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Autore: Samidare    19/05/2015    5 recensioni
Ma è vero che con un bacio le labbra diventano più turgide e rosse? Naruto ha deciso di scoprirlo. 2000 parole.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Indagini di primavera

Indagini di primavera

di Samidare


Era un tiepido giorno di primavera, il vento frusciava nell'erba che la notte aveva lasciato umida mentre il sole si nascondeva schivo tra le nuvole dense e pallide.
L'edificio principale dell'istituto era un vecchio fabbricato imponente coi mattoni a vista; piuttosto decadente, ma comunque poetico con la sua aria massiccia e i davanzali che si protrudevano sbeccati. Avvalendosi della sua posizione centrale dominava completamente il cortile, lasciando in ombra il misero campo da pallavolo-calcio-basket di cui disponeva la scuola e il vecchio capannone da cui era stata ricavata la palestra, ormai ricoperto da graffiti colorati.
Uno sonoro e prolungato fischio interruppe per un attimo il frastuono che veniva dal campetto, dove due terze stavano disputando svogliatamente una partita d'allenamento.
«Eddai Prof, non l'ho nemmeno toccato!» si lamentò un ragazzo gesticolando, inaugurando un alterco che sarebbe proseguito nei quindici minuti successivi.
Sasuke Uchiha non ne resistette tre.
Picchiettò le scarpe da pallone sul cemento screpolato del campetto e fece ruotare il collo in un accenno di stretching, dirigendosi in seguito verso il muretto scrostato dove parte delle riserve sedeva in attesa.
«Dove sono tutti?» domandò il ragazzo, più per dovere di conversazione che per reale interesse: durante le due ore di ginnastica la classe tendeva a disperdersi – a eccezione dei pochi che partecipavano alle partite di calcetto.
Shikamaru fece un lieve gesto con le spalle, mosso dal desiderio di dimostrare di non essersi addormentato più che da quello di essere d'aiuto, steso com'era sul quel morbido tappeto vegetale a godersi il sole ad occhi chiusi. Fu Ino a rispondere, battendo Sakura in velocità.
«Ho visto un po' di gente nel prato dietro la scuola, gli altri saranno come al solito sui cuscini.» rispose squillante, riservando un leggero tono di rimprovero a quei compagni scansafatiche che non prendevano seriamente una materia come l'educazione fisica (e l'occasione di poter rimirare Sasuke che sudava dietro un pallone).
Lui le rivolse un cenno per chiarire che aveva inteso, poi chiamò il ragazzo che le sedeva di fianco.
«Mi sostituiresti, Shino? Ho bisogno di un po' d'acqua.»
Il compagno interpellato emerse dal suo smartphone e gli lanciò un'occhiata scocciata.
«Torno in una decina di minuti.» aggiunse allora Sasuke, ottenendo infine un assenso. Non che l'eventualità di un rifiuto costituisse un problema, se ne sarebbe andato in ogni caso, quella partita era davvero insostenibile e la sua squadra era in vantaggio di tredici reti... Avrebbero potuto vincere di misura anche con un uomo in meno.
Si congedò, ottenendo uno sguardo di disapprovazione dalle ragazze, e si diresse verso la palestra risalendo la pedana per disabili che era stata installata l'anno precedente, ritrovandosi nel corridoio che portava ai laboratori di scienze. Il vociare che proveniva dall'esterno si ovattò nel secondo in cui la porta si chiuse dietro di lui, liberando il suo cervello da quel ronzio fastidioso. Con le dita si pinzò la maglia zuppa di sudore incollata al torace snello, valutando l'idea di cambiarsi immediatamente approfittando di quei venti minuti in eccedenza per evitare il caos degli ultimi cinque.
Per accedere agli spogliatoi dovette attraversare la saletta in cui erano custoditi i “cuscini” cui aveva accennato Ino, materassi da caduta per il salto in alto: Sasuke cercò di ricordare l'ultima volta che erano stati usati propriamente, ma non ci riuscì. Sì, “propriamente”, perché invece per l'uso improprio erano davvero gettonati: passando notò Sai che se ne stava sdraiato a pancia in sotto con il naso quasi dentro il proprio tablet, mentre scrollava annoiato qualche articolo (o forse un libro).
Registrò che quel giorno la saletta sembrava meno affollata del solito, complici probabilmente i primi soli primaverili che attiravano il grosso delle persone sopra il prato trascurato sul retro dell'edificio principale; poi tirò dritto verso gli spogliatoi.
