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Autore: ilpiercingdiluke    20/05/2015    10 recensioni
Arriva con dieci splendidi minuti di ritardo, come quelli delle star, all'angolo della via dove una Jo dall'espressione rassegnata la sta aspettando. Pochi secondi dopo, quest'ultima, sale sul furgoncino: sul suo viso adesso, c'è spazio solo per un grande sorriso che Leah non può fare a meno di ricambiare.
Quella è la loro estate.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Road Trip




Sono le otto di mattina di un giorno di fine Maggio e Jo Margolis, con i suoi adorati occhiali da sole e uno zaino più alto di lei sulle spalle, si sente libera.

Ha da poco compiuto diciannove anni e sente di aver passato la maggior parte di essi a spiegare che sì, è di origini greche e no, il suo nome non si pronuncia Màrgolis ma Margòlis. È così emozionata che le fremono anche le dita dei piedi: sta per realizzare il sogno della sua vita e, anche in quest’occasione, Leah ovviamente è in ritardo. La conosce così bene che sa già che quando arriverà darà la colpa al traffico o ad altre stronzate simili, mentre in realtà è uscita di casa in ritardo semplicemente perché è Leah e la puntualità proprio non sa cosa sia.

Leah Norris, oltre che ritardataria, è fin troppo scorbutica. La mattina, se l'orologio non supera le undici e mezza, il massimo che puoi pretendere da lei è un mugugno infastidito. Ha ventun'anni e i capelli rossi per l'ennesima tinta comprata al supermercato sotto casa “perché è in offerta e quindi non posso non provarla”. Il suo colore naturale, neanche se lo ricorda più. Gli occhi, di un marrone intenso, sono grandi e coperti da dei di Rayban che le coprono le occhiaie perenne. Indossa degli shorts di jeans, un paio di Dr Martens nere e una maglia di suo fratello comprata anni fa in un baracchino di un qualche concerto. Si chiude la porta di casa alle spalle, Leah, e sorride. Lei e Jo stanno per iniziare il loro viaggio, quel viaggio, quello che sognano da quando erano solo due mocciose di sette e nove anni e quello per cui hanno risparmiato una vita.
Arriva con dieci splendidi minuti di ritardo, come quelli delle star, all'angolo della via dove una Jo dall'espressione rassegnata la sta aspettando. Pochi secondi dopo quest'ultima sale sul furgoncino: sul suo viso adesso, c'è spazio solo per un grande sorriso che Leah non può fare a meno di ricambiare.
Quella è la loro estate.

