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Autore: Sere J Potter DiLaurentis    29/05/2015    2 recensioni
After 4x11! [Coppie: CaptainSwan - NewCharacter!Love!]
Killian ha riavuto il suo cuore e ora che Tremotino è lontano da Storybrooke, lui ed Emma possono finalmente passare felici e pacifici momenti insieme. Ma ogni volta che finisce una storia, un’altra è pronta ad iniziare.
A Storybrooke è giunta una misteriosa strega che possiede uno scopo ed è disposta a tutto per ottenerlo.
Cosa accadrebbe se questa donna avesse un passato burrascoso intrecciato a quello dell’affascinante Capitan Uncino?
Killian e Ariana condividono un passato di bei ricordi, eppure tra loro v’è stata una frattura che ha inciso sulle loro scelte del passato determinando così il presente.
È noto che non sempre la famiglia si dimostra leale, ancor di più potrebbe essere un pericoloso nemico: Ariana sarà dunque una nuova minaccia per Emma e i cittadini di Storybrooke?
Il passato di Killian mieterà la sua relazione con la Salvatrice?
Altri arriveranno a Storybrooke, ognuno con la propria missione.
Nuove alleanze. Nuovi segreti. Un solo unico finale.
I cattivi otterranno il lieto fine o è concesso solamente agli eroi?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il salvatore
 


 
Regno di Andals
Erano passati tre anni da quando la principessa Ariana e i suoi fratelli riuscirono a riprendersi il regno. Non fu affatto facile, specialmente all’inizio.
Dopo la rottura del rapporto tra Ariana e Killian, e la conseguente l’alleanza, tutta la famiglia reale perse la speranza di recuperare la propria casa e venne deciso che avrebbero vissuto in pace in qualche villaggio tranquillo della Foresta Incantata. La regina Rowena, madre dei figli di Andals, si ammalò gravemente e una notte d’inverno se ne andò lasciando la sua prole senza un pilastro a cui aggrapparsi sebbene avessero superato la maggior età. Fu con il primo vento di primavera che i figli di Andals presero la ferma e incondizionata decisione di tornare a combattere per il regno.
In passato avevano abbandonato quella missione solamente perché la madre desiderava vivere in pace i suoi ultimi anni ed essendo una strega sentiva quando la morte le stava camminando accanto. Ariana e i suoi fratelli non possedevano un esercito e quindi mendicarono l’aiuto di vari reami pregandoli di aiutarli, ma nessuno volle sostenere quella che chiamarono una causa persa. L’azione successiva fu inevitabile; Lysander ricordò di una storia che la loro nonna materna raccontava spesso, riguardante una potente strega che per acquisire maggior potere aveva risucchiato l’energia vitale ad un’intera popolazione di streghe.

Era un rituale di magia oscura la cui trascrizione parve andar perduta secoli prima, ma la grinta e la determinazione dei figli di Andals era talmente grande da riuscir nell’impresa. Recuperarono la formula e si avviarono verso un villaggio, situato nel cuore di una grande foresta, e compirono il rituale. Assorbirono il potere di oltre cento streghe facendole finire in fin di vita, mentre loro acquisivano un potere alquanto singolare. Negli anni precedenti avevano sviluppato delle caratteristiche speciali, scaturite dal potere che avevano ereditato dalla nascita dalla stirpe della madre, ed esse non fecero altro che accentuarsi. Per esempio Ariana era stata la prima a mostrare segni evidenti di magia e non a caso, tra tutti i fratelli, era l’unica a possedere un enorme ed inarrestabile potere se non controllato. Axel era colui con la maggior forza fisica e acquisendo il potere delle cento streghe divenne molto più forte, tanto che poteva distruggere un grande masso con un pugno.
Con un potere così grande non fu difficile per i figli di Andals riprendersi la propria casa. Spazzarono via l’esercito dello zio usurpatore con facilità e uccisero chiunque avesse avuto intenzione di mettersi contro di loro. Non appena il governo del regno tornò nelle loro mani fondarono un consiglio formato solamente da loro e si promisero che ogni decisione l’avrebbero presa tutti insieme. La prima fu quella di scegliere cosa farne del perfido zio Romolus, di sua moglie e dei figli. Carico di odio e voglioso di vendetta, Lysander propose di giustiziarli tutti pubblicamente per dar segno della loro potenza. Tobias era il legittimo successore al trono e, sebbene era stata sua l’idea di prendere insieme le decisioni, votò contro la proposta del fratello. Non desiderava iniziare il loro regno con uno spargimento di sangue. Discussero a lungo e per vari giorni, ma si fissarono un limite e raggiunto resero pubblica la loro decisione. Romolus e la moglie, che avevano dato vita agli intrighi e ai tradimenti finendo con l’avvelenare il padre dei principi, vennero giustiziati; i loro figli furono esiliati.
Nonostante il regno tornò ai legittimi eredi le ribellioni non mancarono e lì tutti furono d’accordo di agire con le maniere forti. Ma le rivolte non erano l’unica cosa che dava pensiero ad una certa principessa.
Un tumulto di emozioni invase il cuore di Ariana quando tornò nella sua camera. Ricordava perfettamente ogni attimo vissuto lì quando era una bambina e provò una certa nostalgia nel rimembrare il passato che pareva molto più luminoso del futuro. Il regno era in mano loro, ma avevano nemici ovunque e la maggioranza decise di eliminarla utilizzando le maniere forti e questo portò ad oscurare il cuore di Ariana, che sempre più provava rabbia e odio per ciò che accadde in passato.
Una strega arrivò persino a maledirla a causa della sua crudeltà e fece divenir la sua chioma corvina completamente bianca e lo sarebbe rimasta fino a quando il suo cuore non sarebbe tornato puro e buono.
Col passare degli anni si abituò a quella che pareva la sua nuova vita, ma tutto venne scombussolato una mattina.
«Ariana!» la chiamò ansimante Axel entrando nella sua camera da letto interrompendo la calma colazione che stava facendo. Il fratello minore pareva alquanto preoccupato.
«Siediti e calmati, Axel.»
