Impiegò qualche secondo per realizzare che si trovava nel suo letto, nella sua camera, alla residenza. Si passò una mano tra i capelli, asciugandosi rabbiosamente le lacrime. Solo un sogno. Solo un altro stupido sogno. La sua mente continuava a fregarlo.
Vi ho sentito urlare, bocchan. State bene?- Ciel imprecò mentalmente.
-Hai sentito male. Sto bene- un sorrisetto divertito comparve sulle labbra sottili del demone.
-Certo. Allora vi lascio riposare.- Ciel scoprì con notevole fastidio che all’improvviso il buio della sua camera gli sembrava troppo scuro e spaventoso. Scoprì di non voler restare solo.
-Sebastian- mormorò sollevando gli occhi azzurri in quelli rossi del demone. –Resta con me-