Una volta dentro si diresse come un falco sul proprio borsone, alla ricerca del suo asciugamano (che aveva ripiegato proprio sopra il cambio, seguendo la logica dell'ordine di utilizzo); ma, subito prima che potesse toccarne la zip, un rumore improvviso lo raggiunse dal bagno attirando la sua attenzione.
Cosa diamine stava facendo Naruto?
Sasuke si avvicinò all'ingresso dei servizi, inconsciamente silenzioso, per osservare il compagno di classe e la sua strana attività. Quest'ultimo, infatti, se ne stava appollaiato sul lavandino e si protendeva verso lo specchio, fissando con uno sguardo che probabilmente voleva essere sensuale il suo stesso riflesso e mordendosi lascivamente le labbra. Ma che diavolo..?
Quella strana scena rese Sasuke incapace di parlare, lasciandogli però il fiato necessario ad annunciare la propria presenza con un colpo di tosse: il suo sguardo scettico e le sopracciglia aggrottate fecero il resto, ponendo la domanda al posto suo.
Naruto saltò in piedi come se il lavandino fosse improvvisamente diventato incandescente e si voltò verso di lui balbettando.
«Non è come sembra.» biascicò, assumendo gradualmente una tonalità melanzana.
«In realtà non ho idea di cosa sembrasse.» commentò Sasuke, sinceramente interessato alle spiegazioni di quel redivivo Narciso.
«Ecco,» spiegò Naruto «in realtà si tratta di una ricerca.»
«Una ricerca.» ripeté Sasuke diffidente. E questo idiota sarebbe il mio compagno di banco?
«Beh, non proprio. Cioè, non è, tipo, una cosa che mi hanno dato da fare a scuola...»
«Non mi dire...»
«Si tratta di una cosa che ha detto Sai.»
Naruto ricevette in risposta un sopracciglio inarcato e si sentì in dovere di spiegarsi meglio.
«Eravamo di là sui cuscini» Materassi da caduta, sottolineò il cervello di Sasuke, stizzito. «e lui stava leggendo uno di quei suoi libri, ad un certo punto alza la testa e mi chiede “Ma è vero che se baci a lungo una persona le sue labbra diventano più gonfie e rosse?”, hai presente: le sue solite domande inquietanti che vengono dal nulla...»
«E tu» ribatté Sasuke, incredulo «hai pensato che venire in bagno a pomiciare con te stesso fosse una buon modo per scoprirlo?»
Naruto si lasciò sfuggire una risata nervosa.
«Messa così sembro un idiota, in effetti.» disse passandosi una mano sui capelli, e aggiunse candidamente «Ma mi aveva incuriosito.»
L'altro l'accolse nel silenzio, lasciando trascorrere una decina di secondi prima di rispondere.
«Se tu decidessi di lasciarti incuriosire da tutte le domande di Sai saremmo a posto.»
«Beh,» il ragazzo cercò di giustificarsi «potrebbe avere aggiunto: “Hai ragione, come puoi saperlo, avrei dovuto chiederlo direttamente a Sasuke.”. Penso di essermi sentito in competizione.»
Il sudore sulla maglia di Sasuke aveva lentamente cominciando ad asciugarsi e lui iniziava ad essere scosso da brividi di freddo: in fondo non era poi così caldo, per essere primavera.
Regalò a Naruto un sorriso ironico piegando le labbra in modo innaturale.
«E che risultati hai ottenuto?» chiese, senza dimenticare una punta di sarcasmo.
«Leggenda metropolitana.» sentenziò l'altro con sicurezza.
Sasuke socchiuse impercettibilmente la bocca, indeciso su cosa rispondere. Generalmente preferiva starsene sulle sue e tenersi il più possibile fuori da qualsiasi discorso, ma Naruto lo stava in qualche modo intrattenendo.
«Mh, in realtà credo che, tecnicamente, dovrebbero arrossarsi e ingrossarsi, sì.» ammise.
Il compagno gli lanciò un'occhiata di sfida.
«Lo credi o lo sai?»
«Non sono affari tuoi.» rispose l'altro «Ma fidati, è così.»
Naruto tornò a sedersi sul lavandino, stavolta dando le spalle allo specchio, e iniziò a grattarsi il mento, pensieroso. «Ma quindi dov'è che sbaglio?» domandò, più a se stesso che al suo interlocutore.
