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Autore: eugeal    16/05/2015    0 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Roger di Barret tornò indietro lungo il corridoio che aveva appena percorso, ribollendo di rabbia. Gisborne era riuscito a ingannarlo e a far perdere le sue tracce, ma non sarebbe riuscito a sfuggirgli ancora per molto e allora per lui sarebbe stata la fine.
Barret notò il passaggio laterale seminascosto nelle ombre del corridoio e fece cenno ai suoi uomini di seguirlo in quella direzione. Ora capiva benissimo come avesse fatto Gisborne a scappare, ma Barret era certo che lo avrebbe ripreso presto. Il suo rivale era ferito e debole, non aveva la minima possibilità contro di lui, anzi Barret era sorpreso che avesse ancora la volontà di provare a evitare il proprio destino.
Il corridoio che avevano imboccato terminava davanti a una porta e Roger la spalancò di colpo con un calcio. Lui e i suoi uomini varcarono la soglia e si ritrovarono nelle cucine, completamente deserte tranne che per l'uomo vestito di nero che era fermo ad aspettarli all'estremità opposta della grande stanza e che puntava un arco contro di loro.
Barret si fermò, lasciando che due dei soldati si mettessero davanti a lui con gli scudi alzati e si chiese che intenzioni avesse Gisborne: non poteva davvero sperare di riuscire ad abbattere con arco e frecce sei uomini prima di essere raggiunto e ucciso. Probabilmente era la disperazione a farlo agire in quel modo: non aveva più la forza di scappare e allora tentava di combattere fino alla fine.
L'unica cosa che sconcertava Barret era lo sguardo del suo rivale: negli occhi di Gisborne non vedeva la disperazione di un uomo con le spalle al muro, ma poteva leggervi un certo divertimento.
Quello sguardo lo sconcertava: era stato certo di aver spezzato il suo nemico, di averlo distrutto, eppure Guy di Gisborne rifiutava ostinatamente di morire e continuava a combattere anche quando non poteva avere alcuna speranza di sopravvivere.
Guy lasciò partire la freccia, mirando al di sopra delle teste di Barret e dei suoi uomini. Colpì in pieno la pentola di terracotta che aveva appeso in alto con l'aiuto dello sguattero e il recipiente esplose, riversando il liquido bollente sui sei uomini.
Guy approfittò della loro sorpresa per scagliare altre frecce e riuscì a colpire due degli uomini di Barret prima di essere costretto a fuggire di nuovo.
Roger di Barret gridò di dolore nel sentire gli schizzi bollenti sulla pelle del viso, ma si riprese in fretta, invaso da una furia selvaggia. Le ustioni gli avrebbero sicuramente lasciato cicatrici profonde sulla faccia, lo sapeva, ma non aveva più importanza, ormai l'unica cosa che contava era riuscire a catturare Guy di Gisborne e ucciderlo nel modo più atroce possibile.
Spostò con un calcio il corpo di uno dei soldati caduti e guardò i superstiti: tutti e tre si lamentavano per il dolore, ma uno di loro si era accasciato a terra con le mani sugli occhi, accecato dal liquido bollente. Barret sfoderò la spada e lo trapassò da parte a parte senza il minimo rimorso, poi si rivolse agli altri due.
- Se non volete fare la stessa fine, prendete Gisborne. Vivo. Lo voglio vivo.

Robin Hood si chinò sul corpo di un soldato steso a terra con un pugnale conficcato nel petto.
Era uno degli uomini di Barret ed era morto, constatò, segno che Gisborne stava continuando a lottare per sopravvivere.
Lanciò uno sguardo a Marian, cogliendo l'angoscia sul suo volto, ma non riuscì a dirle nemmeno una parola di conforto.
La scelta della ragazza lo aveva ferito, era inutile negarlo, e aveva lasciato dentro di lui un groviglio di sentimenti confusi e contrastanti che faticava a districare.
Pensare che Marian si fosse innamorata di Gisborne riaccendeva in Robin l'antico odio per il rivale, ma il fuorilegge non riusciva a separare quel sentimento dalla pietà che si era trovato a provare per lui dopo aver visto quanto le torture di Barret lo avevano spezzato e da una certa ammirazione nel ripensare al coraggio che aveva dimostrato per salvare Allan e che stava tuttora usando per resistere a Barret e difendere Nottingham.
Robin osservò anche Allan e Djaq, notando la preoccupazione sui loro volti e solo in quel momento si rese conto che in qualche modo il cavaliere nero era riuscito a ottenere il loro appoggio.
Forse era per quel motivo che Robin aveva chiesto proprio a loro di seguirlo, mandando invece gli altri a proteggere lo sceriffo: si era circondato di persone che in un modo o nell'altro tenevano a Gisborne per evitare che il risentimento che provava per lui a causa di Marian potesse influenzare le sue azioni.
Individuò e percorse il passaggio laterale che portava fino alle cucine. Non sapeva perché, ma era sicuro che quella fosse la direzione scelta da Gisborne e la sua intuizione fu confermata nel trovare i tre uomini di Barret accasciati a terra senza vita.
Robin notò le frecce e i cocci della pentola e si trovò a sogghignare tra sé: quello era un trucco che avrebbe potuto utilizzare lui stesso e fu costretto ad ammettere che forse lui e Gisborne avevano più cose in comune di quanto non gli piacesse pensare.
Si ritrovò suo malgrado a pensare alla domanda espressa da Gisborne qualche tempo prima: sarebbe stato poi così terribile per loro essere fratelli? Allora gli era sembrata un'ipotesi talmente assurda da non essere degna di considerazione, ma ormai non era più certo della risposta che avrebbe dato.

