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Autore: Ciulla    20/05/2015    3 recensioni
Raccolta di 10 drabble comico/demenziali/non-sense! Tutte 100 parole esatte secondo il contatore word :D
1 Twister
2 Scherzi telefonici
3 Il Mustang di Schrodinger
4 Perdere la... Testa
5 La regina di Alex Luois Armostrong
6 Oca sconfitta
7 Humor nero
8 Mustang è l'assassino
9 Un fratello vale l'altro
10 Sì, lo voglio
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Louis Armostrong, Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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TWISTER


“Alphonse, piede destro sul rosso!”
Contorcendosi sul pavimento l’armatura raggiunse la posizione richiesta, rischiando di far perdere l’equilibrio a Winry.
Girando nuovamente la ruota, un divertito Mustang li osservava pacificamente.
“Winry, mano sinistra sul blu!”
La giovane Rockbell sospirò di sollievo, riuscendo finalmente ad avvicinare il suo braccio al resto del corpo e a stabilizzarsi un po’.
“Acciaio, mano destra sul verde!”
“Ma come faccio? C’è questo colosso di mezzo!” gemette Edward indicando Al. Poi improvvisamente gli venne un’idea.
CRAC!
La mano destra di Edward giaceva ora sul verde.
Winry sbiancò. “IDIOTA! CHE COSA HAI FATTO AL MIO PREZIOSO AUTOMAIL?”

 



SCHERZI TELEFONICI


Il telefono suonava insistentemente ed Edward, disturbato nel sonno, rispose controvoglia.
“Pronto?”
“Parlo con l’alchimista Edward Elric? Ho importanti informazioni riguardo alla pietra filosofale.”
L’attenzione del ragazzo si accese subito. “Sì? Mi dica.”
“Ho scoperto una cosa che le sarà molto utile...”
L’alchimista stentava a contenere l’eccitazione. “Sono tutt’orecchi...”
“È un’informazione di importanza vitale... La pietra filosofale...” pausa d’effetto.. “È rossa.”
Edward impallidì, mentre all’altro capo della cornetta si sentivano diverse risate ed una voce familiare: “Colonnello, lei non è capace di fare scherzi telefonici. Dia a me, le faccio vedere lo scherzo telefonico tramandato per generazioni nella famiglia Armstrong...”
 




IL MUSTANG DI SCHRODINGER


“Fratellone... Perché abbiamo chiuso Mustang in una scatola mentre dormiva?”
“Voglio compiacermi nell’illusione che sia morto.”
Alphonse era perplesso. “Ancora non capisco.”
Edward ghignò. “Vedi, ho letto in un trattato di fisica antica che un certo Schrodinger aveva supposto che, chiudendo un gatto in una scatola, se riaprendo la scatola il gatto potrebbe essere sia vivo che morto allora mentre la scatola è chiusa, poiché non abbiamo percezione di lui, è contemporaneamente sia vivo che morto.”
“Okay... Ma se basta non avere percezione di lui, non bastava che Mustang fosse chiuso in casa? Perché la scatola?”
Ed sorrise. “Piccolo sfizio.”





PERDERE LA... TESTA


“Al!” Edward correva trafelato verso il fratellino. “Al presto! Nascondimi subito! È una questione di vita o di morte!”
Pronto ad assecondare le follie del fratello l’armatura si tolse la testa facendo infilare il maggiore dentro di sé. “Che cosa hai combinato questa volta?”
La voce di Edward gli giunse soffusa. “Volevo confermare una mia teoria e... Ho rubato una cosa a Mustang.”
Al non fece in tempo a chiedergli che cosa gli avesse rubato che il colonnello si avvicinò a lui, indignato, furioso e... Pelato. Cominciò a percuoterlo violentemente. “ACCIAIO! Lo so che sei lì dentro! RIDAMMI IL PARRUCCHINO!”
 



 
LA REGINA DI ALEX LUOIS ARMSTRONG


“Adesso ti mostrerò la tecnica tramandata per generazioni nella famiglia Armstrong!”
Tutti i presenti si voltarono incuriositi verso il maggiore Armstrong mentre questi eseguiva un fluido movimento con la mano.
“D’accordo...” Rispose Edward irritato, eseguendo pigramente un movimento simile.
“Adesso ti mostrerò la tecnica tramandata per generazioni nella famiglia Armstrong!” Urlò ancora più forte il maggiore dopo qualche minuto. Edward sbuffò sonoramente, la pazienza al limite.
Dopo qualche istante la situazione si ripresentò: “Adesso ti mostrerò la tec...”
“Maggiore Armstrong!” Lo interruppe Edward scocciato battendo un pugno sulla scacchiera. “Deve per forza ripeterlo ogni volta che muove quella dannata regina?”
 



