Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Celiane    05/06/2015    0 recensioni
Esiliato sulla terra.
Cacciato dal Paradiso.
Allontanato dai suoi fratelli.
L'Angelo custode dei giardini dell'Eden ha giurato vendetta nei confronti di chi l'ha privato delle sue ali, non importa a quale prezzo.
Dopo duemila anni Fylake ha finalmente la possibilità di vendicarsi, di impedire la risalita del signore dei demoni, di colui per cui aveva deciso di sacrificare tutto... Poco importa che questa ultima battaglia potrebbe decidere le sorti del mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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-Ho intravisto Adamo ed Eva dietro i cespugli di biancospino all'ingresso orientale del Giardino- la voce divertita dell'angelo risuonò melodiosa nell'aria rarefatta, una figura possente ma al tempo stesso delicata, quasi incorporea, chiuse i pesanti cancelli di d'oro alle sue spalle senza produrre il minimo rumore, con la stessa delicatezza e leggiadria con cui sfiorava i petali di una rosa che faceva capolino, curiosa, dalla siepe sua madre.

Una risata cristallina rispose alle sue parole nascosta dietro un imponente salice piangente, le fronde del maestoso albero danzavano mosse da un vento leggero al ritmo di quel suono melodioso che nessuna voce umana avrebbe potuto replicare, al di là delle foglie appuntite si intravedeva il candore di due ali bianche come la neve.
-Penso che non vogliano disturbare il tuo canto mattutino sorella, ma davvero la loro innocenza non smette mai di sorprendermi, ogni mattina si recano qui per ascoltarti e ancora credono di non essere stati scoperti- esclamò il visitatore mentre raggiungeva a passo svelto la sua interlocutrice
- E' un vero peccato non possano entrare Gabriele! A volte vorrei che questo giardino possa essere un luogo aperto accessibile anche agli uomini, trovo la loro compagnia tanto amabile che a volte indugio a lungo a discorrere con loro da dietro le grate dei cancelli,l'altro giorno ho fatto dono ad Eva di una delle mie rose più belle per adornare i suoi capelli, oh fratello avessi potuto vedere con quanta gioia ella ha ricevuto il mio dono... -
 
Gabriele guardava deliziato la sorella parlare, il suo sguardo si soffermò sugli occhi di lei, due pietre di acquamarina incastonate in un viso dall'ovale perfetto, erano i suoi stessi occhi ma se a lui donavano un'aurea severa ed austera su di lei risultavano più docili e teneri, quasi si protendessero in un abbraccio verso chi le stava di fronte.
Alcune foglie facevano capolino trai lunghi e fluenti capelli nero corvino che ribelli le ricadevano oltre le spalle in selvagge onde, la piccola bocca increspata in un sorriso lasciava presagire la soavità della voce che ne sarebbe uscita
-         Sai bene perché è loro vietato l'accesso a questo luogo, di tutti i giardini dell'Eden essi possono servirsi tranne che di questo che tu vigili,  di tutti gli alberi essi possono cogliere i frutti eccetto che di quelli dell'albero della conoscenza che tu custodisci
-         Non è  necessario che tu spieghi questo a me fratello- lo interruppe gettandogli le braccia al collo e poggiando il viso sul suo petto
-         Piuttosto cosa ti porta qui anche oggi? Non posso davvero credere che tu tra tutti gli Angeli del Paradiso abbia il tempo di venire a farmi visita ogni giorno, certo non dubito del tuo affetto fratello ma non è da te un simile comportamento- disse divertita mentre si liberava dall'abbraccio e iniziava a correre in circolo carezzando i fiori sul suo cammino, Gabriele poté solo scorgere uno sprazzo del candore delle sue ali prima che sparissero insieme a lei dietro una parete di rose blu rampicanti
-         Sono stato inviato a vedere come procede la prossima mietitura, non dovrebbe mancare molto giusto?- disse mentre sbirciava l'anfratto dove era scomparsa la sorella, dietro a quello che sembrava una semplice parete fiorita si nascondeva un'altra porzione di quei meravigliosi giardini, il sole illuminava un tappeto di meravigliose calle bianche. Fylake stava ferma, in piedi, con le braccia spalancate e avvolta da quella luce accecante in un tenero abbraccio, se ne nutriva come le piante che curava facevano per crescere sane e vigorose.
 