«No, grazie.» rispose cercando di riprendere fiato il più rapidamente possibile. Aveva una grande notizia, sebbene cupa, da raccontare ad Ariana che certamente avrebbe destato la sua attenzione. «È… è successa una cosa grave e brutta… molto brutta. Prima di iniziare a raccontare ti chiedo di ascoltarmi fino alla fine e trattenere la calma.»
«Va bene, Axel, ma ora parla… mi stai veramente preoccupando!» sbottò Ariana iniziando a pensare che fosse accaduto qualcosa a Lysander ed Ezra, i quali avevano intrapreso un viaggio verso il regno del nord per concludere un affare.
«Ieri all’alba, al porto del villaggio che abitammo qualche anno fa… ehm… - tentennò prima di ricominciare - Killian e Milah erano giunti per fare provviste e c’era anche il Signore Oscuro. Tremotino sai… Milah era sua moglie e avevano un figlio che per qualche ragione non è più qui, non in questo mondo e LUI lo sta cercando e si è imbattuto in Killian e…»
«E?» Gli occhi di Ariana sgranarono improvvisamente mentre il suo cuore accelerò repentinamente. Il solo sentir nominare il fratellastro le fece provare un’emozione che da tempo il suo cuore non sentiva. «cosa è accaduto a Killian?»
«Beh… lui sta bene, all’incirca. Non so come sono andate le cose di preciso, ma ciò che è certo è che Tremotino ha ucciso Milah.» Ariana sospirò rincuorandosi sapendo che Killian era ancora vivo, ma per Milah… non battè ciglio e ciò non passò inosservato ad Axel. «Ehm… va bene che sei più fredda di quanto non fossi anni fa e abbiamo appurato che la maledizione della strega non ti ha cambiata nel profondo, ma… credevo che questa notizia ti…»
«Cosa, Axel? Cosa doveva fare questa notizia?»
Sul viso genuino del ragazzo vi fu un’espressione perplessa. «B-beh, mi aspettavo una reazione più cristallina. È normale che tu sia arrabbiata con Milah, ma in fondo avresti dovuto esserlo anche con Killian è stato lui a dare l’ordine di…»
«Non voglio più sentirti parlare!» gridò Ariana alzandosi di scatto dal suo posto e incamminandosi per uscire dalla sua camera.
«Ariana hai bisogno di tornare ad amare!»
«Perché?! Per essere abbandonata di nuovo e avere il cuore a pezzi?!» sbottò lei voltandosi verso il fratello. «Nostro padre è stato assassinato, nostra madre è morta e Killian mi ha voltato le spalle. Tre persone a me care che dovevano esserci per molto tempo se ne sono andate e… sì, abbiamo ripreso il regno, ma non sembra veramente nostro. Guarda i miei capelli… - disse prendendo rapidamente una ciocca tra le dita - sono bianchi perché il mio cuore è oscuro e non c’è niente che lo possa far tornare come prima!» Si sfogò con le lacrime agli occhi ammettendo ciò che da anni la sua mente aveva obliato. «È come se non possedessi alcuna umanità e il mio cuore fosse duro come la pietra. Potrebbe anche essermi tolto dal petto, non cambierebbe nulla!»
«No, questo non è vero.» disse Axel avvicinandosi lentamente alla sorella. Era rammaricato da ciò che aveva udito e sentì la sofferenza che nel profondo Ariana stava vivendo. Lei che era sempre stata la più allegra e compassionevole tra i suoi fratelli si trovò con il cuore più oscuro di tutti. «Puoi tornare ad amare a essere buona e credo che riunendoti a Killian potresti riuscirci. Da quando hai scoperto che anche lui era tuo fratello solamente tu, e ripeto TU, l’hai trattato come uno di famiglia. Lysander l’ha odiato ancor di più ed io, con gli altri, non abbiamo cambiato il nostro atteggiamento nei vostri confronti come in quelli di Killian . Ammetto che siamo stati fin troppo indifferenti con lui, ma è sempre stato così ancor prima di sapere la verità. Dal primo giorno in cui è venuto ad abitare a palazzo gli hai rivolto quell’affetto dolce e compassionevole più di quanto ne hai dato a noi, per questo Lysander ne era così geloso.»
«Credo che Killian sarebbe l’ultima persona che dovrei vedere.»
Axel non capì, non subito. Pochi attimi prima l’aveva vista molto preoccupata riguardo all’altro suo fratello eppure quella frase era stata accompagnata da uno sguardo freddo e da una voce atona. «No… sei stata tu a mandare Tremotino da loro?»
La fronte di Ariana s’accigliò. «No. In realtà quando Tremotino è venuto da me per sapere come recuperare suo figlio gli ho detto che per andare in un altro mondo servono oggetti magici e rari, come un fagiolo magico. Poi ho dato a quello stolto di Spugna uno dei miei fagioli e l’ho mandato da Tremotino che non tanto casualmente ha trovato quei due bastardi.»
La voce di Ariana era sottile, quasi atona, che incuteva timore senza alzare il tono.
«Non puoi averlo fatto veramente.» mormorò Axel incredulo.
«Ma l’ho fatto.»
Axel non poteva crederci. Non ci riusciva. Come poteva averlo fatto? Sarebbe stato più comprensibile sapere che Ariana non avrebbe più voluto sentirli nominare, ma aiutare Tremotino nella sua vendetta era qualcosa di… di… malvagio.
Il giovane principe indietreggiò come se fosse stato scottato dalle sue parole e non dal suo sguardo d’acciaio. Non aveva paura della sorella, bensì gli sembrava di esser di fronte ad una statua.
«Da quando ci siamo ripresi il regno abbiamo fatto cose poco ortodosse, ma c’è un limite per ogni cosa e tu… tu sembri così impassibile. - sospirò - La persona a cui più volevi bene sta soffrendo per la perdita di un amore, proprio per causa tua, e non mostri il minimo rimpianto.»
