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Autore: Greywolf    08/06/2015    7 recensioni
Dopo essere diventato Hokage, Naruto non ha più tutto il tempo a disposizione che vorrebbe per dedicarsi alla sua famiglia. Una sera però dopo essere rincasato prima del solito, scoprirà qualcosa che lo manderà profondamente in crisi e che metterà in luce il forte legame che lo lega così tanto a suo figlio Boruto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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“Insomma! Ma quanto ha ancora intenzione di parlare il maestro Shino?!”si domandò impazientemente un giovane biondino che continuava a tamburellare un ritmo sconnesso con le dita sul banco dell’Accademia, fremendo per l’attesa.

“Boruto” lo chiamò con voce rilassata il ragazzo al suo fianco “Cerca di mantenere la calma. Capisco benissimo che non vedi l’ora di raggiungerlo ma è inutile che continui ad agitarti così. Finché il maestro Shino non ha finito, non possiamo muoverci.”

“Mitsuki, non capisci accidenti!” gli rispose “Ha una riunione nel primo pomeriggio e quindi dovrà andarsene presto! Devo raggiungerlo il prima possibile!”

“Voi due! Un po’ di silenzio!” li ribeccò il maestro “La lezione non è ancora finita!”

Il rimprovero servì solo a indispettire ancora di più Boruto che a quel punto divenne ancora più nervoso. Rivolse l’ennesimo sguardo in direzione dell’orologio sopra la testa del suo insegnante, implorando silenziosamente le lancette di affrettarsi.

“Non mi prenderei tanta pena se per oggi saltate.” riprese Mitsuki, osservando l’amico scrocchiarsi rumorosamente le dita “Rimedierete domani.”

“Non è possibile!”esclamò un’altra volta senza curarsi di mantenere lo stesso tono del compagno. “Io devo assolutamente parlargli oggi!”

Dopo aver soppesato mentalmente l’espressione di Boruto, l’amico lo guardò divertito e si abbandonò sul banco, socchiudendo gli occhi.

“Hai trovato quella risposta che cercavi, vero?” chiese,sicuro di aver indovinato.

Boruto rimase stupito del fatto che l’altro avesse compreso immediatamente il motivo della sua impazienza e si lasciò scappare una risatina.

Era così. Finalmente dopo averci pensato a lungo, sapeva esattamente cosa rispondere a suo padre.

La sua riflessione era durata a lungo. Del resto quando qualcuno ti fa una domanda come “Qual è il tuo sogno?”, non puoi certo dare la prima risposta che ti viene in mente. Era sempre stato concentrato solo sulle sue marachelle e nei tentativi di guadagnarsi un po’ più d’attenzione da parte di suo padre ma non si era mai posto quella questione decisiva. Per di più gli ultimi avvenimenti non lo avevano lasciato affatto indifferente, per cui si era voluto prendere il suo tempo per riuscire a capire che cosa volesse veramente.

Erano passate alcune settimane dal giorno in cui era andato in ufficio con lui e soprattutto dalla chiacchierata fatta sul volto di pietra di nonno Minato. Per la prima volta aveva preso coscienza delle motivazioni che avevano spinto il suo genitore ad assumersi un ruolo tanto importante e che gli imponeva una scala di priorità così drastica. Ascoltarlo parlare era servito a fargli aprire gli occhi e a fargli capire quanto quella situazione non risultasse dura solo per lui. E si era sentito meglio. Ora sapeva che se fosse esistita qualunque soluzione che avesse permesso loro di passare più tempo insieme, si se fosse rivelata accettabile, sarebbe stata immediatamente adottata.

Per questo quella sera stessa avevano parlato ancora, trovando così il modo di venirsi incontro entrambi. Almeno per il momento. Di certo Boruto era consapevole che ti trattava solamente di un accordo temporaneo dal momento in cui non sarebbe mai stato possibile programmare con accuratezza la quantità di lavoro che l’Hokage doveva svolgere per non parlare di tutti gli imprevisti che potevano presentarsi. C’erano troppe varianti che potevano emergere perché quella situazione si potesse mantenere tale ma il biondino era intenzionato a sfruttarla finché fosse stato possibile. E in modo particolare in quella specifica giornata. Ecco perché era fondamentale che riuscisse a parlargli. Non poteva assolutamente mancare al suo appuntamento.

