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Autore: Baileys    23/05/2015    2 recensioni
Cinque anni sono troppi?
Questa era la domanda che la piccola Zoe si poneva, ogni volta che Harry sorrideva. Secondo il riccio sì, erano troppi. Cinque anni erano il muro che li divideva. Magari un giorno anche Zoe se ne sarebbe convinta.
Eppure, forse non subito, Harry sarebbe tornato sui suoi passi. Forse non subito, ma a Zoe sarebbe passata.
Forse non subito, ma i ruoli si sarebbero invertiti, Harry avrebbe fatto il bambino e Zoe l’adulta.
Forse non subito, ma Harry avrebbe conosciuto la vera Zoe, avrebbe guardato oltre la sua età e apprezzato tutte le sue piccole cose.
Ma tante cose cambiano in tre anni.
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Ti ho guardato a lungo l'altra sera. Forse i nostri cuori sono davvero così simili, conservano il dolore all'interno. Ti ho guardato a lungo e ho comparato la tua calma apparente alla mia apparente spensieratezza e adesso so che siamo come natura e artificio. C'è una metropolitana che ti passa attraverso, ed un fiume in piena che mi scorre dentro.
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«ci sono diciassette cose che puoi fare, prima di baciarmi, ed io partirò fra due mesi esatti»
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Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=lBBoujxpbXE
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Parte seconda)
And I would have stayed up
with you all night
How to save a life - The Fray
 
XVIII: Il cuore della notte.
     Zoe si svegliò al suono del telefono che squillava. Non aveva certamente mai amato certi risvegli, ma leggere sul displayer il nome di Harry la fece istintivamente sorridere. «Che testa di cazzo» disse solamente, scuotendo la testa. Il ragazzo stava certamente provando a convincerla a restare, e per quanto la sua cotta adolescenziale per il ragazzo grande e maturo fosse scomparsa negli anni non poteva che farle piacere sapere che dopo tutto questo tempo finalmente Harry provasse qualcosa per lei.
«Hey bimbetta» parlò la voce al telefono, mentre Zoe si rigirava nel letto.
«Parti male Hazza» lo rimproverò lei, mentre guardava il soffitto ancora sdraiata e con la voce impastata dal sonno.
«Stavo pensando che non ce la faccio proprio a non baciarti se non prima di aver fatto diciassette cose» spiegò, ironicamente. Zoe rise «Vuoi che te ne abboni qualcuna? »
«Mi faresti un favore»
Zoe rise ancora, ripensando alla sua ultima estate da quindicenne. «Sei stato tu a rivolgermi per primo parola, te lo concedo» iniziò, ripensando alla sera in cui si conobbero «E tu mi hai preso e portato a ballare la samba in mezzo agli anziani alla Sagra di Goostrey, mi hai già accompagnato a casa in auto e mi hai offerto da bere – contò mentalmente le cose che Harry aveva già fatto anni prima – e mi hai aiutato più di una volta quando ho vomitato per eccesso d’alcol, quindi ti restano solo dodici cose da fare» disse lei.
«Ancora dodici!? » esclamò Harry, frustrato «cosa devo fare ancora? »
«Aguzza l’ingegno» lo provocò lei.
«Sei una merda»
«Allora butto giù» rispose lei, speranzosa di tornare a dormire.
«Nono hey dai! » la richiamò lui.
«Cosa vuoi? »
Dall’altra parte della cornetta ci fu silenzio, Zoe guardò l’orario sull’orologio-sveglia alla sua destra: 03.47 del mattino.
«Allora? » chiese lei, curiosa di sapere la risposta.
«io.. » balbettò l’interlocutore. La mora rise fra sé e sé, era il solito codardo.
Zoe iniziò a fargli il verso del pollo al telefono.
«Smettila dai! » disse lui, vergognandosi.
Ma Zoe non smetteva, continuava a imitare un pollo o una gallina, coccodé!
«Per favore Zoe!»
«Sei un codardo! » rispose lei, per poi ridere.
Harry respirò a fondo «volevo solo parlare con te»
Zoe sorrise «era quello che volevo sentirmi dire»
Ammirava quei piccoli sforzi di coraggio che Harry stava facendo. Ammirava che mettesse da parte le proprie paure una volta tanto e che ammettesse – seppur con imbarazzo – che aveva piacere a parlare con lei, che aveva piacere che lei restasse un altro anno.
«Allora.. – iniziò lui – è un po’ che non ci vedevamo» iniziò Harry.
«Cosa facevi a Londra oltre che lavorare al ristorante e scoparti puttanelle? » chiese Zoe, colpendolo alla sprovvista.
«E tu come.. ? »
«Haydn» rise lei.
«Niente di che, comunque, lavoro e feste, tutto qui» rispose, con un velo di imbarazzo.
«Bello»
«Allora, cosa vuoi studiare a Cambridge? »
«Filosofia»
«Non sapevo ti interessassi a questa materia»
«No infatti – continuò Zoe – diciamo che mi sono interessata alla filosofia dopo la tua partenza»
 