Sasuke lo accolse con un'alzata di spalle. «È una domanda che non relegherei solo ai baci, nel tuo caso.» Venne ignorato.
«Ci sono! Guarda un secondo.» ordinò Naruto, agendo senza lasciare a Sasuke il tempo di controbattere: si passò la lingua sul labbro inferiore un paio di volte e cominciò a grattarlo delicatamente con gli incisivi superiori, continuando per una manciata di secondi. Sasuke percepì un inspiegabile e tremendo imbarazzo, osservando la scena. Probabilmente provava imbarazzo per il modo in cui l'altro si stava rendendo ridicolo.
«Allora, che ne pensi?» chiese, per poi voltarsi a controllare nello specchio se stavolta il processo aveva sortito l'effetto sperato. Il suo riflesso lo deluse. «Non ti viene in mente nessuna dritta da darmi?»
«Fai sul serio?» commentò Sasuke, esterrefatto.
L'altro gli rivolse uno sguardo speranzoso.
«E va bene.» cedette il primo, incapace di spiegarsi quella resa.
Si lanciò un'occhiata intorno, circospetto, raggiunse la porta del bagno e la chiuse.
Sospirò. «Per cominciare, il modo in cui mordi: non devi passarci i denti spingendo, devi fare in modo che... si aggrappino e tirino, tipo.»
Subito Naruto mise in pratica il consiglio, cercando di seguire correttamente le istruzioni.
«No, no, non così.» fu subito interrotto «È più una cosa... I denti devono catturare le labbra, ecco. Una cosa così.» concluse Sasuke, poi umettò le labbra a sua volta e fornì un esempio pratico.
Il suo compagno non gli stacco di dosso quei trasparenti occhi azzurri neanche un secondo, perso in quei movimenti precisi e... sensuali. Sentiva come un calore sulla pancia.
Le gote pallide di Sasuke si colorarono appena, mentre procedeva nella sua dimostrazione.
Appena ebbe finito si portò una mano alla bocca, come pentito di aver dato mostra di sé: in effetti non era una cosa molto da lui. Ma sostenne lo sguardo dell'altro e comunicò: «Spero ti sia bastato, non ho intenzione di farlo di nuovo.»
Naruto lo osservò diffidente, riducendo gli occhi a due fessure e sfoggiando la sua solita faccia da idiota. «Ma le labbra non si sono arrossate, dattebayo.» constatò.
Sasuke si avvicinò allo specchio, colto di sorpresa.
«Hai ragione.» ammise.
«Allora devi farmelo vedere un'altra volta.» pretese l'altro.
Venne accolto da un sonoro sbuffare.
«Solo un'altra volta.» sottolineò Sasuke, seccato «Credo di aver capito il problema: vanno anche succhiate un po', penso che sia fondamentale.» spiegò.
«Pensavo sapessi quello che facevi.»
«So come si bacia, dobe, ma non è che quando uno si trova in una situazione del genere se ne sta lì a ragionare su che cos'è che rende le labbra gonfie.»
«Ah no? E a cosa pensa uno tutto quel tempo, allora?»
Sasuke si spalmò una mano sulla faccia, esasperato.
«Un giorno lo saprai.» gli augurò, sentendosi suo padre.
Chiuse gli occhi, iniziando a desiderare di lasciarsi quella storia alle spalle il prima possibile, e si convinse che non c'erano teste vuote e bionde di fronte a lui che lo stavano fissando; poi aspirò il labbro inferiore nella bocca, rilasciandolo lentamente attraverso piccoli morsi. Si occupò allo stesso modo del superiore e poi leccò senza parsimonia entrambe, rendendole lisce e scivolose.
Quando riaprì gli occhi, Naruto lo stava fissando avido.
«Hai ragione!» mormorò eccitato «Un po' mi sembrano cambiate, ora!»
«Amen.» commentò Sasuke sollevato. «Non mi sarei prestato a questa cosa un'altra volta.»
«Grazie.» disse Naruto in un sorriso tutto denti, un sorriso di quelli solari che solo lui era in grado di fare, di quelli che scaldavano davvero. Perfino Sasuke.
«P-prego.» l'altro si sentiva un po' a disagio «Comunque non è che puoi aspettarti miracoli se lo fai da solo, alla fine per farlo bene ti servono due fila di denti e due labbra libere, se lo fai su te stesso non è la stessa cosa.» chiarì.
