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Autore: Martyx1988    06/01/2009    5 recensioni
Sviluppo della One-Shot "La dea dell'amore"...la solarità di Ayame, la freddezza di Hyoga, la lotta tra due dee, la scoperta del vero nemico e del vero amore, più divino della stessa dea che lo comanda...mescolate il tutto con un pizzico d'azione e un assaggio di comicità e...buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Dea dell'Amore'
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A divine love
(sviluppo della One-shot "La dea dell'Amore")

Capitolo 1 - Nuova Primavera

Quella mattina il collegio St. Charles era più rumoroso del solito, le risate dei bambini sembravano quintuplicate rispetto agli altri giorni e oltre ad esse se ne potevano distinguere altre più adulte, ma da una parte ancora infantili. I precedenti ospiti del collegio erano andati a fare visita ai loro piccoli amici insieme alla signorina Saori e a Tatsumi, e così Seiya, Shiryu, Shun, Hyoga e gli altri cavalieri si erano trovati alle prese con litigi di massa, pianti più simili ad alluvioni e scherzi di vario tipo. La faccia di Seiya era infatti ricoperta da una vasta gamma di colori a tempera che lo rendevano più simile a un clown che a un cavaliere, i lunghi capelli di Shiryu erano stati presi d'assalto dalle bambine che si stavano divertendo ad acconciarli nei modi più disparati, mentre Shun stava intrattenendo un gruppetto di bambini apparentemente più tranquilli insegnando loro a disegnare.
Il tutto avveniva sotto un tiepido sole primaverile e davanti ai gelidi occhi azzurri di Hyoga, che aveva preferito starsene in disparte e osservare divertito la scena. Accanto a lui, seduta su una semplice panchinadi legno, Saori rideva di gusto.
Videro poi una bambina correre loro incontro urlando, inseguita dal solito Smarty, forse il bambino più dispettoso del collegio. Hyoga e Saori si scambiarono uno sguardo d'intesa e decisero di intervenire, il ragazzo bloccò Smarty  afferrandolo per il colletto e sollevandolo, permettendo così alla bimba di andarsi a rifugiare da Saori.
"Lasciami, lasciami andare! Avanti, Hyoga, mettimi giù!" Smarty si dimenava senza sosta calciando l'aria con i piedi.
"Neanche per sogno, non si importunano le bambine così"
"Non me ne importa niente di lei, voglio solo il suo giocattolo!"
"Puoi scordartelo, Smarty! Finiresti per romperlo!". La bambina fece seguire una sonora linguaccia alla sua risposta.
"Sei veramente antipatica e brutta lo sai?!?" sbraitò il ragazzino, provocando il pianto isterico della bambina, che inondò di lacrime l'abito di Saori.
"Ma bravo!" lo rimproverò Hyoga "Chiedile immediatamente scusa"
"Non ci penso nemmeno!"
Hyoga lo sollevò ancora di più, portando il suo viso all'altezza dei suoi occhi. "Non voglio ripetermi". Il suo sguardo non ammetteva repliche.
"Uff...e va bene, scusa" brontolò Smarty. La bambina sembrò calmarsi e, sollevata la testa, si asciugò le lacrime con la manicha della camicetta.
"Si può sapere qual è il giocattolo che ha creato tanto trambusto?" domandò gentilmente Saori, sorridendo ai due bambini. Nel frattempo Hyoga aveva rimesso a terra Smarty, pur continuando a tenerlo d'occhio.
La bimba mostrò alla ragazza una bambola di pezza molto vecchia e a tratti sgualcita, ma ancora in buono stato e di ottima fattura, che subito attirò l'attenzione di Hyoga.
"Bah, è bruttissima e vecchia. Tientela pure!" bofonchiò Smarty, tornando a giocare con gli altri bambini.
"Non è vero, sarai tu brutto!" trillò la bambina, lasciando cadere la bambola per lanciarsi all'inseguimento dell'amichetto.
Saori rise divertita, poi si chinò a raccogliere la bambola e la porse a Hyoga. "Mi era sembrato ti interessasse".
"No, solo...ricordavo di averla vista tra i giocattoli del collegio quando ero piccolo, tutto qui"
Saori annuì. "Prendila comunque". Avvicinò ancora di più la bambola al cavaliere, che la prese con delicatezza, e andò verso il resto del gruppo.