«Quando quella notte quegli uomini mi hanno colpita e quasi violentata, tu mi dicesti che volevano prendere il mio orgoglio e la mia forza, ma non l’hanno fatto e ho giurato a me stessa che chiunque altro ci avesse provato sarebbe morto.» disse Ariana con voce ferma e lo sguardo impenetrabile. Si avvicinò al fratello fino a quando la distanza tra loro non era che di pochi centimetri. Lo guardò fisso negli occhi, non aveva paura di dire la verità. «Ho anche giurato che entrambi avrebbero pagato e non ho realizzato di quanto fosse perfetta la soluzione finale del mio piano: Killian senza amore e Milah morta. Lei è morta con sofferenza per ciò che mi ha fatto ed io vivrò in eterno. Il suo nome sarà cancellato dalla storia, mentre io verrò ricordata come una regina e che gli Dei abbiano pietà della sua anima.» concluse in un sussurro prima di lasciare la sua camera e Axel ai suoi pensieri.
 
Ariana correva per la foresta di Storybrooke come un animale in fuga scappava dal suo cacciatore. Le mani strette al petto e il respiro affannato. Cercava di eliminare dalla sua memoria quei ricordi che segnarono il suo destino e i suoi più oscuri rimorsi. Ma le visioni non s’arrestarono.
«Corri pure, principessa, stavolta nulla di impedirà di fare la fine che meriti.» Il re usurpatore Maximillian correva al suo fianco tormentandola con tutte le azioni crudeli che fece in passato. «Ricordati che a Storybrooke sei solo un’ospite e non hai alcun potere. Sei solo una minaccia per queste persone che non vedono l’ora di sbarazzarsi di te, specialmente la Salvatrice e beh… se questo è il suo volere nulla le impedirà di distruggerti.»
«Vattene via! Vai via dalla mia mente!» gridò Ariana arrestando la sua corsa. Era stanca di fuggire e il veleno la stava esaurendo sia fisicamente che mentalmente. Quando si voltò Maximilian era scomparso. Scrutò bene ciò che c’era attorno a lei aspettandosi di vederlo tornare. Le parve un sogno di essersene liberata, ma al suo posto ritornò il male peggiore.
«Non pensi di essere stata cattiva abbastanza?» domandò Milah appoggiata al tronco di un albero. «Hai mandato Tremotino sulla mia via, è colpa tua se sono morta e se Killian ha patito le pene dell’inferno per quasi duecento anni. Inoltre il tuo arrivo qui sta distruggendo il suo rapporto con Emma, vuoi togliergli anche lei?»
«I-io non volevo fargli del male. Non l’ho mai voluto… ci tengo a lui, è mio fratello!» Ariana scoppiò a piangere cadendo a terra. Era passato talmente tanto tempo che non si riconosceva nei suoi errori e si era pentita… oh sì, si era inesorabilmente pentita. Si portò le mani alla testa e chiuse fortemente gli occhi, mentre Milah continuava a parlare.
«È tempo che ti incontri con il tuo destino, cara.»
«Lo giuro, mi dispiace così tanto e se potessi tornare indietro…»
Milah si abbassò avvicinandosi repentinamente al suo viso: «Lo faresti nuovamente perché sei malvagia e lo sarai per sempre! Sei un assassina. Sei un mostro. Tu lo sai, io lo so e anche Killian lo sa.»
«H-ho sbagliato... è vero. Ero accecata dalla vendetta e dalla gelosia, ma mi sono pentita e ho pagato. Ho perso la persona che amavo, il mio Garrett…» provò a dire Ariana mantenendo lo sguardo basso.
«E credi che questo basti?»
«Mi dispiace. Mi dispiace tanto.» pianse Ariana.
«E dunque perché sono ancora qui?»
 
***
 
 
«Lato ovest della foresta libero. Ariana non è qui.»
Emma setacciò ogni angolo e ogni tana. David era impegnato con il lato nord mentre Brontolo a sud, gli altri nani si erano svegliati per unirsi a quella battuta di caccia, ma nessuno pareva aver avuto successo. Ariana sembrava esser svanita nel nulla ed erano ore che la cercavano, era quasi l’alba.
«Non c’è neanche al mausoleo di Regina e ho controllato anche la piazza cittadina.»
La Salvatrice riconobbe subito quella voce che si rivolgeva a lei sempre dolce. Sospirò voltandosi e trovando Killian a pochi metri da lei, sorprendentemente con una torcia elettrica in mano. Dopo quasi un anno dal suo arrivo a Storybrooke si era arreso alla tecnologia.
«Grazie.» riuscì solamente a dire. Cos’altro poteva aggiungere in una situazione del genere in cui, molto probabilmente, era coinvolto proprio l’uomo a cui aveva aperto il cuore. Ariana aveva fatto il nome di Milah e, visione o meno, i suoi rimorsi erano collegati anche a Killian. Emma fece per andarsene a controllare altrove, ma Killian l’attirò a sé con l’uncino.
«So che sei arrabbiata, o quantomeno delusa, e hai ragione. Ti ho nascosto delle questioni e non perché non ne vado fiero, ma perché non amo particolarmente parlarne.»
«Sì, me lo hai già detto nell’ultimo mese e va bene, Killian. Tu e Ariana avete… c’è stato… beh, qualsiasi cosa sia ti ha fatto male e vorresti non aprire mai più quel capitolo della tua vita, ma il fatto che lei sia qui significa qualcosa.»
Killian corrugò la fronte non sapendo dove volesse andare a parare con quella frase. «Cosa intendi dire, Emma?»
«Se c’è una cosa che ho imparato dalle favole è che nulla accade per caso. Chiamalo destino o magia, non lo so… però è così!» sbottò sapendo di essere al centro di ogni situazione per il suo ruolo di salvatrice, ma con Ariana c’era qualcosa di notevolmente diverso. Emma non si sentiva la sua salvatrice, anche se nulla le avrebbe impedito di provarci. «Lei è qui per una ragione che va ben oltre la sua missione per salvare tutti i suoi fratelli. Lei è stata portata qui per te.»
«Emma…» Killian sospirò, comprendeva lo stato d’animo arrendevole della sua amata e si sentiva colpevole. Sapeva perfettamente che tutto era dovuto a lui e al suo non-volere di raccontare a Emma la verità, che era molto più semplice di quanto lei si aspettava.