“Dannato orologio!” imprecò “Vedi di darti una mossa!”


 
 

“Che seccatura!”

Naruto si lasciò sfuggire un risolino senza riuscire a nasconderlo all’amico che gli rifilò un’occhiataccia a dir poco agghiacciante. Non si lasciò intimidire e continuò il proprio lavoro mantenendo il sorriso sulle labbra. Dopo nemmeno cinque minuti, lo sentì sospirare per l’ennesima volta ed enunciare per la decima volta quelle due parole che esprimevano tutta la sua noia.

“Coraggio Shikamaru, è tutta questione di abitudine.” disse allora l’Hokage.

“Non c’è bisogno che tu me lo dica.” rispose secco l’altro.

“Oh andiamo Shikamaru, non fare così! Potevi rifiutare se non te la sentivi di prenderti questo impegno.” gli ricordò il biondo.

“Il maestro Asuma ripeteva sempre che sarei potuto essere un buon Hokage ma ero troppo pigro per questo compito.”rispose  “E aveva decisamente ragione. Per me è davvero una seccatura! Mi chiedo come tu abbia potuto svolgere questo lavoro da solo per tutto questo tempo!”

“E’ una mia responsabilità in quanto Settimo Hokage.” disse. Poi con un leggero sorriso aggiunse: “ Anche se mi è stato fatto notare che avendo un consigliere forse non c’è bisogno che io faccia sempre tutto da me...”

“Ricorda che non mi sto lamentando per il lavoro, anzi sono felice che finalmente tu ti sia deciso a lasciarti aiutare nella stesura dei rapporti e nella catalogazione delle missioni!” lo ammonì “E’ proprio il lavoro in sé. Com’è possibile che sia necessaria tutta questa burocrazia? Dobbiamo trovare una soluzione.”

“Qui sei tu la mente, amico mio. Mi spiace ma questo compito spetta davvero solo a te.” dichiarò Naruto, archiviando il foglio su cui stava lavorando e alzandosi.

Il Nara lo osservò mentre indossava il proprio mantello per poi recuperare da terra due piccoli cestini del pranzo con un’aria distesa che non gli vedeva sul viso da molto tempo. Non gli importava affatto di aver un po’ di lavoro in più. Vederlo così per la prima volta dopo la sua nomina, valeva qualsiasi sforzo. Naruto aveva fatto così tanto per lui, per tutti al Villaggio e continuava a farlo impegnandosi al massimo e sacrificando non solo energie ma anche tanto della sua famiglia. Si meritava di stare bene.

“Allora io vado.” annunciò quando fu alla porta.

“Ricorda che oggi abbiamo la riunione con il Raikage, vedi di non fare tardi.” gli ricordò. Però dopo aggiunse: “Divertitevi.”

“Shikamaru?” lo chiamò a testa china.

“Che c’è?” chiese confuso dall’atteggiamento che aveva assunto il biondo.

“Sicuro di poterti occupare delle pratiche insieme a me? Insomma è solo un mio dovere...non sei obbligato a-...”

“Sei in ritardo, idiota.” affermò “Boruto ti starà già aspettando. Vedi di non farlo attendere, lo sai che non è paziente. E ricordati di tornare in tempo.”

Naruto rimase a bocca aperta, stupito dalla risposta del moro che si era rimesso subito  sulle carte davanti a sé, come se gli avesse posto una domanda che non meritava nemmeno una risposta. Poi incurvò le labbra verso l’alto e aprì la porta.

“Sarò puntuale, lo prometto.” E uscì dall’ufficio per recarsi al suo appuntamento quotidiano.
 


 
 
Devo fare presto!
Questo era l’unico pensiero ripetitivo e ricorrente che assillava la mente di un giovane Uzumaki che sfrecciava da un tetto all’altro, incurante dello sforzo che stava richiedendo al suo corpo. Doveva solo arrivare al luogo dell’incontro il prima possibile. Aveva tante cose di cui parlare.
 
