Videogiochi > Ace Attorney
Ricorda la storia  |      
Autore: JakeBlack9    08/06/2015    1 recensioni
[Genderbend di Phoenix x Miles Edgeworth][4^ caso Justice For All] Tutti pensano che il procuratore Miles Edgeworth si sia tolto la vita. Da allora, Phoenix non riesce più a condurre una vita normale, finché...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Oggi sono da sola. Oggi lui non è con me. Oggi non lo vedrò.” pensava Phoenix, mentre si avviava mestamente verso l'uscita del tribunale. Erano passati diversi mesi da quando Miles Edgeworth, il famoso procuratore, aveva lasciato quel misterioso biglietto in cui dichiarava il suo suicidio. Dolore, delusione, disperazione; questi i sentimenti che aleggiavano nella mente della giovane avvocatessa. Ogni volta che faceva un passo, nuovi ricordi legati al procuratore le tornavano in mente: il loro primo incontro dopo anni, la prima battaglia... Fino al giorno in cui sconfisse Manfred Von Karma e Miles, incredibilmente, si dichiarò a lei: il loro primo "ti amo". -Wright.- esclamò una voce familiare. Franziska Von Karma, figlia del procuratore che mesi prima era stato sconfitto da Phoenix; Franziska aveva sempre odiato Phoenix, sia per la sconfitta subita dal padre, sia per le sconfitte personali, che avevano minato la sua carriera perfetta, ma anche per il profondo legame con Miles. -Franziska.- rispose lei, girandosi verso la ragazza. Aveva già la sua frusta in mano, pronta per scagliarla sul corpo dell'avvocato. Da qualche settimana non le importava più di tanto, si era abituata al dolore e spesso le frustate del procuratore la aiutavano a non pensare a lui. Già, lui. Lui che l'aveva abbandonata così, lui che l'aveva lasciata senza dirle nulla. Lui che se n'era andato senza salutarla. -Ci vediamo domani, il tuo cliente è già condannato!- esclamò, ridacchiando e allontanandosi verso l'uscita. Non poteva permetterlo. Nonostante non sopportasse il suo cliente, Matt Engarde, non poteva lasciare che a Maya fosse fatto del male. Stava crollando, lo sentiva. Troppe emozioni tutte insieme, troppe responsabilità sulle sue spalle, troppo dolore da sopportare. Prima Miles, ora Maya. Una costante maschera sul suo volto per sembrare forte, imbattibile. Ora non aveva davvero nessuno con cui confidarsi, con cui sfogarsi. Perché venire in tribunale? Non era ancora arrivato il giorno del processo, non aveva altri casi da risolvere. Un semplice attacco di nostalgia. Nostalgia di rivedere il suo rivale, il suo amico, il suo fidanzato. "Non ho nulla da fare qui." pensò, cercando di decidersi a uscire da lì. Qualche altra indagine, chiacchierata con Engarde, incontro con altre persone; tutto indossando la stessa maschera di sempre. Arrivò a casa, senza trovare messaggi in segreteria di Maya, che ogni tanto la chiamava a casa per avvisarla che era uscito il nuovo episodio del Samurai d'Acciaio, o di Larry, troppo pigro per chiamarla al cellulare. Se n'erano andati tutti, lasciandola completamente da sola. Phoenix si cambiò, togliendosi quel tailleur blu che l'accompagnava ogni giorno e che le ricordava troppe cose, cercando di nasconderlo nell'armadio per non vederlo. Poi, rimasta da sola, scoppiò a piangere in silenzio, mentre guardava una foto di lei e Miles sul divano e le lacrime le rigavano il viso.