«Io e Ariana non siamo mai stati innamorati, fidanzati, o amanti… la conosco da quando ero un bambino perché sono cresciuto al palazzo reale dopo che mio padre abbandonò me e Liam. Non capii subito il perché di tanta benevolenza, in fondo non avevamo origini nobili, eravamo dei comuni paesani. In molti sostenevano che eravano i figli bastardi del re, sembrava l'unica supposizione plausibile e ammetto che per un breve tempo ci ho creduto anche io.» Killian si prese una fugace pausa prima di ricominciare mentre Emma ardeva dallo scoprire la fatidica rivelazione. «Ciò che mi fece dubitare fu un particolare fatto che avvenne un giorno d'estate. Avevo già notato che Lysander e Ariana erano diversi fisiognomicamente rispetto agli altri principi, ed era risaputo che molti mettevano in discussione la loro parentela con il re siccome la regina Rowena praticava la magia e l’ipotesi di aver ammaliato il re, per arrivare al trono era alquanto credibile, seppur devo ammettere che non ho conosciuto donna più gentile.»
Emma mise le braccia conserte inarcando le sopracciglia e non riuscendo proprio a capire quel discorso, molto bello per carità, ma tutt’altro che utile per la situazione del momento. Killian comprese quello stato di perplessità e tagliò corto il discorso.
«Solamente per poco tempo ho pensato che l'uomo che aveva abbandonato me e Liam non era nostro padre, l'ho pensato perchè sembrava tutto collegato. Era qualcosa di logico, anche se non assomigliavamo per niente al re. Era tutto un'accavalarsi di ipotesi, molto confusionare, me ne rendo conto. Ma... solo tempo dopo compresi che io e Liam non eravamo figli del re e ciò fu dato da un particolare. Accadde un giorno d'estate, stavo giocando assieme ad Ariana e per caso notai che aveva una voglia a forma di mezza luna sulla spalla destra, Lysander idem. Voglie ereditarie.»
«Una voglia a mezza luna, hai detto?» chiese conferma Emma iniziando a mettere tutti i tasselli insieme. «Aspetta... sulla tua spalla destra c’è una piccola voglia a forma di…»
«Aye. Mia madre ne aveva una uguale, così sua madre e sua mandre ancora.»
«M-ma questo...» gli occhi di Emma strabuzzarono prima ancora di concludere la frase. Non le serviva più fare domande perché aveva già capito tutto. «Ariana è tua…?»
«Sorellastra, sì.» confermò il pirata. «Re Alexander aveva avuto una relazione di una notte con mia madre, causa il troppo vino e una breve rottura nel rapporto con la regina Rowena. Fu mio padre a costringere mia madre a dare quei bambini a Sua Maestà non appena vennero al mondo, lo so perchè fu proprio la regina a raccontarmelo e ad aggiungere che fu lei a voler me e Liam a palazzo quando scoprii che nostro padre era fuggito. Quella donna era un vero angelo e, nonostante tutto, anche re Alexander aveva un gran cuore!»
La ragazza era completamente senza parole. Si era immaginata di tutto tranne che un vero legame famigliare. In un primo momento fu sollevata, quella verità fu molto meglio di tutto quello che si era aspettata. L’unica cosa che ancora non conosceva il motivo del rancore che provavano l’uno per l’altra.
«Ti chiederai come faccio… facevo ad odiarla così tanto e voglio raccontartelo. Voglio che tu sappia tutta la verità.»
 
 
Regno di Andals
Erano passati moltissimi anni dall’ultima volta in cui Killian aveva messo piede nel regno di Andals ed era passato anche molto tempo da quando aveva visto Ariana. Il valoroso pirata aveva solcato i mari con fierezza a bordo della sua Jolly Roger e al fianco di Milah. Avevano conosciuto nuove terre e si erano arricchiti assaltando le navi cariche di oro e gioielli. Erano stati gli anni più belli della sua vita, al fianco della donna che amava con tutto sé stesso, ma Tremotino, divenuto l’Oscuro Signore, li trovò e senza alcuna pietà strappò il cuore a Milah e tagliò la mano sinistra a Killian pensando di rubare il fagiolo magico che l’avrebbe condotto dal figlio perduto. Da quel giorno, l’unico obiettivo di capitan Uncino divenne la vendetta nei confronti dell’uomo che gli aveva portato via ciò che per lui era il mondo.
Milah era stata il suo primo amore, l’unica donna con cui avrebbe voluto vivere per sempre e per la quale aveva messo da parte sua sorella Ariana, che amava fraternamente. Uncino partì alla volta della ricerca di una maniera per uccidere l’Oscuro e una mattina gli balzò un’idea.
Era a conoscenza che, qualche anno prima, i fratelli di Ariana erano riusciti a riprendersi il loro regno accentuando la magia che già possedevano dalla nascita con un rituale. Si diceva che fossero giunti in un villaggio di streghe e avessero assorbito tutto il loro potere per vivere in eterno e possedere un potere che avrebbe sterminato chiunque. Le voci dicevano anche che potevano trasformarsi in qualsiasi cosa volessero; certamente erano voci di taverna, ma Killian avrebbe scoperto presto se erano verità o menzogna.
Con la Jolly Roger attraccò al porto di Andals e ordinò ai suoi uomini di non far avvicinare nessuno fino al suo ritorno.
Non disse a nessuno di loro perché aveva deciso di dirigersi lì, era anche vero che non tutti conoscevano la natura del suo rapporto con i regnanti di quelle terre indomite. Cavalcò per qualche ora prima di giungere ai cancelli del castello reale, esso si ergeva sul colle più alto di Andals. Enorme, antico, costruito in marmo beige e i grandi stendardi lo rendevano ancor di più imponente. Killian sospirò prima di lasciare il cavallo allo stalliere e farsi condurre da una severa guardia nella sala del trono, dove avvenivano le udienze al sovrano.