L'angelo spalancò le immense ali bianche mentre iniziava da intonare una dolce nenia, Gabriele chiuse gli occhi aprendo il suo cuore a quel canto nostalgico, a quella voce che era stata eletta come la più bella di tutto il Paradiso Terrestre.
Lentamente gli alberi che le stavano intorno sembrarono animarsi, si iniziavano ad intravedere tra le loro fronde delle voluminose gemme che come frutti pendevano dai rami,  all'interno di quelle sfere ambrate si distinguevano delle sagome dai contorni confusi. Lo sguardo di Gabriele si riempiva di commozione mentre osservava i suoi futuri fratelli, ancora avvolti da quel profondo sonno in cui erano costretti prima di venire alla luce, in attesa che le loro ali finissero di svilupparsi.
 
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­-Splendido- esclamò una voce alle loro spalle, Fylake interruppe il suo canto mentre un'espressione di incontenibile gioia le si dipingeva in volto,. Gli alberi fruttiferi fermarono la loro danza e i gli angeli dormienti svanirono alla vista dei presenti.
-Lucifero-  sussurrò Gabriele salutando l'intruso con un cenno del capo ma senza riuscire a nascondere il fastidio legato a quella interruzione. Il più potente, il più maestoso tra gli angeli del Paradiso non sembrò degnarlo di uno sguardo, tutte le sue attenzioni, tutto il suo animo era proteso  verso Fylake e lo era da ben prima che entrasse nei Giardini Segreti.
-La tua voce è un balsamo per il mio cuore stanco- le sussurrò all'orecchio mentre le spostava delicatamente i morbidi boccoli lontano dal viso
- Lucifero che gioia averti qui fratello mio, avevi promesso di farmi visita più spesso ma iniziavo a dubitare della tua parola mio cuore- Gabriele si irrigidì nel constatare quanto cieca la sorella potesse diventare di fronte a colui che amava autodefinirsi "Luce del Paradiso. Ella aveva un attaccamento nei suoi confronti che sembra superiore a quello che provava verso lo stesso Gabriele sebbene fossero gemelli nati dalla stessa gemma, non l'aveva mai guardato a quel modo, era come se donasse tutto il essere a Lucifero, come se lui l'avvolgesse in delle spire da cui non era possibile fuggire, ma non cercava alcuna fuga, era una prigioniera innamorata del suo stesso carceriere, bramava che le catene che la legavano a quell'essere splendente divenissero ancora più resistenti.
Era un amore angelico, diverso da quello terreno e mortale ma per questo non meno intenso ed assoluto, pericolosamente similare a quello che ogni abitante del paradiso provava nei confronti del Sommo Creatore, ma mentre quello della sorella era un sentimento puro ed innocente, in Lucifero quella stessa propensione verso di lei diveniva distorto e crudele, egli era capace di amare solo se stesso e la guardava come un lupo guarda un tenero agnellino.

