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Autore: gateship    30/05/2015    2 recensioni
No, non triste, non era la parola adatta per descriverlo. In quel momento, mentre la luce delle stelle illuminava le sue lacrime e gli stringeva il petto senza lasciarlo più andare, la parola... la parola era morto.
Darillium... RiverxEleven.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La musica è una cosa incredibile, aveva sostenuto una volta River, mentre erano comodamente seduti in biblioteca.
Ma per il Dottore quelle note che gli trapassavano il petto, che volevano soltanto farlo scappare. Quelle note. Che gli facevano scendere un liquido amaro dagli occhi. Quelle note erano la musica più lenta, e veloce, e dolce, e triste.
No, non triste, non era la parola adatta per descriverlo. In quel momento, mentre la luce delle stelle illuminava le sue lacrime e gli stringeva il petto senza lasciarlo più andare, la parola... la parola era morto. In quel giorno lei sarebbe morta, e nemmeno tutti i cieli di tutto l'universo avrebbero potuto impedirlo. Lei sarebbe morta e una parte di lui sarebbe per sempre morta con lei.
 
"È bellissimo vero?" chiese una voce roca alle sue spalle.
Darrilium.
Le torri hanno cantato e tu hai pianto.
Ripetè River nella sua mente.
Non hai voluto dirmi perché, ma immagino sapessi che era il momento... il mio momento.
Chiuse gli occhi, cercando di bloccare quelle frasi sporche, impossibili. Indelebili. Il suo momento, strinse le palpebre, cercando di fermare le lacrime, che ormai scorrevano come acqua da una diga abbandonata. Niente seconde chance, niente saluti, forse, un solo, ultimo, languido bacio. Il suo momento. Con tutte le volte che aveva evitato l'argomento, tutte le volte che lo aveva negato. Eccoli. Darrilium. Un cerchio che si chiudeva, uno che si apriva.
 
"Dottore, cosa succede?" chiese la voce, mentre lei con la mano gli asciugava una lacrima
"Niente."
"Andiamo, cosa c'è che non va, sei stato strano per tutta la sera. Prima ti presenti alla mia porta con un taglio finalmente decente e ora... cosa succede? - sospirò River, sorridendogli confortante - Dimmelo."
"Non posso." disse stringendosi nella giacca, iniziava a fare freddo.
"Perchè?"
Lui non rispose, limitandosi a poggiare la testa sopra la sua spalla. "River, io ho fatto cose che... che ti hanno ferito... ti ho fatto male. Te ne faccio sempre. Io ti amo. Non scordarlo mai, ti prego. Anche quando ti tratto male, o ti ignoro, e soprattutto quando non ti conosco. La mia River. - sussurrò toccandole dolcemente il viso - Non ti dimenticherò mai. Non dimenticherò mai tu ed io, lo spazio e il tempo. Il Dottore e Melody Pond." Il suo sguardo si abbassò sulla sua bocca, poi rialzandosi timidamente su di lei in cerca di assenso. Lentamente, le loro labbra si toccarono, i loro respiri diventarono tutt'uno. Immagino sapessi che era il momento... il mio momento. Approfondì il bacio, cercando di trarne conforto, ma non poteva. Nessuno poteva aiutarlo. Non il suo momento, il loro momento. I loro sguardi si incontrarono, come River si separò dolcemente da lui.
"Ti amo, Dottore."
"Ti amo, River." rispose, mentre le lacrime gli continuavano a rigare il viso.
"Dottore?" chiese dopo qualche secondo.
"Mmm?"
"Perchè siamo qui?"
Lui abbassò lo sguardo, concentrandosi sulle scarpe di lei. "Lo volevi da tanto tempo."
"Ma non è solo questo, vero? È qualcos'altro." disse accarezzandogli la guancia.
"River... io... Spoiler." sussurrò, quasi fosse una maledizione. "Spoiler." ripetè.
"Dottore..."
"Shh... spoiler." rispose con familiari parole, premendole un dito sulle labbra, lasciando i suoi occhi vagare ancora una volta su di lei.
"Parli quasi come se dovesse accadere qualcosa di brutto. - iniziò, sistemandogli la giacca bianca - È solo una biblioteca, una spedizione di due giorni. E se mai avessi bisogno di aiuto, tu saresti lì. Ci sei sempre, mi afferri ogni volta che cado - sorrise - Andrà tutto bene, promesso, d'accordo?"
Lui annuì, mentre, lacrima dopo lacrima, l'indistruttibile signore del tempo, la tempesta che avanza, diventava semplice pioggia, in balia di un vento, una canzone, che volgeva all'ultimo soffio, all'ultima nota.
  
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