mio cervello si frigge e non riesco a scrivere delle long-fiction, quindi il mio sarà un lungo letargo :/
Detto questo, mi dileguo! Alla prossima :)
  
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