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Autore: Natalia_Smoak    21/05/2015    2 recensioni
Si, no…cioè…Natasha… io e te non possiamo… non” balbettò lui in difficoltà
“Perché?”
“Perché siamo due persone devastate, devastate dentro. Rotte in milioni di pezzettini.”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cold war'
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Taking care of
 
Natasha colpì fortissimo il sacco da box nella speranza di alleviare un po’ della frustrazione che aveva in corpo. Se per Steve funzionava magari aveva speranze anche lei. Si asciugò la fronte con il dorso della mano e ripensò agli eventi di due giorni prima:
era stato tuffo al cuore. Non se lo aspettava, non in quel momento, non lì, eppure Bruce Banner era tornato
Nessuno degli altri Avengers aveva detto nulla, Fury si era limitato a spiegare che il Dottor Banner avrebbe ripreso a  lavorare con la squadra in seduta stante.
Da quel momento in poi Natasha aveva fatto di tutto per evitarlo, non aveva paura di un possibile confronto con lui, ma del possibile impatto dei loro comportamenti sul resto del gruppo:
Clint, era arrabbiato, molto e Natasha sapeva perfettamente che ad un suo gesto l’arciere non avrebbe esitato ad attaccare il Dottor Banner, ma che senza un suo assenso non avrebbe mosso un dito. Thor si limitava ad ignorarli, non era ancora molto pratico con le dinamiche delle relazioni tra terrestri ma comunque sembrava sempre a disagio quando loro erano nella stanza. Tony come al solito era troppo concentrato su se stesso per rendersi conto del piccolo dramma che si stava consumando, e Steve…Beh, Steve le riservava quello sguardo triste e pensieroso. Lo odiava. Odiava essere compatita, odiava essere considerata un qualcosa da tutelare e proteggere, era forte abbastanza per cavarsela da sola in ogni situazione.
Diede un altro forte colpo al sacco da  box, le nocche iniziarono a sanguinarle ma non le importava.
“Natasha”
Non si voltò nemmeno, sapeva di chi era quella voce, senza smettere di guardare il sacco rispose: ”Cosa vuoi?”
“Parlare con te, è da quando sono arrivato che mi eviti” sospirò Bruce sedendosi sulla panca presente in palestra.
“Se avevi qualcosa da dirmi dovevi pensarci prima di sparire senza lasciare traccia” ribatté fredda lei avviandosi verso l’uscita. Bruce la fermò prendendola per un polso e costringendola a voltarsi verso di lui.
“Natasha, tu non capisci.. io lo dovevo fare… avevo bisogno di schiarirmi le idee”
La ragazza inarcò un sopracciglio :”E hai pensato di farlo milioni di chilometri lontano da me”
“è proprio questo il punto, dovevo pensare, dovevo farlo da solo” rispose Bruce passandosi le mai tra i capelli e sbuffando
“Rimpiangi quello che è successo”
“Si, no…cioè…Natasha… io e te non possiamo… non” balbettò lui in difficoltà
“Perché?”
“Perché siamo due persone devastate, devastate dentro. Rotte in milioni di pezzettini.”
“Il tuo problema è il nostro passato? Credevo che ti fidassi di me, che ti fidassi di te stesso ormai” affermò lei confusa dai comportamenti dell’uomo
“Io mi fido di te e lo farò sempre, ma quello che vorrei che capissi e che non siamo due anime in pena che hanno trovato comprensione e conforto l’uno nell’altra. è stato bello, ma non è stato giusto, ne per me ne per te…ci meritiamo di più, entrambi, qualcuno che ci ami sul serio” le disse guardandola negli
“Non mi ami” era un’asserzione, non aveva bisogno di risposte
“No, io ti voglio molto bene, e tu sarai sempre una parte importante di me, ma io, io amo ancora  Betty*, non l’ho mai dimenticata veramente, e tu…beh, io credo che tu abbia dei sentimenti confusi per un’altra persona in questo momento”
“Sentimenti confusi? Di che diavolo stai parlando?” chiese Natasha guardinga