 
 


“Finalmente sei arrivato!” lo salutò suo padre con un larghissimo sorriso “Va tutto bene?”

Boruto stava cercando disperatamente di riempirsi i polmoni d’aria, cosa che al momento gli risultava piuttosto difficile visto che aveva corso sfrenatamente fino a qualche istante prima. Suo padre gli si avvicinò porgendogli una bottiglia d’acqua e lui lo ringraziò con lo sguardo, accettandola per poi attaccarsi e iniziare a bere lunghi sorsate d’acqua fresca.

“Bevi con calma, non te la toglie nessuno.” gli raccomandò premurosamente il genitore mentre lo guardava che recuperava dopo lo sforzo.

Il più piccolo si pulì la bocca con la manica e poi parlò seppur con voce ancora un po’ affannata:

“Come mai...hai voluto che ci vedessimo qui al Campo Pratica? Non...” trasse qualche altro lungo respiro “...era il caso che ci vedessimo sulla testa di Nonno come al solito, visto che devi andare via presto oggi?”

“Ho voluto vederci qui oggi perché in vista dell’esame di promozione a Genin ti avrebbe fatto piacere sapere come tuo padre è stato ufficialmente promosso!” esordì con un certo orgoglio, assaporando il ricordo della prima vera esperienza di squadra che aveva vissuto.

“Si si papà, me lo avrai raccontato tipo mille volte.” sbuffò Boruto  “Vogliamo mangiare? Non so te ma io sto semplicemente morendo di fame!”

E con queste parole si avviò verso i tre pali che caratterizzavano quella particolare zona del Campo dove suo padre aveva già sistemato il pranzo che sua madre si era premurata di preparare loro. Ne prese uno e si sedette davanti al palo centrale mentre l’Hokage ripeteva lo stesso gesto e si sedeva alla sua sinistra. Mentre aprivano i loro cestini, Boruto osservò il piccolo broncio assunto da Naruto e gli venne spontaneamente da ridere.

“Non dirmi che ti sei offeso, papà!”

“Non sono affatto offeso!” ribatté lui senza cambiare espressione.

“La so praticamente a memoria la storia di come il vecchio Kakashi ti ha promosso. Sicuro di volermi raccontare di come sei stato legato a questo palo perché cercasti di rubare il pranzo?” domandò picchiettando con il dito sul tronco alle sue spalle.

“Come?!” esclamò il biondo più grande “Ma che stai dicendo?!”

“Inutile che neghi, Sarada-chan mi ha raccontato tutto.” affermò, scoprendo le prelibatezze che sua madre aveva preparato con tanta cura.

“Sarada? Ma lei come...” rimase un attimo in silenzio prima di raggiungere l’illuminazione “QUEL DANNATISSIMO TEME! Scommetto che è stato lui! Non la smette mai di divertirsi a mettermi in ridicolo! Oh ma questa gliela faccio pagare!”

“A quanto pare preferisce solo raccontare i fatti...”

“Piccolo impertinente!” lo ribeccò stringendogli il braccio intorno al collo e premendogli un pugno sulla zazzera bionda “Stai dicendo forse che tuo padre è un bugiardo?!”

“Papà! Lasciami, mi fai cadere tutto il pranzo!” strillò lui, nascondendo una finta arrabbiatura che svanì un attimo dopo quando scoppiò a ridere quando suo padre lo ebbe lasciato ridendo a sua volta.

“Se vogliamo dirla tutta allora quella volta il Teme è venuto meno alla regole e al suo inaffondabile orgoglio e ha condiviso il suo pranzo con me e ha dovuto ammettere di aver bisogno di me per rubare i campanelli al maestro!” disse  allora Naruto.

“Però ho saputo che fino a quel momento non eri stato di una grande utilità...” commentò ancora.

A quel punto un pensiero si insinuò nella mente dell’Hokage. Un qualcosa di potenzialmente pericoloso.

“Dì un po’...” esordì sospettoso “...tu e Sarada parlate molto da quanto mi sembra di capire...”

“Sì sì, parliamo spesso.” rispose svogliatamente e senza rifletterci troppo, preso com’era ad addentare la sua polpetta di riso.