Il giorno dopo si svegliò con la fotografia in mano, ancora sdraiata sul divano. Cercando di ricomporsi e cercare il coraggio per affrontare una nuova giornata, il cellulare squillò, annunciando un nuovo messaggio. Il viso dell'avvocato si illuminò per un istante, ma si spense pochi secondi dopo notando che era solo la data del processo. 22 marzo, il giorno dopo. "Devo darmi una mossa!" pensò, per poi vestirsi in fretta ed uscire alla ricerca di nuove prove. Per prima cosa si diresse verso l'hotel, il luogo del delitto. Ad aspettarla trovò subito Pearl, la cuginetta di Maya. In quel momento era davvero necessario indossare la sua maschera, non poteva permettersi di far preoccupare la bambina. -Signorina Nicky!- disse, vedendola. Nicky... Il soprannome che usavano tutti e che, ormai, era diventato il suo secondo nome. -Ciao, Pearl.- disse lei, abbozzando un sorriso. Entrarono nell'hotel e si diressero verso le camere, incontrando Lotta. Lotta era la persona che più le ricordava Miles; si erano conosciute sul lago Gourd il Natale prima, per poi incontrarsi in aula, durante il caso dove scagionò Miles. Anche questa volta era alla ricerca di nuovi scoop, anche se questa volta le era andata male. -Cioè, non capite?- disse, mentre parlavano. -1600$ di macchina fotografica professionale andati. ANDATI!- spiegò, molto arrabbiata. La sua macchina fotografica nuova era stata rubata, una macchina dal valore di 1600$. Di solito non prestava molta attenzione alle parole di Lotta, ma questa volta qualsiasi cosa sarebbe potuta essere utile in tribunale, persino il dettaglio più insignificante. Dopo aver gironzolato per l'hotel, incontrarono Gumshoe, che li invitò a visitare il commissariato, dicendo che aveva nuove prove per loro. Phoenix sospirò, tentando di non cadere di nuovo in depressione. Doveva cercare di dimenticarlo, era andato per sempre. -Signorina Nicky, andiamo subito!- disse Pearl, tirandola per la manica. -D'accordo, d'accordo!- rispose, mentre uscivano dall'hotel cercando di non incrociare la Oldbag, che non faceva altro che parlare di Miles, cosa che metteva a dura prova la maschera di Phoenix. Ogni volta che sentiva il suo nome se ne andava, rifugiandosi in un luogo solitario. Il commissariato era pieno di agenti, indaffarati più che mai. Phoenix notò immediatamente una testa azzurra, Franziska, intenta a urlare imprecazioni in tedesco e a frustare i malcapitati. L'avvocato sospirò, poi cercò Gumshoe, incappando però nel procuratore. -WRIGHT! Cosa ci fai tu qui?- esclamò arrabbiata, appena la vide. -Sto cercando Gumshoe.- rispose, seccata. Non aveva tempo da perdere, pochi minuti avrebbero potuto significare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. -Non puoi vincere, lo sai? Non infangherai più la mia carriera perfetta!- ripetè, come di consueto ogni volta che c'era di mezzo un processo. -Davvero non ti importa altro che della tua carriera? Davvero non ti importa della possibile innocenza di Matt Engarde?- chiese lei, pensando al profondo cambiamento di Miles. Anche lui era della stessa opinione di Franziska, una volta. Phoenix era riuscita a farlo cambiare, a farlo diventare... umano. -Non vincerai questa volta! Io...- iniziò Franziska, quando improvvisamente si bloccò, con l'espressione sconvolta. -Che succede? Tu...?- chiese Phoenix, quando, troppo curiosa per aspettare una spiegazione dal procuratore, si voltò, rimanendo di sasso. A pochi metri da lei si stagliava Miles Edgeworth. Troppe emozioni vorticavano nella mente dell'avvocato: sorpresa, emozione, rabbia... -M...mi devo sedere...- commentò, prendendo la prima sedia che trovò e buttandosi sopra. Con gli occhi strabuzzati, continuava a fissare il procuratore, e così faceva Franziska. -Ciao Fanny.- disse Miles con un sorriso, subito prima di essere travolto da un abbraccio.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ace Attorney / Vai alla pagina dell'autore: JakeBlack9