«Logico.» concordò l'altro, mentre prendeva mentalmente appunti. «Posso riprovarci io, adesso? Così mi dici se va bene.»
Sasuke lanciò un'occhiata stanca all'orologio. «Dovremmo avere altri cinque minuti, al massimo. Se ti dai una mossa.»
I capelli dorati si mossero su e giù seguendo il movimento della testa che annuiva, poi si spostarono in avanti verso di lui, mentre Naruto premeva la bocca contro quella del suo compagno di banco. Sasuke spalancò gli occhi dalla sorpresa, la bocca socchiusa e il desiderio di prenderlo a pugni non appena si fosse staccato. Stava per scansarlo, davvero, quando notò come le palpebre ambrate di lui, percorse da una fila sottile di ciglia bionde che catturavano la luce, fossero chiuse in quell'espressione che assumeva quand'era concentrato... E come il suo viso sembrasse piacevolmente rilassato, perso chissà dove. Sasuke avvertì il proprio viso andare in fiamme, mentre l'altro perpetuava quel bacio nella più totale naturalezza, seguendo alla lettera tutte le istruzioni che aveva ricevuto.
Inumidire. Catturare. Succhiare. Mordicchiare. Leccare.
Infilare la lingua. No, questo Sasuke non glielo aveva insegnato di certo.
Però non lo stava facendo così male, se solo si fosse inclinato solo un po' più sulla destra... Sì, ecco, così. E i morsi sarebbero dovuti essere un po' meno ampi, forse era il caso di farglielo capire rispondendo un po' al bacio. Non stava andando male, in fondo.
Sasuke iniziò a percepire brividi bollenti che partivano dal suo stomaco e raggiungevano tutte le zone del suo corpo: era una cosa sconveniente, doveva porle fine. Però in fondo era piacevole, forse un altro po' avrebbe potuto anche crogiolarsi in quella sensazione. Tanto una volta staccati avrebbe potuto dare a Naruto la colpa di tutto e uscirne pulito.
Meglio del calcetto, indubbiamente.
Un suono secco annunciò che la porta era stata aperta, ottenendo la separazione immediata dei due. Sai li fissava, fermo sulla soglia, incapace di rendersi conto che la situazione era imbarazzante e di provare da solo l'impulso a richiudere la porta e concedere ai due amici della privacy.
«Gli altri stanno arrivando.» comunicò.
«Gr-grazie, Sai.» rispose Naruto balbettando, passandosi il dorso della mano sulla bocca per eliminare l'eccesso di saliva. Sasuke notò che l'altro era diventato paonazzo, sembrava davvero imbarazzato: al confronto lui stava mantenendo un buon controllo.
Gli occhi di Sai guizzarono veloci da una bocca all'altra, poi sul suo viso si dipinse un sorriso inquietante (che forse voleva essere riconoscente). «Ah, allora è vero che si arrossano.» osservò interessato, e se ne andò senza un'altra parola abbandonandoli lì.
La porta si richiuse con un tonfo dietro di lui e i due ruotarono la testa l'uno verso l'altro, fissandosi increduli. Le labbra di Sasuke erano davvero gonfie e rosse, in effetti, osservò Naruto. Molto più delle proprie, comunque... Doveva essere anche una questione di pelle delicata, immaginò. Incrociò lo sguardo dell'altro e temette che sarebbe stato preso a pugni.
«T-tu hai detto che per farlo bene andava fatto su qualcun altro, allora ho pensato che intendessi...» tentò di giustificarsi, ma Sasuke lo interruppe con un cenno.
«Okay, va bene. Non preoccuparti.» lo rassicurò, poi lo lasciò lì come un idiota e rientrò nello spogliatoio.
Naruto restò a fissare la porta chiusa per qualche secondo, poi il ronzio delle voci dei compagni riempì l'aria sempre più, riportandolo alla realtà: i ragazzi si stavano riversando nella stanza attigua.
Okay, va bene!? Naruto era incredulo. «Perché non mi ha tirato un cazzotto...?»
Si sentì avvampare e decise di chiudersi in uno dei cubicoli del bagno per evitare i suoi amici, almeno fino a quando non avesse ritrovato la calma. Oltre il muro sottile di cartongesso qualcuno chiese a Sasuke dove diavolo fosse finito per tutto quel tempo: Naruto deglutì piano, tendendo l'orecchio per ascoltare la risposta a quella domanda.
«Da nessuna parte. Dovevo finire una ricerca.»

   
 
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