“Non è che lei ti piace...vero?”

A quel punto Boruto si sarebbe senza dubbio strozzato se Naruto non avesse provveduto prontamente a dargli dei colpetti sulla schiena e non gli avesse passato altra acqua. Solo quando tornò a respirare normalmente, esclamò indignato:

“Ma che razza di domande fai, papà?!”

“E’ importante che io lo sappia Bolt!” spiegò l’altro con serietà “Non riesco nemmeno a immaginare quel che potrebbe succedere se il Teme scoprisse che ti piace sua figlia!”

“Ma a me non piace sua figlia!”

“E allora che bisogno c’è di urlare?!”

A quel punto il successivo urlo gli morì in gola, rendendosi conto che comportandosi in quel modo aveva praticamente ammesso la verità. Si chiuse immediatamente in se stesso, assumendo un’ aria imbronciata mentre le guance si tingevano leggermente di rosso. Non era certo di che natura fosse quell’affetto che provava nei confronti di Sarada, tuttavia anche solo parlare di lei lo metteva fortemente in imbarazzo. Per non parlare di quando era entrata in camera sua mentre lui era malato! Bastava ripensarci per morire dalla vergogna! Nessuno lo avrebbe detto perché passavano la maggior parte del tempo a battibeccare ma nonostante quelle litigate...non se lo spiegava ma c’era qualcosa di più a cui non riusciva a dare un nome..

Naruto recepì subito lo stato d’animo del figlio e pensò che non fosse il caso di insistere se non aveva voglia di parlarne. Qualora ne avesse avuto bisogno, lui ci sarebbe stato. Per il momento preferì cambiare argomento.

“Ti ho più raccontato di come hai svolto il tuo lavoro in ufficio l’altro giorno?” domandò.

“Di che parli?” chiese, non riuscendo a capire.

“Quel giorno in cui sei venuto a lavoro con me, ti avevo affidato il compito di catalogare le missioni per difficoltà con le lettere A,B,C e D. Te lo ricordi? Ecco, Shikamaru ha ricontrollato e mi ha comunicato la percentuale dei tuoi errori. Vuoi saperla?”

“Sì! Ti prego!!” esclamò il ragazzino, dimenticandosi completamente della questione precedente.

Il padre si godette per un attimo l’aspettativa del figlio e quando la ritenne sufficiente, parlò:

“Per essere la prima volta non te la sei cavata affatto male. Le missioni correttamente assegnate sono più della metà, quasi un sessanta per cento. Bravo davvero Bolt!” comunicò prima di scompigliargli un po’ i capelli in un gesto affettuoso.

Una profonda sensazione di soddisfazione invase tutto il ragazzino che si ritrovò a fremere per l’emozione e chinò un po’ la testa quando un imbarazzo completamente diverso dal precedente lo invase.

“Quali ho sbagliato, per curiosità?” lo interrogò poi.

“Fammi pensare un attimo.” fece, incrociando le braccia e socchiudendo un poco gli occhi per concentrarsi. “Ah ecco! Ahahaha Hai classificato la missione di Tora come missione di livello D!”

“Perché ridi? Ricordo questo nome...il gatto da ritrovare!” si illuminò “Come faccio ad avere sbagliato? Quanto può essere difficile cercare un dannatissimo gatto scomparso?!”

“Di norma è una missione di livello D ma non quando si tratta di Tora!” gli spiegò “Devi sapere che quella gatta scappa dai tempi in cui io ero appena diventato Genin! E non ha mai smesso! E’ forse la gatta più furba e intelligente che ci sia e credimi, sarà praticamente decrepita visto che è molto avanti con gli anni per essere un gatto ma è ancora in grado di dare filo da torcere a chiunque!”

“Se non me lo avessi detto non ci avrei mai creduto...” commentò sinceramente stupito. “Altre?”

“Non mi vengono in mente adesso.” rispose un po’ dispiaciuto “Questa la ricordavo perché insomma ci abbiamo riso su insieme a Shikamaru. Comunque non importa, sei stato in gamba!”