Due ore e almeno dieci sigarette a testa dopo, Jo e Leah fanno la prima pausa. Si sentono bene, invincibili e belle, mentre fanno la prima benzina del viaggio, un'intera estate davanti a loro e il sole che già luccica lì appena fuori Edmonton -loro città natale- figuriamoci a Los Angeles. Jo vorrebbe comprare da mangiare, ma poi si ricorda di quello stronzo di Brandon -il suo ex da esattamente dodici ore- e alla fine torna al furgone con in mano una stecca di sigarette e una bottiglia di vodka. Leah l'accoglie con un sorriso raggiante, mentre parla al telefono con sua madre dicendole che no, non si sono ancora perse e poi comunque fanculo, c'è google maps. Jo si mette alla guida, sostituendo Leah e ignorando i commenti dell'amica sulle sue discutibili capacità di autista.
Il loro meraviglioso furgoncino azzurro torna a sfrecciare sulle strade, mentre Leah passa dal fotografare qualsiasi cosa le capiti davanti al naso al rollarsi una canna che, pochi minuti dopo, divide equamente con la sua migliore amica. La radio passa "smells like teen spirit" dei Nirvana, e loro scoppiano a ridere senza vergogna, perché tutto sembra così giusto, così perfetto che se non avessero un po' di paura direbbero quasi che sono felici, felici per davvero. Dopo un'ennesima sosta perché "cazzo Jo ho la vescica che mi esplode" questa volta lo comprano per davvero, da mangiare. Il loro pranzo consiste in un pacchetto di patatine maxi a testa, dei salatini strani a forma di animale di cui Jo si è innamorata all'istante, due hotdog caldi e almeno dieci pacchetti di caramelle che ufficialmente dovrebbero durare tutto il viaggio.
Jo è pienamente soddisfatta della spesa mentre, ripreso il suo posto di passeggero rolla la seconda canna della giornata, il sole che l'acceca e la lingua incastrata tra i denti.
«Forse dovremmo farcela durare un po' di più, l'erba.- Mormora pensierosa mentre fa il primo tiro. -Insomma, non finirla tutta subito.» Spiega, dopo aver ricevuto un'occhiata interrogativa da parte di Leah.
«Naah, non penso. Incontreremo sicuramente qualcuno che ce ne offrirà un po'.- Leah scuote la testa mentre supera una fila di macchine. -Magari qualcuno di carino e divertente.-»Aggiunge poi, maliziosa.
«Leah, mi sono lasciata con Brandon solo ieri sera! Non sono cosi troia!» Esclama Jo, un sorriso sghembo che non riesce a coprire l'espressione di dolore che le si forma nel nominare Brandon.
«Oh, non permetterò a quel coglione di rovinare questa vacanza anche ora che non state più insieme!» Esclama la rossa ghignando appena.
«Ci fermiamo a dormire da qualche parte?» cambia discorso l'amica dopo essersi stiracchiata sul sedile del passeggero, voltandosi verso quelli posteriori per cercare i biscotti al cioccolato.
«Jo siamo partite all'avventura! -Esclama indignata Leah- Dobbiamo dormire in auto, mangiare in auto, scoccare docce in qualche motel per strada e rimettersi in viaggio.»
«Dove pensi che entreremo?» domanda Jo divertita dalla convinzione della sua amica.
«Vedi? -Leah le punta l'indice secco contro- Ti lamenti sempre di essere troppo bassa, adesso ne trarremo un vantaggio!» Le fa un occhiolino lei.
Jo fissa il suo cellulare, posto nel cassetto sotto la radio con lo schermo rivolto verso il basso. Allunga la mano per poi subito ritirarla, Leah sbuffa sonoramente.
«Accendilo e basta!» grida innervosita la rossa.
«Non è facile come credi! Se mia madre ha chiamato e ha scoperto qualcosa sono nella merda» risponde lei, passandosi più volte le mani nei folti capelli biondi.
«Se ha chiamato vedremo di inventarci una scusa plausibile.- dice la sua amica, cercando di tranquillizzarla con un tono di voce rilassato. -E non finirti le patatine stronza, passamele»
«È inutile che fai la figa, Lee. Ti ricordo che sono io ad aver avuto l'idea e ci sono volute due settimane per convincerti.» Ghigna divertita Jo mentre porge il sacchetto di patatine alla sua migliore amica.
«Bè alla fine mi sono convinta, no?» Borbotta in risposta Leah, troppo orgogliosa per ammettere che si, la sua amica ha ragione.
 