Proprio in quel momento la porta della palestra si aprì: Natasha e Bruce si girarono di scatto, davanti a loro uno Steve Rogers in tuta e in leggero imbarazzo.
“Ah, scusate, ero venuto per allenarmi, non sapevo…vado via subito” borbottò il soldato passandosi una mano tra i corti capelli biondi
“Non è necessario, stavo andando via io. Steve, Natasha”
Così il dottor Banner sparì dalla loro visuale, mentre Steve osservava la sua schiena allontanarsi. Si girò verso la ragazza che nel frattempo era rimasta lì, ferma ad osservare la parete.
“Sei ferita” disse Steve avvicinandosi a lei
“No sto bene” disse la rossa voltandosi di scatto verso di lui. Non voleva, non voleva che la vedesse debole.
“No, Natasha, io parlo di quelle” le rispose lui indicandole le mani; le nocche sanguinavano ancora, anche se in maniera lieve
“Non mi importa” cercò di tagliare corto lei, il dolore fisico che provava era un’inezia in confronto a come si sentiva emotivamente.
“Ma a me sì”
Prima che Natasha potesse solo battere le ciglia lui era lì, seduto dove prima si trovava Bruce e con un kit del pronto soccorso al suo fianco.
Molto delicatamente le prese le mani e con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol le disinfettò le ferite. Era inutile, lo sapeva anche lui che quelle erano niente in confronto a quello che aveva passato in battaglia, ma questo non sembrava volerlo fermare.
“Sai, quando ero bambino, all’inizio del novecento, mi sbucciavo sempre le ginocchia e mia mamma me ne dava ben bene quando tronavo a casa. A quei tempi non esistevano tutti i prodotti che voi avete adesso, e su un bambino debole come me anche una semplice ferita infetta poteva essere pericolosa. Mia mamma giustamente si arrabbiava, ma Dio solo sa se per una volta avrei voluto che anziché darmi degli scopaccioni e rimproverarmi mi aiutasse a pulirmi le ferite” finito di disinfettare le mani della ragazza Steve prese una garza sottile e gliela avvolse attorno alle nocche. Alzò lo sguardo e ancora una volta trovandosi davanti a Natasha Romanoff non sapeva come reagire.
L’espressione che aveva sul volto la ragazza l’aveva già vista, era la stessa che aveva fatto il giorno in cui credeva che Fury fosse morto.
Distolse subito lo sguardo preferendo concentrarsi a mettere in ordine dentro la cassetta del pronto soccorso. Una parte di lui avrebbe voluto abbracciarla, dirle che era tutto ok, ma non lo fece, non lo fece perché lei era Natasha.
Dopo aver messo a posto la casetta si diresse verso la porta per uscire, ma proprio mentre era sull’uscio li senti; dei piccoli singhiozzi mal trattenuti e una flebile voce.” Ti odio Steve Rogers, ti odio perché ti prendi cura di me”
 
 
Spazio autrice:
Ok, questa cosa mi frulla in testa da ieri notte, ovviamente quando l’avevo pensata era diversa, molto di versa, ma come tutte le mie opere che partono da una solida idea si modifica in maniera imprevedibile in corso d’opera.
Spero di non essere finita nell OOC, specialmente per Natasha, percheè è stato difficile mostrare il suo lato sensibile senza però intaccare la sua personalità
Ah discorso paring e ship, dunque io sono Romanogers convinta (M và!) e credo che la relazione che lei ha avuto con Bruce sia stata data più che latro nella loro necessità di conforto. Loro due sono molto simili e se intrecciassero veramente una relazione rischierebbero di sprofondare sempre di più nel buio ed essere mangiati dai loro demoni. Entrambi hanno bisogno di qualcosa di diverso secondo me, Natasha ha bisogno di qualcuno che la stimoli, come Steve, che è il suo opposto.
*Betty, ecco non ho idea se l’abbiano mai nominata nei film, ma in teoria è la donna di cui il dr Banner è innamorato. I due si conoscono perché Betty aiuta il padre a costruire una nuova arma basta su i raggi gamma
  
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