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Autore: Malefica5    16/05/2015    2 recensioni
La purezza della neve viene violata dal sacrilego rosso vivo del sangue quando si compie uno dei delitti più atroci che si possano immaginare.
Il fratricidio non dovrebbe far parte di nessun codice d'onore.
Neppure quello di Yasuo.
"Questa spada non diventa mai più leggera"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Yasuo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dove si trovava in quel momento?
Non lo sapeva.
Nevicava nel bosco e i suoi passi veloci lasciavano impronte riconoscibili sul manto bianco.
Sebbene fosse notte, la neve sembrava emanare una tenue luce propria e le rendeva visibili.
Troppo visibili.
D’altronde, chi lo stava seguendo non gli avrebbe permesso di far perdere le sue tracce, neppure se fosse diventato il vento stesso di cui si serviva per combattere.
 

Stava scappando?

No. 

Non aveva mai evitato nessun avversario prima d’ora, sebbene la sua lama si fosse bagnata del sangue di persone che non avrebbe voluto mai ferire.
Figurarsi uccidere.
Ma allora perché correva?
Forse affrontare proprio lui lo spaventava?
Gli alberi scheletrici si aprirono in un’ampia radura e immediatamente seppe cosa doveva fare.
Rallentò l'andatura, si portò all’estremità opposta dello spazio circolare libero dalla vegetazione e attese a occhi chiusi per concentrarsi, finché un suono leggerissimo di passi non catturò la sua attenzione.
Solo allora si girò e guardò nella direzione da cui era giunto il rumore felpato.
Yone, suo fratello maggiore, era più alto di lui e, a detta delle donne della loro città natale, molto più avvenente.
Da molto tempo non lo vedeva, tuttavia non faticò a riconoscerlo: il suo portamento elegante, il raffinato gusto nella scelta di un kimono nero dai ricami argentati e i capelli corvini accuratamente raccolti in una lunga coda alta erano elementi distintivi inconfondibili.
Era riuscito a trovarlo.
Era lì per ucciderlo.
E avrebbe fallito.
Proprio come tutti gli altri.

Gli sguardi dei due fratelli si incontrarono e, se qualche parola venne scambiata, presto fu sostituita dal clangore delle loro lame.
Nella radura silenziosa risuonava un rapido cozzare metallico e alcuni bagliori luminosi erano l’unico dettaglio che si potesse scorgere dei movimenti velocissimi degli sfidanti.
Yone era sempre stato il modello da emulare, il suo primo maestro di vita.
Il modo in cui aveva sempre provato ad allontanarsi da lui era stato un tentativo di superarlo in qualcosa, fosse anche una sola stupida inezia.
Non ci era mai riuscito e, sebbene si fosse applicato anima e corpo per perfezionare la tecnica della spada, suo fratello era ancora più abile di lui.
Ma questa volta non avrebbe perso. Neppure la più invalicabile delle barriere lo avrebbe ostacolato: lui era il vento che correva verso la Giustizia.
Un vento implacabile.

La neve si era tinta di cremisi e lui stringeva in mano un foglio ingiallito e accartocciato, macchiato di sangue fresco.
Continuava a fissarlo anche se lo conosceva bene: il carattere scritto sopra di esso con un inchiostro nero ormai sbiadito era stato egli stesso a vergarlo, molti anni prima.
Yone lo aveva tenuto con sé per tutto quel tempo?
E perché glielo aveva restituito proprio adesso?
Piegò la pergamena e la assicurò alla cintura, poi prese un panno che passò sulla lama della sua katana e si impregnò di rosso.
Rinfoderò la spada e si allontanò, lasciandosi alle spalle quella radura su cui grossi fiocchi di neve continuavano a cadere placidamente e a ricoprire il luogo in cui aveva sepolto suo fratello, identificabile solo grazie alla spada che una volta gli era appartenuta e che adesso era conficcata nel terreno a vegliare sul suo padrone.
Dietro le nubi immacolate, il sole stava sorgendo.

Yasuo non aveva tempo per le lacrime adesso, aveva fatto ciò che doveva, ciò che era giusto.
Avrebbe dimostrato che tutto quel sangue era stato versato invano, in un modo o nell’altro.
Non era mai stato bravo con gli haiku, le brevi poesie che, bene o male, ogni abitante di Ionia aveva provato a comporre almeno una volta nella vita, tuttavia gli affiorarono alla mente alcuni versi freddi e pieni di amarezza:

Candore muto
Del gelido inverno.
Ingrata tomba. 

Dalla testa non riusciva a togliersi il carattere ionico disegnato con la pessima calligrafia di ragazzino quando era ancora solo un allievo della scuola di arti marziali.
Si chiedeva se conoscesse veramente il significato di quella parola.
“Onore”.

 

 

Salve a tutti!
Rieccomi con una fanfic su LOL! Questa oneshot è pensata per essere una sorta di pilota per una fanfic su Yasuo leggermente più estesa. Se vi è piaciuta e volete saperne di più, rimanete sintonizzati!
Cya!^^
  
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