Egli trovava gioia nella sua devozione perché lui ne era il solo destinatario, vedeva se stesso riflesso nel suo sguardo e ne traeva soddisfazione, bramava, non ammirava le qualità di Fylake, ma non potendole avere per se stesso si contentava di possederla.
- Ho intimato a quei due umani di allontanarsi da questo luogo sacro, non posso sopportare che quelle bestie odano il tuo canto seppur da lontano- per un attimo la voce dell'angelo si fece più cupa e resa tremante da un accesso di rabbia.
-Lucifero devi smetterla di avere un atteggiamento così ostile verso gli uomini, essi sono immagine del nostro ...
- Ti prego Gabriel, non tediarmi con le tue solite prediche, immagine di cosa sarebbero costoro? non hanno nulla della grandezza e della potenza del nostro Signore, nulla finanche della nostra! Eppure non noi ma loro sono gli esseri più amati da Dio, noi soli dovremmo essere oggetto del suo amore e delle sue cure, invece cosa fa il nostro encomiabile Padre ? Si ostina a preferirli a noi, a preferirli a me! — il corpo dell'angelo era scosso da fremiti violenti come la durezza delle sue parole.
- Non starò certo qui ad ascoltare una parola di più dei tuoi vaneggiamenti fratello, come puoi TU profanare questo luogo con l'indecenza dei TUOI discorsi! Spero possa salvarti dal baratro in cui ti stai gettando, che le tue eresie non infettino le menti dei più innocenti e sprovveduti tra noi- Le ultime parole Gabriele sembravano essere più rivolte alla sorella, fissava con severità quegli occhi azzurri che disorientati saltavano da Lucifero al fratello adorato che adesso le dava le spalle mentre spariva dalla loro vista.
Lucifero scosse la testa infastidito dalle parole di Gabriele prima di focalizzare tutte le sue attenzioni al reale oggetto della sua visita.
-         Non lasciarti intimidire dalle mie forti parole sorella, sai bene come io e Gabriele malamente riusciamo a superare le nostre differenti visioni delle cose, lui è così diverso da te che a volte mi risulta davvero difficile comprendere come possiate derivare dalla stessa gemma-
-         Mio fratello non ha torto Lucifero, non posso neanche io tollerare che certe parole vengano pronunciate nei luoghi affidati alla mia tutela, Padre mi lascia custodire...- l'angelo proruppe in una sonora risata che la lasciò basita
-         Ti lascia custodire? Mio amore lui ti ha imprigionata in questa gabbia dorata! E' una punizione la tua non un compito! Sei reclusa in questo giardino da quando sei nata, legata a questi due alberi di cui tu ti dici guardiana. No la realtà è che loro sono i tuoi aguzzini! Lui non vuole condividere con gli uomini che tanto ama i frutti dell'albero della conoscenza e ha relegato te in questo luogo, una delle sue creature più preziose costretta a donare la sua voce a queste piante che non hanno udito, a nutrire i nostri fratelli che un domani vedranno la luce, come una scrofa che allatta dei piccoli maiali destinati a divenire altri parassiti pronti a servirlo ciecamente, piegati sotto il giogo di un Padre che non fa altro che insultarci!-
 