Si era completamente dimenticato dell'esistenza di quella bambola e, a vederla in quello stato si sentì in colpa. Quella bambina, Ayame, gliel'aveva lasciata per non farlo sentire solo, dicendo che un giorno sarebbe tornata a riprenderla. Cosa avrebbe detto nel trovarla sgualcita e sporca. Si diede dello stupido, erano anni che la bambola era al collegio e mai nessuno era venuto a reclamarla, perchè sarebbe dovuto accadere proprio in quel momento? Rappresentava però un ricordo troppo bello per lasciarla in quello stato.
"Ehi, Erii!" si diresse verso la zona del cortile dove gli altri stavano giocando. Una ragazza bionda, minuta, si affrettò a corrergli incontro.
"Dimmi, Hyoga" disse sorridendo al ragazzo, rossa in viso per la seppur breve corsa e non solo.
"Dici che si può rimettere in sesto questa bambola?" gliela mostrò. Erii la prese in mano con attenzione.
"Beh, è un po' malconcia ma non perduta. Qualche punto qua e là e tornerà come nuova. Ma come mai vuoi che la aggiusti?"
"Così. E' un bel giocattolo ed è un peccato lasciarlo in queste condizioni"
"D'accordo, mi ci metto subito"
"Grazie, Erii. Sei sempre molto gentile"
Il rossore sul volto della ragazza si fece più vistoso e, nel tentativo di non farsi vedere da Hyoga, si voltò di scatto e tornò verso il collegio. Il ragazzo sorrise, conscio dei sentimenti che animavano la fanciulla. Anche lui li aveva provati per qualche tempo, ma si era poi accorto di non amare Erii come meritava e aveva preferito restarle amico, situazione che lei aveva accettato apparentemente volentieri. La vide uscire dal collegio con in mano un cestino, probabilmente contenente tutto ciò che le sarebbe servito per rattoppare la bambola.
Gli venne in mente il giorno in cui la ricevette, anni prima, e si voltò a guardare l'altalena, ancora in piedi da allora. Cosa invece non esisteva più era l'albero di ciliegio, abbattuto per creare uno spazio giochi all'aperto, con scivoli, giostre e quant'altro.
A Hyoga non sembrava neanche fosse primavera senza quell'albero. In quel tandem di ricordi riaffiorò anche l'immagine solare di Ayame, sorridente e luminosa, che lo incoraggiava a non essere triste, che gli offriva parte di lei perchè non si sentisse più solo. Purtroppo poche volte aveva potuto sfruttare quel dono, il suo destino non era quello di essere un bambino normale la cui infanzia sarebbe trascorsa in mezzo ai giochi e ai coetanei. Era dovuto diventare un uomo prima degli altri, e come lui anche Seiya, Shiryu e i suoi amici. Il tempo dei giochi era durato poco per lui.
Un colpo di clacson proveniente da una lussuosa automobile scura posteggiata davanti al cancello lo svegliò dai suoi pensieri. Si avvicinò alla macchina, da cui sbucò un brizzolato autista in divisa.
"Mi scusi, è questo il collegio St. Charles?" gli chiese gentilmente.
"Sì, esatto"
"Molto bene". L'uomo corse intorno alla macchina fino a raggiungere la portiera del passeggero dietro, che aprì con eleganza.
"Siamo arrivati, signorina Ayame"
Ayame?!? pensò Hyoga, sorpreso. No, non poteva essere lei, sarebbe stata una coincidenza impossibile. Oppure non si trattava di coincidenze, ma di uno strano gioco del destino. Attese con trepidazione che il passeggero uscisse dall'auto. Il cuore gli si fermò quando ai suoi occhi apparve un roseo viso sorridente contornato da una cascata di capelli biondissimi e su cui spiccavano due luminosi occhi verdi.


Eccomi di nuovo qui! Spero di non aver deluso le vostre aspettative, questo capitolo è nato tra una pausa tra lo studio di Chimica Inorganica e quello di Chimica Organica, perciò se vedete comparire formule in mezzo al testo perdonate :P...no scherzo, potrebbe comunque esserci qualche errore di battitura, portate pazienza ma sono in periodi di esami su esami...
Ringrazio roxrox, ti con zero e sole a mezzanotte per il loro appoggio e tutti gli altri silenziosi lettori!
   
 
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