«Dai, Lee, muovi quel culo! Ti giuro che non c’è nessuno quassù!» Jo si sporge per l’ennesima volta dalla finestra, incontrando gli occhioni un po’ impauriti della sua migliore amica; alla fine però Leah, convinta dalle parole rassicuranti della bionda e dal bisogno che i suoi capelli hanno di una doccia, si arrampica lungo il cornicione, aiutata da Jo, ed entra finalmente nella stanza.
Qualche minuto prima hanno parcheggiato accanto ad un motel, proseguendo a fari spenti nella speranza di farsi notare il meno possibile; hanno poi studiato quale delle stanze che davano sulla strada fosse la più accessibile a due ragazze poco inclini ai gesti atletici. Alla fine, ne hanno individuata una al primo piano, l’unica con le luci spente, segno inequivocabile che i proprietari o sono fuori, o stanno dormendo; Jo è stata la prima ad avventurarsi, l’espressione seria del viso che si è un po’ rilassata nel constatare che la camera scelta è effettivamente vuota. Quando accendono la luce, scorgono subito elementi che indicano quanto la camera sia solo momentaneamente vuota; quattro zaini simili ai loro sono posati in modo scomposto per terra, una maglietta maschile è buttata sul letto e ovunque ci sono fogli, bottiglie vuote di birra e accendini sparsi. Jo e Leah si guardano velocemente negli occhi, pronte a mettere in atto il piano che hanno progettato qualche minuto prima nell’abitacolo buio del loro furgoncino; non sanno quanto tempo hanno prima che gli inquilini della camera ritornino, perciò non possono perdere tempo. Appoggiano per terra la borsa in cui hanno infilato alla rinfusa i vestiti di ricambio e, con una velocità che non gli appartiene solitamente, si spogliano completamente, sparpagliando gli indumenti sul pavimento della camera; si infilano insieme in doccia, gioendo nel constatare che all’interno di essa c’è tutto l’occorrente per lavarsi come si deve.
Sono amiche da fin troppo tempo per imbarazzarsi nel vedere i loro corpi nudi ma anzi, passano il tempo a prendersi in giro per questo o quel difetto fisico che una delle due ha e a complimentarsi per i loro culi che, diciamocelo, sono una favola. Il bagno è ormai avvolto in un’unica nuvola di vapore quando finalmente escono dalla doccia e Leah deve muoversi a tentoni per trovare gli asciugamani che è sicura di aver visto da qualche parte vicino al lavandino; alla fine riesce nell’impresa, e avvolge il suo corpo magro in un asciugamano striminzito, mentre Jo fa lo stesso, strizzando i lunghi capelli biondi nella doccia.
Mentre è ancora impegnata a cercare di togliere i residui di trucco spalmato sulle sue guance, Leah caccia un urlo assordante, richiamando completamente la sua attenzione e facendola accorrere nella stanza.
«Guarda cosa ho trovato, Jo, e prova a dirmi che non sono la migliore amica migliore del mondo» L’espressione sul viso di Leah è impagabile, quel ghigno soddisfatto che si spiega solo grazie alla birra che tiene nella mano destra e il sacchettino pieno di erba che si trova invece nella sua mano sinistra.
Jo si lascia andare ad un gridolino entusiasta mentre, battendo le mani come una bambina piccola, saltella verso il borsone dove sono riuscite a infilare anche un paio di filtrini e delle cartine perché “non si sa mai!” . Leah si siede per terra, la testa bagnata appoggiata al muro e la birra appena stappata che si scontra subito contro le sue labbra; Jo la imita, l’asciugamano che si fa ancora più piccolo adesso che è seduta, lasciando scoperte le sue gambe chilometriche, e inizia a girare con gesti esperti e veloci una canna. Afferra un accendino dalla scrivania e la accende, un sorriso rilassata che le illumina il volto e le labbra screpolate che avvolgono la paglia in modo familiare; dopo il primo tiro la passa a Leah, rubandole in cambio la birra dalle mani.
È una Heineken, e lei odia la Heineken, ma quella sera le piace un po’ di più, il sapore sgradevole migliorato dalla consapevolezza di essere in una stanza di un motel di chissà chi, dopo aver fatto una doccia nel loro bagno, essersi accese una canna con la loro erba e aver bevuto la loro birra. Sono immerse in una nuvole di fumo, delle espressioni serene stampate sul volto e mille congetture su chi potrebbero essere i proprietari della stanza quando la porta della camera si apre, risolvendo loro ogni dubbio.
Il primo ad entrare è un ragazzo pallido, con dei capelli verde fluo di cui le due si innamorano all’istante, che si accorge prima dell’odore di fumo che invade la stanza e solo secondariamente delle due ragazze stravaccate sul loro pavimento, mezze nude e totalmente tranquille. Il secondo, invece, è biondo, un paio di occhi azzurri notevoli ed una statura fuori dal normale che fa ridacchiare Jo, che a malapena raggiunge il metro e sessanta; lui, al contrario dell’amico, si accorge immediatamente delle due e punta i suoi occhi chiari sul viso di Jo e poi sulle sue gambe, mettendola vagamente in soggezione, cosa davvero più unica che rara. Gli altri due entrano insieme, lo spettro di una risata ancora sul volto e le espressioni che si fanno incuriosite quando si accorgono della presenza delle due ragazze.
«Chi cazzo siete? E che cazzo ci fate nella nostra stanza?» A parlare è, ovviamente, il biondino dall’aria incazzata, e Jo si ritrova a roteare gli occhi con aria annoiata mentre si alza velocemente, imitata da una Leah particolarmente imbambolata dopo aver visto entrare uno dei quattro.
«Stai tranquillo, belloccio. Ce ne andiamo subito.» Sibila Jo, ancora più infastidita dagli occhi azzurri del biondino che non si distolgono nemmeno un momento dalle sue cazzo di gambe. A lei piace essere guardata dai ragazzi, dio, praticamente vivono per quello, lei e Leah, ma il modo in cui la sta guardando questo tipo è davvero troppo insistente, e le fa venire voglia di rifilargli uno schiaffo esemplare.
«Oppure potreste risedervi e spiegarci chi siete e come mai siete finite nella nostra stanza.» L’espressione di Jo si addolcisce, nel sentire le parole pronunciate in tutta tranquillità da uno degli ultimi due ad essere entrato nella stanza; ha un viso che esprime così tanta serenità che Jo si ritrova addirittura a sorridere. Leah, dal canto suo, lo guarda con uno stupore incredibile, gli occhioni spalancati e il sorriso che si fa malizioso quando lo scopre a guardarla.
«Sì, non ascoltate Luke. A volte si scorda cosa sia l’educazione.» È il moro dai tratti orientali adesso a parlare; lui, avvicinatosi a Jo, le ruba velocemente la canna dalle mani e ne aspira un lungo tiro, sedendosi sul letto.
«Potete vestirvi, se volete. Non che a noi dispiaccia, intendiamoci..» Ribadisce il tipo dall’aria pacifica, riservando una lunga occhiata di apprezzamento a Leah, mentre il ragazzo dai capelli verdi si presenta con un «Piacere, Michael!» allegro. Jo annuisce con forza, mettendosi alla ricerca dell’intimo che ha lasciato sparpagliato sul pavimento, mentre Leah si lancia in una conversazione appassionata con Michael sul colore di capelli del ragazzo; la bionda sta letteralmente bestemmiando in turco tra sé e sé quando si sente picchiettare sulla spalla, costringendola così a girarsi.
«Cercavi queste?» Due occhi azzurri la squadrano con malizia a pochissimi centimetri dal suo viso, mentre lo sguardo di Jo ricade sul perizoma nero che il ragazzo sta facendo penzolare con aria divertita davanti al suo viso lentigginoso.
 