 
OCA SCONFITTA


Il gioco dell’oca non era granché divertente, ma il colonnello l’aveva sfidato ed Edward non si tirava mai indietro.
Mustang era il più vicino all’arrivo, ma il giovane alchimista lo stava ormai raggiungendo. Roy lanciò i dadi, alzando gli occhi al cielo in una muta preghiera al fato. Gli serviva un sette.
Come a volerlo prendere in giro, i dadi formarono un sei.
Imprecando, il colonnello mosse la pedina passando poi i dadi ad Edward, che li tirò e fece undici.
Ghignando, il biondo esultò. “Hai perso!”
Per tutta risposta Mustang schioccò le dita, incendiando il tabellone. “Ah sì? Dimostralo..”
 


 
 
HUMOR NERO


“Cosa leggi fratellone?”
Edward era concentrato su un foglio di carta che non riusciva a capire. “Sto cercando di interpretare gli appunti del dottor Marcoh, ma c’è una parte che mi è oscura.”
“Fammi leggere” rispose Alphonse.
‘Quante persone servono per cambiare una lampadina? Cento milioni e uno: uno la cambia, gli altri cento milioni muoiono perché qualcuno sta creando una pietra filosofale.’
Alphonse si grattò la testa. “Non saprei fratellone.” Ammise. “Forse è un codice per rivelarci che gli ingredienti essenziali della pietra sono... Non saprei... Le lampadine?”
Edward sorrise. “Probabile! Certo che poteva essere un po’ più esplicito...”

 



MUSTANG È L’ASSASSINO


Edward arrivò alla piazzetta centrale, e tutti i presenti gemettero: se avesse indovinato assassino, luogo e arma la partita a cluedo sarebbe finita e lui avrebbe rinfacciato loro la sconfitta per settimane.
“Per me è stato il colonnello Mustang nella galleria con l’alchimia.”
Winry lo guardò perplessa. “Ed... Non c’è un personaggio chiamato Mustang... Né un posto chiamato galleria... Ne l’alchimia.”
Il biondo si grattò la testa. “Ah. Allora non ho capito.”
Alphonse glielo rispiegò. “Puoi usare solo personaggi, luoghi e armi del gioco.”
“Ah...”Mormorò quello. “Allora... Scarlet... Nella biblioteca... Con il candeliere?”
Tutti fissarono allibiti le carte. “Fortuna sfacciata...”



 

UN FRATELLO VALE L’ALTRO


“Al! Finalmente ti ho trovato!” L’armatura, accucciata sul pavimento, non rispose al richiamo del fratello, come se lo stesse ignorando. “Senti, volevo chiederti scusa... Non avrei dovuto urlarti contro prima. Ho sbagliato.”
Ancora nessuna risposta.
“Capisco che tu sia arrabbiato... Me lo merito. Sono stato uno stupido... Ti voglio bene fratellino.”
“Ed? Con chi stai parlando?”
L’alchimista si voltò verso la porta e incontrò lo sguardo perplesso di suo fratello. Si voltò di scatto verso l’armatura davanti a cui era accucciato. “Ah. Quindi questo non sei tu?”
Al rise. “No, perché? Mi stavi cercando?”
Ed scosse la testa. “Lasciamo perdere...”
 

 
 
 
SÌ, LO VOGLIO


I due sposi, sorridendo felici, si avviavano all’altare. Entrambi rifulgevano d’amore: probabilmente per tutta la vita non avevano aspettato altro che questo momento. I capelli biondi di lei ondeggiavano piano sotto il velo, mentre lui li ammirava commosso,  con gli occhi neri come la pece che brillavano gioiosi.
In fondo alla chiesa, un’armatura e un alchimista basso li fissavano perplessi. “Ed” chiese l’armatura. “Chi sono questi? Che ci facciamo qui?”
“Li pediniamo!” Rispose l’altro. “La ragazza bionda è un homunculus! Ha un tatuaggio Oroboros sulla coscia!”
“Ma cosa dici! Quella è una giarrettiera rossa! Per favore andiamocene... Ci guardano tutti...”
   
 
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