Fylake lo respinse sdegnata portandosi le mani sulle orecchie per non sentire oltre quelle parole ingiuriose, quella rabbia, quella violenza non erano di questo mondo, ognuna di quelle parole le stringeva il cuore in una morsa talmente forte da farlo sanguinare, era come se la sua anima venisse flagellata, ma la cosa che più l'addolorava era la consapevolezza di non riuscire a scacciarle dalla sua mente, vi si depositavano, le sentiva mettere radici e questo perché provenivano da chi aveva più a cuore della sua stessa vita.
-Non volevo spaventarti  Fylake - le sussurrò Lucifero allontanandole con dolcezza le mani dal viso, i suoi lineamenti si erano distesi, la rabbia e l'odio che fino a proco prima gli avevano distorto il viso sembravano adesso svanite, era ancora avvolto dalla sua travolgente luce, un'aura irresistibile propria solo dell'angelo più potente del Paradiso.
-Io non comprendo perché- disse sommessamente ancora turbata da quell'atteggiamento- perché tu fratello mio, tu che tra tutti noi sei un modello di perfezione,pieno di sapienza,perfetto in bellezza, perché tu debba parlare così duramente di nostro Padre, di colui che ti ha dato tutto, Llui che è Fonte inesauribile di amore - le carezze che Lucifero regalava alle sue ali si facevano sempre più ruvide
- Se non vedessi la purezza della tua anima potrei dirti cieca come molti dei nostri fratelli. Quale amore può provare per noi un Padre che ci preferisce dei deboli mortali? Potrei distruggere Adamo con un tocco eppure lui è il suo prediletto. Potrei corrompere Eva con uno sguardo eppure ai suoi occhi è una Santa! La sua è follia! Io vedo i loro animi corrotti, così inferiori ai nostri, ma lui continua a calpestarci lasciando che si nutrano dei frutti dell'albero della vita e adesso ci insulta ancora preferendo suo Figlio a noi! A me! L'hai detto tu stessa io sono il migliore di tutti, come posso sopportare quindi di essere insultato dal mio stesso Padre? Come posso chiamare ancora Padre colui che mi disprezza? Come posso obbedire a chi riduce la mia ragione di vita ad un usignolo rinchiuso in gabbia? E' così egoista da volerti tutta per se, così geloso da non volere che altri si possano beare della tua bellezza. Perché credi che non lasci entrare gli uomini in questo giardino?  Ha regalato lor ogni angolo dell'Eden e se ripone tanta fiducia in quei due non puoi certo credere che tema  possano essere tentati dai frutti della conoscenza, no mio amore, è te che vuole tenere nascosta a quegli sguardi indiscreti, ma non per la tua salvaguardia ma per verde invidia. Egli vuole lasciarti nel più cupo isolamento, vuole che tu avvizzisca come i fiori che ti ha lasciato come unici compagni. Da cosa dovresti tutelare questi giardini e i loro prodigi se non vi è minaccia alcuna in Paradiso? Perché dotarti delle più belle ali della volta celeste se poi non ti lascia spiccare il volo?-
- Come puoi pensare questo Lucifero, cosa ti è accaduto? Cosa ti ha turbato a tal punto da farti porre simili domande? Il tuo bel viso è distorto dal'odio, la tua fronte spaziosa così corrugata, è una vista che i miei occhi non possono sopportare. Tali turbamenti non hanno spazio ne ragione di essere qui in Paradiso, tali pensieri non possono essere partoriti in una terra Santa ne da noi che di tale santità siamo i portatori Riconcilia il tuo cuore con nostro Padre, sei tu il cieco fratello, cieco all'amore che ci circonda e di cui lui è origine.-
 