Circa un'ora dopo, Jo e Leah sono vestite e sdraiate sui letti dei ragazzi; Jo sta giocando con i tatuaggi di Calum mentre ride ad una battuta di Ashton mentre Leah lo guarda con aria di adorazione. Hanno fumato un'altra canna smezzata in sei e hanno aperto altre birre, quindi sono tutti molto più rilassati; perfino Luke -il biondino- ha accennato un sorriso mentre le due spiegavano come hanno raggiunto la loro camera.
«Quindi spiegateci bene -Esclama Michael, quello dai capelli strani- Vi siete arrampicate qua soltanto perché non volevate affittare una camere perché non sarebbe stato abbastanza avventuroso?» Chiede tra le risate.
«Dillo a Leah! È lei quella a cui è presa la voglia di fare la ragazza hippy!» Chiarisce Jo, finendo di tracciare con l'indice il tatuaggio sul avambraccio di Calum.
Leah sorride divertita dalla situazione della sua amica. Ha già capito che la Margolis è interessata al biondino stronzo e che lo stare appiccicata a chiunque tranne che ha lui è soltanto un modo per non ammetterlo neanche a se stessa, e non può non trattenere una risata vedendo la sua situazione inversa; ha la testa appoggiata sulle gambe di Ashton da quando si sono messe dei vestiti addosso e, considerando che l'ora sul cellulare segna le 2 e 45 di notte, è già da tre ore che è accoccolata a lui mentre si lascia accarezzare i capelli.
La tranquillità del momento viene rotta dalla vibrazione del cellulare di Jo, incastrato tra il suo corpo e quello di Calum. Il nome Brandon lampeggia sullo schermo a caratteri cubitali segno che lo stronzo le ha appena inviato un messaggio.
«È il coglione?» Leah ha, ovviamente, colto l'espressione irritata e un po impaurita di jo che annuisce piano in risposta.
«Dice che mi ama ancora e tiene ancora a me.» Mormora Jo, il labbro che le si fa tremolante e la voce poco ferma.
 «Beh si – annuisce Leah ironicamente – Effettivamente uno che si fa trovare per l'ennesima volta con l'ennesima donna diversa nello stesso letto in cui dormivi anche te è proprio innamorato!» sbotta infine, manifestato tutta la (non)simpatia nei confronti del ragazzo.
«Perché? Chi è quest'idiota?» Esclama Calum, curioso come non mai.
Luke, che seduto di fronte al letto dove si trova l'amico dall'aspetto asiatico e la bionda, vede come quest'ultima si rattrista al solo pensiero di parlarne.
«Fatti i cazzi tuoi no? – Scherza con Calum senza neanche accorgersene, cambiando argomento quando Jo si rilassa di nuovo – Io seguirei l'esempio di Mike – dice, indicando il ragazzo addormentato con la bocca aperta – Per stasera dormite qui ragazze? Non credo che un furgoncino scassato possa sostituire un vero letto!»
Leah annuisce con forza alla proposta del biondo, sistemandosi meglio tra le gambe di Ashton.
Jo, invece, si limita a guardare Luke negli occhi e a sorridergli, riconoscente per essere stata salvata; forse non è poi così male, quel biondino.




