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Autore: DoctorWhovian    13/05/2015    1 recensioni
"Aprì gli occhi, quanto gli sarebbe mancata la luce di quel pianeta...e quegli occhi marroni così profondi che gli scrutavano dentro raschiando il fondo della sua anima."
Breve e significativa flashfic MasterxTenth.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Una fresca brezza spirava scompigliandogli i corti capelli castani ed arruffandogli il ciuffo che, seguendo gli sbalzi delle correnti d'aria, gli ricadeva sulla fronte. Seguendo con lo sguardo dal basso verso l'alto i fasci di luce che penetravano fra le verdi fronde degli alberi il Dottore volse lo sguardo al cielo e si passò, con quel suo tipico gesto che voleva dir tutto e non voleva dir niente, le mani fra i capelli socchiudendo lievemente le labbra sottili. Era l'ultimo giorno di maggio e lui era seduto sulla panchina di un parco, riparato all'ombra dal tepore della stagione, assorto in pensieri che non capiva, impegnato a far tacere voci che sentiva. Da un po' viaggiava da solo. Sospirò. Chissà chi sarebbe stata la prossima persona a varcare la soglia di quelle porte blu sbiadite, e chissà se l'avrebbe fatto con due piedi o tre. Avrebbe avuto il viso tondo? Le branchie? Il naso schiacciato? Sarebbe stata bionda? Forse rossa, chi lo sa. Come sarebbe stato?

Guardò alla sua destra: quegli occhi verdi come pochi, da lontano sembravano quasi scuri ma da vicino...inconfondibili. Dove prima il verde bottiglia della panchina veniva mutato a chiazze dalla luce del sole, ora, senza preannunciare il proprio arrivo, in silenzio, sedeva lui.

Voltò il viso dalla parte opposta, con gli occhi chiusi e le labbra ridotte a una fessura, toccandosi la spalla sinistra col mento.

 

*

 

“Non preoccuparti, sono solo di passaggio...” disse a testa bassa il Maestro con lo sguardo fisso a terra. Non si vedevano da tanto tempo, troppo tempo. Lo guardò, nonostante fosse il decimo era rimasto uguale, era bellissimo. Allungò incerto una mano verso di lui senza avere il coraggio di toccarlo, girò il polso volgendo il palmo tremante verso l'alto: stava svanendo, stava diventando un fantasma eppure era ancora così reale, concreto, tangibile...gli rimaneva poco tempo. Prese fiato e chiuse gli occhi umidi, afferrando con decisione il mento del Dottore e concedendosi un ultimo bacio. Le lacrime bollenti rigarono le sue guance fredde. “Sono stato uno stupido, non ho mai visto...io... Sei sempre stato il più forte dei due nonostante la vittima fossi tu.” Aprì gli occhi, quanto gli sarebbe mancata la luce di quel pianeta...e quegli occhi marroni così profondi che gli scrutavano dentro raschiando il fondo della sua anima. Nemici ed amici fin dall'inizio, si erano combattuti, si erano amati, si erano distrutti e sostenuti a vicenda. “Grazie.”

Si alzò dalla panchina, stava svanendo a mano a mano. I tamburi non se n'erano mai andati e ora lo stavano chiamando, il suo posto era con loro. Davanti a quei verdi occhi vuoti apparse del fumo, s'intravedevano delle fiamme. Erano immagini sbiadite, come un portale. Un ultimo sguardo all'uomo che l'aveva creato e l'aveva distrutto, con un sorriso sconvolto e rassegnato disse d'un fiato: “Sarà nuovo.” gettandosi nelle fiamme.

Stupido, soprattutto quando si sorprendeva a fare progetti.

 

 

...It was the end of May...

 

   
 
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