Vegeta sbuffò per l'ennesima volta, ricevendo solo un sospiro da parte di Bulma.
La turchina era intenta a fasciare il braccio destro dell'amato.
''L'ennesima sfida con Karoth, l'ennesima sconfitta'' Pensò Vegeta, emettendo nuovamente uno sbuffo.
Ma non gliel'avrebbe fatta passare liscia, nossignore!
Bulma guardò storta il marito, mentre afferrava la scatola dei cerotti posizionata di fianco a lei.
Ne prese uno e con poca grazia lo applicò sul naso dell'uomo, rovinosamente rosso.
"Ahi!" Ringhiò Vegeta, passando svelto una mano sul punto colpito dalle nocche sporgenti della moglie, mascherando il proprio gemito.
La donna sorrise beffarda, incrociando le braccia sotto il seno.
"Il fiero e forte principe dei sayian che si lamenta di un cerotto?" Chiese ironica, sostenendo lo sguardo del Principe, che ringhiò ulteriormente.
"Sbrigati a lavare i miei vestiti, donna. Non intendo girare di nuovo con quei luridi abiti da terrestre." Ordinò arrossendo lui, arrossendo per la domanda sarcastica posta da Bulma, ma portando una mano davanti al volto proprio per impedire che si notasse.
Lei lo guardò interrogativa, allora lui sbuffò e lanciò un furtivo sguardo alla tuta blu completamente lacerata, poggiata sul divano.
Bulma sbuffò, alzandosi. "E comunque ho un nome. E finché non mi chiamerai in quel modo non farò un bel nulla."
"Avanti..." Bascicò il moro, sbuffando.
La turchina scosse la testa, sorridendo beffarda.
"Va' a pulire quella dannata tuta, Bulma." Ordinò di nuovo, enfatizzando il nome della donna.
"Non mi dare ordini." Continuò lei, ridacchiando e mettendo a dura prova l'uomo.
"Potresti gentilmente pulire quella dannatissima tuta, Bulma?!" Per poco non urlò il sayian, alzandosi di scatto dal divano.
"Più educatamente. Su, che ci sei quasi!" Rise Bulma, invitando Vegeta a sedersi nuovamente.
Il Principe ringhiò.
Lui era il Principe dei sayian, non poteva farsi sottomettere così da una donna!
"Potresti pulire la mia tuta, Bulma, per favore?" Chiese il corvino, tentando di mantenere l'autocontrollo e inspirando parecchia aria nei polmoni.
"Certo, tesoro." Bulma si avvicinò all'uomo, che al contrario indietreggiò grugnendo qualcosa di incomprensibile.
La turchina lasciò un furtivo bacio sulla guancia dell'amato, che si tinse di un leggero rosso.
"Sei carino quando arrossisci."
"Oh, ma fammi il piacere!"