Hola chicaaaas!
Allora, iniziamo con le presentazioni :D
Noi siamo Chiara alias Straightandfast e Giulia alias Zeta e in queste ultime settimane abbiamo iniziato una cosa come 2830584 storie insieme e alla fine ci siamo decise su questa e siamo riuscite a partorire questo primo capitolo che non vedevamo l'ora di pubblicare.
Siamo parecchio gasate per questa storia (del tipo che se qualcuno leggesse le nostre conversazioni su Whatsapp ci prenderebbe per matte), quindi vi prego, non deludeteci.
La storia si basa su queste due ragazze - Leah e Jo - che decidono di fare un viaggio On the Road da Edmonton (paesino sperduto in Canada) al Coachella che penso tutte conosciate, altrimenti conoscetelo perché è una vera e propria figata. Nel mentre incontrano i nostri bei 5 SOS, che qui non sono assolutamente famosi ma solo quattro scappati di casa, fondamentalmente.
Non abbiamo grandi pretese da questa storia nata un po' così, ma a noi l'idea piace molto quindi siamo davvero curiose di sapere cosa ne pensate perciò su, non siate timide e fatevi avanti con i commenti!
Niente, Giulia mi ansia che devo pubblicare, quindi devo muovermi altrimenti la ammazzo!
Speriamo vi piaccia e se ci sono alcuni errori ci scusiamo, ma siamo troppo gasate e stiamo facendo tutto alla velocità della luce!
Straightandfast e Zeta

 
 
 
  
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