“Modestamente sono forte!” disse gonfiando il petto orgoglioso. “Mi passi una polpetta di riso?”

“Ehi ma non le hai già mangiate le tue?”

“Se non le mangi, lo faccio io!” esclamò allungando le mani anche se prontamente Naruto alzò il proprio contenitore per preservare il suo pranzo.

“Le mangio, non c’è bisogno di preoccuparsi!” lo rassicurò facendogli l’occhiolino.

Nonostante poi alla fine si divisero le polpette del biondo con la felicità di quello più piccole e continuarono a chiacchierare senza che nulla potesse interferire in quel tempo che era solo per loro. Almeno finché il biondo non fu costretto a dire quella frase.

“E’ il caso che cominci ad avviarmi.”

Solitamente non appena pronunciava quelle parole, suo figlio si rabbuiava ma comunque lo lasciava andare senza opporre alcune richiesta per chiedergli di restare un po’ di più. Questa volta invece assunse un sorriso beffardo, non appena le pronunciò. Il mistero si risolse presto.

“Prima che tu te ne vada c’è una cosa che volevo dirti!”

Lo disse con aria solenne. Era evidente che si trattava di qualcosa di estremamente serio.

“Ti ascolto.” disse, invitandolo a parlare. Con la Dislocazione Istantanea sarebbe arrivato in pochissimo.

Boruto trasse un lunghissimo respiro ad occhi chiusi. Quando li aprì, suo padre vi lesse dentro una determinazione che prima di allora mai gli era capito di vedere e se ne sentì quasi intimorito. Avvertì chiaramente il proprio cuore accelerare i battiti.

Quando si sentì pronto, il biondino cominciò:

“Ci ho pensato a lungo e sono arrivato a una conclusione finalmente!”

Naruto cercò di contenere la propria aspettativa. Immaginava che suo figlio stesse per rivelargli quale fosse il sogno della sua vita. E lui non poteva nascondere quanto a lungo avesse aspettato per conoscere la sua risposta. Anche perché sapeva già cosa gli avrebbe risposto quindi si preparò ad ascoltarlo detto da lui.

“Le tue parole dell’altro giorno mi sono state d’aiuto per comprenderlo. Adesso è tutto chiaro...” continuò.

Ancora una volta l’Hokage si sentì emozionato, non sapeva come descrivere ciò che stava provando...

“Voi Hokage siete degli idioti!”

La mascella del biondo rischiò seriamente di schiantarsi al suolo. Guardò suo figlio con la speranza che stesse scherzando ma lui sorrideva ed era perfettamente sereno. Era serio.

“Ma che dici?”

“La verità. Insomma chi sceglierebbe un lavoro così impegnativo pieno di scartoffie da archiviare e noiosissimi rapporti da compilare? Che ti fa passare così poco tempo insieme alla famiglia e che ti trattiene in ufficio dalla mattina alla sera? Per di più, ti fa carico di un sacco di responsabilità  nei confronti di così tante persone che non ti puoi permettere nemmeno il  più piccolo errore altrimenti ci vanno di mezzo tutti. Insomma poi non c’è azione, c’è da stare seduti tutto il giorno a scrivere, scrivere e scrivere! Decisamente non può esistere una scelta di vita più sprecata...”

Tutto quel disprezzo per il suo ruolo, lo ferì. Non poteva credere che Boruto pensasse veramente che quel ruolo avesse così poco valore. Per di più dopo che gli aveva raccontato tutto ciò che significava per lui. Ecco ciò che era riuscito a trasmettergli. Odio.

“Per questo motivo, non ho alcuna intenzione di diventare Hokage!” continuò lui, a braccia incrociate “Nulla mi spingerà mai ad ambire a questo tipo di obbiettivo! Ciò che voglio fare però è proteggere questo Villaggio con tutte le mie forze...”

A quel punto Naruto risollevò lo sguardo e incontrò il sorriso di suo figlio.

“Non diventerò come te, papà.” disse “ Io ti supererò! E così ti dimostrerò che si può proteggere coloro che si ama anche senza bisogno di sacrificare la propria famiglia e tutto ciò che è più importante per starsene rinchiusi in un ufficio e perdersi così tante cose. Ti farò vedere che non serve diventare Hokage per farsi accettare dagli altri!”