 
«Ho dei problemi con i motivi geometrici» confessò Zoe.
Harry rise fragorosamente.
«Dico sul serio! Tappeti orientali, pavimenti piastrellati, tende stampate, cose di questo genere»
Harry continuava a ridere, era una cosa assai buffa.
«Con i supermercati è particolarmente dura, sai, tutti quei lunghi e ipnotici corridoi a scacchi! Quando guardo quelle cose all’interno ne vedo altre. Non ho allucinazioni, giuro! Pare che ogni riquadro sia in potenza qualcosa che possa contenere un guizzo di vita, come una foresta!»
«In potenza? »
«Sì, potenza e atto! »
«Non credo di capire»
«La potenza è la possibilità, da parte della materia, di essere trasformata o di assumere una determinata forma, mentre l’atto designa l’esistenza dell’oggetto nella sua realizzazione qui e ora, è la forma»
«Non capisco il tuo ragionamento»
«In atto, quelle sono solo piastrelle, in potenza io ci vedo delle foreste o che so.. delle catene montuose»
«Tu sei – iniziò Harry – assolutamente fuori di testa! »
«Solo un po’» rispose lei, dalla finestra aperta si riusciva ad intravedere uno spiraglio delle prime luci che illuminavano il vespro. Alzò una mano verso il soffitto ed una impercettibile mano scura si dipinse sottoforma di ombra sul muro.
«Non hai mai pensato che il mondo sia soltanto l’ombra della cosa reale che noi non vediamo? »
«Che intendi? »
«La cosa reale non è l’ombra, la cosa reale è una cosa perfetta e una cosa perfetta può vivere solo in un mondo perfetto»
«Mi pare logico»
«E allora se esiste questo mondo perfetto, magari ne esistono altri»
«Certamente»
«Mondi di pazzi, criminali, storpi, moribondi, forse anche di morti! Sono mondi paralleli e a questo gli somigliano, ma non ne fanno parte»
«No»
«Ed io avevo sempre amato la fisica sinché non ho iniziato a pensare che magari in questi mondi le leggi della fisica si sospendono e ciò che sale non scende, un corpo in stato di quiete non tende a rimanerci e non è detto che ogni azione provochi una reazione uguale o contraria »
«Possibile »
«E anche il tempo scorre in un modo diverso: va avanti, e poi indietro e poi di nuovo avanti, la disposizione stessa delle molecole è fluida: i tavoli diventano orologi, le facce fiori»
«E le piastrelle foreste»
«Personalmente sono ossessionata dal tempo che passa, pensaci: tutto questo tempo che stiamo  perdendo in questi futili discorsi non tornerà indietro»
«No, infatti»
«Poi pensaci, il tempo è stato creato per dare ordine al corso degli eventi naturali e umani. Il tempo con i suoi ritmi ordinati in cui si succedono con costanza il passato, il presente e il futuro imita l’eternità, vale a dire il perenne ‘è’ del presente»
«…»
«Quindi il tempo è un immagine mobile dell’eternità»
«Zoe»
«Dimmi»
«Credo di non seguirti più»
Zoe rise, effettivamente quando un argomento le piaceva straparlava.
«Scusa»
«Tranquilla»
«Parliamo d’altro? »
«Di cosa vuoi parlare? »
«Non saprei.. » Zoe era indecisa, e non aveva neanche più sonno. Erano le 5.34 del mattino ed erano a telefono da poco meno di due ore.
«Secondo te il nostro destino è dato dal caso o dalle nostre scelte? »
Zoe trattenne il respiro.
«Sono convinto che venga determinato dal caso»
«Non credo il caso esista» rispose Zoe.
«No? »
«No»
«Perché dici questo? »
«Perché ogni trasformazione, ogni passaggio dall’atto alla potenza necessita di almeno due cause»
«Ossia? »
«Una causa efficiente e una causa finale»
«Spiegati meglio»
«La prima genera un mutamento, e la secondo è lo scopo, niente avviene senza uno scopo, per caso»
«Credi in Dio? »
«Credo in un primo motore di tutto l’universo che sia fuori dal movimento sostanziale che genera e uccide»
Harry rimase in silenzio per circa un minuto, metabolizzando le informazioni ricevute.
«Cosa c’è secondo te dopo la morte? » le chiese lui poi, d’improvviso.
«Non saprei»
«A volte ci penso»
«Non dovresti farlo spesso»
«Non voglio mica suicidarmi! »
Zoe rise debolmente.
«Intendo, non ti sei mai chiesta cosa c’è.. dopo? »
«Tu che idee hai? »
«Nero, una grande macchia nera, e delle ombre, di tanto in tanto che passano»
«Una visione triste»
«Ti immagini come sarebbe non avere più l’anima? »
«Chi ti dice che un giorno non l’avremo più? »
«L’anima è mortale o immortale? »
« Se pensiamo a Platone, lui riteneva che in quanto l’anima aveva una natura affine al mondo delle idee, l’iperuranio, perfetto e immutabile, ed essendo essa connessa strutturalmente all’idea di vita, doveva per forza essere immortale»
«E tu? »
«Per Aristotele invece il corpo è soltanto materia e potenza che in virtù dell’anima si traduce in vita in atto. Corpo ed anima costituiscono quindi un’unità indissolubile, pertanto l’anima non sopravvive dopo la morte»
«Tu cosa pensi dell’anima? »
«Comunque la chiami, anima, carattere, psiche, a tutti piace pensare che abbiamo qualcosa di più grande che la somma dei nostri neuroni che ci anima. Gran parte della psiche infondo non è che cervello»
«Zoe»
«Secondo me, è immortale»
«Lo penso anche io»
Zoe sorrise, guardo l’orologio nuovamente: 5.47
«Sono due ore che siamo al telefono» disse, sospirando.
«Forse dovremmo dormire»
«Magari»
«Buonanotte»
«Al massimo buongiorno» scherzò lei.
«Già – rise – buongiorno»
«Ah Harry – lo richiamò, prima che lui potesse staccare – meno undici»