Il grande portone si aprì e lì fece la sua entrata al cospetto dei nuovi monarca. Il formidabile pirata non trovò nulla di cambiato se non l’aria più fredda e pesante. Non v’erano più due troni, ma sei e non ci volle tanto per capire a chi appartenessero. Nella grande sala entrò il ciambellano che annunciò
«Tobias, erede al trono di Andals!» annunciò il ciambellano anche se v’era solo Killian ad aver domandato udienza. Il prode capitano si inginocchiò subito e tenendo il capo basso non riuscì a vedere gli altri principi entrare, ma udì i loro nomi con l’epiteto annesso.
«Killian, è un piacere rivederti!»
Tobias fu il primo ad avvicinarsi per accoglierlo e gli fece subito cenno di alzarsi da terra, non vedeva la necessità di tutte quelle formalità. Il principe gli strinse la mano e gli battè una pacca sulla spalla sorridendogli calorosamente.
«Vostra Maestà!»
«Oh no, non sono ancora il re. Inoltre sei di famiglia… ehm, quasi… beh, evitiamo questa procedura noiosa e del tutto inutile!» disse con un gran sorriso mantenendo la sua eleganza regale. Riaver ottenuto il trono non l’aveva cambiato, aveva mantenuto quella sua solarità e bontà nello sguardo che fece dubitare Killian sulle voci che sentì sul suo conto. Era ben noto in ogni dove che Tobias e i suoi fratelli, dopo esser divenuti immortali, tornarono ad Andals e misero a ferro e fuoco il villaggio dando il via ad una sanguinosa battaglia che vinsero grazie ai loro poteri. Uccisero il perfido zio Romolus e giustiziarono coloro che lo sostenevano compresa la moglie, invece per quanto riguardava i figli vi fu un’accesa discussione sul da farsi e alla fine li lasciarono liberi. Questo racconto aveva preso molte forme durante gli anni e quindi la verità poteva essere misera. Ciò di cui non dubitava Killian erano i loro poteri, del resto provenivano da una grande stirpe di streghe.
«Qual buon vento ti porta qui?» domandò Tobias distogliendolo dai suoi pensieri.
«Mi serve il vostro aiuto» disse subito attirando meglio l’attenzione del futuro re che stava di fronte a lui. «Io… ho avuto uno screzio con il Signore Oscuro e…»
«Ne abbiamo sentito parlare.» Killian sospirò, le voci correvano veramente veloci. «Hai le mie… le nostre condoglianze per ciò che è accaduto alla tua amata. Tremotino non aveva alcun diritto di portar via la tua felicità e confido che presto la vita ti porti maggior serenità.» aggiunse Tobias.
«Grazie per le tue parole gentili, principe Tobias. - sospirò prendendo coraggio - Mi duole non esser giunto qui tempo prima, ma solo ora per chiedere il vostro aiuto per uccidere il Signore Oscuro. So che dicono che sia immortale, ma ho scoperto che esiste un’arma per ucciderlo e pensavo che con il potere che avete accumulato potreste fermarlo una volta per tutte.»
Negli occhi di Killian albergava la fiamma della vendetta. Non c’era uomo o situazione che lo avrebbe fermato dal portar via la vita alla creatura malvagia che gli aveva sottratto il suo amore. Non avrebbe conosciuto pietà o limiti; Tremotino doveva morire!
«Sì… ce ne siamo resi conto quando ci hanno avvertiti che una nave stava per approdare, e non una nave qualsiasi. Le tue intenzioni sono alquanto chiare, Killian, e del tutto comprensibili.» rivelò Tobias.
Il principe che attendeva di diventare re aveva meditato sulla situazione e, come da regola base della loro famiglia, aveva coinvolto i fratelli. Da quando avevano ripreso il reame erano più uniti tra loro e si erano imposti di prendere le decisioni insieme, di confrontarsi, solamente così il loro regno sarebbe durato. Uniti potevano rimanere stabili, divisi si sarebbero distrutti. «Ma come abbiamo stabilito non appena siamo tornati a casa, le decisioni bisogna prenderle in famiglia.» continuò Tobias voltandosi verso i fratelli che erano seduti ognuno sul proprio trono. Solamente in quel momento Killian ebbe il coraggio di guardare gli altri, in particolar modo Ariana, e quando il suo sguardo si posò su di lei non potè che rimanere scioccato. I suoi lunghi capelli corvini erano spariti lasciando posto ad una lunga chioma bianca; anche quella voce era vera. Pochi conoscevano la vicenda di una principessa spodestata maledetta da una strega dopo aver messo a ferro a fuoco il villaggio in cerca di traditori. La strega lanciò un sortilegio ad una sua consorella proferendo tali parole: «La chioma corvina che mostra la tua fierezza e la tua indomata forza diverrà l’opposto, così da mostrare la debolezza della tua anima fino a quando il tuo cuore sarà oscuro e pieno d’odio.»

Il cuore di Ariana era così infausto?
«La tua storia è alquanto drammatica, sfortunato pirata da una mano sola, ma francamente non ho voglia di sporcarmi le mani e forse morire per... te. Comprendi?» iniziò Lysander attirando l’attenzione del pirata «Anzi, se proprio devo essere sincero mi importa poco e niente riguardo la tua sventura. Forse te lo meriti, in fondo hai spezzato il cuore di una persona cara tanto tempo fa e ora tocca a te.» Il gemello di Ariana non l’aveva mai sofferto e ghignava della disgrazia capitatagli. Inoltre non riteneva fossero pienamente affari loro, credeva che Killian voltando le spalle alla sorella lo aveva fatto anche con loro e Lysander era il genere di persona che ricordava tutto e portava rancore per molto tempo.
«Lysander, non è così che prendiamo una decisione in famiglia!» lo riprese subito Tobias, alzando la voce per la prima volta.
In risposta il fratello minore alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente alzandosi dal suo trono e facendo per andarsene via con non-chalance. «Io vado a caccia. Sappiate che voto “No”. Addio capitan mano sola o come ti fai chiamare ora!»
Tobias sospirò pesantemente, per nulla contento del comportamento tenuto da Lysander e del suo poco tatto nei confronti di Killian. «Come hai ben potuto vedere non è affatto cambiato. La povertà e tutto ciò che abbiamo passato… beh… - si schiarì la voce - a discapito di ciò che ha detto, io scelgo di aiutarti.»
«Grazie.» rispose Killian guardandolo con riconoscenza.