Sollevò il dito e lo indicò, portandosi l’altra mano sul petto.

“Questo è il mio sogno! Superarti! E ti assicuro che ci riuscirò, non importa come, ma è una promessa! Lo farò!”

Boruto sentiva di avere il cuore a mille. Era eccitato da morire, gli sembrava impossibile che riuscisse a stare fermo quando in quel momento aveva una voglia incredibile di correre, saltare, tutto fuorché stare fermo. Non si aspettava certo che suo padre potesse capire a fondo le sue motivazioni dal momento che era stato fedele al suo sogno fin da quando era piccolo ma anche lui in quel momento era altrettanto determinato e qualunque fosse stata la sua risposta, lui avrebbe perseguito quello che era diventato il suo scopo.

Abbassò il dito e non staccò un secondo gli occhi da quelli del genitore che indagatori continuavano a fissarlo. Lui non avrebbe ceduto con facilità. Non accennò la minima esitazione.

Poi accadde. L’espressione seria di suo padre mutò completamente e si addolcì. Un timido sorriso gli incurvò le labbra e le iridi cerulee sembravano rispecchiare una ritrovata serenità d’animo. Un momento dopo si ritrovò la sua mano tra i capelli che gli accarezzavano lentamente la testa.

“Stai diventando grande, Bolt.”disse con un leggero sospiro.

Notando che suo figlio sembrava alquanto sorpreso da quell’affermazione, aggiunse con un ghigno.

“Ma ti avverto marmocchio, se pensi che superare l’Eroe del Villaggio sia cosa da poco allora cadi proprio male! Dovrà passare una vita prima che tu riesca anche solo ad arrivare al mio livello! Forse...”

A quel punto il biondino si imbronciò come non mai, sentendo  quelle parole.

“Sta a vedere! Ti assicuro che te lo farò rimangiare!” lo avvertì, cercando di rifilargli un paio di pugni che lui bloccò facilmente.

"Non vedo l'ora, Boruto." pensava intanto suo padre "Possibile che sia già cresciuto così tanto?"

“Non è una novità. Sei tu che sei così idiota che non te ne sei reso conto prima.” commentò con la solita garbatezza Kurama nella sua mente “ Voi umani vi rendete conto che i vostri cuccioli sono diventati grandi solo quando vi lasciano senza parole.”

“Bhè...anche questo significa essere padre no?” chiese “Restare senza parole...ed essere fieri di loro.”

A quel punto, dopo un attimo di tentennamento, al demone non restava altro che ghignare divertito.

“Almeno qualcosa l’hai imparata,Naruto...”






 
 
Note Autore: Dopo un immenso ritardo a dir poco imperdonabile, riesco a presentarvi l’ultimo capitolo di questa storia con la speranza che vi sia piaciuto :D Questo è il risultato della chiacchierata con suo padre che ha aperto al nostro piccolo biondino gli occhi facendogli capire qual è il suo obbiettivo. Vi ricordo una cosa, questa storia è cominciata ancora prima di Naruto Gaiden, ve lo dico perché Boruto è diverso da quello che stiamo conoscendo con questo spin off. Ovviamente per quest’ultimo capitolo l’influenza di Gaiden credo si noti, ma per il resto è stato tutto in base al capitolo 700. Spero davvero tanto che vi sia piaciuto e vi ringrazio di avermi accompagnata in questa avventura ^^ Allora...vi chiederete perché la storia risulta ancora in corso. Allora questo capitolo è la fine ufficiale della vicenda ma ci terrei a scrivere un piccolo extra. Semplicemente manca qualcosa a questo finale, ma visto quanto vi ho fatto aspettare ho preferito spezzare. Comunque arriverà nell’arco di pochissimo stavolta, non temete! La pausa è finita, sto lavorando anche sul nuovo capitolo di Guardare avanti, storia a cui mi dedicherò completamente con tutte le mie forze. Grazie di essere arrivati fin qui, grazie davvero di cuore a tutti quanti <3 Al prossimo aggiornamento con i saluti ufficiali! :D
  
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