Fu un attimo, la mano di Lucifero si serrò attorno alla gola di  Fylake , la violenza di quel gesto la portò a sbattere contro il fusto dell'albero a cui era poggiata, ma quelle dita che premevano sulla sua pelle non le portavano dolore, agli Angeli non erano accessibili quel tipo di sensazioni fisiche, ciononostante sul suo viso era dipinto un'espressione di intensa sofferenza.
-Piccola stupida, Io cieco?! Io che sono la più luminosa luce tra le creature angeliche?! Tu continua a vivere nella tua ignoranza, rimani legata a questo piccolo giardino , drogata dai profumi di questi fiori, ami l tuo carceriere più di quanto ami te stessa! Più di quanto ami me!. Sono un folle a pensare di poter confidare in te, a credere che tu mi ami anche solo una parte di quanto io ti adori. Non vedi che io posso darti più di quanto Lui potrà mai fare?-
La presa sul collo si fece ancora più forte, l'albero ondeggiando, scosso dalla furia dell'angelo, produceva un rumore simile ad un lamento, un pianto che si univa a quello proveniente dal cuore di Fylake.
-         Lui è nostro Padre, quale ingratitudine è la tua Lucifero? Quale affronto gli stai muovendo!-  riuscì a mormorare mentre impotente fissava quegli occhi verdi, splendenti come  il più prezioso degli smeraldi, quegli occhi in cui riusciva a cogliere tutta la bellezza di un'anima che mai prima d'ora le si era palesata così corrotta.
-         Padre di chi, Fylake? Forse di qualche angelo di bassa lega, uno di quelli che tu nutri con il tuo canto, che sta li appeso a qualche albero come un frutto qualsiasi, quelli sono già rancidi! No, io credo che non sia stato lui a crearmi, ricordi forse il momento della tua nascita? Lo vedo dal tuo viso che anche tu non ti lasci  ingannare da quelle frottole, è per questo che con te sola posso dare libero sfogo ai miei pensieri più reconditi. Perché dobbiamo dunque sentirci inferiori a Lui? Io non accetterò oltre una tale umiliazione Lucifero concluse il discorso lasciando la presa sul collo dell'angelo, Fylake crollò a terra troppo scossa per avere la forza sufficiente a rimanere in piedi , delle calde lacrime sgorgavano incontrollabili dai suoi occhi.
-         Cosa intendi fare Lucifero?- riuscì a mormorare atterrita, spaventata dal solo porre una simile domanda di cui riusciva ad intravedere la terribile risposta, i loro animi erano troppo intimamente connessi per non lasciarle intuire il suo proposito.
-         Reclamare il posto che ci spetta di diritto e troppo a lungo ci è stato negato, conquistare il Paradiso Terrestre.-
Quelle parole dal tono solenne confermarono i suoi più reconditi  e temuti incubi, l'orrore fu tale che trovò proprio in esso la forza di reagire
-         Come puoi dirmi questo fratello?- disse a denti stretti mentre avanzava a passi via via più fermi verso il suo interlocutore.
-         Se mi ami come dici con quale cuore mi rendi partecipe di una simile follia? Come puoi farmi carico di un peso così grande? Tu sai quanto ami nostro Padre e quanto ami te! Mi costringi a scegliere tra il prendere parte al tuo folle piano o rimanere una silente spettatrice mentre miseria e discordia cadono sulla nostra Casa! Non vi è spazio per la guerra in Paradiso!- Lucifero scosse la testa sorpreso da una così debole comprensione
-         Non sono qui  per chiedere il tuo permesso, tutto è già stato deciso, tra tre lune agiremo. Non pensare io prenda questa decisione a cuor leggero, lo faccio per noi tutti, lo faccio per te, quanto ancora sarai disposta ad accettare un simile trattamento? Non desideri una vita migliore? Non desideri vivere accanto a me, essere la regina di questi luoghi Sacri? Unisciti a me! Confida in me! Non voglio combatterti, non voglio lasciarti nella miseria quando trionferemo! Sei la mia prediletta, il mio amore mia luce e sorella, sei l'angelo più bello di tutti i Cieli, l'unica degna di accompagnarmi in questa impresa come mia pari! La tua voce sarà il sottofondo del mio trionfo. E se dovessimo cadere - aggiunse cercando di scacciare dalla sua mente quella possibilità — Sarai il mio canto consolatorio, non ti chiedo di rispondermi adesso, ma quando sarà il momento, quando la terza luna illuminerà il Suo trono, lascia questo giardino e completa la mia anima, unisciti a me.-
 
La lasciò con queste parole poggiando le sue labbra delicatamente su quelle di lei, un bacio forse premonitore di un commiato che sarebbe potuto essere definitivo.
 
Fylake era stata incapace di reagire, incapace di opporsi con la stessa veemenza con cui l'altro angelo suggeriva quelle follie, come aveva potuto ammettere una simile profanazione in quei luoghi di cui lei doveva custodire la purezza?
Come poteva un angelo di Dio organizzare una ribellione?
E come poteva  lei  non informare i suoi fratelli di questo abominio ?
 
Era consapevole di quanto tutto fosse completamente sbagliato, l'ordine con cui aveva conosciuto le cose sino a quel momento era stato del tutto capovolto, eppure non riusciva a lasciare il suo giardino, non riusciva nemmeno a gridare il nome di Gabriele per raccontargli tutto e liberarsi di quel fardello, suo fratello avrebbe potuto fermare Lucifero , evitare il compiersi di quella pazzia.
 
La terza Luna non tardò ad illuminare la volta Celeste.
   
 
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