«Anche io voto sì.» affermò Noel, il minore tra tutti i fratelli. «Il motto della famiglia è di rimanere uniti e se votassi contrariamente tradirei i nostri principi.»
«Io… non sono sicuro. Non dovremmo metterci contro il Signore Oscuro proprio ora che tutto si è sistemato» intervenne Ezra «non sono adirato con te, Killian, credimi, ma non vorrei mai tornare all’inferno in cui abbiamo vissuto.»
«Io…» tentò Axel prima che la voce di Ariana lo fermò.
«Basta! Non ci metteremo contro Tremotino e non perché abbiamo paura. Riflettiamoci: perché mai dovremmo?»
Alcuni si sarebbero aspettati di udire dei borbottii tra gli altri fratelli e invece… il silenzio. Tobias fu l’unico ad aver il coraggio di rispondere alla sorella lanciandole uno sguardo grave.
«Forse tu non vuoi rammentare, ma Killian è tuo fratello. Seppur noi altri fratelli non abbiamo legami di sangue crediamo che faccia parte di questa famiglia, esattamente come te, e noi proteggiamo la famiglia. Sempre stato e sempre sarà!»
Ariana scosse il capo, per nulla convinta. I suoi occhi erano lucidi, ma non di tristezza, al contrario… carichi di rabbia. «È stato lui a voltarci le spalle per primo e ora salderà quel debito!»
«Sorella… - la chiamò Tobias pazientemente - il miglior modo di andare avanti è quello di dimenticare e ricominciare da capo. Inoltre fermare Tremotino potrebbe essere una liberazione per tutti…»
«Bu-bu-bu - canzonò Ariana fissando il fratello maggiore con occhi chiusi a due fessure - il mio voto è No. Lysander e Ezra sono con me. Sono curiosa di vedere come farete tu, il buon salvatore dei martiri Axel, e il prode Noel a sconfiggere Tremotino. Senza contare che un uomo senza mano ha veramente il suo valore!» esclamò ironica.
Killian era senza parole per ciò che Ariana aveva appena detto. Nella sua voce c’era tanta di quella rabbia che lo portò a chiedersi se fossero stati in quella circostanza se non le avesse voltato le spalle per stare Milah. Da tempo si era reso conto di quell’errore e ci furono giorni in cui avrebbe voluto tornare indietro, ma quel che era stato fatto, era stato fatto!
Non si poteva tornare indietro.
«Il bene vince sempre.» affermò Tobias sicuro di sé.
«So che sei arrabbiata, ma non deve finire così. Ho sbagliato a voltarti le spalle, avrei dovuto ascoltarti… però, non puoi non comprendere le mie ragioni» Killian si protese verso Ariana che dalla sua postazione lo fissava dall’alto. «Io e Milah eravamo innamorati, tremendamente e ardentemente innamorati, e… lei era ciò che da sempre desideravo. Mi dispiace… mi dispiace veramente averti ferito. Lo sai bene che ti volevo bene e se qualcosa ti fosse capitato avrei sofferto esattamente come quando è morto Liam, ma così non è stato perché sei forte e valorosa e nonostante tutto sei qui. Sei tornata a casa e sei una sovrana. Io ho sbagliato, un tempo, ti prego non voltarmi le spalle.»
Era sincero. I suoi occhi limpidi e buoni urlavano la verità che risiedeva nel suo cuore e - in fondo - anche in quello di Ariana. Killian non avrebbe mai desiderato nuocerle o farla soffrire, ammise a sé stesso che anni prima era stato accecato dall’amore per Milah ad allontanarlo da lei. Ciò non significava che avrebbe rinunciato alla donna che amava per Ariana, ma certamente avrebbe lottato di più per tenerla unita a sé. In quel frangente sperava tanto che lei potesse perdonarlo e di conseguenza aiutarlo a distruggere Tremotino. Sarebbero tornati uniti per sconfiggere il male.
Ma a rompere le speranze del pirata onorevole fu la drastica risposta della sorellastra.
«Io mi fidavo di te, ti volevo bene e tu hai lasciato che una donna che conoscevi da qualche giorno si intromettesse tra noi. Una donna era più importante della ragazzina che ti ha sempre accettato e mai una volta trattato come se fossi il più volgare dei garzoni!»
«Ariana, per favore…»
«Fa silenzio!» gridò la principessa facendo rimbombare la sua voce nella sala «Ricordo bene quella mattina sulla Jolly Roger e di come hai trattato quello storpio che anni dopo è diventato l’Oscuro. È proprio vero che la ruota gira per tutti e oggi è il mio turno di dirti di andare per la tua strada senza di me; la chiamo l’ironia della vita e questa è la mia decisione.»
Le parole di Ariana furono così taglienti che colpirono Killian dritto al cuore, esattamente come faceva la freccia di un cacciatore alla sua preda. Negli occhi della principessa v’era l’inverno più gelido mentre in quelli di Killian la visibile distruzione della sua speranza.
«Ora, vattene.»
«Ariana, mi sono scusato…»
«Eravamo in fuga, potevano essere presi e uccisi da un momento all’altro e tu non hai voltato le spalle solamente a me, ma a tutta la mia famiglia… la famiglia che ti ha accolto quando eri un orfano, quando tuo padre ti ha abbandonato!» Killian provò a replicare, non vi fu verso. Le parole impetuose di Ariana si susseguivano una dietro l’altra. «Ci hai voltato le spalle. Abbiamo patito la fame e nostra madre è morta a causa della povertà. Se tu avessi avuto un minimo d’intelletto avresti riflettuto di più, ma non l’hai fatto e ora il dado è tratto!»
«Non puoi veramente incolparmi per tutto questo. In fin dei conti vi siete ripresi il regno, in una maniera o l’altra, e ora siete qui, siete vivi e siete uniti. Perché… perché incolpi me di averti voltato le spalle quando sei stata tu a decidere di andare via?!»
«Ti avevo avvertito che quella donna ti avrebbe portato alla rovina e ora eccoti qui: senza l’amore e senza una mano. Tzk… per una fetida sgualdrina che per un letto caldo non ci ha pensato due volte ad abbandonare suo figlio!»
