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Autore: Angel TR    06/01/2009    2 recensioni
Ho provato a descrivere i sentimenti di Jin dopo la morte della madre, quando aveva 19 anni. Questo è cio che ne è venuto fuori.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jin Kazama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho provato a descrivere i sentimenti di Jin,dopo la morte della madre,quando aveva 19 anni e stava in casa con Heihachi,quando frequentava la Mishima High School. No,non ci sono riuscita,quindi,non aspettatevi granchè.






Hello




Playground school bell rings, again
Rainclouds come to play, again
Has no one told you she's not breathing ?
******************************
La campanella della scuola suona ,ancora
nuvole di pioggia vengono per giocare ,ancora
nessuno ti ha detto che non respira?
******************************

Avevo già preparato la cartella l’ora prima e, mentre lo facevo, mi tornavano in mente gli ammonimenti di mia madre. Mi sono lasciato andare ai miei pensieri e, guardando fuori la finestra, mi sono accorto che già un bel po’ di ragazzi erano fuori dalla scuola.
Alzo lo sguardo. La classe è vuota.
«Jin,quando vai a casa? Non vorrai rimanere tutto il tempo qui?» Rivolgo uno sguardo all’insegnante. Vorrei non risponderle ma devo.
«No…vado tra poco.»
L’insegnante mi guarda con uno sguardo pieno di interrogativi, di domande,che dovrebbero bastare a sé stesse, perché di certo non avranno una risposta. Sì, lo vedo nei suoi occhi sta pensando che sono un ragazzo fuori dalla norma. Me lo dicono tutti. O meglio, lo pensano . Nessuno osa rivolgermi la parola, forse perché non sono – e non lo sono mai stato – un ragazzo socievole e divertente, simpatico e allegro, che si lascia andare. No. Tempo fa, ero più spensierato ma ora no. E c’è un motivo.

Hello, I'm your mind, giving you someone to talk to...Hello...
If I smile and don't believe
*************************************************
Ciao, sono la tua mente, ti do qualcuno con cui parlare.. ciao
Se sorrido e non ci credo
*************************************************

Quanti anni sono passati? Quattro anni sono passati da quando non lei non c’è più. Quindici anni mi sembrano troppo pochi per condividere con una persona, che ti è cara già da prima che nasci, le tante emozioni che la vita riserva e quattro anni mi sembrano davvero troppo pochi per dimenticare un dolore così grande. Mi correggo.
Un dolore così grande non si può dimenticare. Non si può nemmeno affrontare. Come fai ad affrontare una cosa che non c’è? Che si trova solo nel tuo cuore?
Forse farei bene a sorridere e a fingere, fare come se lei fosse ancora qui. Potrei immaginare di tornare a casa,di aprire la porta e urlare «Mamma!Sono a casa!» Ma chi mi risponderebbe?La voce nella mia testa? Oppure Heihachi, che con uno sbuffo, direbbe «Hai perso la testa! Ma che fai?»
Lui casomai ha perso la testa. Sempre con la Mishima Zaibatsu nella mente, non riesce manco a dare un po’ di calore e affetto, no, non ci riesce proprio.
Però,forse,neanche io ci riesco. Sono stato amato e, ora, non riesco proprio a ricambiare. Ma come si fa ad amare una persona che non puoi vedere? Che non puoi sentire, toccare?
Qualcuno può darmi una risposta?

Soon I know I'll wake from this dream
Don't try to fix me
I'm not broken
*******************************
Presto saprò che mi sveglierò da questo sogno
non provare a ripararmi,
non sono rotto
******************************

Adesso tutti credono che sono un po’… diverso. Sì, tutti mi trattano in modo diverso, appena sanno che mia madre è …morta,mi guardano strano, mi trattano come se fossi… un alieno, ecco la parola giusta.
Gli sguardi veloci, quei pochi intrepidi che provano a rivolgermi uno sguardo, subito lo distolgono. È uno sguardo sfuggevole,come quando qualcuno guarda un ragazzo che piange: non prova nemmeno ad avvicinarsi per rincuorarlo, a parte…gli amici.
Ma io non ho amici,e,per questo,nessuno mi si avvicina e mi dice "Dài, per qualsiasi cosa sono qui, puoi contare su di me." No,nessuno me lo ha mai detto. Importa qualcosa?
No. Niente.
All’inizio,pensavo fosse un brutto incubo, uno di quelli che ti sembrano talmente veri, che, quando ti svegli, ti senti male. Invece, dopo, ho scoperto che era tutto vero. Le fiamme, le grida, i colpi, gli occhi rossi trionfanti di Toshin e quelli neri, profondi,disperati e spaventati di mia madre,la casa che cadeva in pezzi, le lacrime…Tutto incredibilmente e maledettamente vero. E ora mi chiedo:
Perché a me?

Hello, I'm the lie living for you so you can hide...
*Don't cry...*
*****************************************************
Ciao, sono la bugia che vive per te così che tu possa nasconderti..
Non piangere
*****************************************************

A volte penso,provo a nascondermi. Non lo dico a nessuno, rimango zitto. A volte provo a dimenticare. Non ci riesco, i pensieri ritornano indietro così come li ho scagliati, veloci e taglienti, come lame, come un frisbee. Mi colpiscono, attaccano il mio cuore per farlo smettere di battere ma lui si ribella, a differenza di me, inizia a mandare più ossigeno al cervello, a pompare più sangue, cosicché io possa continuare a vivere, senza cadere nell’oblio dei miei incubi.
Non piango. Non lo faccio perché se piango, gli occhi iniziano a bruciare per le troppe lacrime che ho gettato.
E le colpe ritornano a me. Non sei riuscito a salvarla, idiota, stupido, inutile!,ed è vero. Sono stupido, idiota, inutile, quali di questi aggettivi è migliore per descrivere quel che non sono riuscito a salvare?
Non sono riuscito a salvare mia madre.
Perché? Perchè non ci sono riuscito? Perché, perché, perché?

Suddenly I know I'm not sleeping
Hello, I'm still here, all that's left Of yesterday...
*************************************
Improvvisamente so che non sto dormendo
Ciao, sono ancora qui Tutto ciò che resta di ieri..
************************************

«Jin! Ma non vedi com’è tardi? I tuoi genitori ti staranno sicuramente aspettando!» Vorrei fare un ghigno di disprezzo ma mi trattengo. Vede, professoressa, non ho genitori. O, almeno, l’altro chissà dov’è. Comunque, non ho più genitori, mi è rimasto solo quell’ammasso di organi di Heihachi – mi rifiuto di chiamarlo nonno-.
«Ah…» Guardo l’orologio. È realmente tardi. Sono le tre passate! Guardo fuori. La scuola è completamente deserta. Mi alzo,prendo la cartella ed esco.
«Buongiorno, professoressa.» Lei ricambia il saluto. Quando esco, una folata di vento mi scompiglia i ciuffi di capelli, e un forte raggio di sole illumina il mio braccio. Per quanto possa sembrare stupido, rvolgo uno sguardo in alto, al sole.
Ciao, mamma.

  
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