 
~×~×~
 
Quel giorno Liam sarebbe tornato dall’università. Zoe era felice, saltellava da una parte all’altra nonostante avesse dormito si e no due ore. Era iperattiva, come sempre dopo non aver dormito per nulla. Ma era sveglia comunque alle otto del mattino ed era in giro in pigiama ad aspettare Liam davanti a casa sua, attendendo la sua auto. Se le era mancato? Da morire. Le mancava non poter stare tutto quel tempo con lui, trascorrere insieme le giornate nel suo cortile, bere la cioccolata calda davanti al camino e la tequila davanti ai videogiochi. Le mancava perché per lei Liam era stato sempre il suo lato razionale. La mente che la costringeva a riflettere su ciò che faceva, e la rimproverava amorevolmente se sbagliava. Gli mancava perché era il suo unico e vero migliore amico. Gli voleva bene in modo disinteressato, non per piacere ne per utilità. Gli voleva bene per ciò che era veramente, senza compromessi.
E naufragando fra questi pensieri non si accorse che il migliore amico era appena sceso dalla sua auto e le stava venendo incontro. Lei non esitò e iniziò a correre, per poi abbracciarlo forte forte per non lasciarlo più andare.
 
 
«Indovina chi è tornato? »
«Il fattorino delle pizze» rispose Liam, ricordando alla mora della stupida cotta che si era presa qualche anno prima per il fattorino, tanto da ordinare una pizza almeno una volta a settimana, finché questo non smise di lavorare in pizzeria.
«Gne gne» rispose lei, facendo il verso.
«Dai, dimmi» rise Liam, appoggiando i piedi sul tavolo del giardino di casa Hooker.
«Harry Styles» rispose lei.
Per poco Liam non cadde dalla sedia a sentire quel nome «Ma dai! » urlò sorpreso.
«Te lo giuro! E pare anche che io gli interessi! »
«Adesso? » chiese Liam, ancora più sorpreso di prima.
«Assurdo vero? – acconsentì Zoe – ieri ha anche provato a baciarmi e al mio no mi ha chiesto di restare e non partire per Cambridge»
«Fammi indovinare, gli hai riso in faccia? »
«Come mi conosci bene» Zoe rise, scuotendo la testa.
«Me lo aspettavo – rispose lui – ma che non rompa le palle, ti voglio a Cambridge con me! »
«Ma.. » continuò lei.
«Ma cosa? »
«Gli ho detto che può provare a convincermi a restare»
Liam questa volta cadde per davvero dalla sedia, forse perché quelle sedie di plastica non lo reggevano, e inoltre, stava barcollando su due gambe di questa.
Zoe scoppiò a ridere, per poi aiutare l’amico a tirarsi su da terra.
«Perché mai fare una cosa del genere? » chiese lui, quasi disperato.
Zoe arrossì, e mentre tornava a sedersi al suo posto disse «Perché per una volta ha avuto le palle di dire ciò che pensava»

 
.::
Eh si signori e signori
Sono di nuovo io, il vostro capo!
Non è vero
Comunque, il ritorno di Liam!
Ecco che fine aveva fatto, era a Cambridge!
Lo so che il capitolo è complesso
Ci ho messo un giorno intero a scriverlo
Tutte quelle nozioni di filosofia aaah
-prese da Platone e Aristotele, ho fatto un po’ un mischione-
Mi piace raccontare questi frammenti,
spesso conversazioni del genere non vengono riportate
si dice solo ‘abbiamo parlato tutta la notte’
e invece no, io voglio raccontare.
Voglio far vedere come da un discorso si passa ad un altro
È un capitolo che personalmente mi piace
Spero che piaccia anche a voi
E non vi annoi troppo
Eppoi eppoi eppoi:
Zoe non è uscita di testa a dare una possibilità a Harry
lei ha dato una possibilità a sé stessa
e a lui perché ha apprezzato che per una volta abbia detto ciò che pensava
senza paura

Siete il mio orgoglio dolcine!
Vi voglio bene:3

     
  
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