«Non osare pronunciare il suo nome se il tuo intento è quello di sporcare la sua memoria. Lei era una brava persona e… tu non hai alcun diritto di…»
«Io sono la regina di Andals e tu sei un mio suddito!» gridò alzandosi di impeto e guardandolo dal basso verso l’alto.
Se il cuore di Killian era rimasto in parte intatto con la morte di Milah, dopo aver udito quelle parole si sgretolò con una tale lentezza che gli portò ancora più dolore. Fin da piccola Ariana era stata l’unica a non marcare la differenza sociale che v’era tra loro due. Non aveva mai richiesto l’uso del “voi” e non aveva voluto che si prostrasse ai suoi piedi. Nonostante tutto ciò che era successo Killian non avrebbe mai creduto di vederla cattiva, nemmeno quando aveva notato i suoi capelli bianchi correlando il fatto alla notizia della sua maledizione avrebbe creduto che la malvagità si era impossessata di lei.
«Ariana questo è troppo!» urlò furibondo Tobias parandosi di fronte alla sorella, ma ella con un gesto della mano lo fece andare a sbattere contro la parete. Noel e Axel provarono ad intervenire e fecero la stesso fine finendo in fondo alla sala, Ezra furbamente se ne rimase al suo posto.
«Risolvi i tuoi problemi da solo, ritorna dalla tua rozza ciurma e non ripresentarti mai più qui. Sei bandito.» disse lentamente Ariana fissando nel vuoto invece che fissare il viso di quel ragazzo che un tempo aveva amato più dei suoi fratelli di sangue.
«Va bene, me ne vado!» esclamò Killian riluttante. Ormai sapeva che non c’era più niente da fare e non voleva sprecare altro tempo. «Ma ricorda bene, mia regina, che sono le persone come me che danno la corona a persone come voi, come te!»
«I pirati intendi dire?» domandò sarcastica lei. «Guardie!»
«Stai commettendo un grosso sbaglio!» le disse Killian mentre due forzuti soldati lo presero per le spalle trascinandolo via. «Perderai ogni cosa comportandoti in questo modo, non è uno scudo per proteggersi!»
«Come tu hai perso la tua adorata Milah… e la tua mano.»
«Spero che troverai un uomo a cui donare il tuo cuore e che tu lo perda e soffra quanto io sto soffrendo!»
 
«Lei ti ha deluso.» disse Emma dopo aver ascoltato il breve racconto di Killian. Comprese perfettamente il suo rancore e quella pietà che, nelle ultime ore, aveva provato per Ariana quasi svanì.
«Sì, ma per una giusta causa… suppongo. Non l’ho aiutata in un momento di estremo bisogno perché ero completamente infatuato di Milah e le ho voltato le spalle nonostante tutto quello che ha fatto per me.» disse con voce desolata. «So di aver fatto un errore e negli anni sono stato divorato dal rimorso, ma il mio orgoglio pareva più forte.»
«Come il suo.»
«Sarà una qualità di famiglia!» esclamò Killian con mesta ironia.
Emma lo aveva osservato mentre - finalmente - le aveva raccontato tutta la verità e vide nei suoi occhi un sentimento triste, che nel profondo lo stava facendo soffrire. Tirando fuori quella storia salirono a galla anche tutte le sue emozioni represse e la Salvatrice fu colpita da quell’aspetto sensibile, che non fece che confermare il suo amore per lui.
Si avvicinò per abbracciarlo e dargli conforto. Era veramente innamorata di Killian e se lui soffriva, anche lei sentiva il suo dolore, inoltre comprendeva bene quella sofferenza scaturita da una persona a cui si voleva bene. In quell’abbraccio si era riallacciato perfettamente il rapporto costruito negli ultimi mesi e forse grazie a tutta quella storia si era rinforzato di più. Da quel giorno sarebbero stato più uniti.
Ad interrompere quel significante momento fu Axel che pareva aver assistito alla scena.
«Scusate la mia intromissione, ma devo parlare con Uncino. Possibilmente da solo.»
Killian prese la mano di Emma e la strinse nella sua. «Qualsiasi cosa tu voglia dirmi, puoi farlo davanti a lei… anzi, DEVI farlo!»
Axel sospirò cedendo alla sua richiesta.
 
***
 
Ariana era distesa a terra a fissare il cielo oscuro. Quella notte non v’era neanche una stella e pensò che il destino avesse scelto il momento giusto per terminare la sua esistenza. Con tutte le ore in cui sentì il blaterare di Milah e Maximilian ormai era diventata sorda, ma vi fu una sola voce che fu più chiara e si contraddistinse. La strega si mise a sedere e vide davanti a sé suo fratello… Tobias. Gli occhi le divennero lucidi dalla gioia. Si alzò di scatto per andargli incontro e abbracciarlo. Aveva bisogno di sentirsi rassicurata da qualcuno e inoltre, Tobias le mancava tantissimo.
«Non preoccuparti, sorella… tra un po’ sarà tutto finito.»
«Che cosa?»
«È giusto così. Tutto il male che hai diffuso presto andrà via e saranno liberi da te. Sai che è giusto.»
Ariana sciolse l’abbraccio e guardò quel fratello tanto buono a cui era stata tolta la vita ingiustamente. Durante la prigionia aveva pensato molte volte che sarebbe dovuta morir lei al posto suo e si era anche immaginata in quale modo. Avrebbe voluto cambiare il passato e lasciarlo vivere. Forse le cose sarebbero andate in modo diverso.
«Ma se morirò chi salverà i nostri fratelli?»
Tobias carezzò il suo viso. «C’è Axel. Lui ha un cuore buono e pieno di purezza, sarà all’altezza del compito che il destino ti affidò.» disse iniziando a convincere sempre di più la sorella minore. «Potrai apparirgli il sogno e consigliarlo, ma se starai ancora in vita non farai altro che portarlo alla dannazione. Quindi ora vai…» disse indicandogli la via sul precipizio delle cascate. «Buttati e affoga lentamente. Muori.»
