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Autore: Triz    27/05/2015    2 recensioni
Questa raccolta contiene tutte le storie che ho scritto su John e Harold per gli eventi del gruppo facebook We are out for prompt. Buona lettura!
Good morning, Harold - {I passi di John Reese e l'odore del tè caldo svegliarono Harold Finch di colpo.}
Il tempo di Harold - {Non capiva per quale motivo la Macchina ci stesse mettendo tanto.}
Sperare - {Era veramente impossibile lavorare con uno come Dean Johnson. | Nessuno aveva avuto mai di che lamentarsi del nuovo bibliotecario dell'università.}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harold Finch, John Reese
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'We are out for prompt'
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Il tempo di Harold

Prompt: Doctor!Harold/Companion!John. Harold sapeva che prima o poi sarebbe giunto il momento di andare su Trenzalore. Aveva cercato di avvertire John in tutti i modi, di convincerlo a lasciarlo, ma non c'era riuscito. E anche quel giorno, di fronte all'ennesimo avvertimento, aveva semplicemente scrollato le spalle e aveva mormorato, guardandolo negli occhi, "There's no place I'd rather be".

Note: È ispirata allo speciale natalizio Il tempo del Dottore della serie Doctor Who.

Non capiva per quale motivo la Macchina ci stesse mettendo tanto.
Un'ora poteva anche starci, due lo avevano insospettito, ma cinquecento anni stavano diventando decisamente troppi.
Harold sospirò e, appoggiandosi al bastone, si avvicinò alla finestra della biblioteca di Natale, da cui vide uomini e donne riprendersi dall'ultimo, spaventoso attacco dei Cybermen, ma non vide alcuna traccia della Macchina.
Si voltò e vide la crepa nel muro sussurrargli quella domanda tanto temuta: sarebbero bastate due parole - solo il suo nome - e i Signori del Tempo sarebbero tornati, portando con loro l'incubo di una nuova Guerra del Tempo.
I Signori del Tempo, lo stesso popolo che lui aveva creduto distrutto dalla sua mano, dimenticando di averlo messo al sicuro: Harold ricordò la prima volta che aveva parlato di Gallifrey con John Reese, supplicandolo poi di non riprendere più l'argomento. 
John, il suo ultimo compagno.
Aveva costretto la Macchina a riportarlo a casa senza neanche dargli il tempo di dirgli addio, ma in fondo era meglio così: probabilmente aveva imprecato all'inizio e lo aveva insultato, ma poi si era ricostruito la sua vita e, chissà, magari aveva persino dimenticato il quattrocchi che lo aveva quasi investito con il suo TARDIS.
«E così sei vecchio e solo, Finch!».
Solo una razza aliena poteva avere tanto odio mentre con la voce metallica pronunciava il cognome con cui era conosciuto: Harold si voltò e vide due Dalek avanzare minacciosi verso di lui.
«Però, che occhio» mormorò sarcastico, mascherando così la voce che tremava. Fuori dalla biblioteca, la gente di Natale scappava terrorizzata dagli alieni.
«Ti rintani qui, come un codardo?» disse uno dei Dalek: «Preparati a essere sterm...».
Il Dalek esplose e Harold non ebbe il tempo di stupirsene che anche l'altro fece la stessa fine.
«Tempismo perfetto, eh, Harold?» mormorò la voce di un uomo alle sue spalle.

Manovrare la Macchina non era stata una passeggiata, ma in poco più di due ore John Reese l'aveva costretta a rimettersi in moto e a tornare da Harold.
La prima cosa che aveva visto appena uscito era un vecchietto con il bastone che se ne stava di fronte a due Dalek e non aveva esitato a prendere una specie di bazooka nell'arsenale chiuso a chiave e usarlo contro quelle due saliere.
Ci aveva messo un po', però, a riconoscere nel vecchio i tratti familiari dell'uomo con cui aveva viaggiato per tre anni.
«Quale parte della frase "John, resta a casa e non seguirmi" ti risulta difficile da capire, signor Reese?» esclamò Harold non appena lo vide, ma il Signore del Tempo non era mai stato così felice di vedere un volto amato dopo cinquecento anni.
«Oh, prego, Harold, non c'è di che!» borbottò John avvicinandosi alla finestra e fece per prendere la mira con il bazooka, ma la mano rugosa di Harold lo fermò.
«Ti prego, John, prendi la Macchina e torna a casa!».
«Per lasciarti qui in balia di alieni impazziti? Scordatelo, Harold» ribatté John accingendosi a sparare, ma Harold scosse la testa.
«Per l'amor di Dio, io qui morirò, non voglio che quando accadrà tu...».
Si interruppe e John vide gli occhi chiari di Harold diventare lucidi.
Era stanco di rimanere impotente mentre i suoi compagni cadevano l'uno dopo l'altro al suo posto: Zoe era stata intrappolata in un altro universo, Grace lo aveva dimenticato, Nathan e suo figlio Will erano stati uccisi dagli Angeli Piangenti e la lista era ancora molto lunga. John non si sarebbe preso un colpo dal lanciarazzi di un Dalek solo perché lui era vecchio e stava morendo.
Harold pensava a questo e rabbrividiva mentre lo faceva. Abbandonato il bazooka, John abbracciò forte Harold e gli diede un bacio sulla testa calva.
«Harold, non c'è altro posto in cui vorrei essere».
E Harold gliene fu immensamente grato.

(630 parole)
  
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