Allan notò l'espressione tesa di Marian e le sorrise per incoraggiarla.
- Ehi, Giz non si lascerà uccidere da Barret tanto facilmente. Lo sai, no? È già tornato dalla morte una volta per te. E se gli hai detto che non hai sposato Robin Hood, - le disse a bassa voce, badando a non farsi sentire dal fuorilegge - puoi stare certa che non si arrenderà.
Marian rispose al suo sorriso, grata per quelle parole e Allan notò un lampo malizioso e divertito nello sguardo della ragazza.
- Va bene, glielo hai detto. E sarei molto curioso di sapere come, ma suppongo che non siano affari miei. - Disse Allan sogghignando, poi tornò a prestare attenzione al luogo in cui erano arrivati una volta usciti dalle cucine: avevano percorso altri corridoi fino a raggiungere il portico che si affacciava sul cortile del castello.
Robin fece cenno di fermarsi e gli altri tre obbedirono, avvicinandosi a lui con cautela.
- Cosa c'è? - Chiese Djaq e Robin accennò alla gente radunata nel cortile.
- Cosa fanno lì? - Chiese Marian, perplessa.
- Di solito accorrono così numerosi solo quando c'è un'esecuzione. - Disse Allan, ugualmente stupito.
Robin notò che le persone che si erano raccolte nel cortile del castello sembravano allo stesso tempo curiose e spaventate e che molte di loro stavano pregando.
- Devono aver sentito del ritorno di Gisborne dalla morte. Probabilmente sono venuti a vedere se è vero.
- Ma non gli faranno nulla di male, vero? - Chiese Allan, nervosamente. - Vedranno subito che non è davvero morto, no?
Gli altri tre si scambiarono un'occhiata dubbiosa: Allan non era stato presente in quel momento, ma loro avevano assistito personalmente alla reazione dei contadini di Locksley quando Guy aveva interrotto il matrimonio. La maggior parte di loro lo aveva scambiato per un demonio tornato dall'inferno e quasi tutti erano stati terrorizzati da lui. Chi poteva prevedere le reazioni di una folla spaventata?
- Meglio trovarlo il prima possibile. - Disse Djaq.

Roger di Barret ringhiò un ordine agli ultimi due uomini che erano rimasti con lui.
- Cercatelo! Dovete trovarlo!
I soldati stavano controllando ogni stanza e ogni passaggio, ma Guy di Gisborne sembrava essersi volatilizzato e Barret diventava sempre più furioso.
Della sua compagnia di soldati fedeli non erano rimasti che quei due, gli altri erano stati tutti uccisi o catturati da Gisborne o dalla banda dei fuorilegge di Robin Hood, ma ormai non aveva più importanza.
Il suo piano di prendere il potere era fallito, il suo viso sarebbe rimasto segnato a vita dalle ustioni e la ragazza, Marian, gli era scivolata via tra le dita un attimo prima di poterla rendere sua, ma nulla, niente al mondo avrebbe potuto togliergli la sua vendetta.
Guy di Gisborne aveva distrutto tutto e lui lo avrebbe annientato. Non importava il prezzo da pagare.
Barret notò la gente radunata nel cortile e imprecò nel vedere che i cancelli erano stati aperti, dando la possibilità a Gisborne di fuggire dal castello.
Il solo pensiero che il suo nemico potesse sfuggirgli lo rendeva folle di rabbia.
Comandò ai suoi uomini di aprire il portone e si precipitò giù per le scale, afferrando per i capelli una delle donne di Nottingham e trascinandola di peso sulla piattaforma della forca. Gli altri due soldati fecero lo stesso, prendendo in ostaggio un'altra donna e un ragazzino.
- Gisborne! - Gridò Barret, strattonando la donna. - Ci tieni così tanto a proteggere Nottingham?! Vediamo se è vero! Inizia a salvare i suoi abitanti! Fatti vedere e arrenditi oppure li ucciderò uno a uno.

   
 
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