Ariana si girò lentamente e camminò fino ad arrivare sull’orlo del baratro. Indietreggiò di un passo, spaventata di ciò che l’aspettava, ma sapeva di doverlo fare. Il dolore che sentire era troppo forte e andandosene avrebbe fatto la cosa giusta.
Prese un bel respiro, sentendosi pronta. Doveva solo muovere un piede e tutto sarebbe finito. Era il momento.
Chiuse gli occhi e fece quel passo buttandosi. Sentì qualcosa afferrarla. Riaprì gli occhi immediatamente. I piedi non toccavano terra e sotto v’era il lago, ma non lei non v’era finita dentro come da piano. La stessa forza la tirò sul precipizio. Ariana a momenti non perse l’equilibrio, nonostante la situazione riuscì a mantenersi perfettamente in piedi.
Prendendo fiato poggiò il suo sguardo sulla persona che l’aveva salvata e ne rimase sbalordita.
«S-sei reale?» sussurrò Ariana non riuscendo più a distinguere la realtà dalla finzione.
«Certo che lo sono… ora vieni via con me e torna a casa di Belle!»
Ariana scosse la testa rimanendo immobile nella sua posizione. Avrebbe ancora potuto farlo; poteva ancora voltarsi e saltare giù nel lago e lasciarsi morire. «Risolverò la radice dei tuoi mali: io!»
«La… cosa? - domandò corrugando la fronte - Ariana non dire fesserie e vieni via da lì o la prossima volta il mio uncino colpirà qualche altra parte di te!» tuonò scorbutico, anche se in realtà era solamente molto nervoso.
«Ti ho fatto talmente tanto male che non puoi neanche immaginare. È giusto finirla in questo modo.» Ariana tremava, con le mani al grembo cercava di tenere della distanza tra lei e Killian.
«Giusto? Per i sette mari! - sbottò in preda alla collera - Credimi, non hai fatto niente di male in più di quello che hanno fatto molto altri veri cattivi.»
«Lo dici solo perché non sai la verità.»
«Questo è ciò che pensi.» affermò il pirata cupo in viso e nello sguardo cristallino. «Axel me lo ha detto. Mi… mi ha detto perché ti senti in colpa per Milah.» Gli occhi della strega furono nuovamente colmi dalle lacrime. Quell’affermazione non la stava facendo star meglio, anzi, sentiva ancora di più il dolore che per anni Killian provò dopo la scomparsa dell’amata. Nella mente di Ariana, offuscata dal senso di colpa, volò il pensiero che da un momento all'altro Killian le avrebbe dato il tanto atteso colpo di grazia.
«So perché l’hai fatto e voglio che tu sappia che non avevo dato quell’ordine.» continuò il pirata.
«C-cosa? Di cosa stai parlando?» sussurrò Ariana passandosi una mano sul volto incredulo.
«Gli uomini che volevano… - cercò di tener i nervi saldi perché quella questione lo aveva fatto mandare in bestia - beh… hai capito. Io non so perché Milah l’ha fatto… sì, ha sempre avuto un carattere forte e sfrontato, per questo l’ammiravo, ma non doveva farlo.»
«Questo non cambia niente, Killian.»
«Questo cambia tutto!» esclamò Killian impetuoso avvicinandosi di scatto. I suoi occhi erano fissi in quelli della sorella. Il suo sguardo, come le sue idee, erano cambiate; non la vedeva più come un mostro, ma come una ragazza a cui era stata strappata la tenera infanzia.
«Quello che stai per fare non è giustizia, è una pazzia! Chiunque ti abbia visto era un allucinazione scaturita dai tuoi rimorsi, ma non era reale. Maximilian è ad Andals e Milah e Tobias non possono tornare dal regno dei morti. Tu sei viva e puoi vivere ancora per molto tempo, ma smettila di sentirti in colpa.»
«Come potrei? Ti ho rovinato la vita.» mormorò lei flebile.
«Non hai complicato la mia vita più di quanto già non fosse, ma mi hai permesso di incontrare Emma e potrei ringraziarti per l’eternità. Ariana… il fatto che tu abbia commesso azioni malvagie non ti rende cattiva, lo sei stata, ma non lo sei più. Guarda i tuoi capelli: sono neri! Se fossi malvagia dovrebbero essere bianchi.»
Ariana spostò lo sguardo sui suoi capelli e Killian aveva ragione, erano corvini e non v’era neanche una ciocca bianca.
Il pirata si avvicinò ancor di più, ma cautamente e nella stessa maniera le tese la mano.
«Permettimi di salvarti… prendi la mia mano. Ti perdono, sei salva.»
La strega fissò la sua mano con titubanza, sembrava insicura riguardo la prossima mossa. Prese un lungo respiro e poi mise la sua mano in quella di Killian e in quell’istante si compì l’atto di magia più potente. Ariana fu scossa da un forte vento che la rese libera dal veleno e dai suoi rimorsi, e tutto grazie a Killian. Era stato lui il suo salvatore. Tutto in un momento la stanchezza si impossessò di lei e a momenti non svenne a terra.
«Non preoccuparti, ti tengo io.» disse il pirata prima di prenderla in braccio e incamminandosi sulla via del ritorno.
 
 
Note Autrice:
I'm back dearies!
Con questo capitolo si conclude la storia nascosta di Killian ed Ariana. Vi aspettavate che sarebbe stato lui a salvarla dopo averla perdonata?
Con i flashback di questo capitolo avete saggiato un momento in cui Ariana era una vera villain e c'è anche un particolare che dovrete tenervi a mente per il futuro ;)
Il prossimo capitolo prevede un piccolo salto temporale e riprenderemo la story-line Nik/Ariana e ci saranno delle interazioni anche con Killian e gli altri personaggi.
Chiarisco che il rapporto tra Killian e Ariana non è risolto al 100%; dovranno pian piano recuperare il loro rapporto, però sicuramente saranno più uniti ora che ogni segreto è svelato.
Spero che la storia continui ad intrigarvi e cuore ringrazio dal profondo del cuore  tutti voi che state leggendo e inserendo la Fanfiction nelle varie categorie ^-^
Un bacione e alla prossima, tante avventure sono ancora dietro l'angolo!
Sere
   
 
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